La potenza dell’intercessione
“La preghiera è la più potente forza dell’universo” afferma il Dott. Courtland, uno scienziato del ventesimo secolo (Dick Eastman, “No Easy Road” – p. 114).
Charles Spurgeon scrisse: “La potenza della preghiera non può mai essere sopravvalutata. Coloro che non possono servire Dio mediante la predicazione non hanno bisogno di rammaricarsi. Se una persona non può fare altro che pregare, può fare ogni cosa” (“No Easy Road” – p. 114).
E.A. Bounds ci suggerisce: “La preghiera può fare tutto ciò che Dio può fare” (“No Easy Road” – p.115).
Dio disse a Geremia: “Invocami, e io ti risponderò, e t’annunzierò cose grandi e impenetrabili, che tu non conosci” (Geremia 33:3).
A quale scopo esiste questo potere? Richard C. Foster lo spiega così: “Se veramente amiamo le persone, noi desidereremo per loro molto di più di quanto è nelle nostre forze di dare, e questo ci indurrà a pregare. L’intercessione è un modo di amare gli altri” (Richard C. Foster, “Prayer” – p. 191).
Il Dott. E. Stanley Jones la mette in questo modo: “Mediante la preghiera voi vi allineate con i propositi e la potenza di Dio ed Egli è in grado di compiere così, tramite voi, delle cose che non avrebbe potuto fare in altro modo. Questo è un universo aperto a tutti, dove alcune cose sono lasciate in sospeso, condizionate solo dalla nostra volontà di compierle. Se non le facciamo noi, non si realizzeranno mai. Poiché Dio ha lasciato certe cose aperte alla preghiera – cose che non si compiranno mai se non per mezzo della nostra preghiera” (Helen Smith Shoemaker, “The Secret of Effective Prayer” – p. 15).
Cercando l’aiuto divino noi iniziamo a far parte della risposta a quella preghiera.
Forse una citazione che meglio ci sprona alla preghiera d’intercessione e che ne dimostra la potenza, la troviamo in “Steps to Christ” di Ellen White. Essa scrive: “Presentate a Dio le necessità, le gioie, le tristezze, le preoccupazioni e i timori che sentite, perché niente lo potrà stancare o infastidire. Egli non è affatto insensibile alle necessità dei propri figli; anzi, di loro conta pure i capelli… (Egli) si commuove al pensiero dei nostri dolori, e perfino quando noi ci lamentiamo per essi. Presentategli dunque tutto ciò che vi rende perplessi, perché niente è troppo gravoso per Colui che sostiene i mondi e regna su tutto l’universo. Non esiste pensiero che turbi la nostra pace che Egli non noti; tutta la nostra vita è per Dio come un libro aperto e nessun nostro problema è troppo difficile da risolvere per Lui. Ogni disgrazia che colpisce il più piccolo dei Suoi figli, ogni preoccupazione che ci tormenta, ogni gioia che proviamo, ogni preghiera sincera, è immediatamente osservata con interesse dal nostro Padre celeste…” (“La Via Migliore” – pp. 89-90).
A. La potenza è Disponibile
Troppo spesso ci comportiamo come un tipo dell’Oklahoma, esperto del suo mestiere. Quando trovò il petrolio nella sua terra, divenne improvvisamente molto ricco. Era sempre vissuto in una piccola baracca senza elettricità. Aveva sempre adoperato il cavallo per i suoi spostamenti e per il lavoro in campagna. Di colpo si ritrovò catapultato nel mondo moderno con tutta la sua ricchezza.
Scese in città per comperarsi un bel vestito nuovo di marca e una nuova fantastica Cadillac, che era stata consegnata davanti alla sua baracca. Indossò il vestito nuovo e scese in città seduto nella sua grandiosa macchina… trainata da cavalli!
La potenza era a portata di mano per lui – quella di cento cavalli era disponibile – ma lui non aveva mai imparato come accedere a quella potenza. Non sapeva come mettere in moto l’auto né farla funzionare, perciò adoperò l’unica potenza che conosceva: due cavalli.
