Escatologia

24 studi
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1. Profezie messinaiche

thanks Come l’idea di Dio – scrive il teologo Neander – non può essere un prodotto spontaneo della nostra intelligenza limitata, e non si spiega che tramite una rivelazione di Dio all’umanità, cosi l’immagine di Cristo non sarebbe potuta nascere nella coscienza dell’uomo peccatore, e suppone necessariamente una realtà corrispondente. Questa realtà è la vita, è la rivelazione di Gesù Cristo». Da quale mente umana poteva essere generata la folle idea di un Dio che si inginocchia davanti agli uomini e li serve? Quale fervida immaginazione avrebbe saputo creare un Dio che si fa uccidere dalle sue creature? Quale indovino avrebbe potuto rivelare in anticipo decine di situazioni estremamente specifiche come quelle annunciate secoli prima nelle Scritture riguardo a Gesù?

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2. L’avvenire del mondo svelato – Daniele 2

david_mainChi ha già avuto occasione di visitare la Cappella Sistina in Vaticano, sarà certamente rimasto ammirato davanti agli stupendi affreschi di Michelangelo, specialmente le due opere colossali raffiguranti la “Creazione ” e il “Giudizio universale”. Il celebre artista, con grande genialità, ha illustrato la storia umana – il suo principio e la sua fine – attirando l’attenzione dei visitatori anche sui sette grandi profeti dell’Antico Testamento. Questi affreschi testimoniano che la vita dell’uomo in questo mondo non si effettua in uno spazio vuoto, ma in uno spazio in cui la Parola e le direttive divine devono servirgli da guida. Le profezie già adempiute sono il sigillo della divina provenienza della Bibbia. Dio non avrebbe potuto dare prova più grande della veridicità della sua Parola; il mondo passato e presente ha conosciuto e conosce astrologi, negromanti e pseudoprofeti. Tutti costoro vivono nell’ambiguità dei loro oracoli; la Bibbia, invece, non teme di mettersi in luce, di salire alla ribalta della storia universale, affermando: “Sta scritto”.

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3. L’anticristo – Daniele 7

lantern_main« Ragazzi, è l’ultima ora. Come avete udito, l ‘anticristo deve venire, e di fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l’ultima ora » (1 Giovanni 2:18). I vocaboli anticristos (anticristo, contro Cristo) e psuedoschristos (Falso Cristo), designano qualcuno che si oppone a Cristo o che assume il posto di Cristo oppure qualcuno che unisce le due definizioni assumendo prerogative di Cristo in modo tale da schierarsi contro lo spirito, i principi e la persona di Cristo. La preposizione ??t? (anti), che dapprima significava: al posto, invece di, e più tardi vuol dire: contro, indica una contrapposizione ontologica-dualistica, un’idea non del tutto estranea all’ellenismo, dove troviamo (nell’epoca del NT e anche dopo) l’espressione ??t? (antitheos) = antidio (in origine simile a Dio, Iliade di Omero). La composizione ?eudo (pseudo), che in greco ricorre circa 70 volte, conferisce invece alla parola una connotazione etica nel senso di qualcosa di erroneo, di falso, ingannevole”.

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4. Daniele 8: analisi interpretativa del quinto corno

star_mainIntroduciamo la spiegazione del capitolo VIII del libro di Daniele con questa osservazione dell’abate A. Crampon: «La visione presentata in questo capitolo si riallaccia strettamente alla visione del capitolo precedente, che essa sviluppa e chiarisce. Tra le due si pone un intervallo di due anni circa». Il capitolo VIII di Daniele è di grande importanza. In esso c’è il testo chiave di tutto il libro ed è collocato proprio nel cuore di questo capitolo. «Dopo duemilatrecento sere e mattine il santuario sarà restaurato nella sua giusta condizione» versetto 14. In questo versetto troviamo per la prima volta il termine ebraico nisdaq (il niph’al forma di sadaq) che gli studiosi associano all’idea di “rivendicazione”, attribuendogli il valore di essere il termine più importante del libro. Questa parola è in relazione con giudizio e giustizia. Lo stesso nome di Daniele abbraccia lo stesso verbo di questo testo ed il verbo stesso è legato ad ogni capitolo del libro, sia storico che escatologico. Daniele significa: “Dio è giudice” e le pagine del libro possono dire che sono una elaborazione del nome del profeta. Il libro inizia con il giudizio di Dio sull’apostasia del suo popolo e si conclude con il giudizio del re malvagio della Babilonia del tempo della fine che attraverso i secoli si è incarnato nei poteri e personaggi che si sono susseguiti.

