03 – Grazia e ubbidienza

Insieme procurano fiducia e trasformazione

David J. Newman

croce-e-lenzuoloDavid Kornfeld era un medico ebreo, arrestato dalle autorità sovietiche al tempo di Stalin. Non sappiamo quale fu il suo «crimine», sappiamo solo che fu condannato al campo di concentramento di Ekibastuz per idee sovversive.(1)
Kornfeld era un ardente comunista, di cultura giudaica e dichiaratamente ateo. Come medico viveva un po’ meglio degli altri prigionieri: le autorità del campo avevano bisogno di medici per curare i prigionieri che morivano spesso a causa delle dure condizioni della loro prigionia.
Durante questo periodo della sua vita Kornfeld cominciò a riesaminare le sue convinzioni politiche. Uno dei suoi pazienti era un cristiano che gli parlò della grazia in Gesù Cristo. Da allora lottò con la decisione di dare la sua vita al Signore. Un giorno, mentre si adoperava per salvare una delle guardie della prigione che era stata accoltellata, fu tentato di suturare l’arteria ferita in modo che si riaprisse poco dopo l’intervento. La guardia sarebbe morta e nessuno ne sarebbe stato incolpato. Mentre le sue mani esitavano al momento di mettere i punti di sutura fu colto improvvisamente dallo sgomento per la violenza e l’odio che c’era nel suo cuore per quella guardia e per tutti quelli come lui. Disprezzava i suoi persecutori e li avrebbe volentieri eliminati. Cominciò a richiudere la ferita nel modo appropriato e, mentre lo faceva, si trovò a ripetere le parole udite da quel prigioniero: «Perdona le nostre trasgressioni, come noi perdoniamo quelli che ci hanno offeso». Erano parole strane per un giudeo, ma lui continuava a ripetere la preghiera del Signore e a ricordare altri passi sull’amore e il perdono di Dio.
Un giorno scoprì un inserviente che rubava del cibo riservato ai pazienti. Gli inservienti erano dei collaborazionisti, cioè prigionieri che avevano tradito qualcuno dei propri compagni. Così le autorità del campo li usavano per mantenere l’ordine, e si voltavano dall’altra parte quando maltrattavano altri compagni. Kornfeld riferì l’infrazione al comandante della prigione e questi comminò all’inserviente tre giorni di prigionia. Kornfeld sapeva che la sua vita non sarebbe stata al sicuro dopo la liberazione dell’inserviente, ma in fondo sentì che non aveva paura. Una pace straordinaria aveva riempito il suo cuore e desiderava condividere la propria fede.
Un pomeriggio visitò un paziente che era stato operato di cancro all’intestino. I suoi occhi erano pieni di dolore e il suo volto segnato da anni di miseria. Kornfeld si sentì misteriosamente attratto verso di lui. Gli raccontò quello che gli era successo e di come Dio aveva trasformato la sua vita. Il paziente che perdeva e riacquistava coscienza da un momento all’altro non afferrò tutto il discorso, ma udì abbastanza per rendersi conto che quel uomo, quel dottore era diverso.
La mattina dopo il giovane paziente si risvegliò al rumore di piedi in movimento e in preda a una grande commozione. Quella stessa notte qualcuno aveva colpito a morte Boris Kornfeld, ma la sua testimonianza non era morta. Quel paziente rifletté a lungo e decise di divenire cristiano. Sopravvisse al campo di prigionia e continuò a parlarne dinanzi al mondo. Il suo nome era Alexander Solzenitsyn, un uomo che sarebbe divenuto famoso per la sua denuncia delle condizioni di vita sotto il dominio di Stalin nel suo libro Arcipelago Gulag.
Anche se Kornfeld non era vissuto a lungo, aveva seguito il sentiero dell’apostolo Paolo, anche lui trasformato da persecutore di cristiani a cristiano esso stesso per mezzo della grazia.
«E noi tutti a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito» (2 Cor 3:18).
Pensate per un attimo al vostro più grande bisogno, emotivo e relazionale. Il grido dell’umanità, il grido di ogni individuo è la sola condizione per essere accettati così come sono. Desideriamo essere amati, valorizzati e accettati per quello che siamo.
Quando Adamo ed Eva colsero il frutto proibito sapevano di aver fatto qualcosa di sbagliato. Temevano che Dio non li avrebbe più accettati, così quando venne a cercarli si nascosero. Da allora ci siamo sempre nascosti. Temiamo che Dio non ci ami. Per noi è difficile confessare i nostri peccati, i problemi e le difficoltà, perché pensiamo che altri nella chiesa ci disprezzino. Abbiamo paura di essere rifiutati proprio come Adamo ed Eva. Ma in realtà abbiamo bisogno gli uni degli altri per crescere in Gesù. In che modo, dunque, possiamo trovare la forza, la risolutezza per sconfiggere il nostro timore? Come possiamo essere trasformati a somiglianza di Gesù per vincere la forza del peccato nella nostra vita? La soluzione è nella comprensione della stessa grazia che trasformò la vita di Boris Kornfeld.

