Dio e la sua parola

12 Studi
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1. Chi è Dio

creation2_mainChi è Dio? Nessun’altra domanda è più significativa di questa per la religione e per la vita. Giustamente compresa non è una tra tante altre possibili domande dottrinali. É la sola domanda che vi sia. Dietro ogni problematica teologica sta la questione di Dio. Quando parliamo di Dio, non solo ci ritroviamo al centro del fatto religioso, ma tocchiamo anche ciò che interessa più profondamente ogni vita umana. Tutto dipende dalla questione di Dio. Ciò che pensiamo su Dio e non solo, indubbiamente influenzerà ogni nostro atteggiamento verso ogni altra cosa e soprattutto la comprensione che abbiamo di noi stessi. La nostra vita ha qualche valore? Le nostre scelte hanno veramente una loro importanza? Possiamo avere speranza per il futuro? Ciò che pensiamo su Dio in qualche modo promuove in modo indicativo le risposte che possiamo dare a queste domande.

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2. Noi e Dio

package002Credere che Dio esiste è solo l’inizio di una relazione. Per dargli un volto, nel senso di concedergli la gioia di far parte della nostra vita affettiva, bisogna offrirgli la possibilità di esprimersi. Il profeta Osea scrive: “Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo! La sua venuta è certa, come quella dell’aurora; egli verrà a noi come la pioggia, come la pioggia di primavera che annaffia la terra ” (Osea 6:3). A prima vista, sembra presuntuoso parlare di “conoscere Dio”. Una cosa che si impara dalla attuale enorme proliferazione di informazioni è che difficilmente possiamo dire di sapere qualcosa di un argomento qualsiasi. Più studiamo qualcosa, più complicata e misteriosa diventa. Il nostro stesso modo di comportarci ci sembra, a volte, sconcertante. Come possiamo dunque pretendere di conoscere qualcosa su Dio, l’essere più grande immaginabile? Cosa ci permette di pensare di poterlo comprendere?

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3. Che cos’è la Bibbia?

study_main_smallIl punto fondamentale da cui deve partire l’esperienza di una comunità cristiana è la Bibbia. Solo nella Bibbia Dio ha rivelato il suo carattere, i suoi scopi, il suo piano per la salvezza dell’uomo. Certo, la natura e la stessa coscienza umana possono fornire delle tracce della presenza del Signore nel mondo, ma per diversi aspetti sono indicazioni contraddittorie. La religione cristiana è per definizione una religione rivelata; essa non è il frutto di una scoperta “interiore”, ma si basa su una lettera d’amore, a volte scomoda, che Dio ha indirizzato all’uomo. Certo, anche nella Bibbia è possibile osservare punti poco chiari, a volte è necessario inserire questa rivelazione divina nel suo contesto storico. Ma è un dato di fatto che l’uomo trova in essa il piano di Dio, la consolazione per la sua sofferenza, il coraggio per affrontare l’oggi, la speranza per un domani migliore. Soprattutto vi trova l’amore di Dio che più di ogni altra cosa si è concretizzato nell’esperienza di Gesù Cristo, vissuto, morto e risorto per la salvezza dell’umanità.

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4. Bibbia e profezie

biblestudy_mainDall’inizio del 19.mo secolo, col sorgere del razionalismo liberale, tutto il sapere passò sotto il vaglio della critica. La Bibbia stessa non fu risparmiata da questa analisi e dato che molte affermazioni non erano sostenute da altre fonti extra bibliche, la maggior parte del racconto biblico fu ritenuto semplice leggenda, racconti mitici, alla stregua dei racconti babilonesi o egiziani. Pertanto, il testo fu ritenuto falso, vale a dire un testo scritto da autori vissuti posteriormente alle affermazioni fatte dalla Scrittura stessa. Per esempio, i primi 5 libri di Mosè non sarebbero stati scritti intorno al 1400 a.C. circa, ma 1000 anni più tardi, da uomini che si attribuivano il nome di Mosè. Altre accuse erano indirizzate alla trasmissione del testo biblico: alcuni studiosi ritenevano che nel corso dei secoli sarebbero state apportate al testo delle manomissioni, per cui il contenuto non sarebbe più autentico. Lo scopo era chiaro: abbattere la fiducia dei cristiani nella autenticità della Bibbia come rivelazione di Dio agli uomini. Paolo scrivendo a Timoteo affermò: «Tutta la Scrittura è ispirata da Dio» (2Tm 3: 16). Ci sono delle prove extra bibliche che ci aiutano a ritenere che la Bibbia è Parola di Dio e che nel corso dei secoli il testo non è stato alterato?

