Creazione o Evoluzione?

12 Studi
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1. Evoluzione e trasformismo

creation_of_man_2“L’evoluzione è un fatto”. Questo almeno è quanto oggi affermano molti, spesso senza comprendere il senso profondo di tale affermazione. Nel termine “evoluzione” infatti s’incrociano nozioni diverse, di cui spesso non si ha consapevolezza. Che cosa s’intende realmente per “evoluzione”? Si vuole esprimere con questa parola l’idea di una variazione, di un cambiamento del mondo, delle idee e degli esseri? Se è così, allora l’evoluzione è sicuramente un fatto. O forse si vuole dare alla parola un significato più concreto limitato al mondo degli esseri viventi? Anche in questo caso l’evoluzione è un fatto: gli esseri viventi non sono blocchi di granito, le specie non sono immutabili. Alcune scompaiono – in modo purtroppo sempre più veloce – altre cambiano, si alterano per improvvise mutazioni, facendo comparire nuovi caratteri e originando, in genere per atrofia o degenerazione, specie modificate.

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2. I fossili provano l’evoluzione?

candlesI geologi hanno elaborato una scala stratigrafica virtuale, basata sullo studio dei caratteri morfologici delle rocce e soprattutto dei fossili che esse contengono. Si tratta di una scala che va tenuta ben presente; d’altra parte, tutti i geologi sono perfettamente coscienti che la paleontologia è il fondamento della stratigrafia, che solo i fossili “permettono di districare l’imbroglio dei vari strati geologici e stabilire l’unica classificazione possibile di quegli stessi strati mediante il concetto di età relativa”. Nell’ambito geologico dunque ogni cronologia relativa è in funzione della verifica dei fossili. Questo significa che laddove due strati si differenziano tra loro per i caratteri morfologici, se contengono i medesimi fossili “caratteristici” verranno considerati della stessa età. Emerge qui un apriorismo che è doveroso segnalare.

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3. Serie evolutive e anelli intermedi

flowersyellowC’è l’abitudine di presentare l’evoluzione della vita con l’aiuto di immagini molto suggestive, per esempio un albero che innalza i suoi rami sempre più in alto partendo da un tronco comune di cui alla fine constatiamo l’inesistenza, oppure una catena i cui anelli sono fossili sempre più complessi. Sono valide queste immagini? In altre parole: gli archivi fossili forniscono l’immagine di una progressione continua di forme viventi? L’esempio più frequentemente citato in favore della tesi evoluzionista è quello della famosa “serie” di equidi. Altre volte si cita la serie dei camelidi o dei proboscidati .

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4. Gli enigmi della Paleontologia

bibleAbbiamo sottolineato che affinché la teoria evoluzionistica risulti ammissibile, si devono realizzare le sette condizioni enunciate nella precedente lezione. Se anche una sola di queste non dovesse verificarsi, la teoria dovrebbe ritenersi altamente incerta. Per essere precisi, nessuna di queste condizioni, come vedremo, sembra verificarsi; tutte le basi della teoria appaiono carenti: la spiegazione dell’origine della vita, gli organismi primitivi negli strati più antichi, l’auspicabile continuità delle forme, i necessari anelli intermedi tra i gruppi. Tutti questi fatti (per limitarci a quelli che riguardano la paleontologia) dovrebbero portare come logica conseguenza a una revisione della tesi tradizionale. In questo studio ci proponiamo di presentare un certo numero di obiezioni a tale tesi e di abbozzare una soluzione ad alcuni enigmi.

