Dopo che l’ultimo dei suoi tre figli lasciò la famiglia per andare a vivere da solo, Dorothy Eaton Watts scrisse una breve poesia intitolata “Il Nido Vuoto” (intraducibile).
Forse scrivere poesie vi sembra piuttosto idealistico? In realtà non è così facile lasciare che i figli usino le proprie ali per volare via e vivere le loro vite. Vi è qualcosa nella nostra condizione di genitori che ci induce a voler continuare a controllare anche se siamo lontani, molto lontani. Sentiamo ancora il bisogno di consigliarli, aiutarli e proteggerli. Non siamo altrettanto bravi degli uccelli a lasciare che i nostri piccoli se ne vadano.
Carol aveva un problema a lasciar andare. Aveva allevato sei figli, due dal suo primo matrimonio e quattro dal secondo. Dopo essere stata madre per trent’anni, ammise che per lei era un problema smettere di fare “la madre chioccia”.
Carol guardò indietro negli anni e si rese conto che aveva la tendenza a continuare a controllarli. Disse: “Mi facevo carico delle commissioni che avrebbero dovuto svolgere i miei figli da sé. Ricordo quando uno dei miei figli si mise alla ricerca di un college. Aveva bisogno di pagarsi la retta; ma io non l’ho aiutato a farlo… ho addirittura pagato l’intera somma! Sono fatta così”.
Quando un figlio esprimeva qualche bisogno, lei rispondeva immediatamente con un’idea, un libro, un pensiero, un consiglio. Sostituiva le cose che erano rotte o rovinate, impedendo di scorgere la realtà delle conseguenze. I suoi figli non sapevano gestire le situazioni difficili, perché lei era sempre lì per salvarli e trarli d’impaccio.
Recentemente una figlia adulta di Carol è rimasta incinta ed è tornata a casa. E’ una situazione difficile. Carol sta lottando per riuscire a mollare e permettere alla figlia di fare i suoi errori, crescere e maturare. Carol è arrivata al punto di rendersi finalmente conto quanto è importante lasciar andare e lasciar fare a Dio.
In questi giorni la sua costante preghiera è: “Lei è nelle Tue mani, Signore. Aiutami a tenere le mie mani fuori dalla questione. Aiutami a mollare la presa e lasciarti fare il Tuo lavoro!” (Karen O’Connor, “Restoring Relationships with Your Adult Children” – pp. 69-70).
Noi e Carol possiamo davvero lasciare che i nostri “uccellini” usino le loro ali, perché abbiamo la promessa di Dio che Egli si prenderà cura di loro: “Egli dà la pastura al bestiame e ai piccini dei corvi che gridano” (Salmo 147:9).
I genitori trovano più facile lasciar andare i figli fisicamente che emozionalmente e spiritualmente. Ci sembra, agendo così, di abbandonarli. Tenendo presente questo pensiero, il Salmo 27:10 fornisce una nuova prospettiva ai genitori di figli adulti: “Quando mio padre e mia madre m’avessero abbandonato, pure l’Eterno mi accoglierà” dice Davide.
Forse, per davvero, i nostri figli hanno bisogno che noi li lasciamo andare, anche se ci sentiamo come se li abbandonassimo, perché è solo da quel momento che Dio può realmente lavorare per loro in tutta libertà. Davide può anche non aver avuto questo in mente, ma è certamente vero che, quando finalmente i genitori mollano la presa, quando li lasciano completamente alla Sua cura, allora Egli è in grado di lavorare per loro meglio di quanto potesse fare prima.
Ecco il brano di un poeta anonimo (in inglese è in rima):
“Quando i bambini vennero a portare, piangenti,
i loro giocattoli rotti per farseli aggiustare,
Ho portato il mio bimbo smarrito a Dio,
perché Egli era un amico per me.
Ma poi, invece di lasciarlo in pace a lavorare solo,
Mi sono impicciato nel tentativo di aiutare
con i miei metodi personali.
Alla fine, me lo sono ripreso ed ho gridato:
“Come puoi essere così lento?”
“Figlio mio – mi ha detto – Che potevo fare?
Tu non l’hai mai lasciato andare!”
Quando i nostri figli diventano adulti, dobbiamo dare loro delle ali e permettergli di volare in libertà. All’età di cinque anni la nostra influenza sul bambino è del 95%. All’età di quattordici anni quella quota è scesa al 65%. All’età di diciannove si riduce ad un piccolo 5%. Permettere che questo accada fa paura ai genitori cristiani.
“Qualche volta è difficile per noi vedere esattamente come e perché li tratteniamo. Possiamo desiderare di averli sotto controllo. Può essere che vogliamo proteggerli. Possiamo desiderare di provvedere a loro. Sentiamo d’aver lasciato andare i nostri figli in molte aree, però abbiamo la sensazione che, in qualche modo, siamo ancora attaccati spasmodicamente a qualche aspetto della loro vita (Lee Ezell – o.c. – p. 142).
Quali sono alcune di queste aree in cui dobbiamo ancora lasciarli andare?
