13 – Il crollo della moralità

La Bibbia ci offre promesse che ci consentono di gestire qualsiasi sfida

noeW.S. Lee e Wilma Kirk-Lee

«Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s’andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo» (Mt 24:37-39).

La condizione attuale del pianeta riflette questa predizione di Cristo. Non passa giorno senza che i quotidiani, i periodici, la radio o i telegiornali trasmettano notizie raggelanti sui mali della società. È sorprendente come proprio i media siano per molti aspetti gli approvvigionatori globali delle malvagità di cui spesso parlano. Una delle caratteristiche della società antidiluviana era la capacità comunicativa altamente sviluppata. L’attitudine a parlare la stessa lingua, comunicando le invenzioni partorite dalla fantasia dell’uomo, causò l’intervento divino durante l’edificazione della torre di Babele. Questa accelerazione delle competenze utilizzata per rifiutare Dio e il suo piano per l’umanità, è oggi esibita dai media e dall’industria della comunicazione. Nonostante siano utilizzabili per propositi migliori, i computer, i cellulari, i video, i DVD e i canali digitali o satellitari risultano essere tra i mezzi di comunicazione moderni altamente sofisticati che hanno contribuito alla proliferazione dell’immoralità nella nostra società.

A proposito delle analogie tra i nostri tempi e quelli che precedettero il diluvio, Ellen G. White scrisse: «La società presente è corrotta, così come lo era ai tempi di Noè. Dio concesse ricchi doni alla longeva società antidiluviana, che si trovava a un passo dal Paradiso; i suoi appartenenti possedevano una forza mentale e fisica che gli uomini di oggi possono solo lontanamente immaginare; ma utilizzarono la sua generosità, la forza e le capacità donate loro per propositi egoistici, per soddisfare appetiti illeciti e per gratificare il proprio orgoglio. Espulsero Dio dai loro pensieri; disprezzarono la sua legge e calpestarono nella polvere i suoi parametri comportamentali. Si dilettarono in piaceri immorali, corrompendo il loro cammino agli occhi di Dio e corrompendosi reciprocamente. La terra fu invasa dal crimine e dalla violenza e non vennero rispettate né le relazioni matrimoniali né tanto meno i diritti alla proprietà; e le grida degli oppressi giunsero alle orecchie del Signore dei Sabaoth (degli eserciti). Nella contemplazione del peccato, gli uomini cambiarono a immagine di questo, fino a quando Dio non poté più sopportare la loro malvagità e li spazzò via con il diluvio» (Fundamentals of Christian Education, p. 24; cfr 2 Tm 3:1-5).

Dio ci invita a fuggire dalla corruzione che caratterizza il mondo. Nelle nostre case e nella nostra vita personale è bene fissare dei limiti a ciò che vogliamo guardare e leggere. In ogni famiglia dovrebbe essere chiaro a ogni componente quali valori preservare. Dobbiamo frenare l’uso di internet e della televisione, perché anche per mezzo loro la corruzione penetra nei sacri confini delle nostre abitazioni. In tempi come quelli attuali dobbiamo rinnovare quotidianamente il nostro impegno a favore di Cristo e camminare costantemente al suo fianco.

Matrimonio

Uno dei segni più evidenti della prossima venuta di Gesù è la crisi del matrimonio e della famiglia. In meno di 30 anni è diventato raro vedere dei matrimoni che arrivano alle nozze d’argento. Possiamo illuderci che i credenti siano immuni da questo degrado morale che accomuna il mondo, ma le cose non stanno così; anche se molte comunità cristiane cercano di dissuadere i loro appartenenti a divorziare, una ricerca condotta da George Barna dimostra che negli Stati Uniti i credenti cristiani hanno la stessa probabilità di divorzio rispetto al resto della popolazione. Il 35 per cento dei rispettivi segmenti hanno infatti vissuto questo dramma. Anche se da un punto di vista legale non vengono riconosciute come cause di fallimento matrimoniale mali come l’egoismo, l’egocentrismo, la grossolanità, la volgarità, la rigidità, la spietatezza e la dipendenza dalla lussuria, se potessimo parlare con gli interessati probabilmente scopriremmo che gli esempi citati fanno parte dei motivi che determinano il deterioramento di un’unione matrimoniale.

Che cosa accade nei matrimoni tra cristiani? Prendiamo in esame alcune problematiche, partendo dal denaro. Molti credenti sono tra i primi a sostenere di non essere avidi di denaro, eppure la società attuale è estremamente subdola quando si tratta delle pressioni che può esercitare su una coppia. Poco importa se questa parte con le migliori intenzioni, la sfida diventa quella di dimostrare il grado di successo secondo determinati parametri, come il luogo in cui vive, la scelta dell’arredamento della casa, del tipo di vacanza o dell’auto posseduta e, nel caso di figli, delle scuole che frequentano. Tutte queste cose richiedono denaro e se una coppia non è oculata cercherà in ogni modo di soddisfare questi obiettivi, dimenticando che un matrimonio durevole si fonda su tre elementi: Dio, un marito e una moglie. La coppia accecata dal successo chiuderà le porte del proprio focolare all’ospitalità cristiana e all’aiuto del prossimo, così come lo intende il Signore.

