10 – Il giorno preferito da Gesù

Un appuntamento con la Vita

Conferenze tratte da Regards 2000, tenute in Francia via satellite.

gesu2Una bella giornata per bighellonare… e per gustare la natura! Parlando di gustare, chi di voi non ha staccato qualche spiga di grano ai bordi dei campi per masticarla camminando?

Un gesto banale, press’a poco… Ma questi dettagli assumeranno tali proporzioni che il fatto, del tutto innocuo, rischia di diventare drammatico.

Anzitutto si tratta di Gesù e dei suoi discepoli. Ogni loro atto e gesto è esaminato da persone male intenzionate, nella speranza di trovare la pecca per farli cadere. E poi, non era soprattutto il giorno nel quale si poteva compiere un atto simile, anche se banale. Finalmente gli accusatori avevano trovato la loro trappola …

Introduzione

Rieccoci…. Ancora una volta, Gesù stupisce! E l’ha fatto apposta! Pensate… un giorno di sabato. Il famoso giorno in cui gli ebrei avevano messo a punto una panoplia di divieti di una straordinaria estensione! Quasi quasi non si poteva fare più nulla.
Sapete, avevano messo a punto dei paradossi incredibili. Per esempio… Leggo: “Per togliere una mosca caduta in un liquido,nel brodo o nel vino, spingerete col soffio, per non togliere lo scarto dagli alimenti, la mosca verso la parete del vaso, poi lo inclinerete per versare la mosca fuori, con una parte del liquido…”
Secondo rabbi Jonathan, ci sono 1521 leggi che si riferiscono all’osservanza del sabato.
Allora capirete che Gesù gettò un sasso nello stagno di una religione piena di proibizioni! E, certamente, lo stavano osservando!

Immaginate quella banda di giovani (i discepoli) che saccheggiano un campo (è questa la notizia che veniva riportata di un evento banale, della passeggiata di Gesù e dei suoi compagni. Naturalmente la cosa è ingrandita!)… e inoltre, mietono! Realmente, al massimo si poteva trattare di 12 spighe! L’abbiamo fatto tutti passeggiando…
Ma quello era un giorno di sabato!
E per completare il quadro, Egli disse ai farisei, stupiti dal suo comportamento:
“Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato.” (Marco 2:27,28)
Ebbene vediamo! Egli si mette al di sopra del sabato!!!
E non è tutto… Subito dopo si getta nelle fauci del lupo: entra in una sinagoga (naturalmente le chiacchiere l’avevano già preceduto) vede un uomo malato (aveva una mano paralizzata) e lo guarisce! Insomma,avrebbe potuto aspettare un altro giorno… Non c’era tanta urgenza.
Da quel momento, il testo dei vangeli precisa che i capi giudei cercarono un mezzo per farlo morire.

Insomma qual’ era il suo scopo?

  • Gesù cercava di far cadere una istituzione vecchia quanto il mondo?
  • Voleva veramente scandalizzare?
  • Oppure voleva far scoprire un’altra realtà, un’altra dimensione del sabato?

L’abbiamo detto in altre conferenze, se c’era qualcosa che faceva indispettire Gesù, era l’ipocrisia di una religione imperniata sul “fare” invece di una religione dell’”essere”.

Prima di continuare, una piccola nota umoristica…
Una barzelletta degli ebrei che mi è stata raccontata da un amico ebreo. Per questo mi permetto di raccontarvela.
Un rabbino aveva la passione del golf. Quel giorno c’era tanto sole. E le mazze da golf lo tentavano… Ma era un giorno di sabato! Neanche da immaginare di fare del golf in giorno di sabato! Ma quel sole attirava tanto… Non potendo più resistere, il nostro amico si mise un berretto, inforcò un paio di occhiali neri e, nell’anonimato, si ritrovò sul campo di golf!
Assetto di guerra nel cielo. Gli angeli inorriditi, si rivolgono a Dio: “Cosa farai per punirlo?” Dio, abbozzando un sorriso, disse: “Abbiate pazienza… Vedrete…”
Il nostro amico giunse alla buca più difficile. Nessuno era ancora mai riuscito a raggiungerla con meno di 5 colpi. Tirò… e la pallina da golf centrò in pieno la buca! Mai visto!
Gli angeli in preda al panico, si precipitarono da Dio: “Ma tu non hai fatto nulla?!”
Con calma, Dio rispose: “Certo… adesso a chi racconterà la sua prodezza?”
Preso in trappola dall’ipocrisia. Se il sabato è solo questo, allora posso capire che Gesù abbia voluto distruggere quel monumento così sgretolato. A meno che, lo ripeto, non abbia voluto restituirgli il suo vero scopo. E noi torneremo sulla cosa…

1. Il Sabato nell’antico testamento in relazione al Messia che doveva venire

Secondo il vangelo di Luca, il ministero di Gesù ebbe inizio proprio di sabato. E d’altronde terminerà agli albori di un sabato, perché morì al tramonto del sole ed il sabato veniva celebrato dal tramonto del venerdì al tramonto del sabato.