Non potrebbe essere che, qualche volta, ci muoviamo nella vita allo stesso modo? Sfruttare solo la potenza di due cavalli sul totale delle nostre capacità, quando potremmo attingere alla potenza celeste di cento cavalli? Parafrasando una vecchia espressione, si potrebbe dire: “La preghiera è la chiave nella mano della fede che ‘accende’ la potenza celeste”.
“Ogni potestà m’è stata data in cielo e sulla terra” disse Gesù (Matteo 28:18), ed Egli ha promesso che noi potremo accedere a quella potenza non facendo altro che chiedere (Matteo 7:7-11).
B. Potenza per vincere Satana
Samuel D. Gordon in “Quiet Talks on Prayer” (“Serene Chiacchierate a proposito della Preghiera”) scrive: “La preghiera è potenza, il tempo della preghiera è il tempo della potenza. Il luogo della preghiera è il luogo della potenza. La preghiera è connettere i fili con la dinamo divina, affinché la potenza possa fluire liberamente senza perdite né interruzioni”.
Dick Eastman aggiunge: “E’ la potenza a sconfiggere gli infernali demoni di Satana ovunque, in qualsiasi momento, malgrado qualsiasi ostacolo… Infatti, i colpi che la preghiera assesta a Satana sono ben più terribili di quanto l’inferno stesso sia disposto ad ammettere” (“No Easy Road” – p. 119).
Ellen White è d’accordo: “Satana non può sopportare che sia chiamato il suo possente rivale, perché teme e trema di fronte alla Sua forza ed alla Sua maestà. Al grido di una preghiera ardente, l’intero esercito di Satana trema” (Testimonies, Vol. 1 – p. 346).
“Satana è adirato quando sente una fervente preghiera, perché sa per certo che subirà delle perdite” (Testimonies, Vol. 1 – p. 295).
“Implorando l’aiuto del grande Conquistatore, anche il più debole credente nella verità, ma che conta fermamente su Cristo, può respingere con successo il maligno e tutte le sue schiere” (Testimonies, Vol. 1 – p. 340).
Dice Samuel Chadwick: “Satana non teme che la preghiera. L’unica sua preoccupazione è tenere i santi lontano dalla preghiera. Non teme nulla da uno studio fatto senza preghiera, da un lavoro senza preghiera, da una religione senza preghiera. Ride delle nostre fatiche, si fa beffe della nostra saggezza, ma trema quando preghiamo” (Joe Engelkemier, “Whatever It Takes Praying” – p. 93).
C. La preghiera Protegge
Janis Vance ci racconta la storia di una potente preghiera d’intercessione in “A Gift of Love” (“Un Dono d’Amore”). Aveva fatto parte per sei mesi di un gruppo di preghiera che si riuniva tutti i mercoledì mattina. Per tre ore i membri del gruppo studiavano un testo biblico e pregavano gli uni per gli altri.
Una mattina, dopo lo studio, si avviò verso casa sull’autostrada ed erano circa le 12,30. Mentre era in viaggio si sentì spinta a pregare. Una vocina dentro le faceva urgenza: “Prega per i tuoi figli. Prega ad alta voce per loro”.
Non sapendo per che cosa pregare, ella pregò per la loro salute, le loro frequentazioni, per la scuola, e qualunque altra cosa le passasse per la testa. Parlava al Signore ad alta voce e nel frattempo teneva gli occhi sulla strada.
Poco dopo il suo arrivo a casa, squillò il telefono. Era Jason, il figlio maggiore. “Mamma, c’è stato un incidente – disse – Io sto bene, ma non altrettanto la macchina”.
Stava guidando giù per una tortuosa strada di montagna quando, entrando in una curva, si era trovato davanti, sulla sua carreggiata, un pesante camion che viaggiava contromano.
Da un lato c’era un precipizio di circa dieci metri e dall’altro un terrapieno. In qualche modo era riuscito (non sa ancora come) ad evitare il camion andando a finire nel solco prossimo al terrapieno. Non si era ferito, ma la macchina aveva una ruota a terra. Janis si rese conto che l’incidente era avvenuto nel momento in cui si era sentita spinta a pregare per i figli (“A Gift of Love” – pp. 249-250).
