A tu per tu con il più grande agente di trasformazione del mondo
Pardon Mwansa
Nel piccolo villaggio dove viveva, Wilfred era noto ai piccoli e ai grandi come il bestemmiatore, lo spergiuro e il picchiatore, e nessuno osava traversargli la strada. Non passava giorno che non litigasse con qualcuno. Il suo temperamento focoso lo portava a picchiare i suoi figli se si comportavano male e a entrare in conflitto con degli estranei nel pub se questi dicevano o facevano qualcosa che non gli andava. Un giorno al villaggio ci fu una riunione di chiesa e Wilfred, per quanto ubriaco, vi partecipò. Anche in quel luogo continuava a bestemmiare, così al termine dell’incontro il pastore gli parlò. Il giorno dopo seguì una visita a casa di Wilfred e, nei giorni successivi, l’uomo frequentò la chiesa e divenne un credente. Le persone non potevano credere al cambiamento che era avvenuto in lui: aveva smesso di imprecare e di bestemmiare. Un giorno la sua stessa moglie gli disse: «Se c’è qualcosa che questa chiesa ha fatto per te, ha almeno eliminato le tue bestemmie e le tue imprecazioni». Al che Wilfred rispose: «Mia cara, non è merito della chiesa; è la grazia trasformatrice di Dio che ha cambiato la mia vita. Gesù ha tolto da me il mio vecchio uomo per darmene uno nuovo».
«Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Cristo Gesù. Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone» (Tt 2:11-14).
Salvezza e santificazione vanno assieme
L’opera della grazia non significa solo perdono dei nostri peccati, comprende anche la santificazione. Santificare vuol dire rendere santi, purificare, consacrare. È l’opera di Dio che purifica un credente dandogli una vita pura e santa. Quella stessa grazia che porta salvezza, santifica la nostra natura, facendo di noi un popolo particolare, desideroso di fare la volontà di Dio nell’attesa dell’apparizione del nostro Signore Cristo Gesù. È proprio questo il contenuto di Tito 2:11-14.
Quando un peccatore risponde all’amore di Gesù e lo accetta come personale Salvatore, Gesù lo accoglie proprio così com’è, cioè pieno di iniquità (Rm 5:8). Lo perdona, lo riveste della sua giustizia e lo presenta a Dio come suo figlio (Ef 1:7). Ci presentiamo davanti a Dio e lui ci accetta per mezzo del sangue e della giustizia di Gesù, offrendoci la vita eterna (Gv 3:16). Riceviamo lo Spirito Santo come presenza costante che ci aiuta a vivere come figli della luce e ci rende adatti al cielo e all’eternità (Gal 4:6).
La grazia e la nuova nascita
La Scrittura presenta la vita di un credente come una «nuova nascita». Questa la verità che Gesù comunicò a Nicodemo: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio» (Gv 3:3). La nascita di qualsiasi cosa implica sempre un nuovo inizio: la parola greca tradotta «nascere di nuovo » in questo passo vuol dire essere nati, essere generati, essere concepiti dall’alto. Questo implica che la nascita cristiana sia un nuovo inizio, che non può fondarsi sul vecchio uomo. Ellen G. White dice: «La vita cristiana non è una modificazione o un miglioramento della vita precedente, ma ne è una trasformazione radicale. Vi deve essere una morte al peccato e una vita completamente nuova».(1)
Questa nuova nascita viene da Dio; non c’è altro mezzo per dare origine alla realtà celeste. «Un tale cambiamento può essere prodotto solo dallo Spirito Santo».(2)
Non dobbiamo pensare di poter aggiustare il vecchio edificio, dobbiamo ripartire dalle fondamenta.
Questo richiede una natura del tutto nuova, che provenga da principi e sentimenti divini.
La nuova nascita di cui si parla in questo passo è un’esperienza reale.
Una nuova nascita nello Spirito è concreta. Lo afferma la Scrittura: «Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove» (2 Cor 5:17).
