66 – Dio parla la lingua degli uomini

61bfee279f0e534bdc1ffbc6700e322e52Non c’è aspetto della vita che non risenta del contesto socio-culturale del luogo in cui una persona vive. Siamo, parallelamente, figli del nostro tempo, di quel complesso mondo dove siamo nati e cresciuti e figli di Dio, di quel Padre capace di camminare accanto noi, nonostante il fatto che la nostra spiritualità risenta di un certo sincretismo religioso-culturale del nostro tempo: la sintesi di un insieme di elementi eterogenei e esperienze in continua evoluzione.

Nessuno pensi di sottrarsi a questa verità, né tanto meno scandalizzarsi: “è la vita!”. Lo era anche per gli eroi della fede, Abramo, Sara, Isacco Giacobbe, Davide, Salomone, ecc., uomini e donne segnati dalla fragilità contrassegnata anche dalle consuetudini e dalla mentalità del loro tempo.

Ad esempio: “l’uso caratteristico dei Patriarchi, condannato dalla legislazione ebraica susseguente (Lv 18:18), di sposare consanguinei della linea collaterale e discendente è in accordo con il codice di Hammurabi (154-158) che proibisce solo i matrimoni tra i consanguinei della linea ascendente; così Abramo sposa sua sorella (Gn 20:12); Nahor sposa sua nipote (Gn 11:29), Giacobbe poi sposa le sue cugine e sorelle (Gn 29: 24-28)”.

Sara si serve di Agar per avere un figlio (Gn 16:2), stessa cosa fanno Lea e Rachele (Gn 30:3). Questi espedienti sono in perfetta armonia con le tavolette di Nuz, in cui si parla della possibilità per una moglie sterile di avere figli dalla propria schiava: “Inoltre, Kelim-ninu è stata data in sposa a Shennima. Se Kelim-ninu gli partorirà dei figli, Shennima non prenderà altra moglie, ma se Kelim-ninu non gli partorirà dei figli, Kelim-ninu prenderà una donna della regione di Lullu, come sposa di Shennima, e Kelim-ninu non potrà cacciare i figli della nuova venuta” (HSS, V,67).

Lo stesso vale per la legge del levirato, per la poligamia, per la politica espansionistica di Salomone contraendo matrimoni ad interesse politico. Innegabili sono innanzitutto  le somiglianze tra la legislazione mosaica e orientale, che evidenziano il fatto che i mondi sumerico – accadico ed ebraico riflettono un fondo semitico comune.

Questi e tanti altri elementi sono segno di sincerità e imparzialità e dell’inestimabile misericordia di Dio. Non dobbiamo dunque sorprenderci se Dio sceglie le “cose pazze di questo mondo” per far veicolare la sua volontà. In verità, se Dio non avesse parlato la lingua degli uomini, sarebbe stato difficile cogliere la sua grazia.

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