D. Un Esempio: Mamme in Contatto
Quando Fern Nichols si trasferì dalla British Columbia a San Diego, in California dovette affrontare un problema. Essa non poteva permettersi d’iscrivere il proprio figlio in una scuola cristiana. Temeva che i compagni e gli insegnanti avrebbero potuto avere un cattiva influenza su di lui. Pregò il Signore d’incontrarsi con un’altra mamma che avesse lo stesso problema. Ben presto incontrò una vicina che era anche lei preoccupata, perché suo figlio frequentava una scuola pubblica. Cominciarono così ad incontrarsi una volta la settimana per pregare insieme in favore dei propri figli.
L’idea si diffuse. Oggi ci sono 10.000 i gruppi di “Mamme in Contatto” negli Stati Uniti e 300 in Canada, e circa un centinaio di altri gruppi in Giappone, Austria, Cina, Egitto e Africa. Alcuni di questi sono gruppi di mamme Avventiste “in contatto” che s’incontrano nella scuola di chiesa una volta la settimana per pregare in favore dei loro figli e dei loro insegnanti. Si prendono l’impegno di trascorrere insieme un’ora alla settimana unicamente per pregare per specifiche preoccupazioni riguardo ai loro figli. Alle riunioni non sono previsti rinfreschi od altri incentivi; nient’altro oltre la preghiera.
Fern afferma: “Le donne hanno bisogno di percepire tutta la potenza della preghiera, nel momento stesso in cui piegano le ginocchia e dicono ‘Amato Padre’. Satana ha accecato i cristiani, inducendoli a credere che l’essere produttivi consiste nel darsi da fare, andare e venire, fare delle cose. La vera produttività nel realizzare le cose sta nel mettersi in ginocchio. Se non preghiamo noi per i nostri figli, chi lo farà?”
Fern ci racconta l’esperienza di sua sorella Gail, il cui figlio aveva una professoressa dal carattere burbero, irritabile. Gail non voleva che suo figlio fosse in quella classe. “Tuttavia – dice Fern – Il Signore tranquillizzò l’animo di Gail” dicendole: “Voglio che tu eserciti un ministero in favore di quella donna”. Gail iniziò a darsi da fare in quella classe, pregando per lei e mandandole dei biglietti d’incoraggiamento. Verso la fine dell’anno questa donna disse a Gail, con le lacrime agli occhi, quanto fosse stato speciale per lei il loro rapporto. Gail fu testimone di un cambiamento nella situazione scolastica quell’anno, grazie alle sue preghiere (Debra A. Bell, Virtue – Settembre/Ottobre 1991 – pp. 52-55).
Che cosa potrebbe accadere alla nostra gioventù nelle nostre scuole inferiori e superiori e all’università, se ci fossero più mamme, papà e nonni in contatto con Dio? Se intercedessero per i loro ragazzi davanti al trono di Dio, pregando per gli insegnanti chiamandoli per nome, affidando a Lui tutti i problemi di cui sono al corrente, dandogli così l’occasione di operare nelle scuole Avventiste come mai prima?
E. La preghiera può andare ovunque Dio va
Un comandante di aeronautica fu colpito nel Pacifico. Trascorse molti giorni su una zattera prima di essere soccorso. Fino a quel momento non era mai stato credente, nonostante i suoi genitori pregassero per lui giorno e notte. Poi scrisse ai genitori: “Ciò che mi diede forza in quei giorni fu la consapevolezza che voi, i miei genitori, e tutti gli altri della chiesa, avreste pregato per me. Mi ricordo, papà, come pregavi, prima di cena, per diverse persone ed ero sicuro che ti saresti ricordato di me. Ricordo anche come pregavamo sempre per i malati e tutti gli altri che avevano responsabilità nella chiesa; ma tutto questo non significò mai molto per me fino alla scorsa settimana. E’ strano, sapete, quelle preghiere erano diventate di colpo così importanti, mentre me ne stavo seduto su quella zattera!” (A. Dudley Dennison Jr., “Windows, Ladders, and Bridges” – p. 155).
