33 – Il senso della vita

0516103

«Signore, tu sei stato per noi un rifugio d’età in età. Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e l’universo, anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio». – Salmo 90:1-2

La convinzione profonda di Mosè che «Il Dio eterno è il tuo rifugio» (Deuteronomio 33: 27), suona trionfante in questo salmo. Il Signore aveva concesso al gran leader la visione della sua natura eterna. Prima che il mondo, con tutte le sue creature e bellezze, è venuto all’esistenza, Dio è. Egli ha creato ogni cosa per la sua gloria e per amore. Conseguentemente, Dio é l’unico rifugio sicuro nell’instabilità della vita.

Il salmo prosegue, indicando l’eternità divina e paragonandola con la brevità della vita umana. Il paragone ci offre una cruda convinzione di quanto breve sia la nostra esistenza, e perfino sembra che non ci sia conforto, né speranza per il nostro vivere:

“Tu fai ritornare i mortali in polvere, dicendo: «Ritornate, figli degli uomini». Perché mille anni sono ai tuoi occhi come il giorno di ieri ch’è passato, come un turno di guardia di notte. Tu li porti via come in una piena; sono come un sogno. Sono come l’erba che verdeggia la mattina; la mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è falciata e inaridisce”. – Salmo 90:3-6

La vita umana, paragonata all’eternità di Dio, é come un attimo nel tempo che passa, infatti, mille anni sono come la vigilia della notte (quattro ore).

Ma affinché i lettori del Salmo comprendano bene, Mosè ripete l’idea dicendo:

“I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni; o, per i più forti, a ottant’anni; e quel che ne fa l’orgoglio, non è che travaglio e vanità; perché passa presto, e noi ce ne voliam via”. Salmo 90:10

La brevità della vita é usata come un richiamo, affinché confessiamo i nostri peccati segreti e con fiducia cerchiamo rifugio nel Signore, intanto che c’è tempo. Il Salmo ci esorta ad entrare nella baita di Dio in questa vita per acquisire saggezza e conoscenza di Dio, prima di morire.

“Chi conosce la forza della tua ira e il tuo sdegno con il timore che t’è dovuto? Insegnaci dunque a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio”. Salmo 90:11-12

Il consiglio del salmista sembra essere questo: “Il nostro tempo quaggiù è limitato: possiamo attraversare questo mondo solo una volta . In questo passaggio cerchiamo di fare della vita il miglior uso” (Sulle Orme del Gran Medico, pag. 149, vol. 3 ).

La piccola città di Beaulieu, in Hampshire, Inghilterra, é famosa grazie al suo monastero, oggi in rovina. Nel 1539, si rispettava la legge del rifugio. In quel luogo, ladri, assassini o qualsiasi altro latitante della giustizia, poteva rifugiarsi e salvare la propria vita. Nessuno poteva fare loro del male mentre erano in quel luogo.

H. V. Morton racconta quanto segue circa questa legge: “Il capo della guardia reale poteva picchiare al portone, i cavalieri potevano galoppare attorno alle mura, tutto il tempo che volevano, ma mentre il rifugiato era lì dentro, era come se si trovasse in terra santa, era salvo, come se non avesse mai commesso alcun crimine.”

La grazia di Dio in Cristo Gesù offre rifugio ai peccatori. Per quanto sia grave il peccato, l’uomo può ritornare pentito a Dio ed essere perdonato (Isaia 1:18; 43:25). É come se non avesse mai peccato, egli diventa una nuova creatura in Gesù Cristo. Su di lui si alza il santo scudo del favore divino. In questo rifugio preparato da Dio, possiamo rimanere fino a quando non saremo ricevuti nella città eterna.

“Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate» (Apocalisse 21:1-4).

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