Apologetica

20 Studi
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1. Chi sono i santi?

hands_mainEmile Male ritiene che il culto dei santi riveli «… il bisogno di appoggio, di guarigione, di salvezza nell’ignoranza profonda di ogni cosa; esso è singolarmente toccante. Nelle ore difficili della vita, tra le inquietudini dello spirito o nella tristezza dell’anima, il nome di un santo soccorritore si presentava sempre nella memoria del cristiano». «Così il vecchio paganesimo si perpetuava ingenuamente sotto le spoglie dei santi». Scrive A. Fliche: «Il culto dei santi così vivace, così ricco, così ingenuo è testimonianza di una fede cieca e fervente di un grande no di preghiere e di speranza». Con la Riforma , il culto dei santi subisce un rallentamento. La critica dei riformatori contribuì a eliminare dalla pietà popolare il gusto del miracolo, della leggenda, dello straordinario, Con la Controriforma , la Chiesa Cattolica reagì all’attacco luterano rimettendo in auge la venerazione dei santi con la sua teologia.

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2. Dal Sabato alla Domenica (excursus storico)

sunrise_mainSe apriamo un libro di storia antica, osserviamo con ammirazione i disegni del magnifico tempio di Amon-Ra, il dio sole, a Karnak. E leggiamo la bella preghiera che c’è pervenuta dall’antico Egitto: «Onore a te, gran Dio! Quando scompari dietro l’orizzonte, la terra si oscura, come se fosse morta! Quanto torni a splendere tutto riprende vita… Tu crei la terra secondo il tuo cuore, tu solo… Tu crei le stagioni. Crei gli alti cieli per salirci a contemplare quanto hai fatto. Tu, solo tu…». Gli Egiziani (e tanti altri popoli religiosi) erano sulla via della fede, ma questo cammino era tempestato da tanti errori. Nella ricerca di Dio si sono persi per strada. Hanno osservato il fuoco, il vento, l’aria, il cielo stellato, l’acqua impetuosa e li hanno scambiati per delle divinità. Non hanno saputo riconoscere il Creatore ammirando le sue opere, ma hanno adorato le creature piuttosto che il Creatore. In modo particolare hanno adorato il sole, dedicandogli il primo giorno della settimana. Purtroppo, anche il cristianesimo come gli Egiziani e tanti altri popoli religiosi, nella ricerca di Dio, si sono persi per strada, e come gli antichi pagani adorano Dio nel giorno in cui i pagani adoravano il sole: la domenica.

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3. Risposte alle obiezioni inerenti l’osservanza del Sabato

tablets_main1P. Raniero Cantalamessa, sostiene che «Quando Giovanni scrive il suo Vangelo vede già nelle due apparizioni di Cristo agli apostoli “il primo giorno della settimana”, e poi di nuovo “otto giorni dopo”, il prototipo dell’assemblea liturgica dei cristiani», ma «nell’insegnamento di Gesù non si trova nessun accenno al fatto che la domenica dovrà assumere la santità del sabato oppure sostituirlo». Il Nuovo Testamento non solo non offre alcun elemento per dire che i primi Cristiani trasgredissero il sabato, ma non attribuisce nessun significato al primo giorno della settimana. Si hanno pochi riferimenti, negli evangeli, attinenti alla domenica. Quattro hanno a che fare con le visite alla tomba di Gesù all’alba del giorno della sua risurrezione (Mt 28:1; Mc 16:2; Lc 24:1; Gv 20:1). Il contesto di uno di essi, Lc 24:1, suggerisce che le donne visitarono la tomba il primo giorno della settimana proprio perché tale giorno non era considerato sacro.

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4. Il potere di perdonare i peccati

package003La Parola di Dio insegna chiaramente che Solo Dio ha il potere di perdonare i peccati: « Chi può rimettere i peccati se non Dio solo? ” (Luca 5: z1; Marco 2:7). Il perdono è un atto mediante il quale Dio, misericordioso, ristabilisce la sua amicizia con l’uomo colpevole, che si converte ed elimina l’elemento perturbante dell’orgoglio senza più porre se stesso al posto del suo creatore. L’introduzione progressiva nella Chiesa cristiana della confessione (auricolare) fatta a una terza persona, che ha il potere di rimettere i peccati confessati, costituisce dunque una novità perfettamente ignorata in tutta la Bibbia ed anche tra i cristiani dei primi secoli. La pratica della confessione auricolare si è affermata molto più tardi, cercando di fondarsi su tre dichiarazioni neotestamentarie: Matteo 18:18 e 16:19; Giovanni 20: 19-23 e Giacomo 5:16.