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5. Le settanta settimane – Daniele 9

angels_mainDaniele, a seguito del contenuto della visione del capitolo otto, sviene (Dan, 8:27). Ciò impedisce all ‘angelo Gabriele (v.16) di completare la spiegazione della visione relativa alle 2300 sere e mattine (Dan. 14). Pertanto, anche se la profezia spiega i tre precedenti elementi (montone, capro e piccolo corno), non fa luce sulla visione dei 2300 giorni (Dan. 8.14). La soluzione la troviamo al capitolo successivo, circa 12 anni dopo, a seguito della preghiera di Daniele (9:1-19) l’angelo Gabriele – lo stesso che interpreta la visione di Daniele 8 (v. 16) – appare al profeta annunciandogli di essere venuto affinché « possa comprendere » (9:22). Vittorio Messori, autore di Ipotesi su Gesù , soffermandosi sulla profezia di Daniele 9, afferma: «C’è in questo testo, una progressione continua e davvero impressionante, che sfocia nella celebre Magna Prophetia, la grande profezia del capitolo nono. Qui, seppure tra le oscurità dell’oracolo e nella logica costante del Dio che “sceglie la penombra”, sembra davvero che venga suggerita la data in cui sarebbe apparso il Messia. È la prima e unica volta nella Scrittura che si stabilisce un vero e proprio “calendario”»

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6. La trinità satanica nel libro dell’Apocalisse

babel_main1Il libro della Genesi serve da introduzione alla Bibbia, l’Apocalisse da conclusione. L’Apocalisse, in modo particolare, è l’ultimo messaggio del Dio d’amore ai suoi figli che vivono gli ultimi giorni prima, della conclusione della storia dell’uomo in rivolta contro Dio, della fine del male, della sofferenza e della morte. Infatti, il libro della Genesi e quello dell’Apocalisse costituiscono l’inizio e la fine delle scritture, l’Alfa e l’Omega. Se al libro della Genesi si poteva aggiungere qualcosa – gli altri 65 libri ispirati – l’Apocalisse ne è il suggello, nel senso che «nessuno può aggiungere o togliere qualcosa» (Apocalisse 22:18,19). Essa è il coronamento sia del Nuovo sia dell’Antico Testamento. L’Apocalisse, «La rivelazione di Gesù Cristo», è un libro che dovrebbe occupare un posto d’onore nel nostro cuore, perché ci parla di Gesù e della sua opera redentrice in favore dell’umanità. Ci parla dell’origine del male e della sofferenza e, conseguentemente, del regista occulto e della sua opera negli ultimi giorni prima del ritorno di Cristo e del giudizio, della fine dei malvagi, quindi dei nuovi cieli e della nuova terra (Apocalisse 21:1-8).

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7. La donna e il drago – Apocalisse 12

openeyes_mainIl testo dell’Apocalisse che va dall’inizio del capitolo XII alla fine del capitolo XIV corrisponde a quanto molti hanno indicato come la chiave di volta di tutto il libro. I capitoli “XII, XIII e XIV formano un tutto scriveva J.N.Darby, e J.B. Rossier: “Io non esito a dire che colui che ha l’intelligenza di questi tre capitoli possiede il nocciolo e la sostanza di tutta la Bibbia e, in particolare, la chiave di tutti gli avvenimenti che, sotto i nostri occhi, tendono così rapidamente verso la consumazione del mistero dell’iniquità in questo povero mondo…” Il dodicesimo capitolo presenta due segni che danno rilievo a due realtà contrapposte: la donna e il Dragone. Nel simbolismo profetico la donna rappresenta una comunità spirituale. La Chiesa, sposa fedele. Si tratta del popolo di Dio di tutti i secoli (Isaia 54:5-6; Geremia 6:2). La donna che mette al mondo un figlio maschio, Cristo Gesù e una discendenza, rappresenta il giudaismo e il cristianesimo fedele, perseguitato.

