“Or quant’è alle cose delle quali m’avete scritto, è bene per l’uomo di non toccar donna; ma, per evitar le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie, e ogni donna il proprio marito. Il marito renda alla moglie quel che le è dovuto; e lo stesso faccia la moglie verso il marito. La moglie non ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo il marito non ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie. Non vi private l’un dell’altro, se non di comune consenso, per un tempo, affin di darvi alla preghiera; e poi ritornate assieme, onde Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza”. – 1 Corinzi 7:1-5
“Il nostro tempo quaggiù è limitato: possiamo attraversare questo mondo solo una volta. In questo passaggio cerchiamo di fare della vita il miglior uso” (Sulle Orme del Gran Medico, pag. 149, vol. 3)
Come fare della vita e delle relazioni familiari il miglior uso?
1.Cercare di scoprire le virtù piuttosto che i difetti, aumentando la felicità l’uno dell’altra e di chi vi sta intorno.
- “L’uomo possiede in se stesso una ricchezza e una dignità che il mondo non ha mai potuto dare” (Passi verso Gesù, pag.128). Conseguentemente è importante “coltivare ciò che vi è più nobile in voi, e siate pronti a riconoscere le buone qualità l’uno dell’altra: il sapersi apprezzati è uno stimolo meraviglioso e una gran soddisfazione. La simpatia e il rispetto incoraggiano nella lotta per perfezionarsi, e l’amore stesso cresce mentre sprona al raggiungimento dei fini più nobili” (Sulle Orme del Gran Medico, pag. 152, vol. 3).
- “Ricordatevi…che non troverete la felicità nel chiudervi in voi stessi, paghi di riversare l’uno sull’altra il vostro affetto. Cogliete ogni occasione per contribuire alla felicità di quelli che vi stanno intorno. Ricordate che la vera gioia sta nel servire con abnegazione” (ibid., pag. 152).
2. L’amore non può vivere a lungo se non è espresso.
“Molti considerano le espressioni d’amore una debolezza, e mantengono un riserbo che respinge. Quest’atteggiamento ostacola la corrente di simpatia. Quando gli impulsi socievoli e generosi sono repressi, essi s’inaridiscono e il cuore diventa freddo e triste… Fate in modo che il cuore di chi è unito a voi non languisca e si consumi per mancanza di tenerezza e simpatia” (Ibid, pag. 152, vol. 3).
3. Non accarezzate il pensiero che la vostra unione sia uno sbaglio, ma incoraggiatevi a vicenda e in tutti modi combattete insieme le lotte della vita.
“Anche quando sorgono difficoltà, perplessità e scoraggiamento, né il marito né la moglie dovrebbero accarezzare il pensiero che la loro unione sia uno sbaglio o una delusione” (ibid., pag. 152).
“Tutti vogliamo in qualche modo avere una vita facile, eppure non è la cosa fondamentale. Ciò che è veramente importante è che ritroviamo un senso alla nostra esistenza e lo realizziamo per quanto possibile, sia agendo energicamente, sia in un’esperienza umana, sia anche con un eroico atteggiamento verso la sofferenza. Niente e nessuno può limitare la libertà spirituale della persona se non è essa stessa a farlo, e nessun destino può metterci in ginocchio se non siamo disposti a piegarci”. (E. Lukas)
Credo che la sofferenza, nelle mani di Dio, abbia un significato in rapporto all’acquisizione della maturità affettiva – spirituale. Essa può diventare strumento nelle mani di Dio per condurci al suo amore. L’apostolo Paolo sostiene che «tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio» (Rom. 8:28).
«La sofferenza ha un senso se tu diventi un altro» (E. Lukas) E’ possibile «trasformare la sofferenza in una prestazione umana» (V. Frankl) molto dipende dall’atteggiamento che si ha verso di essa: «dire nonostante tutto sì alla vita». Molte persone si sono temprate nel fuoco della sofferenza, e spesso la maturità interiore – e anche quella spirituale – si raggiunge solo attraverso un doloroso processo di maturazione.