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5. Tu sei Pietro

newhearreceivingNon v’è cristiano, anche se non ha mai avuto sotto gli occhi un esemplare della Bibbia, che non conosca la dichiarazione di Cristo a Pietro – «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16:18)- sulla quale i teologi cattolici fondano tutto il loro edificio. Benedetto XVI afferma che “l’unica chiesa di Cristo è quella cattolica” e che le comunità protestanti non possono esse considerate «chiese in senso proprio». Nel testo si legge anche che il Vaticano riconosce nelle altre comunità cristiane non cattoliche, in particolare nella Chiesa ortodossa, l’esistenza “numerosi elementi di santificazione e di verità”. Ma vi sono anche – indica il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede – “carenze”, in quanto tali confessioni non riconoscono “il primato di Pietro”, ovvero del Papa di Roma.

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6. Possiamo parlare con i morti?

lovejesus_mainIn molti cresce la coscienza di essere catapultati verso un domani incerto nel cui regno il dominio è dato alla disgregazione; e cresce anche il bisogno di fissare, all’orizzonte, un punto di riferimento valido, grazie al quale costruire la propria vita con sicurezza e tranquillità. Invece in ognuno si agita uno spettro, capace solo di mandare in frantumi ogni appiglio conquistato; uno spauracchio in grado di relativizzare, e anche vanificare ogni meta: la morte. Ad essa nessuno sfugge. Gli enigmi e le angosce che essa proietta negli animi e nelle intelligenze, hanno spinto una gran parte di umanità a cercare risposte e consolazioni nelle ‘braccia’ degli spiriti.

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7. Dal silenzio all’inferno

pinkiski«Quando Egli avrà riunito tutti quegli che si oppongono ai suoi ordini, li imprigionerà in un inferno orribile con il diavolo … I buoni saranno elevati al cielo, e gioiranno assieme, mentre i malvagi, gettati all’inferno saranno torturati … Dio e i giusti sentiranno verso i malvagi un odio così perfetto che un figlio stesso, scorgendo suo padre nei tormenti dell’inferno, non proverà più per lui nessun sentimento di compassione». (Sant’Anselmo). Tra gli autori antichi, fatti assurgere dalla chiesa agli onori degli altari, che hanno illustrato con dovizia di particolari l’inferno, avremmo potuto sceglierne molti altri e, forse, dallo stesso Sant’Anselmo avremmo potuto citare brani più truculenti nella forma. Quello appena letto, però, ci pare assai significativo pur nella sua sobrietà e forse proprio per questa. Per il grande teologo medievale, quanti hanno rifiutato la grazia di Dio non avranno che un futuro eterno di tortura assolutamente giustificabile, tanto che non susciteranno alcuna compassione né nei propri cari né in Dio.

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8. Il Purgatorio

palms_mainSecondo l’insegnamento cattolico, il purgatorio è un luogo temporaneo di pene purificatrici a saldo dei debiti verso la divina giustizia, quindi della salvezza; offrendo all’uomo la possibilità del trasferimento dei meriti dal mondo dei vivi a quello dei morti e dei suffragi in loro favore. La dottrina del Purgatorio fu promulgata come dogma nel Concilio di Firenze, nell’anno 1439 e rilanciata al Concilio di Trento (sessione XXXV, 3-4 dicembre 1563), non trova alcun riscontro nella parola di Dio ed in netto contrasto con la salvezza per grazia. Tre sono i punti sui quali è necessario soffermarsi in relazione alla salvezza dell’uomo, così com’è affermata dalla Scrittura…