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8. I due mostri – Apocalisse 13

world_mainIn questo studio prenderemo in considerazione un brano dell’apocalisse (il capitolo 13) in cui agiscono due figure animalesche. Due figure contrastanti nell’aspetto esteriore – l’una è una strana fiera composita, l’altra ha l’apparenza di un mite agnello – ma paradossalmente somiglianti nell’agire – l’una e l’altra compiono azioni prepotenti e brutali. La prima bestia emerge dal mare e presenta un aspetto multiforme: ha il corpo di un leopardo, zampe di orso e fauci leonine; dal corpo si dipartono sette teste e dalle teste dieci corna (Ap 13:1-2). Lo strano animale riceve autorità da un gran drago rosso che è comparso nella scena apocalittica nel capitolo precedente (Ap 12). Poi una delle teste della bestia è ferita mortalmente, ma la ferita guarisce tra lo stupore ammirato del mondo. La bestia che emerge dal mare parla con arroganza e agisce con perversità per 42 mesi (1260 anni) perseguitando i santi» e ricevendo l’omaggio riverente degli abitanti della terra «i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell’Agnello (Ap 13:2-8).

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9. L’invito, l’avvertimento e la sentenza – Apocalisse 14

sunrisecrossSecondo l’attitudine apocalittica a seguito di una scena negativa e impressionate (cap. 13) segue la visione del trionfo degli eletti e la vittoria dell’Agnello. Questa sezione dell’apocalisse presenta la replica divina alle parole arroganti dei tre mostri. Le fosche visioni della trinità satanica sono interrotte dall’apparizione dell’Agnello sul monte Sion. Qui affiora, per la prima volta, un punto concreto di riferimento e di svolta per colui che crede nel Crocifisso. Il Monte «Sion», denominazione originaria della collina orientale dell’Ofel, su cui si ergeva la fortezza dei Gesubei; dopo la costruzione del tempio di Salomone sullo spiazzo situato a nord di essa, questa collina settentrionale fu chiamata monte Sion. Esso evoca aspetti espressivi circa l’intervento di Dio nella storia del popolo d’Israele e nella chiesa degli ultimi giorni.

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10. La bella e la bestia – Apocalisse 17

cross04jpg_smallIl titolo è suggestivo perché trae origine da un lungometraggio di animazione americano del 1991, prodotto dalla Walt Disney Production. Tratto dalla nota favola “La Bella e la Bestia” scritta da Jeanne-Marie Le Prince de Beaumont, in cui una bellissima ragazza è tenuta prigioniera in un castello da un’orrenda bestia. La storia è quella celeberrima della ragazza che scopre la bellezza del principe-bestia perché riesce ad andare oltre le apparenze. Innamorandosi spezza l’incantesimo e la bestia non esiste più, e neppure il principe di una volta, ma nasce un uomo nuovo, migliore, perché aveva imparato ad amare. Anche Apocalisse 17 presenta la storia della Bella e la Bestia , ma con risvolti opposti. Non è l’amore che trionfa, ma il male in tutta la sua crudeltà. Le istituzioni politiche, economiche e religiose, rappresentate dalla Bella e la Bestia , purtroppo, nonostante gli accorati appelli alla conversione, persistono nell’andare contro la volontà di Dio, al punto che «l’incantesimo» del male, non può essere più spezzato e pertanto la loro morte, la loro distruzione, per quanto sofferta, è inevitabile.