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5. L’origine della vita

12_11_12bLa questione dell’origine della vita, uno dei pilastri della tesi evoluzionista, è forse nella biologia la migliore testimonianza di prevenzione verso spiegazioni non meccanicistiche di un fenomeno naturale. Per il filosofo greco Talete di Mileto (625- 547 a .C.), la vita nasce a partire della materia considerata eternamente viva e mutevole: la vita sta nella materia. Per Democrito (460- 370 a .C.) la materia si compone di una moltitudine di piccolissime particelle (atomi) dotate di movimento costante e separate le une dalle altre da spazi vuoti. In questo moto perenne risiederebbe l’origine di ogni cosa, inclusa la vita. Ma fu Aristotele (384- 322 a .C.) che introdusse nel suo sistema la nozione di generazione spontanea per spiegare l’origine di vermi, larve, api e zecche. Rese la sua tesi affascinante grazie a un’analisi teorica piuttosto profonda, influenzando tutte le generazioni di pensatori per moltissimi secoli.

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6. Gli uomini preistorici

frame_of_leavesDurante l’epoca glaciale vissero, distribuiti in tutto il mondo, i cosiddetti «uomini preistorici». Si sbaglia se si sostiene, come è stato detto per molti anni, che fossero antenati primitivi con caratteristiche animalesche. Anzi, gli individui appartenenti al gruppo di Cro-Magnon hanno rivelato un elevato livello psichico, e un corpo molto simile al tipo medio dell’uomo moderno, se si esclude la statura un po’ più alta. In particolare:La popolazione del paleolitico superiore aveva una statura media di 1,73 metri e una capacità cranica di 1.593 cm3 . Successivamente, nel mesolitico, l’uomo era alto 1,70 metri con una capacità cranica media di 1.560 cm3 .Oggi la statura media della popolazione è di 1,68 metri e la capacità cranica di 1.453 cm3…

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7. Bibbia e evoluzione

mcon1Fino a questo momento ci siamo sforzati di restare sul piano unicamente scientifico, o più modestamente sul piano razionale. Ma è giusto osservare, d’accordo con la psicologia contemporanea, che l’uomo è un essere integrato in tutte le sue componenti e che la «neutralità» assoluta, anche sul piano scientifico, non può esistere. Un biologo credente e un biologo ateo che lavorano in laboratorio sono entrambi degli scienziati; ma indossare il camice bianco non significa né per l’uno né per l’altro abbandonare la propria personalità. Il primo, con il maggiore rigore scientifico e la maggiore onestà possibile sarà recettivo ai dati reali e coerenti che convergono sulla nozione di Dio. Il secondo con la stessa onestà e lo stesso rigore, esaminando gli stessi fatti, o non vi scorgerà altro che il caso o invocherà, per spiegare i fatti, delle leggi ancora sconosciute che gli permetteranno di compiere delle astrazioni e di superare il concetto di Dio, per lui inaccettabile. Lo stesso processo mentale viene attuato quando si affronta il problema dell’evoluzione.

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8. I fossili e il diluvio universale

waters_mainÈ facile comprendere perché molti rifiutano il concetto del diluvio universale. Immaginarsi un fenomeno così rilevante per gravità di conseguenze ed estensione, tale da interessare il mondo intero, è molto difficile. Anche le più violente tempeste note all’uomo moderno interessano contemporaneamente soltanto una piccola parte della superficie terrestre. Un altro aspetto complesso del racconto del diluvio della Genesi è quello degli animali. Come hanno potuto sopravvivere «tutte le specie»? Gli animali come hanno raggiunto l’arca dai diversi continenti? Questi interrogativi, come altri riguardanti le diverse forme di vita, hanno indotto molti scienziati in un primo tempo a mettere in dubbio, poi a rifiutare ogni concetto di un diluvio universale e di un’arca servita come rifugio. Se un diluvio universale si è veramente verificato a cosa somigliava? Esistono fatti scientifici per sostenere questa affermazione? La storia del diluvio si ritrova negli scritti ebraici? Altre storie antiche contengono un racconto del diluvio?