Un matrimonio che perde di vista quei tre elementi – Dio, marito e moglie – spesso diventa volgare, caratterizzato dall’egoismo, sleale e lascivo. Tutti attributi che portano all’abuso; esso inizia a manifestarsi con atteggiamenti equivoci quali la mancanza di rispetto e la critica; il coniuge non è mai «bravo abbastanza»; in questo clima una delle due parti è solitamente cinica, rigida, volgare ed egoista e così inizia a venir meno il desiderio di un’adorazione cristiana all’interno del focolare e subito dopo quello della partecipazione alla vita di chiesa. Quello stesso abuso si intensifica fino a diventare fisico e spesso sessuale. Talvolta viene erroneamente giustificato con un riferimento all’invito alla sottomissione presente nella Scrittura; ma quello è un appello a vivere nell’armonia e nel reciproco rispetto.
Noi apparteniamo a una chiesa mondiale che non condona l’abuso in ogni sua forma – fisica, spirituale, emotiva o sessuale. L’abuso va proprio nel senso opposto delle parole che Dio pronuncia tramite il suo profeta: «Poiché io odio il ripudio; chi ripudia copre di violenza la sua veste» (Mal 2:16). Il Signore usa un linguaggio molto forte; capita a volte di voler far credere che l’abuso non sia così grave, ma Dio lo considera assolutamente tale. Se pensiamo che l’uomo e la donna furono creati a sua immagine, qualsiasi forma di abuso non può che suscitare la sua ira! Non esiste alcun fondamento biblico che ne giustifichi la pratica.

In un mondo nel quale il matrimonio cristiano viene rifiutato, dobbiamo dimostrare che il piano divino per le nostre famiglie è ancora importante e significativo. Ci troviamo di fronte a sfide che rendono difficile la sopravvivenza di un matrimonio cristiano, ma con l’aiuto di Dio è possibile onorare i propositi originali per i quali è stato istituito. Occorre ristabilire il culto di famiglia nella nostra agenda giornaliera e dedicare del tempo alla preghiera in comune. Perché non chiedere a Dio di conservare i nostri cuori pieni d’amore per il proprio coniuge? Coltiviamo l’abitudine di pronunciare parole d’amore e gentili per i componenti della nostra famiglia e di passare del tempo insieme. Operiamo perché ogni coppia assuma il solenne impegno di non permettere che il proprio matrimonio vada in frantumi, affidandosi alla potenza del Signore e, se necessario, cercando aiuto perché si dimostri un vero successo cristiano.

Mancanza di onestà

Paolo indica che il peccato non è presente esclusivamente nell’elemento criminale della società. Esso si esprime anche in comportamenti che prevedono relazioni personali e d’affari. L’apostolo parla di «iniquità», termine che comprende tutte le offese rivolte al nostro vicino, ai genitori, al nostro paese, ecc. Tra questi anche i crimini commessi dalle grandi imprese economiche. L’ira di Dio, afferma Paolo, si rivolge contro ogni malvagità e disonestà umana: «Essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen… Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì, che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati».

In questi ultimi giorni, «viviamo circondati da un’epidemia del crimine… E mentre il mondo è ricolmo di queste malvagità, il Vangelo troppo spesso viene presentato quasi con indifferenza, come se dovesse incidere in minima parte sulle coscienze e le esistenze degli uomini» (Counsels on Health, p. 25). Non dobbiamo fuggire e nasconderci timorosi da quello che è un segno del ritorno di Cristo. Egli ci dice che a motivo dell’incremento della ferocia, spesso è difficile trovare l’amore (Mt 24:12). Come popolo del Signore, la speranza che è in noi risplenda come un potente faro dell’amore di Dio, che illumini l’oscurità di questo mondo corrotto e postmoderno. Occorre dimostrare tale amore con relazioni arricchite dalla grazia; lo Spirito Santo è in grado di dirigere le esistenze degli ambasciatori del Signore lungo i sentieri di una vita giusta, capace di portare gli altri alla croce di Gesù nostro Signore.
Paolo disse a Timoteo che «ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2 Tm 3:16,17).

Le pressioni sulle relazioni, provenienti da ogni direzione, confermano la predizione secondo la quale quelli attuali sono tempi difficili. Ma le promesse contenute nella Parola di Dio ci rassicurano e ci danno la speranza di poter affrontare qualsiasi sfida. Ciò avverrà solo se saremo personalmente in contatto con la grazia di Dio; se egli dimorerà nel nostro cuore, nella nostra mente e nella nostra vita. «Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato» (Mt 24:13).

W.S. Lee e Wilma Kirk-Lee, sposati da 41 anni, hanno operato nell’ambito delle problematiche matrimoniali per oltre 30 anni negli Stati Uniti, in Canada e in altre parti del mondo. Attualmente vivono a Houston, in Texas.

Tratto da “Il Messaggero Avventista”, Lettura per la settimana di preghiera, 2008 ”Il viaggio della speranza”

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