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11. Le ultime piaghe – Apocalisse 15-16

mastercross04Il capitolo 15 dell’Apocalisse segna un passaggio importante per la storia dell’umanità: un non ritorno, ovvero l’impossibilità di rimediare non solo al male fatto, ma, drammaticamente, di non avere più la possibilità di essere salvato. Giovanni apre il nuovo ciclo settenario con una pausa sul motivo del tempio. Il suo sguardo profetico vede oltre le sette coppe e anticipa lo svolgimento di questo ultimo conflitto tra il Dio, che viene dall’alto e le forze demoniache dal basso. Il profeta vede una scena di vittoria. Ciò che colpisce inizialmente, è una distesa d’acqua, liscia come un mare di vetro (Ap 15:2) sul quale troviamo l’immensa folla dei salvati (15:2-4). Il profeta li descrive come gli antichi israeliti dell’esodo. Come loro, essi si tengono in piedi sul mare, affermando la vittoria di Dio sugli elementi. Come quei progenitori della fede cantano l’inno di Mosè (Es 15) che celebra la vittoria di Dio sui nemici d’Israele.

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12. Israele e Harmaghedon

revealedLa credenza che Dio, in ultima analisi, difenderà gli ebrei mediorientali a Harmaghedon è così fortemente radicata nella psiche evangelica del ventunesimo secolo che è straripata nella politica influenzando quella estera degli Stati Uniti nei confronti dello Stato d’Israele. Gli Stati Uniti non appoggiano Israele soltanto in quanto democrazia – come dovrebbe essere – ma tantissimi cittadini statunitensi, compresi i cristiani di Washington D.C. politicamente attivi e che si occupano delle profezie, credono fermamente che «se appoggiamo Israele, Dio appoggerà noi». Dalla California a New York, alla radio e alla televisione, si ode spesso l’idea: «Colui che benedice Israele sarà benedetto e colui che maledice Israele sarà maledetto», anche se questa precisa frase non si trova nella Bibbia.

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13. Il millennio – Apocalisse 21

marchiobestiaSebbene il piano della salvezza raggiunga una sua conclusione con il ritorno di Cristo, non è tuttavia ancora totalmente completo. É ancora necessario rimuovere le conseguenze del peccato dall’universo, è c’è bisogno di chiudere definitivamente il conto con quelli che hanno rigettato Dio. Secondo la visione escatologica degli Avventisti del Settimo Giorno questi eventi ci portano, passando attraverso il millennio (Apocalisse 20:1-6), alla distruzione finale degli empi e alla restaurazione della terra. I mille anni rappresentano i primi passi compiuti dal genere umano, nell’eternità. I risuscitati sono chiamati a condividere il giusto giudizio di Dio sugli empi. Essi saranno giudici con Dio (1 Corinzi 6:2-3), egli metterà a disposizione dei salvati, tutti gli atti istruttori e tutti i suoi archivi: «i libri furono aperti» (Apocalisse 20:12). Dio darà loro pieni poteri, ed essi «regneranno con Cristo» (vv. 4,6). Egli vuole che i suoi figli siano informati di tutto, ma ancor di più, che essi lo comprendano. Dio condividerà con loro, oltre al potere ed il regno, la sua santità. Infatti, saranno «sacerdoti di Dio e di Cristo».

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14. Il rapimento della Chiesa: Uno scenario diffuso degli eventi finali

dove3_5194Conoscere il momento esatto in cui avvenimenti importanti debbano verificarsi è un ardente desiderio umano. Per soddisfare tale desiderio, noi ascoltiamo quotidianamente una quantità di comunicati che predicono, più o meno accuratamente, l’arrivo, ad esempio, di una tormenta di neve, un tornado, un eclisse, un atterraggio lunare, un boom o un crac economico, un rialzo o un crollo della borsa, la fine di una brutta crisi, di una guerra, e così via. Una maggiore conoscenza sulla sviluppo di un evento può talvolta essere causa di successo o fallimento, guadagno o perdita e in alcuni casi di vita o di morte. Non c’è da meravigliarsi che questo desiderio innato di spiare il futuro, porti alcune persone a studiare le profezie bibliche, non solo per sperimentare il senso di urgenza morale, certezza e imminenza della speranza dell’avvento, ma soprattutto per soddisfare il desiderio di conoscere esattamente il tempo degli eventi finali che portano al secondo avvento.