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5. Bibbia e archeologia

ccroll_mainSapere, sia pure parzialmente, quello che accadrà domani, dopodomani, fra un mese, un anno, cento anni, in altre parole avere il potere sollevare il velo che nasconde l’avvenire è sempre stato insito nel pensiero umano, soprattutto nei momenti difficili, quando si è sballottati fra l’inquietudine e la speranza, come se la prescienza libera dagli affanni della vita. Sin dall’antichità uomini e donne, re e popoli, ovunque si sono sforzati di svelare il mistero dell’avvenire. Quasi ogni nazione aveva i suoi savi e indovini. Chi non conosce i versi sibillini, le profezie di Nostradums (Michel de Notre-Dame: 1509-1566), le profezie di Malachia, il terzo messaggio di Fatima, ecc. Un dato di fatto che accomuna tutti questi scritti è il linguaggio enigmatico, impreciso, oscuro e non di rado a doppio senso, il che permette ai vari interpreti di trovare negli eventi quali che essi siano la loro giustificazione. Le predizioni umane sono illusorie, false, inutili, vane e non reggono la prova del tempo. Esse non ci sono di nessun aiuto nel cercare di attenuare l’angoscia del futuro, perché sono continuamente smentite da rapidi e inattesi avvenimenti e pertanto sono suscettibili di ogni sorta di interpretazione.

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6. La Bibbia: istruzioni per l’uso

bible_mainPer interpretare accuratamente la Bibbia abbiamo bisogno di rispettare diversi principi ermeneutici. Il requisito più importante per uno studio della Bibbia effettivamente produttivo, è quello di un atteggiamento appropriato. Per imparare ciò che Dio vuole dirci attraverso la Bibbia dobbiamo accostarci ad essa con una giusta predisposizione d’animo. Questo include il riconoscimento dell’autorità della Bibbia come Parola di Dio. Dobbiamo desiderare di sottomettere le nostre preferenze e i nostri desideri agli insegnamenti della Parola. Dobbiamo avere il desiderio di imparare e non soltanto di cercare vie per rinforzare i nostri preconcetti. Dobbiamo anche richiedere la guida dello Spirito Santo. La Bibbia non solo conserva ciò che Dio ha detto nel passato ma è pure il mezzo più importante attraverso cui ci parla oggi. Abbiamo bisogno dell’assistenza dello Spirito per scoprire ciò che egli vuole farci udire. Leggendo la Bibbia, non possiamo ignorare la distanza enorme che ci separa dal mondo culturale dei tempi antichi. Non solo la lingua, ma i costumi, i concetti e anche la loro teologia differiscono notevolmente dai nostri. Per determinare ciò che la Bibbia significa, perciò, è prima necessario scoprire proprio ciò che significava. A questo scopo, diversi principi ermeneutici sono indispensabili.

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7. Personaggi rilevanti nella Bibbia

Alabaster_mainGli uomini e le donne che hanno segnato la storia della salvezza, risentono della loro fragilità e delle consuetudini e della mentalità del loro tempo. I pescatori di Galilea erano uomini semplici e ignoranti; ma Cristo luce del mondo, li preparò per l’opera alla quale li aveva scelti. Paolo era un dottore della legge e persecutore di Cristo, ma Dio trasformò il suo zelo in una benedizione per la sua chiesa e per tutti coloro che sono sulla via della salvezza. Giuseppe era un pastore come i suoi fratelli e Dio trasformò Giuseppe in una fonte di vita per gli antichi egiziani e per la sua famiglia, i quali dovettero la loro sopravvivenza alla sua integrità. Ruth era una Moabita, nella sua grazia Dio diventa strumento nelle sue mani dando vita ai natali di Obed, padre di Isai, padre di Davide. Maria era una donna semplice, insignificante per la gente del suo tempo, ma da lei nascerà per opera dello Spirito Santo il Redentore […] I patriarchi risentono delle consuetudini e della mentalità dei nomadi: vita sotto le tende, ricerca dei pozzi, emigrazione periodica nei luoghi di pascoli, preoccupazione di mantenere la purezza di sangue (Gen 24:3s; 28.1), fraternità con i clan (Gen 34:25s). Ma in più essi mostrano di comportarsi secondo le norme giuridiche dei popoli sedentari a noi note attraverso i codici (Hammurabi) e i documenti analoghi dell’epoca specialmente di Nuzi, abitata da Hurriti.

