25 – Sola Scriptura

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Nella confessione di fede Battista all’art. 1, a proposito della Parola di Dio, si legge:

1.1 – La Sacra Scrittura è la regola unica e sufficiente, certa ed infallibile d’ogni conoscenza, fede ed obbedienza salvifiche.

1.9 – La regola infallibile per l’interpretazione della Scrittura è la Scrittura stessa. Perciò, quando si presenta un problema riguardo al significato vero e completo di un brano della Scrittura (la qual è un’unità e non una pluralità di scritti indipendenti l’uno dall’altro) tale brano deve essere esaminato alla luce di altri più chiari.

1.10 – La Scrittura trasmessaci dallo Spirito Santo costituisce l’unico e supremo arbitro per la soluzione di tutte le controversie in campo religioso e per l’esame dei decreti di tutti i concili, delle opinioni di scrittori antichi, delle dottrine umane e delle opinioni personali. Il verdetto della Scrittura deve essere sufficiente per noi, poiché la nostra fede è basata sulla suprema istanza della Scrittura trasmessaci dallo Spirito.

Nella Confessione di fede delle Chiese Riformate, Cattoliche ed Apostoliche del Piemonte, confermata per testimonianze espresse dalla Santa Scrittura. Articolo 2, leggiamo:

«Che conviene ricevere, come riceviamo, questa Santa Scrittura per divina e canonica, ciò è per regola della nostra fede e vita; e ch’ella è pienamente contenuta nei libri del Vecchio e Nuovo Testamento».

La professione di fede della Chiesa Avventista del 7° giorno, afferma che «Le Scritture, Antico e Nuovo Testamento, sono la Parola di Dio redatta, trasmessa per ispirazione divina da santi uomini di Dio, che hanno parlato e scritto guidati dallo Spirito santo. Tramite questa Parola, Dio ha comunicato all’uomo la conoscenza necessaria per la salvezza. Le Scritture sono la rivelazione infallibile della Sua volontà. Esse rappresentano il modello per il carattere, il banco di prova per l’esperienza, l’autorevole rivelazione delle dottrine e l’attendibile racconto degli atti di Dio nella storia».

I principi stabiliti dalle diverse confessioni di fede, sopra indicate, a proposito delle Sacre Scritture, evidenziano che:

La Bibbia ci è stata trasmessa dallo Spirito Santo.

Le Scritture sono la rivelazione infallibile della Sua volontà.

La Bibbia è l’unica regola di fede e condotta.

La regola infallibile per l’interpretazione della Scrittura è la Scrittura stessa.

Essa costituisce l’unico e supremo arbitro per la soluzione di tutte le controversie in campo religioso e per l’esame dei decreti di tutti i concili, delle opinioni di scrittori antichi, delle dottrine umane e delle opinioni personali.

Per il mondo evangelico protestante, perché la Bibbia è l’unica regola di fede e di condotta?

La coscienza morale dell’uomo non é più, dopo il peccato, giudice infallibile di ciò che è o non è lecito fare. Il peccato dei nostri progenitori ha profondamente ferito l’uomo!

La Parola di Dio è molto esplicita a proposito della natura umana, in essa troviamo parole che mettono a nudo il nostro cuore e ci fanno capire che solo la Parola ispirata, in tutti gli aspetti della vita, deve essere la nostra regola di fede e di condotta.

«Il cuore è ingannevole più d’ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?». (Geremia 17: 9). «Ecco, io sono stato generato nell’iniquità, mia madre mi ha concepito nel peccato». (Salmo 51:6).

«Non c’è nessun giusto, neppure uno. Non c’è nessuno che capisca, non c’è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c’è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno» (Romani 3:10-11).

Solo, lo Spirito Santo, può aiutarci ad avere una giusta visione della vita, e il senso delle cose di Dio. Infatti, sta scritto che «quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio». (Giovanni 16:8-11).

È grazie allo Spirito Santo che Pietro fu in grado di rispondere alla domanda di Gesù: «Tu sei il Cristo il Figlio dell’Iddio vivente» (Matteo 16:16) e, malauguratamente, lo stesso apostolo, pochi minuti dopo, soggiogato dalle sue convinzioni religiose, pensando di essere nel pensiero di Dio, ricevette da Gesù un severo rimprovero: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini» (Matteo 16:23).

Come Pietro, purtroppo, a volte siamo strumenti nelle mani di Dio (v. 17), altre volte, strumenti di Satana.

Bisogna, pertanto, come prima cosa, conoscere bene, con la luce dello Spirito Santo, le nostre cattive inclinazioni, la nostra incapacità di compiere il bene: «Il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio», afferma l’apostolo Paolo (Romani 7:18).