Torniamo all’inizio del suo ministero… Accadde un episodio che, una volta ancora, provocò non poco subbuglio.
Ecco i fatti: Gesù entrò in una sinagoga, come era solito fare. In quel tempo c’era l’abitudine che uno dei presenti facesse la lettura del libro sacro ( quello che i credenti chiamano Antico Testamento).
Gesù si alzò. Gli consegnarono un rotolo. E lui si mise a leggere un brano del libro del profeta Isaia. Eccolo: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a proclamare l’anno accettevole del Signore.” (Luca 4:18,19)
Fino li, tutto bene. Egli non aveva fatto altro che leggere un testo che conosceva bene.

È la proclamazione dell’anno “giubilare” o “anno sabatico”. Lo si celebrava ogni 50 anni (l’anno che viene moltiplicando 7volte 7 anni). Era un anno in cui la terra era lasciata a riposo. I poveri avevano il diritto di mangiare i suoi prodotti. Gli schiavi venivano liberati, i debiti cancellati e le terre ridistribuite. Ognuno ritrovava il suo patrimonio. In questo modo non venivano subiti gli errori di gestione dei genitori. Niente male, vero? Niente più poveri o ricchi!
Era quello che gli ebrei chiamavano: il grande sabato. La liberazione! E quel grande sabato era anche compreso dagli ebrei come una prefigurazione della missione del Messia futuro, quello che aspettavano…. e che aspettano sempre!
Dunque dicevo che fino a quel momento tutto andava bene per Gesù. Le cose invece si guastarono nel momento in cui, dopo aver arrotolato il libro si mise a commentarlo. Attribuiva a se stesso quelle parole! “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi udite.” Disse.
E col suo discorso dimostrò non soltanto che quelle parole trovavano adempimento in lui, ma che concernevano anche quelli che non appartenevano alla razza ebrea.
La fronda doveva essere punita all’istante! Una folla furibonda spinse Gesù fuori dalla città, vicino ad un precipizio, per gettarvelo.
Ma lui, passando tranquillamente in mezzo a loro se ne andò! Rimasero là, a bocca aperta!
Ma quello che voglio mettere in risalto è che Gesù annuncia la sua missione, la sua ragion d’essere fra gli uomini, in termini di anno sabatico.

Perché dunque annuncia la sua missione come una liberazione legata al sabato?
Quando nella Bibbia leggiamo il racconto delle origini del mondo, il testo della Genesi precisa che Dio benedisse il 7°giorno (il sabato). Ne fece un punto culminante della sua creazione.
Benedì il 7° giorno. Ora, nell’Antico Testamento, una benedizione è qualcosa che si concretizza, che si materializza in pienezza di vita.
Benedicendo il sabato, Dio diede all’umanità il pegno della promessa che vuole essere il benefattore dell’uomo nel corso della storia. Vuole lasciargli una traccia, un profumo attraverso questo giorno benedetto…
Il sabato è dunque uno dei 10 comandamenti. Non solo ne fa parte, ma lo trova al centro,come un perno! Si trova nel cuore dell’alleanza che Dio propone all’uomo per la sua liberazione. Il suo obiettivo è quello di ricordarci che Dio ci ha creati e ci augura, nella sua visione ideale, tanto bene!.
Per questo, il sabato è legato ad un atto di liberazione.
Nel libro del Deuteronomio, quando sono presentati i famosi 10 comandamenti, del sabato è detto:
“Ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e con braccio steso; perciò il Signore, il tuo Dio, ti ordina di osservare il giorno di sabato.” (Deuteronomio 5:15)
E Dio precisa, in questo comandamento, che questo riguarda tutti, non solo gli ebrei. Lo straniero è inserito in questo processo di liberazione dal lavoro e da ogni schiavitù, di cui la liberazione dall’Egitto è divenuta un simbolo, una allegoria. Lo straniero… e anche gli animali hanno diritto alla festa della liberazione!!!
Il sabato è dunque il segno della liberazione dalle fatiche del lavoro come anche delle disuguaglianze sociali. Ecco perché era compreso in una prospettiva messianica.

