31 – Satana

Ieri, oggi e domani (1)

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«E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli […] Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi! Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di aver poco tempo» (Ap 12:8-12).

Alcuni potranno sorprendersi nell’udire parlare di Satana(2) come di un essere e non di un principio; anche fra i cristiani serpeggia l’idea che Satana sia la personificazione del male. Ma la Scrittura non lascia dubbi circa la concreta esistenza del maligno. Gesù stesso lo ha chiaramente affermato: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore» (Lc 10:18); «egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna» (Gv 8:44).

Troppo sbrigativamente, il personaggio del diavolo è stato ridotto a un mito buono per essere sbattuto in soffitta come le cose inutili, invecchiate, come una credenza ingenua valida solo per i nostri antenati.Non si è capito abbastanza il valore di questa nozione che si è cercato di eliminare dalla religione. Notava ironicamente Baudelaire: «Cari fratelli non dimenticate mai, quando udirete vantare il progresso dell’Illuminismo, che la più straordinaria astuzia del diavolo è quella di convincervi che non esiste»(3)

Guerra in cielo

Lo sguardo lucido del profeta dell’Apocalisse perfora la realtà svelandola per quella che è. Il diavolo è identificato come «il seduttore di tutto il mondo» (12:9), cioè come colui di cui non si riconosce immediatamente la presenza e la potenza malefica. La figura del diavolo, così come è evocata, non ha niente a che vedere con il mostro dalle corna e zoccoli da caprone.Egli è qualcuno che si nasconde e si traveste dietro le azioni più clamorose, le motivazioni più nobili e le cause più sacre. Il diavolo è qualcuno che ci trascina al male dandoci l’illusione di andare verso il bene. «Si traveste da angelo di luce» (2 Co 11:14), «ostacola l’opera di Dio» (1Ts 2:18), cerca di «sedurre se fosse possibile anche gli eletti» (Mt 24:24), compie «opere potenti, segni, miracoli e prodigi bugiardi» (Mt 7:21-2e; 2 Tess. 2:9-10).

Il racconto della creazione ci svela questo, metodo fin dal suo esordio. Il serpente fece credere alla donna che disubbidire a Dio fosse una virtù (cfr.Gn 3:5). Il diavolo si nasconde anche in quelle idee che lo rimettono in questione per ridurlo a un semplice principio di ordine psicologico. Ma la Parola di Dio ci dice che egli ha la capacità di controllare le emozioni e la volontà (Mt 16: 22-23; Lc 23: 16–23).

“Molti scherzano col male, pensando di potersi fermare a loro piacimento; ma vi si invischiano sempre più finché si trovano dominati da una volontà più forte di loro. Non possono sfuggire a quel misterioso potere. Quando la mente è distolta da Dio, il tentatore può ridurla in suo dominio e controllare così l’umanità”(4)

I profeti Isaia ed Ezechiele tracciano lo stesso quadro. Partendo dalla realtà di Tiro e Babilonia, essi evocarono quella stessa guerra primordiale che agitò il cielo e finì nella medesima tragedia: la caduta di un essere celeste che mirava troppo in alto. «Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore.Ti avevo stabilito, tu stavi sul monte santo di Dio, tu camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, finché non si trovò in te la perversità… Il tuo cuore si è insuperbito per la tua bellezza; tu hai corrotto la tua saggezza a causa del tuo splendore; io ti getto a terra… ti riduco in cenere sulla terra …» (Ez 28:14-18, cfr.Is 14:15-15).

Secondo il racconto dell’Apocalisse, questa guerra celeste scoppiò bruscamente. L’avvenimento è qui descritto senza l’apporto di alcuna ragione, privo di premesse razionali.La perversità è stata trovata in te, commenta Ezechiele (28:15).L’avvento del male è irrazionale.Il mistero di questa assurdità che ci colpisce tutti è spiegato in questo modo: la terra è occupata da Satana e dai suoi alleati. Essi sono stati precipitati giù dal cielo, espulsi dalla presenza di Dio, confusi al nulla e alle tenebre che precedevano la creazione.