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15. Il rapimento della Chiesa: Principi errati d’interpretazione profetica

prayer_7707Lo scenario della fine dei tempi sopra descritto è stato sviluppato applicando costantemente due principi d’interpretazione profetica noti come 1) «coerenza letterale», 2) Distinzione tra Israele e la chiesa. É necessario esaminare brevemente questi due principi, poiché determinano l’intera costruzione profetica dispensazionalista. Definizione di «coerenza letterale». Il principio della «coerenza letterale», come spiega Herman Hoyt, un dispensazionalista contemporaneo, «dichiara chiaramente di prendere la Scrittura nel normale senso letterale, ritenendo che ciò si applichi all’intera Bibbia». Un altro pensatore moderno, Charles C. Ryric, dichiara esplicitamente: «Il dispensazionalismo è il risultato dell’applicazione logica del principio basilare ermeneutico dell’interpretazione letterale, normale o semplice. Nessun altro sistema teologico può rivendicare un tale metodo». Quindi i dispensazionalisti rivendicano la peculiarità che consiste nell’interpretare le profezie secondo «il senso naturale, letterale e grammaticale imposto alla predizione». Prima di valutare la validità di questo assunto, è importante comprendere le sue implicazioni.

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16. Il rapimento della Chiesa: La reintegrazione degli ebrei in Palestina

scapes96Considerata l’importanza fondamentale attribuita al recente ristabilimento dello Stato d’Israele in Palestina – un evento considerato da molti come l’adempimento del segno in chiave profetica dell’avvicinarsi del ritorno di Cristo, – daremo priorità all’esame di questo preteso segno dell’avvento. Un adempimento della profezia? Molti cristiani evangelici credono che il costante ritorno degli ebrei in Palestina durante questo secolo e la fondazione dello Stato d’Israele nel 1948 rappresentino un sorprendente adempimento dello promesse specifiche fatte dagli Israeliti nell’Antico Testamento. Inoltre, questo preteso adempimento è considerato come il preludio agli eventi finali quali il rapimento, la tribolazione, la ricostruzione del tempio di Gerusalemme la conversione degli ebrei, il ritorno di Cristo e lo stabilimento del regno millenario giudaico governato da Cristo dal trono di Davide in Gerusalemme.

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17. Il rapimento della Chiesa: Il rapimento

background0Definizione di «rapimento segreto». In stretto rapporto alla restaurazione degli ebrei in Palestina, vi è un secondo importante segno dell’avvento male interpretato e che è oggi comunemente atteso: il cosiddetto rapimento segreto della Chiesa. Secondo il punto di vista dispensazionalista corrente, la seconda venuta di Cristo si verificherà in due fasi distinte.La prima fase è nota come «rapimento segreto» della Chiesa e può avvenire in qualsiasi momento. A questo punto Cristo scende dal cielo solo parzialmente per risuscitare i santi che dormono e trasformare e glorificare i credenti viventi. I due gruppi vengono quindi rapiti, cioè, vengono segretamente, improvvisamente e invisibilmente portati via per incontrare il Signore nell’aria. Questo gruppo di credenti che è chiamato «Chiesa», ascenderà quindi in cielo per celebrare con Cristo per sette anni la festa delle nozze dell’Agnello. Il rapimento segreto della Chiesa in cielo segna l’inizio della cosiddetta gran de tribolazione che deve durare sette anni, durante i quali, i numerosi eventi elencati all’inizio di questo studio devono verificarsi. Al termine di questo periodo di sette anni, si attuerà la seconda fase della venuta di Cristo, generalmente chiamata ritorno o apparizione. Cristo viene quindi in gloria con i santi sulla terra per distruggere i Suoi nemici nella battaglia di Armaghedon, per stabilire il Suo trono a Gerusalemme e dare inizio al Suo regno millenario su questa terra.