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9. Indulgenze e salvezza

mite_mainIn poco tempo papa Benedetto XVI ha concesso una serie di indulgenze plenarie, l’ultima delle quali l’11 maggio 2008, tesa a onorare l’apostolo Paolo. Tale consuetudine secondo la chiesa Cattolica , ha «un solido fondamento nella divina rivelazione, la quale, tramandataci dagli apostoli, “progredisce nella chiesa con l’assistenza dello Spirito santo”, mentre “la chiesa, nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza della divina verità, fino a quando in essa siano portate a compimento le parole di Dio”…». Pur nel rispetto della libertà di ognuno di vivere la propria fede e darne testimonianza come meglio crede, mi preme esprimere un sincero rammarico per l’intensificazione di una pratica che non solo è stata all’origine della divisione tra cattolici e protestanti, ma che non ha alcun riscontro biblico ed è soprattutto in netto contrasto con il pensiero dell’apostolo Paolo relativo alla salvezza.

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10. Pasqua: perché sempre di Domenica

agapefeast_main1Come la festa sia entrata nell’ambito della chiesa cristiana può solo essere motivo di ipotesi. Gli ebrei, secondo il comandamento biblico (Lv 23:5), la celebravano il 14 di Nisan, un mese oscillante tra il nostro marzo e il nostro aprile. È probabile che i cristiani di origine giudaica abbiano continuato a osservarla e che da essi l’osservanza sia passata anche ai cristiani non ebrei. Tuttavia, nel 154 o secondo altri nel 157, abbiamo testimonianza che a Roma e nelle chiese a essa più strettamente collegate, si era già cominciato a celebrare la Pasqua nella domenica successiva alla festa ebraica. Infatti, in tale anno, il vescovo di Smirne Policarpo si recò a Roma per sostenere, di fronte ad Aniceto, vescovo della capitale, le ragioni delle chiese dell’Asia Minore nel voler continuare a celebrare la Pasqua secondo il calendario biblico e il costume ebraico. La discussione si concluse senza un nulla di fatto e ognuno rimase con la sua idea anche se i due si lasciarono in uno spirito di grande fraternità.

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11. Le traduzioni della bibbia

bible02_main1Certamente è capitato di ascoltare la lettura di un passo biblico durante il sermone e, seguendo sulla propria Bibbia, si sono notate delle differenze. Come mai ci sono delle varianti? Se leggessimo direttamente il testo nelle lingue originali non ci sarebbe alcuna diversità; il testo nelle lingue originali, stabilito dagli studiosi della critica testuale sulla base dei vari manoscritti, è reperibile nelle moderne edizioni critiche sulle quali si basano tutte le traduzioni moderne. Lo studio delle lingue bibliche, implica un impegno lungo che molti non possono intraprendere; ma non bisogna essere per forza degli specialisti o professionisti dell’esegesi per avvicinarsi alle lingue bibliche. Un giovane che ha fatto gli studi classici, può leggere il Nuovo Testamento in greco e i molti sussidi disponibili possono facilitare l’avvicinarsi anche alla lingua ebraica. Coloro che hanno accesso al testo biblico nelle lingue originali costituiscono una minoranza, la maggior parte dei lettori ha bisogno di una traduzione che renda comprensibile il messaggio della Scrittura.

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12. Traduzioni a confronto

xploration_main1Rispondendo all’invito a scrivere un articolo che mettesse in parallelo versetti di alcune traduzioni della Bibbia, pensai che sarebbe stato utile fare un discorso più ampio che permettesse prima di comprendere il perchè di tante traduzioni ed orientasse il lettore a cogliere le loro diversità di base, come anche l’opera non sempre semplice dei traduttori. Ho cercato di puntualizzare questi elementi nell’articolo «Le traduzioni della Bibbia». In questo secondo scritto entrò invece nel vivo del problema, mettendo a confronto le traduzioni di alcuni testi specifici. Mi soffermerò su quelle più usate in ambito evangelico: Riveduta (Riv), Nuova Riveduta (NRiv), Nuova Diodati (NDiod), TILC, in alcuni casi citerò anche la traduzione della Conferenza Episcopale Italia (CEI). Si tratta solo di pochi esempi ma spero che possano stimolare i lettori ad estendere loro stessi il confronto.

