John Wesley scrisse: “Io sono la creatura di un giorno che passa attraverso la vita, come una freccia che solca il cielo. C’è però una cosa che desidero sapere: la strada del regno dei cieli; desidero sapere come approdare su quella meravigliosa sponda. Dio ha scritto la risposta in un libro: oh, vi prego, datemi quel libro!”
La Parola di Dio, ci parla del regno Dio o Regno dei cieli contrapposto al regno di Satana o regno di questo mondo.
Giovanni Battista fu il primo ad annunciare che “il regno dei cieli è vicino” (Mt. 3:2). Gesù, dopo il battesimo e la tentazione, dà eco all’annuncio di Giovanni invitando gli uomini al ravvedimento “perché il regno dei cieli è vicino” (Mt. 4:17), o affermando l’importanza di “cercare prima il regno di Dio” (Mt. 7:33). Egli sottolineò che il “regno di Dio è in mezzo a voi, dentro di voi” (Lc. 17:17).
“Al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno” (Lc. 12:32); voi vedrete i profeti nel regno di Dio (Lc. 13:28). Gesù parlava loro, ai discepoli, del regno di Dio (Lc. 9:11); li mandò a predicare il regno di Dio (Lc. 9:2).
La chiesa primitiva predicò il regno di Dio. “Filippo annunziava la buona novella del regno” (At. 8:12). Paolo esponeva le “cose, testimoniando del regno di Dio” (At. 28:13; 19:8). Pietro sottolineò “vi sarà provveduta l’entrata del regno eterno” (2Pt. 1:11) e l’apocalisse conclude “oggi è venuto il regno dell’Iddio nostro” (Ap. 12:10).
A. Il Regno dei cieli è un luogo di bellezza indicibile.
Nel regno dei cieli ci sarà la santa città, la nuova Gerusalemme, la quale scenderà dal cielo dopo il millennio, ed ogni Sabato adoreremo il Signore Iddio (Ap. 21:2-3 e 10-27; Is 66:22-23).
Lo splendore della città, dei credenti e di ciò che Dio ha previsto per i riscattati, supera la nostra immaginazione (1Co. 2:9-10; 13:12; 1Gv. 3:1-3).
In un linguaggio del antropomorfico, Giovanni l’apostolo, riferisce che le mura della nuova Gerusalemme sono di diaspro cristallino e le fondamenta sono cosparse di diamanti. La città stessa e le sue strade sono d’oro puro, simile a vetro puro. Le dodici porte sono dodici perle. Il fiume dell’acqua della vita è limpido come di cristallo e procede dal trono di Dio e dell’Agnello. La città non ha bisogno di luce perché‚ è illuminata dalla gloria di Dio, e l’Agnello è il suo luminare (Ap. 22:1-22:5)
Indubbiamente, il regno dei cieli e regno di gioia, di serenità, pace ed adorazione.
Il lupo pascerà con l’agnello, il leone mangerà paglia con il bue; non vi sarà alcuna cosa maledetta. Di sabato in sabato adoreremo il Signore che ha asciugato ogni lagrima dai nostri occhi; la morte non ci sarà più, né‚ grido, né‚ dolore.
Il popolo di Dio sarà liberato dagli affanni di questo mondo (Ap. 14:13; 21:4; Is 65:25; 66:23).
Il riposo celeste non sarà una comodità sonnacchiosa ma un servizio svolto in assoluta libertà e al di fuori d’ogni oppressione. Il lavoro svolto sarà benedetto e fonte di benedizione (Is. 65; Ap. 5:13; 12:14; 7:12)
B. Il regno dei cieli è vita in esuberanza.
Il regno dei cieli non è il prolungamento all’infinito della vita presente; questo potrebbe anche essere l’inferno. Il regno dei cieli è vita di diversa natura, è vita divina non umana, è perfetta e non terrena, significa vivere pienamente e non un fugace vivere a metà (Ap. 21:6; Tm. 4:8).