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18. Il rapimento della Chiesa: La ricostruzione del tempio durante la tribolazione

sky2Un terzo noto segno dell’avvento male interpretato, strettamente legato agli altri due (la reintegrazione degli ebrei in Palestina e il rapimento) è la pretesa ricostruzione del tempio di Gerusalemme durante la tribolazione finale. Molti credono che il tempio di Gerusalemme, costruito una prima volta da Salomone, in seguito ricostruito da Zorobabele e ristrutturato da Erode, sarà in futuro eretto altre due volte, la prima volta dagli ebrei durante i sette anni di afflizione – il cosiddetto «tempio della tribolazione» – e la seconda volta da Cristo quando tornerà a stabilire il Suo regno di mille anni – il cosiddetto «tempio del millennio». In questo nostro studio ci soffermeremo sulla pretesa ricostruzione del tempio della tribolazione, poiché è considerata da molti cristiani dispensazionalisti il segno profetico più importante sull’imminenza del ritorno di Cristo.

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19. Il giudizio finale

angel_main1La risurrezione dei credenti e dei non credenti è strettamente legata al giudizio finale, dal momento che costituisce il precedente da cui quest’ultimo dipende. Il giudizio finale è presentato nella Scrittura come concomitante con il secondo avvento. In un certo senso, la ragione del ritorno di Cristo consiste nel portare a compimento il giudizio finale che disporrà del male in modo decisamente definitivo e permanente. Gesù stesso ha affermato questa verità dicendo: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri» (Mt 25:31,32). A seguito di questa separazione, gli empi «andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna» (Mt 25:46). Paolo ribadisce la stessa verità quando fa riferimento al giudizio finale afferma: «Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità, ubbidiscono all’ingiustizia» (Rm 2:6-8). Affermazioni come queste mettono in luce un elemento fondamentale del ritorno di Cristo che è costituito dal giudizio finale che introdurrà i salvati nel nuovo mondo.

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20. Il giudizio che precede il ritorno di Cristo – 1. parte

biblestudy_mainÈ stato detto che i credenti nella nuova terra si troveranno di fronte a tre sorprese. Primo: scopriranno che alcuni dei «santi» che si aspettavano di trovare non vi saranno. Imbarazzato e confuso, qualcuno si chiederà: Come è possibile che una persona pia, come il sig. Rossi, non sia presente? Secondo: avranno la sorpresa di vedere alcuni dei «peccatori» che pensavano non sarebbero mai entrati nel regno. Alcuni si chiederanno: Come è possibile che la signora Bianchi sia qui, quando ha lasciato il marito per un ragazzo più giovane di lei? Terzo: la sorpresa più grande di tutte, ritrovare se stessi. Il criterio usato da Dio per offrire ad alcuni la vita eterna, e per permettere ad altri di sperimentare la morte eterna, potrebbe facilmente sollevare dei sentimenti di dubbio e di sfiducia sulla equità dei giudizi di Dio; la persistenza di questi sentimenti potrebbe minare la sicurezza eterna della nuova terra; la ribellione contro Dio potrebbe sorgere una seconda volta e vanificare la missione redentrice di Cristo su questa terra. La sicurezza eterna della nuova terra si baserà sull’attitudine indiscutibile di fiducia, amore e obbedienza dei suoi abitanti verso Dio. Questa attitudine non può essere offerta, può soltanto essere guadagnata. Un interessante metodo usato da Dio per ottenere e mantenere l’amore indiscutibile e la fiducia delle sue creature consiste nell’assicurarsi che esse comprendano e accettino l’equità dei suoi giudizi. Numerosi testi biblici che saranno considerati in questo studio parlano di Dio che invita gli esseri morali del Suo universo a partecipare allo svolgimento del giudizio finale che deciderà il destino eterno degli uomini e degli angeli (Daniele 7:10,22,26; Matteo 19:28; 12:41,42; 1 Corinzi 6:2-3).