Il fatto che Dio abbia scelto questo punto preciso per attirare l’attenzione dell’umanità, può stupire se non addirittura creare sospetti. In realtà, questa strana dichiarazione contiene una lezione di ampia portata.Dio lancia una sorta di sfida all’universo e alla storia. Siamo di fronte a un paradosso. Il piano della salvezza si svolge e si realizza proprio su quel terreno tenebroso e caotico, nel quale Dio è negato e combattuto. Proprio la terra, diventata il rifugio di Satana, diventerà l’epicentro dell’azione salvifica di Dio.

Guerra sulla terra

Giunto sulla terra, il diavolo attacca la donna.Ella è il primo oggetto della sua opera seduttrice (Gn 3:1).Anche in seguito è su di lei che continuerà ad accanirsi. Attraverso la donna il seme della salvezza sarà, infatti, salvaguardato e veicolato. Questa verità scaturisce dalle prime pagine della Bibbia. Dopo la triste esperienza di Abele, Eva riceve Set, come un seme «collocato» da Dio per far partire quella progenie dalla quale sarebbe venuto il Salvatore dell’umanità. Il nome di Set suggerisce questa presenza di Dio nel tessuto della storia; significa «Dio ha posto» (Gn 4:25). Il testo ebraico gioca sulle parole. Il nome Set evoca il verbo che aveva introdotto, qualche versetto prima, la prima profezia della Bibbia: «lo porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenieti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno» (Gn 3:15).

Oltre a Eva, «la madre di tutti i viventi», la profezia si applica a Israele, la donna dell’alleanza, dalla quale uscirà «un figlio maschio il quale deve reggere tutte le nazioni» (Ap 12:5).Si intuisce dietro queste parole un’allusione al Salmo 2:9 che evoca la venuta del Figlio di Dio (v. 7) re di tutta la terra. Secondo il testo dell’Apocalisse, il parto conduce al regno di Dio.Il bambino è posto sul trono. «Ella partorì un figlio maschio, il quale deve reggere tutte le nazioni con una verga di ferro; e il ciglio di lei fu rapito vicino a Dio e al suo trono» (Ap 12:5).

In seguito, il profeta scomporrà il meccanismo di questa vittoria che porta al regno di Dio. «Allora udii una gran voce nel cielo, che diceva: “Ora è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte…”» (vv. 10,11).

La morte del serpente passa necessariamente dalla morte del bambino. É un vero sacrificio. L’Apocalisse parla «del sangue dell’Agnello» (v. 11). Genesi 3:15 utilizza lo stesso schema. La morte del serpente, lo schiacciamento della sua testa, passa dalla morte di colui che deve nascere dalla donna(5). L’immagine della profezia suggerisce un’azione simultanea. Schiacciando la testa al serpente egli è ferito al tallone.

Il testo ebraico rafforza questa impressione di simultaneità, con un gioco di parole.Lo schiacciamento della testa e il morso al tallone sono resi dalla stessa parola shuf.

Per il profeta dell’Apocalisse, la vittoria di Gesù Cristo e la sua intronizzazione passano dalla propria morte.Grazie al sacrificio della sua vita, egli neutralizzerà le accuse del seduttore. Dio perdona il penitente e il regno viene confermato. Comunque sia, il regno è ancora una realtà futura. La gioia esplode nel cielo (12:12).Sulla terra ancora, imperversa il male.

Guerra nel deserto

L’avvento del Messia, la sua morte e la sua risurrezione, la sua vittoria sul male non hanno cambiato molto la faccia della terra.Il serpente rimane al suo posto. La morte, la sofferenza e il male colpiscono sempre e dovunque. Il regno di Dio non è ancora venuto.Il popolo di Dio è sempre in attesa.

In un certo senso, l’Apocalisse assimila la chiesa di Dio all’Israele dell’Esodo. Come gli Israeliti, la chiesa si trova nel deserto ed è nutrita da Dio (12:6,14).Le ali d’aquila (cfr.Ap 12:14; Es 19:4; Dt 32:11), la terra che ingoia il nemico (cfr.Ap 12:16; Es 15:12) sono le stesse immagini che la Bibbia aveva utilizzato nel passato per descrivere l’uscita dall’Egitto e gli assalti dell’esercito del faraone.