La nuova nascita è un miracolo che non può sempre essere spiegato.
Gesù disse a Nicodemo che nessuno può dire da dove soffi il vento, sebbene ne veda gli effetti. La stessa cosa vale per la nuova nascita: non possiamo spiegare pienamente come avvenga, ma ne possiamo vedere i risultati.
La santificazione: crescere nella grazia
Mentre predicavo in occasione di un congresso, nel 1982, i diaconi mi porsero una nota scritta da uno dei presenti. Avevo appena predicato sulla parabola del seminatore: interpretando la storia, rivolgevo un appello alla congregazione perché non somigliasse a semi che cadono tra le spine o sono soffocati da «gli impegni mondani e l’inganno delle ricchezze» (Mt 13:22). Una donna, dopo avere ascoltato, era stata toccata dallo Spirito e aveva scritto un appunto che i diaconi mi avevano portato. Diceva così: «Pastore, amo il Signore, ma non riesco a ubbidirgli tutte le volte. Spesso mi impegno a vivere per lui, specialmente dopo l’ascolto di messaggi di incoraggiamento, ma nel giro di pochi giorni, mi ritrovo a fare le cose che so di non dover fare. Pastore, è normale la mia esperienza? Quando potrò smettere di peccare? Come posso obbedire sempre a Dio? Come posso crescere in una relazione di piena ubbidienza al Signore? Per favore, mi aiuti».
Queste parole dell’apostolo Paolo vogliono proprio aiutarci a trovare una risposta alle domande di questa donna: «Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù» (Fil 3:12-14).
Da questo passo emergono con chiarezza alcuni punti:
1. Paolo non affermava di essere perfetto né di aver cessato di peccare, ma dichiarava di voler crescere nella direzione del cielo.
2. Quando pecchiamo ci è consigliato di «confessare i nostri peccati» e Dio «è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1 Gv 1:9). Cristo Gesù è la nostra speranza quando dobbiamo confrontarci con la nostra natura peccaminosa. Lui ci darà la vittoria, ecco la conclusione dell’apostolo Paolo (cfr. Rm 7:14-23). La presenza di Gesù, per il tramite dello Spirito che dimora in noi, è la nostra sola speranza di vittoria contro il peccato.
La grazia e la vittoria sul peccato
La domanda a cui prestare maggior attenzione è questa: «Come posso intrattenere una relazione con Dio tale da vivere una vita leale alla sua volontà?» Gesù stesso ci ha dato la risposta: «Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15:4,5).
La relazione che esiste tra la vite e i tralci è la chiave per raggiungere l’obiettivo di portare frutto e il frutto a cui ci si riferisce è una personalità leale a Dio, un carattere che gli somigli. Questo è il frutto dello Spirito. Paolo lo identificò con «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo» (Gal 5:22).
La Bibbia insegna che la grazia viene da Dio, in modo completo e gratuito. Nell’ambito di tale esperienza Dio ci dona lo Spirito Santo che, operando dentro di noi, ci purifica e consente di portare frutto. L’azione della grazia trasformatrice continua in noi finché vivremo; per essa diverremo sempre più simili a Gesù.
I grandi santi le cui vite sono riportate nella Scrittura, non hanno mai preteso di essere diventati senza peccato. Ma hanno affermato e predicato che in Cristo si ottiene la vittoria sul peccato. Paolo dice: «Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù» (Fil 3:12).
Possiamo essere vittoriosi contro il peccato, ma ciò può avvenire solo in Cristo Gesù, nostro salvatore. Perciò la preghiera quotidiana di ogni figlio di Dio sarà: «Signore, riempimi di grazia oggi, quella grazia che mi è necessaria per vivere una vita
vittoriosa e per continuare a camminare accanto a te».
Note:
(1) Ellen G. White, La Speranza dell’uomo, p. 112, Ed. ADV, 1978.
(2) Ibidem