«Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’è l’Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero ch’è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato» (Esodo 20:8-11).
«Tra i comandamenti del decalogo è uno dei più controversi, del quale attualmente è difficile comprendere la portata e l’applicazione: il sabato va sperimentato oltre che compreso. Possiamo domandarci: non è un atto formale l’interruzione delle normali attività umane? Quale vantaggio ne ha il Signore? La risposta è semplice: è l’uomo che ne può trarre il maggior beneficio.
Nella storia dell’umanità il giorno festivo ha attenuato la schiavitù dell’uomo e gli ha ricordato che esiste un “padrone” nel cielo, superiore a qualunque padrone terreno, che è dalla parte dei poveri e degli oppressi. E anche oggi il giorno festivo settimanale assolve una funzione importante. La nostra attenzione viene infatti continuamente sollecitata per proporci consumi, per imporci un attivismo frenetico, per insegnarci a divertirci spendendo. Tra questi stimoli rischiamo di dimenticare noi stessi. Il sabato biblico serve al credente per riscoprire se stesso e il suo rapporto con il Creatore.
Non dobbiamo concepire il tempo come radicalmente diviso fra sacro e profano: tutto il tempo può essere dedicato alla gloria di Dio, anche quello utilizzato lavorando. Ma il Signore ci conosce e sa che solo fissando dei limiti possiamo regolare la nostra vita secondo un progetto equilibrato. Ecco che, paradossalmente, un divieto, invece di rappresentare un limite per la libertà e la dignità dell’uomo, tende ad esaltarne tutte le potenzialità. Il sabato non va vissuto come facevano i farisei, come un insopportabile codice di divieti. Gesù ha rovesciato questa concezione: “… Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Marco 2:27).
Ma perché proprio il sabato e non la domenica o un altro giorno? La risposta è allo stesso tempo semplice e complessa. Il fatto che la domenica non abbia basi bibliche risulta evidente anche a una lettura superficiale del Nuovo Testamento. Perché allora proprio il sabato?
Nel racconto biblico il sabato risale direttamente alla settimana creativa, è il settimo giorno durante il quale Dio “si riposò” dando un esempio all’uomo, offrendo un dono non a un popolo ma all’intera umanità.
Gli avventisti credono che nessuna autorità terrena, neppure la chiesa, possa cambiare o eliminare un comandamento di Dio. Come sarebbero diversi, migliori, gli uomini se riuscissero un giorno su sette a ritrovare la propria dimensione più profonda, riscoprendo il loro Dio e Creatore!
La chiesa avventista invita tutti a fare questa esperienza che, se capita nel suo giusto valore, può arricchire enormemente la vita di ognuno» (V. Fantoni e R. Vacca).
In sintesi
Iil Creatore, dopo i sei giorni della creazione, si riposò il settimo giorno e istituì il sabato per tutti come memoriale della creazione. Il quarto comandamento dell’immutabile legge di Dio richiede l’osservanza di questo settimo giorno, il sabato, come giorno di riposo, di culto e di servizio in armonia con l’insegnamento e l’esempio di Gesù, Signore del sabato. Il sabato è un giorno di comunione con Dio e con il prossimo. Esso è un simbolo della nostra redenzione in Cristo, un segno della nostra santificazione, un’espressione della nostra fedeltà, un’anticipazione del nostro futuro eterno nel regno di Dio. Il sabato è il segno perpetuo scelto da Dio per rappresentare il suo patto eterno con il suo popolo. La lieta osservanza di questo tempo sacro, da tramonto a tramonto, è una celebrazione dell’opera creatrice e redentrice di Dio.
Confrontare:
Genesi 2:1-3; Esodo 20:8-11; Luca 4:16; Isaia 56:5,6; Isaia 58:13,14; Matteo 12:1-12; Esodo 31:13-17; Ezechiele 20:12,20; Deuteronomio 5:12-15; Ebrei 4:1-11; Levitico 23:32; Marco 1:32.