A. Lasciar andare l’essere compiacenti
Ethel, a ottantatre anni, controlla i suoi figli adulti sforzandosi di metterli sempre al primo posto, compiacendo loro, cedendo per loro. Essa non esprime i propri bisogni, ma si dà completamente per i bisogni dei suoi figli. Per tutta la vita si è sforzata di essere dolce, compiacente ed irreale.
Uno dei suoi figli ha commentato: “Ci controlla essendo dolce, mettendoci per primi, posponendo i suoi bisogni. Ma a volte mi fa diventare matto. Mi sento come se camminassi sempre sulle uova intorno a lei. Non so cosa pensa né cosa vuole” (Karen O’Connor – o.c. – p. 51).
Il compiacere può interferire nelle relazioni con i nostri figli adulti. Abbiamo bisogno di liberarci dal nostro bisogno di controllare mediante questo metodo. Non c’è bisogno di anticipare, né venir incontro a qualsiasi bisogno dei nostri figli adulti. Non abbiamo bisogno di trascorrere più tempo, spendere più denaro ed energie emozionali per i nostri figli adulti di quanto facciamo per noi stessi. L’approvazione dei nostri figli non dovrebbe costituire lo scopo della nostra esistenza.
B. Lasciar andare il salvare
Karen O’Connor, autrice del libro “Restoring Relationships With Your Adult Children” (“Il recupero delle relazioni interpersonali con i vostri figli adulti”), ammette di essere stata una salvatrice. Lavava i piatti senza fare storie, quando i suoi figli avevano altri progetti. Era la “vecchia buona mamma” che è sempre là quando i figli hanno bisogno di lei. Era tipo da organizzare una festa per i figli adolescenti; correre alla libreria per restituire i loro libri, quando il tempo per tenerli era scaduto; aiutarli a fare i compiti all’ultimo minuto. Cominciò a svegliarsi quando i suoi figli furono cresciuti e le cose continuavano ad andare avanti nello stesso modo.
Bill è sempre là per i suoi figli adulti, inviando degli assegni per aiutarli a pagare i conti del dentista e le rate della casa. Se qualcosa va storto, i suoi figli sanno a chi rivolgersi.
Emily è sempre disponibile come baby-sitter per i suoi nipotini. Se i bambini hanno bisogno di qualcosa, a cui i genitori non possono provvedere, è la nonna che ci pensa. Essi non mancano mai di vestiti, giocattoli, denaro da spendere fintanto che c’è la nonna. Lei è la salvatrice della famiglia.
I genitori hanno bisogno di lasciar andare la sensazione che è loro dovere farsi carico di qualsiasi cosa i figli non riescano a gestire. Abbiamo bisogno di smetterla di liberarli dalla sofferenza per guadagnarci il loro affetto. E’ solo quando permettiamo loro di avere delle responsabilità che i figli imparano a prendere decisioni mature e responsabili. Abbiamo bisogno di smetterla di sentirci in colpa se i nostri figli hanno bisogno di un aiuto che non possiamo permetterci di fornire. Non siamo tenuti a provvedere a tutti i bisogni dei nostri figli (adulti). Possiamo mollare tutto ciò e lasciare che lo faccia Iddio. I nostri figli hanno bisogno d’imparare a fidarsi di Lui, come ci fidiamo noi.
C. Lasciar andare il sentirsi martiri
I martiri stanno sempre soffrendo. Informano tutti delle loro paure, fatiche, desideri, dolori, sofferenze ed angosce mentali. A loro basta solo essere malati o sentirsi male, che i figli corrano accanto a loro per farli felici, per farli sentire al centro dell’ attenzione.
I martiri fanno sentire i figli in colpa se non fanno di più per loro, dopo… “tutto quello che ho fatto per voi figli”. I martiri usano la propria condizione fisica e mentale per ottenere simpatia ed esercitare una forma di controllo sui figli, costringendoli accanto a loro.
I genitori hanno bisogno di lasciar andare il loro stato di martiri. Hanno loro stessi bisogno di crescere e dipendere da Dio invece che dai propri figli. Hanno bisogno di smetterla con il tentativo di esercitare controllo facendo sentire i figli in debito con loro.
D. Lasciar andare le manipolazioni
La manipolazione è un’altra forma di controllo che qualcuno di noi usa. Arlene insiste perché i suoi figli adulti trascorrano il Natale a casa ogni anno. Dice loro: “Praticamente non è Natale se non siete tutti qui!”. Se uno di loro ha altri programmi, lo mette sotto pressione: “Ma gli altri vengono tutti. Non vorrai rovinare il Natale a tutti!” (“Restoring Relationships With Your Adult Children” – p. 91).
L’ottantacinquenne Henry è un manipolatore. Se sua figlia non gli telefona ogni settimana, comincia a bollire. La chiama e le dice: “C’è mancato poco che morissi!”. Arriva perfino a menzionare i suoi digiuni e le sue preghiere per cercare d’indurla a vedere le cose a suo modo.