Sì, la preghiera può andare dovunque Dio va. “Dove me ne andrò lungi dal Tuo spirito? E dove fuggirò dal Tuo cospetto? Se salgo in cielo Tu vi sei; se mi metto a giacere nel soggiorno dei morti, eccoti quivi. Se prendo le ali dell’alba e vo a dimorare all’estremità del mare, anche quivi mi condurrà la Tua mano, e la Tua destra mi afferrerà” (Salmo 139:7-10).
La vetrina dei genitori: Caleb e Elizabeth Le Tourneau
Robert Gilmore Le Tourneau era inventore, costruttore, ingegnere, missionario laico e benefattore cristiano. Guardate l’area di lavoro di un qualsiasi grosso progetto di costruzione e, se vedrete un’enorme macchinario in grado di fare il lavoro di un centinaio di uomini, o anche di più, o di rimuovere montagne di detriti con una singola operazione, o di eseguire sette operazioni in una sola – ci saranno buone probabilità che R.G. Le Tourneau abbia avuto a che fare con tali invenzioni o con i progetti originali. Progettò anche gli impianti su piattaforme petrolifere attrezzate per l’estrazione a basso costo di petrolio dal fondo dell’oceano. Inventò la moderna scavatrice e i bulldozer ed applicò la tecnologia degli pneumatici di gomma ai mezzi pesanti (John Woodbridge, “More Than Conquerors” – pp. 344-345).
L’esperienza della salvezza personale di Le Tourneau ebbe luogo quando la famiglia viveva a Portland, in Oregon. Il piccolo Robert lasciò la scuola e andò a lavorare in una fonderia. “Il pesante lavoro fisico della fonderia si adattava bene alla sua natura vivace ed attiva. Era trascorso circa metà del suo periodo di apprendistato, quando fece un’esperienza che cambiò l’intero corso della sua vita. Questo giovane, fisicamente robusto, dalla volontà indomita, insofferente alle restrizioni, ambizioso, dalla fervida immaginazione e dotato di talenti oltre la media della sua età, arrivò improvvisamente alla Valle della Decisione.
In quel momento disse di se stesso: «Sono stato cresciuto in una famiglia cristiana da mio padre e da mia madre, che amavano Gesù e Lo servivano con tutto il cuore. Avevamo un altare di famiglia dove adoravamo il Signore. Papà pregava chiedendo a Dio che i suoi figli si rendessero utili al Suo regno. Nonostante ciò, all’età di sedici anni mi ritrovai nella strada sbagliata, nella direzione sbagliata. Conoscevo la via da seguire, ma me ne dimenticavo».
Egli continua la sua storia: “Cominciai a rendermi conto che c’era qualcosa che non andava nella mia vita. Cercai ripetutamente di voltare pagina, ma ogni volta fallivo, andando di male in peggio. Non era che non conoscessi la Bibbia o la via della salvezza. Anzi, il guaio era che la conoscevo troppo bene. A casa nostra dovevamo memorizzare versetti biblici ed io ne imparai a memoria una grande quantità; ma li recitavo a pappagallo. Sì, conoscevo le parole, tuttavia erano vuote di significato per me. Ogni volta che si organizzavano degli incontri di risveglio in città, io andavo e mi davo molto da fare; purtroppo dopo questi incontri, ritornavo regolarmente al mio vecchio stile di vita.
Una volta si organizzò un incontro di risveglio molto speciale; tutti mi chiedevano: ‘Ci andrai stasera?’ Io rispondevo: ‘Oh sì, ci puoi scommettere!’ Andai per quattro sere, poi decisi che questa cosa non mi stava conducendo da nessuna parte. Cercavo qualcosa, ma non sapevo esattamente che cosa. Pensavo di essere alla ricerca di Dio, ma in realtà cercavo le cose che Lui poteva darmi. La sera successiva rimasi a casa e ripensai a tutta la situazione. Vidi me stesso affondare sempre di più nel peccato e mi resi conto che ero un peccatore perduto. La sera seguente partecipai all’incontro e quando venne rivolto l’appello, mi feci avanti.