Questi numerosi paralleli tra le due avventure portano alla stessa lezione. Come il popolo d’Israele, in marcia verso la terra promessa, così la chiesa, salva dalla schiavitù del peccato, cammina in direzione della nuova Gerusalemme. Anche lì siamo di fronte a delle prove. Siamo ancora nella storia. Il popolo di Dio dovrà camminare per milleduecentosessanta giorni (12:6).

Questo periodo è ripetuto molte volte nell’Apocalisse, come per sottolinearne il carattere storico. Il periodo è dato in giorni: Apocalisse 11:3 e 12:6 parlano di «milleduecentosessanta giorni». In un altro passo viene dato in mesi: 11:2 e 15:5 parlano di «quarantadue mesi». Infine, è dato in anni: 12:14 (come Daniele 7:25 e 12:7) parla di «un tempo dei tempi e la metà di un tempo» [360 + (360×2) + (360:2) = 1260].

Guerra finale

Secondo l’Apocalisse, questi milleduecentosessanta giorni/anni portano al tempo della fine; cosa che giustifica l’impazienza e l’irritazione del serpente (12:17). Egli sente che la sua influenza volge al termine. Per questo concentrerà tutti i suoi sforzi contro «quelli che restano della discendenza di lei», il suo ultimo seme. Questo motivo della «discendenza» riporta nuovamente alla profezia di Genesi 3:15. È il momento di farla finita con questa donna che ha resistito ai suoi attacchi.

Secondo il serpente, i giusti degli ultimi tempi sono particolarmente pericolosi. L’Apocalisse li descrive come degli irriducibili che «osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù» (12:17). Ciò che li caratterizza è la loro fedeltà: «Essi osservano». Il rimanente ha attraversato la storia immune dalle influenze del mondo e non ha alterato l’eredità che gli era stata affidata. Essi se ne ricordano.

Sono gli ultimi testimoni di una verità che riunisce tutti i contrari e trascende tutti i partiti, verità della legge e della grazia insieme, della giustizia e dell’amore, del giudizio e della creazione e, potremmo arrivare a dire, dell’Antico Testamento e del Nuovo. In definitiva, testimoni dell’intera verità. Questa verità non vola alta sulle nuvole, non è un’astrazione filosofica. Essa scava il suo cammino nei palpiti caldi dell’esistenza e della storia. Rappresenta un impegno quotidiano misurato secondo i criteri del regno dei cieli: obbedienza ai comandamenti di Dio. Essa è anche discepolato di colui che si è incarnato proveniente dall’alto: «la testimonianza di Gesù» (12:17).

Questo è il ritratto degli ultimi fedeli di Dio, quelli del tempo della fine (14:12). Contro di loro, il dragone radunerà tutte le sue forze. Il serpente si attesta sul terreno, sulla spiaggia (12:18).Egli dimostra con questo gesto la sua duplice influenza e la sua volontà di chiamare a raccolta le forze del mare e quelle della terra.

Come resistere al suo intrigante inganno

Satana conoscere perfettamente la Bibbia e la presenta a modo suo (Mt 4:1-11), seminando zizzania nella chiesa o nel cuore di coloro che amano Dio (Mt 13:24-29, 36–43). Satana e i suoi demoni possono assumere le sembianze dei defunti, riprodurne le parole e il tono di voce, le pose e le caratteristiche con tale accuratezza che le vittime inconsapevoli, sopraffatte dalla vista dei loro cari, restano abbindolate senza volerlo dal più spietato dei trucchi satanici (1 Sam 28).

