“Non dobbiamo dimenticare che siamo ancora abitanti delle caverne: le caverne sono i nostri cuori” Gibran, p. 591
A. Paragonabile ad un diario
Il diario rispecchia il modo, del tutto personale, fatti ed esperienze della vita interpersonale e intrapsichica. “E’ la mia vita e allo stesso tempo non lo è. É talmente diversa dai miei ricordi”.
B. Paragonabile ad un ripostiglio
Nel ripostiglio (cantina o altro) dove la ragnatela impervia, ci sono ricordi belli e, purtroppo, sgradevoli; fatti ed esperienze che possono avere nel presente valenze emotive negative, dalle quali è importante disinnescare la loro carica emotiva.
Nel ripostiglio adagiamo tutto ciò che turba la mente conscia e che non ci permette di essere sereni: sensi di colpa, pensieri negati, odio, rancore, aggressività. In altre parole reprimiamo tutto ciò che alla morale, al buon costume e alla coscienza non va bene.
C. Paragonabile ad un iceberg
“Nel nostro essere, come in un Iceberg, la parte più grande è invisibile… In esso si accavallano strettamente i nostri sentimenti, i nostri affettuosi segreti, i nostri complessi (d’inferiorità – d’orgoglio), il nostro egoismo, i nostri peccati del pensiero e del cuore, la nostra propria volontà, i legami che ci fanno dipendere dagli uomini e dalle cose, le nostre disobbedienze e risentimenti, il nostro odio e le nostre invidie” (Christian Klopfestein).
D. Paragonabile ad uno stagno
L’acqua limpida inganna la vista, ed è sufficiente un sassolino per intorpidirla. Cosi è della nostra mente. Delle volte si ha l’impressione che tutto vada bene, che abbiamo risolto ogni problema, ma eccoci coinvolti in una esperienza intrapsichica. Una parola fuori posto, un gesto male interpretato e la vita s’intorpidisce.
La melma, caratterizzata da false certezze “illusioni – pregiudizi”, si ripresenta e ci fa star male fino a quando non si deposita ancora una volta nel profondo della nostra mente.
Riassumendo, è importante ricordare che:
- Non dimentichiamo mai ciò che abbiamo visto, gustato, odorato. I nostri gusti attuali scaturiscono dalle impressioni ricevute nell’infanzia.
- Nelle nostre scelte siamo influenzati più dall’inconscio che dalla parte conscia.
- L’inconscio reagisce a degli stimoli esterni.
- Noi siamo ciò che i genitori hanno rappresentato e ci hanno trasmesso. L’influenza dei genitori nei primi anni di vita è determinante per la formazione della persona affettiva, volitiva ed emotiva.
- Noi siamo ciò che pensiamo e/ immaginiamo di essere e ciò che contempliamo.
“I pensieri generano sentimenti ed i sentimenti generano azioni conseguentemente, i pensieri relativi all’immagine di voi stessi, in ultima analisi, influenzano le nostre azioni, negativamente o positivamente”. E, non dimentichiamo che “Non dobbiamo nutrirci dei difetti e delle mancanze del prossimo. La maldicenza implica una duplice maledizione, che ricade su colui che parla e su colui che ascolta. Chi semina discordia e contese ne raccoglie soltanto frutti cattivi. L’atto stesso di cercare il male negli altri lo sviluppa in chi lo cerca. Sottolineando gli errori degli altri siamo trasformati alla stessa immagine” (E. G. White, Ministry of Healing).
“Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande” (Matteo 7:24-27).
Ognuno a modo suo edifica la casa della propria vita. Sulla sabbia o sulla roccia. Aggiungendo e/o rattoppando. Sulla sabbia significa costruire un’esistenza: un modo di pensare, di agire, una struttura mentale, che si rivelerà fragile, sismica in ogni aspetto della vita, sia intrapsichica che sociale. Per acquisire la maturità affettiva, forte, rocciosa, autorevole, è indispensabile abbattere le mura sin dalle fondamenta, essere disposti a lasciare a Dio, in Gesù Cristo e mediante l’opera dello S. Santo, la possibilità di arredare a nuovo la casa del nostro cuore (Galati 5:19-22).