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8. Il Canone Biblico

study_main_smallIl Cristianesimo attuale sta attraversando una fase di profonda crisi in rapporto al suo stesso fondamento: la Bibbia. Bisogna comprendere bene che non esiste fede cristiana senza la Bibbia la quale ha questa importanza proprio perché rappresenta il mezzo attraverso cui Dio ha parlato agli uomini. Oggi, molti cristiani stanno perdendo questa consapevolezza del valore divino delle Sacre Scritture. Il concetto di ispirazione risulta molto sfumato e la Bibbia viene vista soltanto come un importante documento storico che testimonia della fede del popolo d’Israele prima e della chiesa poi.

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9. Cronologia della vita di Gesù

jesusclouds_mainLa scarsezza di notizie su Gesù nelle fonti non cristiane dell’epoca si spiega col comprensibile disinteresse degli annalisti romani per i fatti interni di una piccola provincia all’estrema periferia dell’impero, e per quanto riguarda il mondo ebraico, con la riluttanza dei Giudei a tramandare ai posteri fosse pure il solo nome di Gesù. Ma, come osserva G. Bornkamm in Gesù di Nazareth, p 23, è già notevole «che nei primi tempi non venne mai in mente ad alcuno, nemmeno al più accanito tra i nemici del cristianesimo, di mettere in dubbio l’esistenza storica di Gesù».

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10. I Patriarchi: miti o realtà?

bible_1818Il crescente interesse per la Bibbia, in questi ultimi decenni, ha inevitabilmente esposto molte persone, per la prima volta, al contesto culturale dell’Antico Testamento. Prive della dovuta conoscenza, dei testi antichi del Medio Oriente, hanno ritenuto che l’inizio della storia biblica, con la chiamata di Abramo, sia stata una pia leggenda, in quanto priva di ogni fondamento storico. Anche i credenti hanno avuto delle difficoltà ad accettare e/o comprendere alcuni episodi contenuti in essa, come ad esempio il recidivo Abrahamo, il poligamo Giacobbe, ecc. Ma le variegate scoperte fatte nella regione dove ebbe luogo l’immigrazione (scavi di Mari, Ur e Carran), hanno messo in luce l’ambiente storico, geografico e culturale di cui parla la Bibbia […] Mito, termine derivante dal greco mythos, che in Omero significa «parola, discorso» ma anche «progetto, macchinazione», e che secondo W. F. Otto (1951) avrebbe originariamente indicato «la parola nel senso antico, che non distingue tra parola ed essere». In età classica il significato del termine si precisò in «racconto intorno a dei, esseri divini, eroi e discese nell’aldilà» (Platone; Repubblica 392a); e nel pensiero…

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11. Comprendere l’Antico Testamento

tablets_main1Fin dalle prime pagine della Bibbia troviamo il delitto e il giudizio. Caino uccide suo fratello Abele. Il crimine appare all’inizio della storia umana. Caino s’impone come conquistatore. Il suo nome significa «acquisire». Ben presto intorno a lui sorge una città, con il suo commercio, le sue tecniche e i suoi giochi. Ma la macchia di sangue si estende. È come se il sangue versato gridasse la colpevolezza degli uomini e la triste disapprovazione di Dio […] Dio tenta di ostacolare il processo infernale della violenza; vuole evitare la vendetta. Si spinge perfino a proteggere colui che ha versato il sangue. Da ora in poi, l’uomo non ha veramente alcun pretesto da accampare per togliere la vita. Lo storico Pierre Chaunu osserva: «In tutta la storia dell’umanità, la tradizione giudeo-cristiana è l’unica che attribuisce all’uomo, e all’uomo solo, l’ingresso della morte nel suo destino… La morte, quindi, va imputata esclusivamente all’irresponsabilità dell’uomo… In questo modo la responsabilità di Dio è pienamente prosciolta»…

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12. Il nome e gli attributi di Dio

YHWH-InCloudsLa questione dei nomi di Dio era particolarmente importante per il popolo ebraico. Quando Dio chiamò Mosè a liberare il suo popolo dalla schiavitù, il riluttante profeta chiese cosa dire quando il popolo gli avrebbe chiesto il nome del Dio che lo aveva inviato (Es 3:13). La manifestazione del suo nome era uno degli aspetti più im­portanti della rivelazione di Dio al popolo ebraico. Per gli antichi, un nome era più che un mezzo per indicare qualcosa. Era il portatore dell’identità, esprimeva l’essenza più profonda del suo oggetto. Questo era il motivo per cui dare un nome a un bambino era un fatto così importante, e perché dare un nome agli animali fu una parte essenziale della loro creazione. Niente esiste pienamente finché non ha un nome.

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La redazione

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