Mi fu rivolta la domanda: ‘Credi tu che Cristo sia morto per i peccatori?’ Conoscevo tutte le risposte delle Sacre Scritture, ma c’era qualcosa che si frapponeva fra la mia anima e la salvezza. Sembrava che non potessi crederci; non era una realtà per me. Quella sera, dopo l’incontro, tornai a casa e andai a letto. Mentre ero lì sdraiato, mi venne questo pensiero: se dovessi morire stanotte, sarei perso per l’eternità. Avevo udito la Buona Novella e l’avevo rigettata.
Allora gridai a Dio con disperazione: ‘Signore salvami o perirò!’ Qualcosa accadde proprio in quel momento. La gloria del Signore mi rivestì e la piena realtà della salvezza penetrò nella mia anima.
“Il mio primo pensiero fu per mia madre che pregava da tanto tempo per la mia salvezza. Pensai che ella stesse pregando proprio in quel momento. Mi alzai dal letto e corsi nella sua camera.
‘Mamma, – le dissi – E’ tutto risolto adesso. Non c’è più bisogno che tu preghi ancora per me; sono salvato, sono sulla strada che conduce al cielo!’ Sua madre pianse di gioia. Questa era la risposta alle sue preghiere” (da “God Runs My Business: The Story of R.G. Le Tourneau”, A. W. Lorimer. Ristampato in “Forty Fascinating Conversion Stories”).
Più tardi, nel corso della sua vita, Le Tourneau ebbe delle ricadute spirituali, perché si lasciò coinvolgere dai suoi affari e dalla smania di accumulare denaro. Subì la frattura del collo in un incidente automobilistico; uscì illeso da un incendio della sua officina di riparazioni; per poco non morì di un’influenza, detta ‘spagnola’; perse il suo primogenito e fece fallimento.
Le Tourneau cominciò allora a fare il bilancio della sua vita spirituale e si pose la domanda: ‘Che cosa è andato storto?’
Si convinse che il Signore gli rispose dicendo: “Figlio mio, tu hai lavorato sodo, ma per le cose sbagliate. Ti sei dato da fare per le cose materiali quando avresti dovuto lavorare per quelle spirituali”.
Si ricordò di un versetto che aveva imparato a memoria da giovane: Matteo 6:33. Egli affermò in merito: ‘Era proprio quello che non avevo fatto. Prima di tutto avevo cercato di vivere a modo mio; e sono fermamente convinto che Dio debba permettere certe difficoltà nella nostra vita per indurci ad alzare lo sguardo verso di Lui per chiedergli aiuto e guida’” (“More Than Conquerors” – p. 347).
E’ evidente che le preghiere e gli insegnamenti dei suoi genitori avevano decisamente influenzato Le Tourneau nel corso della sua vita.
La potenza della preghiera
- “La preghiera è la più potente forza dell’universo” (Dott. Courtland).
- “La potenza della preghiera non può mai essere sopravvalutata. Coloro che non possono servire Dio mediante la predicazione diretta non hanno bisogno di rammaricarsi. Se una persona non può fare altro che pregare, può fare ogni cosa. Colui che sa vincere con Dio in preghiera, ha il cielo e la terra a sua disposizione” (Charles Spurgeon).
- “Rientra nel piano di Dio accordarci, in risposta alla preghiera della fede, quello che non ci concederebbe mai senza una nostra richiesta specifica” (“Great Controversy” – p. 525).
- “Mediante la preghiera voi vi allineate con i propositi e la potenza di Dio ed Egli è in grado di compiere così, tramite voi, delle cose che non avrebbe potuto fare in altro modo… Dio ha lasciato certe cose aperte alla preghiera – cose che non si compiranno mai se non per mezzo della nostra preghiera” (Dott. E. Stanley Jones).
- “Satana non teme che la preghiera. L’unica sua preoccupazione è tenere i santi lontano dalla preghiera. Non teme nulla da uno studio fatto senza preghiera, da un lavoro senza preghiera, da una religione senza preghiera. Ride delle nostre fatiche, si fa beffe della nostra saggezza, ma trema quando preghiamo” (Samuel Chadwick).
- “Per mezzo della preghiera sincera e fervente, i genitori dovrebbero ergere una barriera intorno ai loro figli. Dovrebbero pregare con la piena assicurazione della fede che Dio rimarrà vicino a loro e che i santi angeli proteggeranno sia loro che i loro figli dalla potenza crudele di Satana” (Testimonies, Vol. 1 – p. 43).