C. Il regno dei cieli è un regno di gloria in gloria.
“Nella nuova terra, delle intelligenze immortali contempleranno le meraviglie della potenza creatrice. Tutte le facoltà potranno svilupparsi; tutti i nostri talenti, potranno progredire. Le più grandi imprese saranno condotte a termine; le più alte aspirazioni saranno soddisfatte. Le più sublimi ambizioni realizzate. E nondimeno ci saranno sempre delle nuove meraviglie da ammirare, delle nuove verità da approfondire” (E. G. White).
Saremo simili a Lui e di gloria in gloria saremo trasformati alla sua stessa immagine (1Gv. 3:2; 2Co. 4:17, Col. 3:4; Fl. 3:20,21; 2Co. 3:18).
Il regno dei cieli è stato preparato per uomini e donne che si sono preparati per farne parte (Eb. 9:28).
Conclusione
Non tutti entreranno in cielo. Solo coloro il cui nome è scritto nel libro dell’Agnello (Ap. 21:8,27).
- Che cosa dobbiamo fare affinché il nostro nome sia scritto nel libro del libro della vita, dell’Agnello?
- Per prima cosa devo riconoscere di essere un peccatore e di trovarmi quindi sotto il giudizio divino. (Sl. 51:1; Rm. 5:12,18,19; 3:19,23; Gv. 3:18,36).
- Devo accettare che non posso raggiungere il cielo attraverso le buone opere (Ef. 2:8-9; Tit. 3:5; Dn. 9:18,19).
- Confessare i miei peccati e pentirmi (At. 2:38; 3:19; 17:30; 20:21; Pr. 28:13).
- Accettare Gesù Cristo come Salvatore e redentore, morto per me in croce e risuscitato dai morti (Gv. 1:12; 3:15,16; 5:24; At. 16:31; Ro. 10:9-13; 1 Co. 15:1-4)
- Battezzarmi, cioè condividere la vita, la morte e la risurrezione di Cristo Gesù ogni giorno. Il battesimo è l’espressione pubblica della nostra adesione a Cristo alla sua volontà (Mc. 16,16; Ro. 6:3-5; At. 2:41; 16:29-33).
- Essere fedele, perseverante negli insegnamenti degli apostoli, della chiesa del rimanente (Ap. 2:10; 14:12; At. 2:42).
L’aurora del regno di Dio è dentro di voi, in mezzo a voi perché‚ è simile ad un tesoro nascosto nel cuore di ciascun essere umano; Simile al lievito capace di fermentare i nostri cuori rendendoli conformi a Gesù Cristo. Il regno dei cieli nel suo compimento ci attende, infatti è andato a prepararci un luogo di pace, di serenità, d’indicibile bellezza. Egli ritornerà.
In quel giorno si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno le orecchie dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, e si scioglierà al canto la lingua del muto, perché‚ sgorga l’acqua nel deserto, e i rivi nella steppa; si cambierà il sabbione in acquitrino, e il suolo arido in vene d’acqua (Is. 35:5ss). Gli umili avranno abbondanza di gioia nell’Eterno, e i più poveri esulteranno nel Santo d’Israele” (Is. 29,19). L’acqua della vita torna a scorrere, il tempo della maledizione è finito, il paradiso riaperto, accoglie coloro che sono vestiti di vesti bianche, che seguono l’Agnello dovunque vada, gli irreprensibili, i poveri in spirito, i perseguitati, i prodighi figli vestiti a festa (Lc. 15:22; Mt. 22:11).
Applicazione Personale
Sono contento di vivere eternamente con Dio? Se è si, perché‚? Se è no, perché?
Benché‚ non lo meriti, ma per sua grazia, sono felice che Gesù stia pensando a me preparandomi una dimora nel suo regno. Aspetto con impazienza di vivere con Lui. Non voglio che il mio posto rimanga vuoto o che sia preso da qualcuno altro. Voglio prepararmi per vivere eternamente con Gesù.
Impegno
Abbandono sin d’ora e completamente tutta la mia vita a Dio, affinché‚ possa vivere eternamente accanto a Lui.