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13. La madonna nell’evangelo di Marco

magdalene_main1La figura di Maria nel Nuovo Testamento occupa un posto limitato e le informazioni che abbiamo sul suo conto sono ridottissime. Non sappiamo nulla circa l’immacolata concezione o l’assunzione, né è possibile tracciare una base per la fede in Maria come mediatrice di ogni grazia. Diversi studiosi, anche cattolici, sono giunti alla conclusione che «la fede nella figura di Maria della tradizione cristiana è fede in qualcosa che non è vero… Il Nuovo Testamento non offre alcuna base per la fede in Maria mediatrice di ogni grazia». Recentemente un teologo protestante francese ha pubblicato, edito dalla Claudiana, una sintesi dei lavori neotestamentari su Maria, la madre di Gesù, giungendo alla conclusione che il volto di Maria presentato dalla tradizione ha attinto le informazioni dagli scritti apocrifi piuttosto che dalle rare osservazioni contenute nel Nuovo Testamento.

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14. Il dogma dell’immacolata concezione

madonnachild_mainScrive Anna Maria Calzolaio: «Per comprendere come si è giunti alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione non si può partire dalla Scrittura, ma occorre collocarsi nel contesto della fede ecclesiale, quello che definiamo sensus fidei, che ha un ruolo determinante anche nei primi dogmi mariani, ma che ha un ruolo preponderante nel caso specifico dello sviluppo del dogma dell’Immacolata… Una prima indicazione viene dal Protovangelo di Giacomo (II sec.), un vangelo apocrifo che, nello stile fantasioso che gli è proprio, rappresenta la prima presa di coscienza intuitiva della santità perfetta e originale di Maria fin dalla sua concezione. Nella polemica pelagiana sia Agostino che i suoi oppositori sembrano, a proposito di Maria, influenzati dalla pietà popolare. Nel De natura e gratia Agostino riferisce, ad esempio, un’espressione di Giuliano di Eclano († 454) che lui stesso condivide: «la pietà impone di riconoscere Maria senza peccato». Sappiamo che l’opinione di Agostino circa l’Immacolata Concezione, tuttavia, è negativa a causa del principio dell’assoluta necessità della redenzione per tutti gli uomini».

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15. Il fuoco eterno

Temptation2_mainGli scrittori di ogni lingua usano spesso delle immagini o dei modi di dire che, sono sicuro, i lettori non prenderanno certo alla lettera! Per esempio, in italiano usiamo l’espressione “tagliare la corda” che non ha niente a che fare con una corda letterale, ma vuol dire tutt’altra cosa. Oppure, diciamo “darsi la zappa sui piedi”, anche se questo non c’entra proprio con la zappa dei contadini. Ci sono centinaia di espressioni idiomatiche come queste, e alcune sono reperibili anche nella Bibbia. Per esempio in ebraico, come in italiano, “mangiare la polvere” significa essere umiliato da qualcuno (“Ti farò mangiare la polvere!”) e questa espressione la troviamo usata in Genesi 3:14 dove Dio dice che il serpente “mangerà la polvere” per tutta la vita, anche se, è ovvio, i serpenti non si nutrono di polvere letteralmente! Sarebbe sbagliato interpretare la frase “mangiare la polvere” in modo letterale. Sfortunatamente, molti fanno un errore simile quando interpretano i testi biblici che parlano della punizione dei malvagi. Per capirci meglio, i termini ebraici e greci equivalenti alle parole italiane “eterno”, “in perpetuo”, “nei secoli dei secoli”, non implicano sempre qualcosa che non ha mai fine. Molti testi del Nuovo Testamento parlano del “fuoco eterno”.

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16. Excursus storico dei dogmi mariani

hearts_main«Maria è la chiave della teologia cristiana. Questa chiave è stata perduta». È il lamento del teologo René Laurentin che più di tutti si è dedicato alla mariologia. Egli ritiene che Maria sia stata ridotta a un mito, a un simbolo e sia stata misconosciuta e dimenticata, ma senza Maria la teologia cristiana diventa incomprensibile; per questo motivo ha consacrato la sua vita a far conoscere questo mistero. La vergine santa è il vero modello per comprendere il messaggio cristiano. «Chi misconosce Maria non comprende più Dio né gli uomini, né il loro reciproco rapporto. Chi la ignora smarrisce il senso antropologico e teologico del cristianesimo, perennemente racchiuso nel rapporto uomo-donna in cui si è manifestata l’incarnazione del Figlio di Dio». «La teologia, se dimentica o elimina Maria, diventa incompleta, manchevole, oscura, forse addirittura aberrante». Che cosa è successo all’umile fanciulla di Nazaret, che ha creduto alla parola del Signore, che ha cantato di potenti umiliati e di umili innalzati? Che cosa ha trasformato questa semplice ragazza ebrea in una regina potente, un modello che rende comprensibile tutto il messaggio cristiano? Si tratta della stessa persona oppure si sta parlando di un’altra Maria?