“In qualunque ansietà o prova vi troviate, presentate il vostro caso al Signore. Sarete rafforzati e diverrete capaci di superarle. Vi sarà dato il modo di liberarvi dalle prove e dalle difficoltà. Quanto più vi sentite deboli e privi di aiuto, tanto più diverrete forti per la Sua forza. Quanto più sono pesanti i vostri fardelli, tanto più sarà dolce il riposo quando vi sarete affidati a Colui che li porta per voi” (E. G. White, The Desire of Ages, pag. 329)
4. Non permettete ad altri d’essere partecipi delle vostre confidenze che sono esclusive.
“Intorno alla famiglia vi è un sacro cerchio che dovrebbe essere mantenuto inviolato. Nessun’altra persona ha il diritto di entrare in questo cerchio” (Sulle Orme del Gran Medico, pag. 152).
5. Amatevi e siate pazienti e indulgenti col vostro coniuge.
“Noi siamo stati creati per amare Dio e per amarci gli uni gli altri. Quando non amiamo, ci accadono molte cose dolorose. Ci sentiamo traumatizzati, pieni d’odio e di risentimento, di complessi, di colpe e abbiamo paura gli uni degli altri. I conflitti provocati dalle nostre emozioni, le nostre paure, le nostre frustrazioni, i nostri meccanismi di auto-difesa, il nostro desiderio di distruggere: tutto questo deriva da un mancanza d’amore” (M. R. Carohers, La potenza della lode, ed. Eun, p. 65).
Gesù ha detto: «Io vi comando di amarvi come io vi ho amati» (Giovanni 15:12). Amare non è un optional, ma vitale per la vita e per la relazione coniugale, conseguentemente:
“Siate gentili, pazienti, indulgenti, rispettosi e cortesi. Con la grazia di Dio potete riuscire a rendervi felici a vicenda, come avete promesso nel voto matrimoniale” (Sulle Orme del Gran Medico, pag. 142).
6. Siate voi stessi: uno, ma due distinti e separati
“Nonostante diventiate una sola carne la vostra individualità non deve dissolversi in quella dell’altro. La vostra personalità appartiene a Dio” (Messages to Young People, p. 451).
“Né il marito, né la moglie dovrebbero cercare di esercitare sull’altro un controllo arbitrario. L’uno non deve cercare di costringere l’altra a sottomettersi ai suoi desideri. Non potete fare questo e conservare il vostro reciproco amore”.
Nessuno dovrebbe “annullare la propria personalità in quella dell’altro coniuge. Ognuno ha una personale relazione con Dio. A lui ognuno deve domandare: «Che cosa è giusto? Che cosa è sbagliato? Come posso adempiere meglio il fine della vita?» (Sulle Orme del Gran Medico, pag.152).
7. Fate di Cristo il primo, l’ultimo e il centro d’ogni cosa.
“Quanto più forte e profondo diventa il vostro amore per Gesù (Lui), tanto più si purificherà e si fortificherà il vostro amore” (ibid., pag. 152)
“Il telaio celeste tesse un ordito (tracciato) e trame più fini ma più robusti di quanto non lo possano i telai terreni. Il risultato non sarà una fragile tela qualunque, ma un tessuto che sopporterà il logorio e le difficoltà. Un cuore sarà avvinto all’altro dagli aurei legami di un amore duraturo” (ibid., pag.153).
Conclusione
Non si può rispondere ad un amore totale con un amore parziale. Ogni amore è sacro nella misura in cui esprime donazione di sé. Una donazione totale mediata dall’amore totale verso Dio, il quale esige per sua natura una donazione totale del nostro cuore, senza limiti e restrizioni, senza condizioni né‚ riserve. Solo colui che ha creato il cuore e che lo può rigenerare può essere amato con tutto il cuore; a rigor di logica, l’amore inteso come dono di sé‚ all’altro, è condizionato dal dono di sé‚ a Cristo. Solo di Cristo ci si può innamorare veramente.
Conseguentemente, ogni mattina, consacratevi a Lui. Sottoponetegli tutti i vostri progetti… Tenete gli occhi fissi su Cristo, contemplatelo costantemente mediante lo studio quotidiano della Parola di Dio. Lasciate che Cristo Gesù sia il compagno della vostra vita, l’amico, il consigliere. Pensatelo, contemplatelo, meditatelo, sognatelo, sorridete a Lui ed Egli vi sorriderà.