I genitori hanno bisogno di lasciar andare le manipolazioni ai loro figli adulti. Abbiamo bisogno di lasciar andare l’uso della colpa e della vergogna per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno o che vogliamo. Abbiamo bisogno di smetterla di biasimare i nostri figli a causa dei nostri problemi o perché c’è dentro di noi un senso di inadeguatezza. Abbiamo bisogno di disfarci della sensazione che i nostri figli ci sono debitori.
E. Lasciar andare il bisogno di correggere
E’ facile per i genitori vedere gli errori dei propri figli, voler dare un consiglio, correggere i loro sbagli, anche quando i figli sono cresciuti. Dopo tutto, se non diciamo loro quello che non va, come potranno mai cambiare? I genitori che sottolineano gli errori, dicono: “Per il tuo bene…”.
La critica fa sentire i figli inetti. Praticamente, i genitori stanno dicendo al proprio figlio adulto: “Non sei bravo quanto me. Non riesci a capire che stai sbagliando. Ascolta me e lo farai meglio”. I figli grandi provano risentimento verso i genitori che trovano sempre lo sbaglio e lo fanno notare. Percepiscono il costante bisogno dei genitori di controllare il loro comportamento e finiscono per evitare il più possibile il contatto con loro.
La critica è distruttiva della relazione con i nostri figli grandi. Abbiamo bisogno di mollare e lasciare che Dio corregga tutto ciò che ha bisogno di essere corretto. Egli lo farà quando il momento sarà opportuno e con la giusta quantità di amore ed empatia.
F. Lasciar andare la collera
Betty era arrabbiata. Più pensava al comportamento sconsiderato di suo figlio, più si sentiva impazzire. Era sconvolta, perché lui si era ritirato dall’università, aveva lasciato un buon impiego e si stava rovinando con l’alcool e le droghe. La vita non era giusta. Altri genitori non avevano tentato neanche la metà dei suoi sforzi per essere una buona madre… e questa era la ricompensa che lei otteneva!
Sentiva che la sua collera era giustificata. Il comportamento di suo figlio giustificava la sua reazione. Comunque, i rapporti con suo figlio peggiorarono fino a che lei non lasciò andare il suo diritto ad essere arrabbiata ed arrivò al punto di perdonare suo figlio.
G. Lasciar andare le false speranze
Cameron aveva aspettato a lungo di avere un figlio e concentrò tutta la sua vita su quel ragazzo. Aveva speranze molto alte per lui; sarebbe cresciuto per diventare un grand’uomo, un medico pronto a rilevare lo studio di Cameron, quando sarebbe arrivato il momento del suo pensionamento.
Ma suo figlio odiava la medicina. Tentò di iscriversi a questa facoltà, ma l’abbandonò. Amava tutto ciò che era meccanico, auto, vecchi motori. Trovò un lavoro in un’officina, ma tutte le volte che tornava a casa per una visita, Cameron continuava a parlargli di tornare all’ università per portare a termine gli studi medicina e rilevare il suo studio.
C’è un tempo per i genitori di mollare i loro sogni riguardanti i figli e lasciare che perseguano i propri. C’è un tempo per noi di dimenticare le nostre fantasie a proposito del momento magico, in cui i nostri figli riceveranno l’illuminazione e diventeranno quello che abbiamo sempre sognato che fossero!
H. Lasciar andare il nostro ruolo di genitori
In poche parole, ciò di cui abbiamo bisogno è lasciare il nostro ruolo di genitori. Abbiamo bisogno della volontà di spingerli fuori dal nido non solo fisicamente, ma anche emozionalmente e spiritualmente.
Lasciar andare…
“Lasciar andare non vuol dire cessare di prendersi cura; vuol dire che non posso agire per conto di un altro. Lasciar andare non vuol dire che mi devo tagliare fuori, ma piuttosto che mi rendo conto che non posso controllare un altro.
Lasciar andare vuol dire permettere d’imparare tramite le conseguenze naturali (delle scelte).Lasciar andare è ammettere la mia impotenza, il che significa che il risultato non è nelle mie mani.
Lasciar andare non è tentare di cambiare o biasimare un altro, poiché io posso solo cambiare me stesso.Lasciar andare non vuol dire prendersi cura di, ma prendersi cura intorno, a proposito di.
Lasciar andare non è fissare, ma sostenere.
Lasciar andare non è giudicare, ma permettere che un altro sia un essere umano.
Lasciar andare non vuol dire stare in mezzo, accomodando ogni cosa, ma permettere agli altri di raggiungere i propri risultati.Lasciar andare non è essere protettivi, ma permettere ad un altro di affrontare la realtà.
Lasciar andare non è negare, ma accettare.
Lasciar andare non è brontolare, rimproverare, discutere, ma cercare le mie insufficienze e correggerle.Lasciar andare non è criticare o regolare la vita di un altro, ma fare del mio meglio con me stesso.
Lasciar andare non vuol dire rimpiangere il passato, ma crescere oggi e prepararmi per il futuro.
Lasciar andare vuol dire avere meno paura e più fiducia in Cristo e donare liberalmente agli altri l’amore che Lui ha dato a me”(Fonte anonima, citato in “Pills for Parents in Pain”).