Il sabato è soltanto un ricordo del passato? Si tratterebbe soltanto di un metodo mnemotecnico? No! Molto più di questo! È un modo di vivere oggi, al presente, l’esperienza della liberazione del passato. È il godimento sempre rinnovato del beneficio iniziale.

Così, nel suo volere iniziale, la festa del sabato ha una triplice dimensione:

  • Commemora la liberazione del passato
  • Mi aiuta ad attualizzarla in una liberazione presente (ritorneremo sul fatto)
  • Anticipa la mia liberazione futura, aprendomi un futuro (anche questo esamineremo)

Una storia raccontata dagli ebrei… Un giorno un rabbino ebbe l’occasione di intrattenersi con Dio. Egli gli parlò del Regno avvenire. Un regno di pace e di felicità.
L’ebreo aveva l’acquolina in bocca… Però desiderava cose concrete. Non soltanto parole!
“Dammi,” disse rivolgendosi a Dio, “un piccolo segno tangibile che non parli del futuro… Vorrei un piccolo assaggio!”
Dio gli rispose: “ Ve l’ ho già dato: è il sabato!”
Il sabato … una anticipazione, un assaggio, un modello del mondo futuro.

Vissuto in questo modo, il sabato diventa una sorgente di gioia. È un regalo. Ed è proprio così che Gesù lo vedeva quando diceva: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato.” (Marco 2:27)
Dunque, piuttosto che abbattere questa istituzione, cerca di restituirle il suo primitivo senso di felicità, di liberazione, di vita…
Se il sabato diventa sorgente di schiavitù, è il colmo! Diventa proprio la caratteristica di quello che vuole combattere! Non c’è peggiore perversione!!!
Inoltre, identificandosi col sabato, Gesù affermava la sua qualità di Messia. Ecco perchè diceva: “Il Figlio dell’uomo(dunque lui) è signore (padrone) del sabato…” (Marco 2:28)
È il suo giorno, di cui è il Signore!
Ecco perché ho intitolato questa conferenza: “Il giorno preferito da Gesù.”

2. Comportamento di Gesù nei riguardi del Sabato

Sapete che la maggior parte delle guarigioni che Gesù fece, avvennero in giorno di sabato? Provocazione, diranno alcuni! Infatti non avrebbe potuto fissare un appuntamento al malato in un altro giorno? La pratica della medicina era tollerata dagli ebrei se il malato era in pericolo di vita. Ma questo non era il caso dei malati che andavano da Gesù. Nessun caso urgente!
Non credo che Gesù cercasse senza ragioni di provocare. E se aveva deciso di alleviare la sofferenza, non è a caso che questo avvenisse in giorno di sabato. Evidentemente era una scelta fatta da Gesù.

Un esempio: Gesù, un sabato, scorge una povera donna letteralmente piegata in due! Una vita rattrappita nel vero senso della parola, come anche nel senso figurato! E questo da anni. Pur dispiacendo ai religiosi, che ancora una volta saranno sconvolti dal comportamento di Gesù, la guarirà.
Diverse volte utilizzerà la parola “liberare”. Dirà perfino al capo della sinagoga:
“Ipocriti, ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” (Luca 13:15,16)
Era doveroso! Soprattutto in giorno di sabato. Perché, per Gesù, che voleva ristabilire l’individuo nella sua relazione con la vita, non vi era miglior giorno che il sabato per compiere questa liberazione!
Perché vi è un profondo legame fra il sabato e la guarigione. Siccome il sabato commemora la festa della creazione, fa anche vivere ed attualizza il ricordo della liberazione. La ricreazione di un membro snaturato e la liberazione dell’individuo imprigionato nella sua malattia, sono una concreta applicazione dello spirito del sabato!
Per Gesù, il sabato esiste dalla creazione dell’uomo, non per farlo schiavo delle regole, ma per assicurargli benessere fisico, morale e spirituale. Vivere in questo spirito la festa del sabato non limita questo benessere. Lo garantisce!