È Importante conoscere le nostre debolezze in ogni situazione, la nostra incostanza in ogni tempo, la nostra indegnità d’ogni grazia e la nostra iniquità in ogni luogo. Il peccato del primo padre (Adamo) ci ha, tutti, quasi completamente rovinati, inaciditi, gonfiati e corrotti, come il lievito inacidisce, gonfia e corrompe la pasta in cui è messo.

«Siamo, per condizione naturale, più superbi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più golosi degli animali immondi, più collerici delle tigri, più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Abbiamo di nostro soltanto il nulla e il peccato… C’è dunque da stupirsi che Nostro Signore abbia detto che chi vuole seguirlo deve rinnegare se stesso e odiare la propria vita?. Che «chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna»?» (San Luigi di Montfort).

L’uomo, secondo la Parola di Dio, non può e non è in grado d’essere misura morale a se stesso e agli altri, perché il suo giudizio morale non é secondo Dio, in quanto è stato alterato dal peccato. Quando l’uomo cerca d’essere ‘misura morale’ per se stesso e per gli altri, si sostituisce a Dio.
La nostra naturale condizione è simile a quella degli ammalati di febbre, che sentono amari i cibi buoni, senza che questi lo siano realmente, e viceversa. É la febbre che altera la sensibilità delle papille gustative; sono le ferite del peccato che alterano il nostro giudizio morale.

Il profeta Isaia, ci invita a metterci all’ascolto della voce di Dio per avere il senso delle cose di Dio, il giusto giudizio morale. «E quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: “Questa è la via; camminate per essa!” (Isaia 30:21)».

Dobbiamo esaminare le Scritture, come gli abitanti di Berea, i quali «ogni giorno esaminavano le Scritture per vedere se le cose stavano … », ovvero, come l’apostolo Paolo insegnava.

Ogni insegnamento religioso o dottrina professata da una qualsiasi comunità, prima di essere accettata, deve essere vagliata alla luce della Parola di Dio, perché Essa è l’unica regola di fede e di condotta. L’apostolo Giovanni, ci invita a «non credere ad ogni spirito, ma provare gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo» (1 Giovanni 4:1).

Quando una confessione religiosa, come la Chiesa Cristina Avventista del 7° Giorno, insegna che il Sabato – settimo giorno della settimana – è il giorno festivo, ogni sincero credente, sostenuto dallo Spirito Santo, indipendentemente dalla cultura religiosa, dalle tradizioni o dagli insegnamenti atavici o dei pionieri, deve sincerarsi se tale insegnamento è conforme alla Parola di Dio, per praticarlo poi nella vita di tutti giorni, poiché la Scrittura non è soltanto l’unica regola di fede, ma anche di condotta.

Quando la Chiesa Cattolica, parla dell’immortalità dell’anima, dell’inferno, del purgatorio, della salvezza e del culto dei santi, dobbiamo, come gli abitanti di Berea, «esaminare ogni giorno le Scritture» per vedere se tali insegnamenti proposti sono conformi alla Parola di Dio (Atti 17:11).

Indipendentemente dalla fonte, Protestante, Evangelica, Cattolica, Islamica, Buddista, ecc., ogni insegnamento o stile di vita proposto, deve essere sottoposto all’esame della Parla di Dio. L’apostolo Paolo afferma che «gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti» (1 Corinzi 14:32), nel senso che la Parola di Dio non può essere smentita o contraddetta, ma ogni verità, ogni principio morale, deve essere in armonia con il «fondamento» apostolico.

Paolo afferma:

«Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesú. Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco» (1 Corinzi 3: 10-15).

Se vogliamo camminare nella luce e vivere secondo l’insegnamento apostolico ed evitare di cadere nell’errore, dobbiamo studiare la Parola con cura, con amore e con la gioia di conoscere la verità, senza avere paura di migliorare la qualità della nostra vita.

Sì! Non dobbiamo avere paura della verità, «anche quando fa male», perché la verità libera, purifica, e qualifica la vita.

Mediante la Scrittura Dio insegna, riprende, corregge e educa alla giustizia, «affinché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2 Timoteo 3:16-17).

Non dobbiamo dimenticare, le parole di Gesù, mediante le quali Egli c’invita a vegliare, perché «Satana» cercherà in qualche modo d’ indurci nell’errore, anche con falsi miracoli (Matteo 24:24).

«Sola Scriptura», questo era il motto dei Valdesi, della riforma protestante e di tutti quelli che si sono immolati nel tempo in cui vivevano, per amore della verità che Dio aveva accordato loro.

A noi il compito di proseguire sulle orme di Gesù Cristo e di tutti quelli che ci hanno preceduto, i quali, per amore della verità, della Sola Scriptura, sono stati perseguitati e confinati dalla società.

«Alla legge! Alla testimonianza! Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessun’aurora!» (Isaia 8:20).

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