Che cos’è la grazia?

La grazia inizia con l’accettazione. «Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio» (Rm 15:7). Che cosa dobbiamo fare perché Cristo ci accetti? Nulla! Paolo ci dice che «Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5:8). Cristo non aspetta che diveniamo buoni per accoglierci. La Bibbia è chiara nel dire che nessuno è o diverrà mai buono abbastanza (cfr. Rm 3:10-12,23). E se nessuno è buono abbastanza e non c’è nulla che possiamo fare per essere amati da Dio, come saremo salvati? «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato» (At 16:30,31).
Credere in Gesù significa avere la consapevolezza della nostra condizione di impotenza, per cui non c’è nulla che possiamo fare per raggiungere il cielo. Tu comprendi di essere colpevole e meritevole di morte, ma sei anche dispiaciuto per la tua vita nel peccato. Così riponi tutta la tua fiducia in Gesù e accetti come tua la vita perfetta che Gesù ha vissuto; in questo modo non dipendi più da te stesso ma da Gesù.
Quando Dio ti dà la sua grazia, il suo perdono, non si aspetta che tu continui a vivere come hai sempre fatto. La tua resa a lui gli permette di fare intervenire lo Spirito Santo nella tua vita. Ti trasforma in modo che desideri fare del bene. Desideri seguire i comandamenti di Cristo perché lo ami (Gv 14:15). Ecco perché l’apostolo Paolo disse che Dio lo aveva incaricato di ottenere «l’ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri» (Rm 1:5).
Boris Kornfeld sapeva, quando divenne cristiano, che sarebbe cambiato, che il suo comportamento sarebbe cambiato. Quando accetterai Cristo la tua vita cambierà. Dio ti accetta sempre per quello che sei, ma non ti lascia mai là dove sei. Quando accogli il benevolo dono della salvezza, egli mette a tua disposizione tutte le risorse del cielo perché tu possa crescere e divenire più simile a Gesù. A chi assomiglia una persona che cresce come Gesù? Uno non è cristiano per il semplice fatto che ha accettato il sabato o restituisce la decima a Dio. Una persona può fare tutto questo senza abbandonare se stesso alla signoria di Gesù. Il Signore vuole da noi qualcosa di più essenziale.

Torniamo ai fondamenti

Al momento dell’ultima Cena, poco prima della sua morte, Gesù spiegò come molti volessero sapere chi fossero i suoi seguaci. Disse che li avrebbero riconosciuti da come si amavano gli uni gli altri (Gv 13:35). Ellen G. White sottoscrisse ciò che Gesù aveva detto quando mise in risalto il comportamento del popolo di Dio negli ultimi giorni: «Tutti coloro che attendono lo sposo hanno il dovere di dire alla gente: “Ecco il vostro Dio!”. Gli ultimi raggi della luce della grazia, l’ultimo messaggio di misericordia devono rivelare al mondo l’affettuoso e benigno carattere di Dio».(2)
«Un cristiano amorevole e amabile è l’argomento più forte in favore della verità».(3)

Mi piace illustrare la connessione tra grazia e trasformazione con l’immagine di una bicicletta. Una bici ha due ruote. Se le separiamo non abbiamo più una bicicletta, ma è comunque importante distinguere la differenza tra le ruote. Una dà la direzione, l’altra il movimento. Entrambe sono ugualmente importanti e necessarie.
Anche la salvezza si compone di due parti: la grazia e la trasformazione. Entrambe sono necessarie per il cielo e, se le separiamo, non abbiamo più la salvezza. Ma, proprio come per la bicicletta, è vitale distinguerne le loro insostituibili funzioni.
La grazia è ciò che ci salva e proviene completamente da Dio. È qualcosa che non abbiamo e che ci viene dato gratuitamente quando confidiamo in Gesù. La trasformazione inizia al momento in cui riceviamo la grazia ed è un processo che avviene dentro di noi. Per essere certi della nostra salvezza guardiamo sempre alla grazia, ma siamo contemporaneamente consapevoli che stiamo migliorando nel nostro atteggiamento di obbedienza a Dio. Se cooperiamo con Dio, egli ci trasforma a sua immagine.

Note:
(1) Questa storia è condensata da Charles Colon, Loving God, Harper Paperbacks, New York:, 1987, pp.19-29.
(2) Ellen G. White, Parole di vita, p. 289.
(3) Ellen G. White, Manuscript Releases, vol. 21, p. 25.

J. David Newman è il pastore della chiesa New Hope (Nuova speranza) di Burtonsville, nel Maryland.

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