Ancora un esempio: Gesù vede un cieco dalla nascita. Ha pietà di lui. Una volta ancora è un sabato!
Allora fa qualcosa di strano: sputa in terra … Non per la rabbia! Ma per fare una strana mistura fangosa di saliva e di terra… Scusatemi per i dettagli, ma sono importanti!
Poi, Gesù applica delicatamente questo fango sugli occhi del malato e lo manda a lavarsi alla fontana. Guarirà!
Perché questo strano miscuglio? Qui Gesù sembra un poco fare lo stregone! Niente affatto! È un meraviglioso simbolo quello sputo fangoso… si,si! Per gli ebrei dell’epoca, la saliva era l’alito solidificato. Lo ricaviamo dai testi antichi. Gesù, dunque, mescola il suo alito alla polvere della terra per ricreare l’occhio malato.
E io leggo questo nel racconto della creazione: “Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente.” (Genesi 2:7)
Gesù dunque, con questo gesto, mette ancora una volta in risalto il vero significato del sabato e allo stesso tempo, si associa all’atto creativo di Dio! Possiamo capire perché i religiosi si siano scandalizzati!

Un giorno Gesù disse alla folla: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.” (Matteo 5:17)
Cioè, per dare loro un significato e un adempimento nella sua persona. La stessa cosa è vera per il sabato. Io direi anzi particolarmente del sabato, poiché egli è il Signore di questo giorno!
Il sabato nelle mani di Gesù, assume una nuova dimensione di festa e di liberazione. La sua liberazione, che è venuto a proporre all’uomo.
Comprenderete allora perché Gesù ci teneva assolutamente a “purificare” il sabato da ogni interdetto, dai suoi appesantimenti, che erano all’opposto della sua ragion d’essere!

No, Gesù non ha rotto i ponti col sabato. Al contrario… gli ha restituito il suo significato. Infatti, se il sabato non avesse più ragione di esistere a suo giudizio, perché avrebbe detto ai suoi discepoli, evocando il periodo di tribolazioni che doveva abbattersi su Gerusalemme: “ Pregate che la vostra fuga non avvenga d’invero né di sabato.” (Matteo 24:20)
Gesù amava il sabato e desiderava che i suoi discepoli potessero viverlo nella pace necessaria affinché quel giorno potesse diventare sorgente di felicità.
Ed è così che i discepoli di Gesù, come anche i primi cristiani, hanno compreso e vissuto il sabato. Luca, compagno dell’apostolo Paolo, per esempio, indica che egli cercava di vivere il sabato nell’intimità dei suoi amici. Ascoltate cosa dice: “Il sabato andammo fuori della porta, lungo il fiume, dove pensavamo vi fosse un luogo di preghiera…” (Atti 16:13)

3. Un tempo per vivere l’esperienza della salvezza compiuta da Dio in Gesù Cristo …

Nelle regioni montagnose dove vivo, durante l’inverno, vedo spesso le persone con un piede o una gamba ingessati. Le gioie dell’inverno, dello sci o dello snowboard! Il membro malato viene per così dire messo a riposo. Dovrà ricrearsi. Un miracolo si produce lentamente, in silenzio.
Ci accade di avere il “mal di vita”. Perché la vita assomiglia sempre più ad un ciclone, una discesa ripida come una pista di sci. Un giorno o l’altro, la caduta è inevitabile!
Guardando quelle gambe ingessate, ho pensato che qualche volta avremmo bisogno di ingessare la nostra vita!
Far “fermare la macchina”, provocare uno spazio di silenzio affinché, in questa tranquillità, noi possiamo essere ricreati.
Ora, giustamente, Dio ha previsto questi “gessi” nella nostra vita! Sono i sabati! Così come il sabato commemora la creazione, permette anche la ri-creazione!
Un giorno alla settimana. Dio ci propone di mollare la presa di questa vita trepidante e assordante, per entrare in un altro tempo, un altro ritmo. Per vivere un poco al ritmo dell’eternità di Dio.
Un giorno che diventa segno di grazia, che mi offre l’occasione di uscire dalla logica della tirannia delle opere.
Non si tratta più di “fare”, ma di prendere il tempo per “essere”.

Da bambino, ho avuto questa fortuna di vivere, sin dal venerdì sera, il riposo del sabato. Mi ricordo com’era bello lasciare da parte la cartella della scuola e sapere che avevo uno spazio di 24 ore offerto da Dio in cui potevo sganciarmi da ogni preoccupazione. Niente più compiti, niente lavoro, niente acquisti.
Un tempo per l’incontro col prossimo, con Dio… e con me stesso, per ritemprarmi!
Così, per mezzo del sabato, scopro uno stile di vita. Il sabato è anche un ponte verso la vita! Non a caso Gesù, il ponte verso la vita, è chiamato “Signore del sabato!”

