Soffermarsi sulla personalità di Gesù, cogliere i suoi tratti caratteriali potrebbe sembrare una irragionevole temerarietà, considerando lo spessore teologico, spirituale, la sua umanità e divinità. Si rende dunque necessaria una serena e forte dose di umiltà, uno spirito di preghiera e la dovuta disponibilità di tempo e nel lasciarsi coinvolgere.
Se si vuole entrare nel tabernacolo di Dio per un intimo confidenziale colloquio con Lui, cogliere i segreti della sua umanità e dare con essi nuova vita alla nostra umanità, si rende indispensabile avvicinarsi a Gesù “via, verità e vita”.
Dichiarandosi «via», Gesù ci invita a percorrerla, a fare in Lui il nostro viaggio; e nel vangelo ci offre un’ampia raccolta di manifestazioni o itinerari da analizzare e da percorrere. E’ un viaggio dell’uomo a Dio che si fa nell’uomo – Dio Gesù. Nel qualificarsi «via», si è qualificato come qualcosa che si lascia percorrere. Accettiamo il suo invito, invito umano e divino, che offre un’intensa comunicazione della divinità all’uomo. Accostiamoci alla persona umana – divina di Gesù con gratitudine per l’offerta, con riverenza per il tesoro divino di amore, di luce e di forza spirituale che inonda i cuori di coloro che vivono in Lui.
La profondità
Gesù non fu un uomo superficiale, ma profondo e di una sensibilità per il valore della personalità umana ineguagliabile. Fu un uomo con una vita interiore profonda, seria, distinta e con eccellenti capacità espositive – Il sermone sul monte.
Le emozioni di Gesù sono tutte dense e potenti e non vi è in esse nulla di superficiale. la sua straordinaria sensibilità per il valore della personalità umana ha una intensità nettamente soprannaturale quando, ormai consumato dal tradimento, cerca ancora di salvare l’anima del traditore e quando, sulla croce, perdona coloro che l’hanno condotto sul patibolo. Questo pregio splende di luce quando Egli salva l’adultera e recupera la Samaritana.
Intensissima si dimostra la sua vita interiore quando egli passa gran parte della notte in preghiera sul monte dopo la prima moltiplicazione dei pani.
La sua profondità poi è tale che, oggi, a quasi duemila anni di distanza, si riesce a toccare con mano e con il cuore, la verità del suo insegnamento, capace di scandagliare i cuori e di addurli al suo amore.
La personalità
Chi legge gli evangeli resta colpito non solo dalla Sua evidente maestosità e dei modi solenni, ma anche dalla sua capacità di essere sereno nell’avversità.
“Nel cuore di Gesù, in perfetta armonia con Dio, vi era anche una perfetta pace. Egli non conobbe mai né l’esaltazione per l’approvazione, né lo scoraggiamento per le critiche o le delusioni. Conservò sempre il coraggio tra i più grandi contrasti e le più feroci opposizioni” (SU pag. 233)
Gesù era uomo sereno, equilibrato e costantemente in comunione con Dio, dipendeva da Dio in ogni cosa. Non visse dedicando la sua vita a fabbricarsi una propria immagine ideale di se stesso. Semplicemente era se stesso.
Gesù si faceva conoscere per quello che era anziché proiettare immagini che piacciano, provochino o seducano (1Pietro 3;1-3). Gesù sapeva che amare è diverso dall’agire come se si amasse, e che vi è differenza fra essere intelligenti e mostrarsi intelligenti come i dottori del suo tempo.
Gesù non aveva bisogno di nascondersi dietro una maschera, non soffriva di senso d’inferiorità; viveva senza stampelle, l’autonomia non lo spaventava. Era in grado di separare i fatti dalle opinioni, i sintomi dalla malattia ed aveva le soluzioni per ogni problema grazie alla comunione col Padre.
Ascoltava gli altri e, pur tenendo nel giusto conto ciò che costoro dicevano, ne traeva proprie conclusioni in preghiera. Sapeva ammirare e rispettare gli altri: dai bambini ai giovani, agli adulti, ai più anziani; non si lasciava limitare, demolire, costringere o impaurire neanche dai suoi genitori.
Gesù non recitava la parte dell’incapace e non giudicava o biasimava il comportamento altrui, si assunse invece la responsabilità della propria e della nostra vita, non concedendo a nessuno una falsa autorità su di lui. “Chi mi ha costituito giudice o spartitore?” (Luca 12:14).
Faceva un giusto uso del tempo, reagiva in ogni situazione in modo appropriato, rispondendo ai messaggi che riceveva e rispettava l’importanza, il valore, il benessere, l’onestà e la dignità degli altri. Sapeva che vi è una stagione per tutto e un momento per ogni attività (Ecclesiaste 3:1-11):
un momento per essere attivi e uno per essere passivi,
un momento per stare insieme e uno per restare soli,
un momento per lavorare e uno per giocare o ricrearsi,
un momento per piangere e uno per ridere,
un momento per confrontarsi e uno per isolarsi,
un momento per parlare e uno per stare in silenzio,
un momento per affrettarsi e uno per aspettare,
un momento per pregare e uno per leggere.
Per Gesù, il tempo era prezioso e dunque non lo sprecava, ma lo viveva nel «qui e ora». Senza ignorare il passato viveva consapevolmente il presente e aspettava il futuro con serenità.
Essendo persona autentica in Dio, sapeva quando doveva agire con fermezza e percepiva quando gli altri erano in collera con lui; poteva dare e ricevere affetto, essendo capace di amare e di essere amato.
Gesù era per lo più spontaneo, non agiva forzatamente, quando era necessario modificava i suoi piani. Aveva il gusto della vita, amava il lavoro, la sana ricreazione, il cibo, gli esseri umani, l’amicizia, il mondo della natura. Amava tutto ciò che Dio aveva creato.
Senza sensi di colpa, in armonia col cielo, godeva i propri successi; e senza invidia partecipava al successo degli altri. Sapeva disciplinarsi nel momento presente per godere di più nel futuro, poteva rimandare il momento del piacere liberamente. Non viveva in funzione dell’immediato piacere.
Gesù si interessava del mondo, della gente. Non si isolava dai problemi generali; li affrontava, impegnandosi con passione per migliorare la società, la chiesa. Si adoperava per un mondo, per una chiesa, una famiglia migliore.
“Finché vivrai nessuno potrà fermarti, perché io sarò con te, come sono stato con Mosè, non ti lascerò e non ti abbandonerò mai. Sii forte, «vincente» e coraggioso perché sarai tu a dare al popolo la terra che io ho promesso ai vostri padri. Sii fermo e risoluto. Agisci sempre secondo gli insegnamenti di Mosè, mio servo. Non deviare mai da essi. Se farai così avrai successo in tutte le tue imprese” (Giosuè 1,5-8).