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17. Quando appare la Madonna

worship_main1Nella letteratura sub-apostolica della prima metà del secondo secolo, regna un silenzio quasi completo sulla Vergine Maria. La Didachè, Clemente Romano, lo pseudo Barnaba, Erma, Policarpo, l’Epistola a Diogneto (nella sua parte autentica), i più grandi apologisti, Atenagora, Taziano, Teofilo, i frammenti conservati dalle Apologie di Ermia, Quadrato, Aristone, Milziade non la menzionano affatto. Ignazio di Antiochia, nelle sue epistole autentiche la cita alcune volte e una volta Aristide, nei frammenti armeni della sua Apologia ad Adriano; sono i primi rudimenti del simbolo ‘apostolico’ che cominciano a disegnarsi…

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18. I vangeli apocrifi

paoloEtimologicamente il termine Apocrifo (gr. Apocryphia), indica «cose nascoste o segrete» e quindi scritti che possono leggere in pochi e in segreto. Scritti esoterici! Nell’uso ecclesiastico apocrifo divenne il termine tecnico per designare quei libri[1] che non si ritenevano facente parte del canone biblico, perché contenevano delle eresie. Chiamati anche a partire dal V secolo «eterodossi». Nel linguaggio ordinario del nostro tempo ciò che è apocrifo non è genuino, autentico, non ispirato da Dio. Gli apocrifi del Nuovo Testamento si possono raccogliere nel quattro gruppi: Vangeli apocrifi; Atti apocrifi degli Apostoli; Epistole e istruzioni pseudo-apostoliche; Apocalissi apocrife. Il più ampio è importante catalogo degli apocrifi neotestamentari lo troviamo nel decreto di Gelasiano de recipiendis et non recipiendis Scripturis, del IV secolo.

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19. Le metafore dell’inferno

pinkiskiLe difficoltà poste dal concetto tradizionale di inferno, hanno indotto alcuni studiosi a cercare interpretazioni alternative. Qui di seguito, prenderemo in esame due recenti tentativi volti a capire i dati biblici per una ridefinizione della natura dell’inferno. La revisione più modesta del concetto tradizionale di inferno implica l’interpretazione metaforica della natura del tormento perpetuo. Secondo questo modo di vedere, l’inferno è ancora considerato una punizione eterna, ma con meno sofferenza perché il fuoco fisico non tortura o non brucia la carne degli empi, ma indica il dolore causato della separazione da Dio. Billy Graham si esprime in questi termini: «Mi sono spesso domandato se l’inferno non fosse un’arsura terribile nei nostri cuori per Dio, per la comunione con Dio, un fuoco che non possiamo mai spegnere»…

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20. Gesù: Celibe o sposato?

lovejesus_mainEccoci ancora una volta a parlare di Gesù e delle sue “umane avventure”. «Un frammento di papiro scritto nel dialetto copto sahidico tipico del basso Egitto e sinora sconosciuto ha riaperto il dibattito sulla possibilità che Gesù fosse sposato. La professoressa Karen King, della Harvard Divinity School, nel corso di un convegno a Roma ha presentato il papiro nel quale si legge: «E Gesù disse loro: “Mia moglie…» […] Indubbiamente il Nuovo Testamento, o libri canonici, non ci dice nulla circa la vita intima di Gesù e un’obiezione più volte sollevata al fatto che Gesù fosse celibe riguarda il fatto che i maestri religiosi del mondo ebraico si sposavano. Ma anche duemila anni fa non erano poi così rare le eccezioni alla regola del matrimonio, come attesta, ad esempio la comunità degli esseni, che viveva a Qumran, ed era composta da celibi. Quali sono i motivi per cui è impensabile credere che Gesù fosse sposato?

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La redazione

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