Il sabato è anche un segno che mi ricorda da dove vengo. Mi parla delle mie origini. Ho un Padre che mi ha creato. Non sono il frutto del caso cieco.
Se so da dove vengo e che sono figlio di Dio, posso vivere! Sono di nuovo attaccato alle mie radici.
Tante persone hanno dei problemi con la loro immagine, perché si sentono prive di radici.
Attraverso il messaggio del sabato, io sono ricollegato alla mia identità.

Il sabato è anche un segno del regno futuro. Ritorneremo sull’argomento del regno futuro in un’altra conferenza… ma, nella misura in cui so da dove provengo, posso costruire il futuro ed entrarvi. Ma soprattutto crederci!
Tutta la mia vita è illuminata da questo futuro. È questo che dà un significato ed un movimento alla mia esistenza.
Attenzione. Non si tratta di una fuga dal presente! Troppi cristiani vivono con la testa nelle nuvole, senza tenere i piedi sulla terra!
Al contrario, questa visione del futuro mi permette di entrarvi con entusiasmo e dinamismo, conscio che la mia vita non si ferma davanti ad un muro! Ma che c’è una porta oltre il muro della morte. Questa porta è Gesù! Gesù stesso ha detto: “Io sono la porta”.

Il sabato è anche uno spazio ne quale posso impegnarmi. L’ ho detto in una conferenza precedente: io sono libero nella misura in cui prendo posizione, o faccio delle scelte e in cui oso affermarmi. La pace della libertà, a volte vuol dire osare remare contro corrente.
Scegliere di fare del sabato un giorno a parte mi singolarizza. Ma so che questa presa di posizione mi edifica! Vivere il riposo del sabato è una sfida di fede che Dio mi propone…
Nell’osservanza del sabato, io trovo l’occasione di vivere un superamento della mia volontà, sottoponendola ad un’altra volontà: quella di Dio. Questo superamento è salutare!

E vengo ora ad un ultimo elemento: il sabato mi permettere di sperimentare la mia sottomissione a Dio. Dio mi offre l’occasione di sperimentare la fiducia e mollare la presa della mia logica.
Perché Dio, che è al di fuori del tempo, mi chiede di vivere il sabato in giorno di sabato e non il lunedì, il martedì o la domenica? Fra tutti i comandamenti di Dio, senza dubbio è il “meno razionale”!
Perché vivere questo giorno e non un altro? Perché Dio me lo chiede. Punto e basta! Osservandolo, è un modo di dire: “La tua logica è più importante della mia!” È un segno di fiducia e di abbandono da parte mia.

Immaginate un maestro di scuola che abbia sei alunni e sette sedie… Dirà loro: queste sei sedie sono identiche. Vi chiedo una cosa: Desidererei che nessuno si sedesse su questa sedia… Ora, sapete cosa dovete fare.
Chiaramente chi deciderà di sedersi sulla sedia indicata, dimostrerà di volere privilegiare la sua logica a quella del maestro. È segno di volontà di rottura e senza dubbio di un confronto orgoglioso!
Per mezzo del sabato, io posso vivere un’esperienza di fedeltà. E so che molti di quelli che vivono questo tempo del sabato avrebbero delle straordinarie esperienze di fedeltà da raccontare, che sono state sorgente di ricchezza e di benedizione.

Conclusione

In una simile prospettiva, il sabato mi appare come un regalo… come una sorte!
Il suo scopo, contrariamente a quello che alcuni hanno fatto, non significa privare l’uomo della vita, ma di comunicargliela. Gesù lo ha magistralmente dimostrato.
Così, e soltanto in questo modo, potrà divenire un giorno di “delizia”. Così lo ha descritto il profeta Isaia:
“ Se tu trattieni il tuo piede dal violare il sabato, facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia e venerabile ciò che è sacro al Signore; se onori quel giorno anziché seguire le tue vie e fare i tuoi affari e discutere le tue cause, allora troverai la tua delizia nel Signore; io ti farò cavalcare sulle alture del paese…” (Isaia 58:13,14)

Si tratta proprio di un appuntamento con la vita che ci propone Gesù.
Volete tentare l’avventura?
Riflettete bene… La posta è importante, tanto più in un’ epoca in cui tutto mira a separarci dalle nostre radici, a stordirci per farci schiavi dei sistemi…

Dinanzi alle persone scandalizzate, scoprendo la libertà e la gioia con cui Gesù ed i suoi discepoli vivevano il sabato, disse loro: “Il sabato è stato fatto per il bene dell’uomo e non l’uomo per il sabato…” e proseguì dicendo: “Io sono il Signore del sabato!”

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