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21. Il giudizio che precede il ritorno di Cristo – 2. parte

alphaomega_main1«La festa dei Kippurim è la pietra di volta del sistema levitico… La Mishna diceva che in quel giorno, grazie ai riti di riparazione, i sacerdoti e i fedeli ricevevano la piena assoluzione “di tutte le loro iniquità, di tutte le loro trasgressioni e di tutti i loro peccati”». Questa festa era preceduta da quella del giudizio o delle trombe, annunciata dal suono del sofar (corno). Per l’occasione si sospendeva il lavoro, si invitava il popolo a riunirsi. Veniva celebrata alla fine dell’anno civile, inaugurava il nuovo anno, da qui l’espressione Rosh Hashanah. Era celebrata al tempo del raccolto, sette mesi dopo quella di Pasqua, la festa della liberazione/redenzione. Si prolungava per dieci giorni fino al giorno dello Yom Kippur. Erano considerati tutti giorni di giudizio, di penitenza e di ritorno a Dio. Rabbi Yechied Eckstein spiegava che il sofar «veniva suonato nel giorno di Rosh Hashanah per risvegliarci dal nostro sonno morale e chiamarci ad una rigenerazione spirituale, e per scuoterci con forza al bisogno di pentimento. Il sofar è il suono che ci chiama a esprimere pentimento investigando le nostre opere per riparare le nostre vie davanti al terribile giorno del giudizio. Ci fa ricordare il bisogno di confrontare il nostro più intimo io nel modo in cui Dio confrontò Adamo con la domanda esistenziale “Dove sei?”».

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22. Risurrezione e identità

jesusclouds_mainL’assemblea universale di tutti i credenti sarà resa possibile al ritorno di Cristo da due eventi principali: la risurrezione dei santi e la trasformazione dei viventi. Quest’ultima è generalmente nota come la «traslazione». L’uso del vocabolo «traslazione» non è corretto, dal momento che tanto i credenti morti quanto quelli viventi saranno traslati, cioè trasportati dalla terra al cielo. Nondimeno, qui il termine «traslazione » viene utilizzato secondo l’accezione teologica accettata: la trasformazione dei santi viventi. La risurrezione dei credenti avverrà al momento del ritorno di Cristo, chiamato anche «l’ultimo giorno» (Gv 6:39,40,44,54). Paolo spiega: «Come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta» (1 Cor 15:22,23; cfr. Fil 3:20,21; 1 Ts 4:16).

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23. L’uomo del Peccato

lovejesus_mainQuel giorno non verrà se prima non… sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario” S. Paolo. È importante essere al chiaro su questo personaggio-potere perché, come scrive il gesuita M. Lacunza: “Sembra non solamente conveniente, ma addirittura necessario, che si abbia l’idea più chiara possibile dell’Anticristo; altrimenti potrebbe succedere che entri nel mondo, che lo si veda con i nostri occhi, che si ascolti la sua voce, che si riceva la sua legge e la sua dottrina, che si ammirino le sue opere e i suoi miracoli, senza riconoscere in lui l’Anticristo, senza neppure averne il minimo sospetto”.

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24. Distruzione o punizione?

alphaomega_main1La distruzione eterna degli empi è stata associata principalmente alle posizioni di alcune chiese come gli avventisti, i testimoni di Geova e alcuni gruppi minori (per esempio la chiesa di Dio, la chiesa universale di Dio, la chiesa unita di Dio, la chiesa globale di Dio e la chiesa internazionale di Dio). Questo fatto ha indotto molti evangelici e cattolici a rigettare a priori la dottrina dell’annichilimento semplicemente perché si tratta di una posizione «settaria» e non di una dottrina che fa parte del patrimonio protestante o cattolico. Questa dottrina è considerata «un’assurdità» e sarebbe il prodotto di un sentimentalismo laico…

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La redazione

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