06 -Il capolinea della vita

051505Dio mi ha dato la gioia di conoscere tante persone che ora non sono fra noi, una fra questa, che ricordo con profonda commozione, è Rosina Magni.

Dio mi dato la gioia di conoscere il suo sorriso e il suo volto sereno; la sua speranza e la sua devozione cristiana. Una volta, sono andato a trovarla all’ospedale, e con voce debole e affaticata dalla malattia, mi disse: Sabato ero tutta sola, ma con il Signore. Non potevo essere in chiesa assieme ai miei fratelli e sorelle, ma io ero con voi e mio sono fatta il culto di adorazione da sola: leggendo la Bibbia e pregando.

È meraviglioso vedere dei figli di Dio che di fronte alla sofferenza e alla morte certa, avere nel cuore la gioia della resurrezione e un totale di abbandono al Signore che lo esprimeva con le seguenti parole: «Sia fatta la sua volontà».

Indubbiamente, nel profondo del suo cuore, Rosina, ascoltava la voce di Dio, le stesse parole che Dio espresse a Daniele, il profeta: «Ma tu avviati verso la fine; tu ti riposerai, e poi sorgerai per ricevere la tua parte di eredità, alla fine de’ giorni» (Daniele 12:13).

Il capolinea della vita, non è la morte, ma la vita eterna. Molte persone come ai tempi dell’apostolo Paolo, credono in Cristo, ma non nella resurrezione dei morti.

Ascoltiamo quello che Egli scrisse ai Corinzi:

«Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c’è risurrezione dei morti? Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede. Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano. Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati» (1 Corinzi 15:12-17).

Che triste vivere senza la speranza della risurrezione!

Nel mondo indifferente, egoista, duro, implacabile, senza amore per il bene, senza affezione naturale, caratterizzato dalla falsa pietà; in questo mondo, in cui viviamo, non si può avere nulla senza denaro. D’altronde si può dire che non esiste quasi nulla che non possa essere acquistato col denaro, ivi compresa la soddisfazione delle più basse concupiscenze. C’è una tariffa per tutto. Persino la vita di un uomo e di una donna è calcolata dal tariffario delle assicurazioni.

Col denaro possiamo procurarci una casa, ma non un focolare felice; un’assicurazione per la vita, ma nulla contro la morte; dei tranquillanti per dormire, ma non la pace interiore; le comodità, ma non la felicità; un avvocato, ma non un Salvatore; persino un loculo al cimitero, ma non un posto in cielo.

Col denaro si possono ottenere solo beni temporanei in cambio di mezzi di pagamento altrettanto fuggevoli. Ma la speranza di una vita migliore, eterna, il superamento della morte: la risurrezione, no!

Gesù, di fronte alla disperazione di Marta e Maria sorelle di Lazzaro che era morto da quattro giorni, affermo: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo? … Gesú dunque, fremendo di nuovo in sé stesso, andò al sepolcro. Era una grotta, e una pietra era posta all’apertura. Gesú disse: “Togliete la pietra!” Marta, la sorella del morto, gli disse: “Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno”. Gesú le disse: “Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Tolsero dunque la pietra. Gesú, alzati gli occhi al cielo, disse: “Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato”. Detto questo, gridò ad alta voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesú disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare»(Giovanni 11:25-26, 38-44).

Verrà il giorno in cui le tombe si apriranno e i morti in Cristo risusciteranno.

Io non so se al ritorno di Gesù sarò ancora in vita o sarò morto. La cosa più importante non è sapere ciò, ma vivere l’oggi nel miracolo della risurrezione, perché chi crede in Gesù, anche se muore, vivrà. Il capolinea della vita, in Gesù Cristo, non è la morte, ma la vita eterna.

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