“Satana ha il potere di fare apparire davanti agli uomini le sembianze dei loro amici defunti. La contraffazione è perfetta: l’aspetto familiare, le parole, il tono della voce, vengono riprodotti con meravigliosa precisione. Molti sono confortati dalla certezza che i loro cari godono della felicità celeste e, non sospettando nessun pericolo, danno retta a «spiriti seduttori e a dottrine di demoni»“.(6) Prima del ritorno di Cristo, «molti saranno visitati da spiriti di demoni che impersonificheranno congiunti o amici defunti e che insegneranno le eresie più pericolose».(7)

Come resistere al suo intrigante inganno?

Mediante la preghiera: «Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole»(Mt. 26:41; cfr Luca 21:36), l’ubbidienza:«Ascoltatemi, o Giuda, e voi abitanti di Gerusalemme! Credete nel SIGNORE, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!» (2Cr. 20:20). La condivisione e l’esortazione «Facciamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno» (Eb 10:24-26) e lo studio quotidiano della Parola di Dio «Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così» (At 17:11).

“Satana sa benissimo che tutti coloro che egli può indurre a trascurare la preghiera e lo studio delle Scritture saranno sopraffatti dai suoi attacchi; perciò egli escogita ogni mezzo possibile per tenere le menti occupate. C’è sempre stata una categoria di persone che, pur professando la pietà, anziché approfondire la conoscenza della verità fanno consistere la loro religione nella ricerca di qualche difetto di carattere o di qualche errore nelle credenze di coloro di cui non condividono le opinioni. Esse sono il braccio destro di Satana”.(8)

“Vegliate, vegliate in preghiera; se agirete come se foste in presenza del Signore, sarete preservati dalla tentazione e potrete sperare di restare puri e immacolati sino alla fine” (5T, pag. 148). “Fate in modo che la prima preoccupazione della giornata sia quella di consacrarvi a Dio, pregando così: «Signore, voglio appartenere completamente a te! Affido a te tutti i miei progetti. Servirti di me oggi, vivi in me e fa che io agisca sempre secondo la tua volontà». E’ un dovere quotidiano consacrare a Dio ogni mattina la vostra giornata… In questo modo giorno dopo giorno offrite la vostra vita a Dio, che la trasformerà rendendola simile a quella del Cristo”.(9)

“Coloro che non vogliono essere preda delle astuzie di Satana devono sorvegliare bene i propri pensieri. Essi devono evitare di leggere, guardare o ascoltare ciò che suscita pensieri impuri. Non bisogna permettere che Satana influenzi la nostra mente con i suoi sottili inganni. Il cuore deve essere fedelmente vigilato, altrimenti i mali esterni risveglieranno mali interiori, e l’anima sarà preda dell’errore – 1Pietro 1:13-16”.(10)

Note:
(1) Questo studio è stato in gran parte tratto dal libro di J. Doukhan, Il Crido del cielo, ed. AdV, Impruneta (FI)
(2) Ebr. Satan = avversario; gr diabolos = calunniatore. Lucifero = portatore di luce.
(3) C.Baudelaire, Le spleen de Paris, Oeuvres complètes, Bibliothèque de la Pléiade, Paris, 1961, p. 276.
(4) E. G. White, Sulle Orme del Gran Medico, p. 31, ed. AdV, Impruneta (FI).
(5) L’interpretazione, che consiste nel vedere nella posterità della donna un’immagine del Messia personale, è molto antica.Essa è attestato già a partire dal Il secolo a.C. nella Settanta che traduce la parola «posterità» (seme) con il pronome personale maschile singolare (autos), invece del neutro (auton), che si sarebbe applicato al seme. Questa lettura messianica si ritrova anche nella tradizione giudaica (cfr.J. Doukhan, Boire aux sources, pp. 66,67), come in quella cristiana (cfr.Romani 16:20; Ebrei 2:14, Padri della Chiesa come Ireneo).
(6) Il gran Conflitto, p. 402, ed. AdV, Impruneta (FI).
(7) Idem p. 408.
(8) Il gran Conflitto, p. 389, ed. AdV, Impruneta (FI).
(9) La via migliore, pag. 70, 71. ed. AdV, Impruneta (FI).
(10) E. G. White, Gli uomini che vinsero un impero, pag. 324 ed. AdV, Impruneta (FI).

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