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9. I giorni della creazione

noahshope_main1Non ci sono dubbi sul fatto che Genesi 1 marca la creazione introducendo l’elemento tempo. Ciò significa che la creazione è stata concepita con dei termini storci, contrapponendosi ad ogni forma di mito, dove la caratteristica fondamentale è l’eliminazione del tempo. Possiamo cogliere questo insegnamento sin dalle prime parole: « nel principio», come anche alla fine, Genesi 2: 4 che riassume tutto il tempo della creazione in una formulazione temporale: «Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli». Ogni giorno della creazione viene introdotto da una formula introduttiva con relativa descrizione del fatto creativo: «Dio disse».. .; e da una formula di chiusura: «Fu sera, poi fu mattina: primo giorno», in un rapporto invariabile fino al sesto giorno: «Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno», che indica la fine dell’atto creativo da parte di Dio. Il settimo giorno (Gn 2:1-3) viene introdotto in modo del tutto diverso rispetto agli altri giorni. Innanzitutto non troviamo la formula conclusiva: « fu sera e fu mattina … », inoltre è benedetto e santificato da Dio, come memoriale della creazione. Ciò significa il settimo giorno non è da considerarsi come gli altri giorni e che il suo valore è di natura diversa: un’oasi d’eternità nel tempo.

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10. l’ipotesi evoluzionista

cross_16L’evoluzione ci viene presentata, in tutti i libri di scuola, fin dalle elementari ed è trattata in molti programmi televisivi (per esempio, nei documentari sulla natura: Quark, ecc.), come un dato acquisito dalla scienza, come una conquista definitivamente raggiunta dall’uomo. Nella realtà, l’evoluzione è soltanto una “ipotesi”, non una tesi. Quindi, è errato credere che oggi l’evoluzione sia un dato scientificamente acquisito e che tutti gli studiosi siano concordi su di essa. L’evoluzione biologica, l’evoluzione della specie non è una verità incontrovertibile; non è una conquista definitiva del sapere scientifico: è soltanto un’ipotesi, formulata per spiegare l’origine della vita in generale, della vita umana in particolare. Un’ipotetica risposta a tutti gli interrogativi che l’uomo si pone, davanti al mistero della comparsa della vita. Spesso parliamo di evoluzione, al singolare. Ma gli studiosi hanno diverse teorie riguardanti l’evoluzione e queste teorie sono spesso una in contrasto con l’altra. Segno che tra gli esperti non vi è unanimità. Tuttavia, solo per comodità, tratteremo dell’evoluzione al singolare, senza affrontare nei dettagli le varie teorie.

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11. Dal semplice al complesso

package019Uno sguardo gettato su un diagramma onesto (perché non tutti lo sono), ci mostra la distribuzione dei fossili dei dinosauri negli strati geologici, senza stabilire vincoli tra di loro né in rapporto agli strati in cui sono stati trovati. Diagrammi sono piuttosto oggettivi in quanto non suggeriscono idee, come quella della filiazione, che vanno ben al di là dei fatti. Spesso i diagrammi assomigliano ad alberi i cui spessi rami danno un’immagine di solidità e certezza. Le linee e i rami sono semplicemente il risultato di una interpretazione evoluzionista. Per attenersi ai fatti si dovrebbero sopprimere i tratti di raccordo che impongono l’idea di una filiazione tra specie scomparse, in quanto i fossili degli anelli intermediari non si conoscono. Si tratta di legami che tendono a imporre l’idea dell’evoluzione, ma che prima ancora sono il prodotto di tale idea: riflettono l’idea di evoluzione e non i fatti, suppliscono all’assenza dei fossili, invece di concretizzarne graficamente la presenza.

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12. Fede e scienza a confronto

shofar_main1Scienza e religione: agli occhi di molti contemporanei, sono due ambiti distinti, inconciliabili. Per secoli, in Europa, la religione ha tormentato e oppresso gli uomini di scienza, in particolare nei paesi di tradizione cattolica. Galileo Galilei rimane il simbolo di questa arroganza del potere. Non c’è da stupirsi che ora alcuni scienziati si «vendichino» un po’, screditando a loro volta teologi e uomini di fede. Si tratta di un atto di giustizia storica! Ma è veramente corretto? Oggi il conflitto scienza-religione deve manifestarsi ancora come in passato? Quali sono le radici di questo contrasto?

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La redazione

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