È sulla base della Bibbia che la Chiesa Avventista riconosce e adora Dio che è prima di tutto «amore» (1 Giovanni 4:8). Ma Dio è anche «mistero» o meglio, a causa della caducità dell’uomo, Dio di per sé è incomprensibile (Giobbe 11:7-9; Isaia 55:8-9; 1 Corinzi 1:21) e incomparabile (Esodo 15:11; Deuteronomio 33:26; Isaia 40:25) e nessuno può vederlo (Esodo 33:20; 1 Giovanni 4:12).
Nella sua Parola troviamo indicazioni che ci portano a concludere, al di là di ogni ragionevole dubbio, che pur nell’unicità della sua persona coesistono in lui tre individualità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (Genesi 1:26; Genesi 3:22; Salmo 110; 1 Corinzi 12:4-6; 2 Corinzi 13:13; Efesini 2:18; Tito 3:4-6; Eb 9:14, Matteo 28:19; 2 Corinzi 13:13; Efesini 4:4-6; 1Pietro 1:2; ecc.). Un’unità di tre persone coeterne.
Indubbiamente, la formula «uno uguale a Tre» è un’equazione che non torna secondo la logica umana, è un concetto che sfugge alla nostra razionalità. Ma nella Bibbia questa formula, non solo è applicata alla divinità, ma è anche riferita alla realtà umana: «i due saranno una sola carne» (Matteo 19:4-6). L’uomo e la donna nel matrimonio sono considerati come una singola unità, eppure fisicamente e psicologicamente rimangono due individui distinti.
Dio è immortale, onnipotente, onnisciente, onnipresente ovunque e sempre. Egli è infinito e trascende l’umana comprensione e come ciò avvenga è impossibile spiegarlo con la ragione umana. Pertanto, avere fede, significa anche accettare i propri limiti ed essere umili e fiduciosi di fronte alla vita e all’universo, perché «le cose occulte appartengono all’Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi…» (Deuteronomio 29:29).
L’importante è avere nel cuore la consapevolezza che Dio ci ama e che il Signore vuole essere il compagno della nostra vita (Ebrei 13:5). Egli vuole prendersi cura di noi (Deuteronomio 32:10-11).
«Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo». (1 Giovanni 3:1)
Lo scopo della nostra vita è rimanere con lo sguardo volto verso il Signore, affinché come Pietro possiamo «camminare sul mare agitato della vita» (Matteo 14:22-28); è lasciarci raccogliere da Dio «come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali» (Matteo 23:37); è «riposare all’ombra dell’onnipotente» (Salmo 91:1) per testimoniare il suo amore per l’uomo: amando noi stessi e i nostri fratelli.
«Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo! La sua venuta è certa, come quella dell’aurora; egli verrà a noi come la pioggia, come la pioggia di primavera che annaffia la terra» (Osea 6:3).