- “Genitori, avvicinatevi con umiltà, con un cuore pieno di tenerezza e con una chiara percezione delle tentazioni e dei pericoli che sono di fronte a voi ed ai vostri figli. Con fede tratteneteli davanti all’altare, implorando per loro la cura speciale del Signore. Gli angeli veglieranno sui figli che sono così consacrati a Dio. Rientra nei doveri dei genitori cristiani erigere, mattina e sera mediante fervide preghiere ed una fede perseverante, una barriera protettiva intorno ai loro figli” (Testimonies, Vol. 1 – pp. 397-398).
- “Quando parleremo con Dio durante eternità, ci renderemo ben presto conto che tutto quanto è stato realizzato di buono, era collegato ad una preghiera di intercessione” (Dick Eastman).
- ” Non si potrà mai stimare abbastanza la potenza della preghiera di una madre… Se, mediante la fede, ella è in contatto con il Figlio di Dio, la tenera mano della madre potrà difendere il figlio dal potere della tentazione, potrà custodire la figlia dall’indulgere nel peccato..” (Ellen G. White, Signs of the Times – 16 marzo 1891).
Il dono delle tue preghiere
Il più grande dono che tu possa dare ai tuoi figli è quello delle tue preghiere. Quando preghi per loro, tu chiedi a Dio di benedirli con qualcosa che solo Lui può dare: la salvezza, la salute, la saggezza, la comprensione, l’amore, la gioia, la pace e la fede. Qui di seguito vi sono alcune affermazioni di figli che, alla fine, riconobbero il meraviglioso dono della preghiera dei loro genitori:
- “Credo che sarei stato spazzato via dal diluvio dell’infedeltà francese, se non fosse stato per una sola cosa: il ricordo dei momenti in cui mia madre, una santa, mi faceva inginocchiare accanto a lei, tenendo le mie piccole mani fra le sue e facendomi ripetere la preghiera del Signore” (John Randolph).
- “Le preghiere e le lettere di mia mamma mi seguirono e, dal momento in cui misi piede sul suolo americano, il Signore cominciò ad operare miracoli su miracoli fino a che tutte le preghiere di mia madre in Svizzera non furono esaudite una ad una” (Emilio Kenchtle).
- “Sebbene riuscissi a sfuggire ai sermoni, agli argomenti religiosi, alle chiese ed a qualunque altra cosa, non potei fuggire dalle preghiere di mia madre” (Reuben A. Torrey).
- “Dubito che sarei un cristiano oggi se non fosse stato per i Guerrieri della Preghiera (“Prayer Warriors”: gruppi di preghiera conosciuti negli U.S.A. – n.d.t.) che pregarono per me quando ero un giovane sconsiderato e ribelle. Una notte molto tardi, stavo tornando a casa in macchina dopo aver partecipato ad una festa, quando mi assalì la netta convinzione della mia perdizione eterna. Non potevo scrollarmela di dosso; si trattava di una sensazione inspiegabile ed opprimente. Mi sentii infelice per tutto il tragitto. Quando aprii la porta di casa, compresi il perché. Mio padre era seduto in sala da pranzo, con la Bibbia in grembo, che pregava per me. Quella notte rappresentò un punto cruciale nella mia vita. C’è potenza nella preghiera!” (Clayton S. Peck).
- “Fu grazie alle preghiere fedeli e quotidiane di mia madre che io non perii” (Sant’Agostino).
- “La nostra esperienza ci porta a credere che Dio risponde alla preghiera. Non posso parlare per voi, ma posso parlare per me stesso. Se c’è qualcosa che so, qualcosa di cui sono sicuro al di là di ogni dubbio, è che il fiato speso per pregare non è mai sprecato. Se non c’è nessuno qui che lo possa affermare, io oso dirlo e posso anche provarlo. La mia stessa conversione è il risultato della preghiera: lunga, affettuosa, fervente, e insistente. Furono i genitori a pregare per me; Dio ascoltò il loro grido ed eccomi ora in mezzo a voi a predicare il Vangelo” (Charles Spurgeon).