44 – Sette ragioni per non giocare d’azzardo

20082di Eliseo Cupertino

II gioco d’azzardo è immorale

Il modo in cui il gioco casuale spesso si trasforma in ossessione, dimostra chiaramente che esso è in contrasto con lo stile di vita del cristiano.

Ogni forma di gioco d’azzardo comporta un guadagno a scapito di altri perdenti, e comporta anche la trasgressione del decimo comandamento che vieta la concupiscenza. Concupire significa desiderare quello che appartiene ad altri. E anche se chi partecipa al gioco d’azzardo lo fa volontariamente, quest’aspetto non muta la base del problema del gioco che rimane un problema morale. L’aspetto morale risiede soprattutto nel fatto che il piacere della vincita è in netto contrasto col dolore dei perdenti. Quella subdola dipendenza

«Che male c’è nel giocare d’azzardo?», è la domanda che molti si fanno, autoscusandosi, quando spendono il loro denaro nei giochi e nelle lotterie. Se si tiene conto che in Italia ben trenta milioni di persone investono parte dei loro soldi nelle diverse forme di gioco d’azzardo promosse dallo Stato per incrementare le proprie entrate fiscali, allora ci si dovrebbe rendere conto che per un cristiano impegnare il proprio denaro in questo campo è discutibile. A ben riflettere, ecco sette ragioni per cui un cristiano non dovrebbe spendere denaro in questo campo.

Il gioco d’azzardo è anticristiano

Fondamentalmente il gioco d’azzardo è una forma di egoismo. La preoccupazione fondamentale è basata sul desiderio di avere un guadagno a scapito della perdita di somme di denaro, più o meno cospicue, che altre persone avranno investito.

Arricchirsi col denaro speso da altre persone e basato sul calcolo delle probabilità, non è in armonia col pensiero di Gesù che ci esorta ad amare il nostro prossimo come noi stessi (Mt 22:39).
I credenti, afferma l’apostolo Paolo in 1 Corinzi 4:2, sono degli amministratori dei beni, dei talenti e del tempo che Dio ha loro concesso. Nella parabola dei talenti di Gesù, è detto che le nostre risorse materiali, i nostri talenti e il tempo devono essere adoperati per la causa di Dio e non offerti sull’altare di mammona.

E.G. White dice: «Satana ha inventato molti modi di sperperare i beni che Dio ci ha dato. Gioco delle carte, scommesse, giochi d’azzardo, corse di cavalli e rappresentazioni teatrali sono tutte sue invenzioni, ed egli ha spinto gli uomini a sviluppare queste forme di gioco con uno zelo simile a quello speso per ottenere i benefici della vita eterna. Molti investono grosse somme in questi piaceri proibiti; ne risulta che le loro capacità, acquisite col sangue prezioso del Figlio di Dio, sono degradate e corrotte. Le facoltà fisiche, morali e mentali che Dio ha date all’uomo e che appartengono a Cristo, sono assiduamente adoperate per servire Satana e allontanare l’uomo dalla giustizia e dalla santificazione» (Counsels on stewardship, p. 134).
Invece di sviluppare un giusto uso del denaro per gli impegni presenti e futuri, il gioco d’azzardo spinge a confidare in una vincita straordinaria capace di risolvere miracolosamente tutti i problemi.

Il gioco d’azzardo è antisociale

Il gioco praticamente è alimentato dalle scommesse perdute, e la società annualmente paga grossi contributi come conseguenza del gioco d’azzardo: furti, frodi, perdita di giornate lavorative, suicidi, fallimenti, famiglie distrutte. Il gioco provoca sempre più dipendenza, come le droghe, e richiede l’intervento di specialisti per aiutare chi si è lasciato prendere in questa spirale diabolica.
Investire piccole o grandi somme nel gioco sottrae denaro a giusti impieghi nel campo della famiglia, dell’individuo e della società.

Inoltre, l’euforia della vincita fa crescere il desiderio dell’impegno di fondi in altre giocate, e il bene eventualmente acquisito, proprio perché è frutto di egoismo, non è mai speso in favore degli altri.

Il gioco d’azzardo è un danno per l’economia

Il gioco d’azzardo e le altre forme di gioco (lotterie, giochi a premi, ecc.) non producono nessun profitto, anzi sottraggono denaro a molte persone per darlo a un singolo individuo o a pochi vincitori. Naturalmente il più grosso guadagno lo realizza chi organizza il gioco, nel contesto quasi sempre lo Stato, che con questo alimenta maggiormente le sue entrate, ridistribuendo solo una piccola quantità di quanto in questo modo ha ricevuto. Il mensile Newton del mese di novembre 2000 pubblicò lo studio di un matematico che sottolineava la rara possibilità di vincere all’Enalotto, mettendo in risalto, invece, gli alti guadagni che lo Stato ricava dalle giocate.

In pratica, poi, il denaro delle vincite normalmente non è investito in favore della società, ma spesso è riutilizzato nel gioco o in investimenti sbagliati senza produrre reali vantaggi per chi vince.

Il gioco promuove il crimine

Crimini sotto forma di usura, truffe, furti, violenze e prostituzione sono sovente la conseguenza del gioco. Studi effettuati negli Stati Uniti provano che dal 1978 al 1981, cioè in soli tre anni, ad Atlantic City i crimini si sono triplicati in seguito all’apertura del casinò. Un’indagine, compiuta per scoprire le cause dei crimini commessi dai «colletti bianchi» negli Stati Uniti, ha provato che il 40 per cento dei crimini compiuti da quella categoria aveva origine nel gioco.

Il gioco è improduttivo e dispendioso

«Una spesa insignificante» è l’allettante formula del gioco d’azzardo. Il canto della sirena del gioco spinge ad allontanare il concetto del lavoro onesto e del guadagno lecito, sostituendolo con la tentazione del colpo vincente alla lotteria o al gioco, che potrebbe cambiare la vita.

La Bibbia identifica come causa principale del benessere materiale il lavoro, e non il frutto della fortuna a spese degli altri. Il gioco spinge a sostituire il lavoro con l’illusorio e stupido sogno di un guadagno improvviso che scoraggia la produttività e provoca la pigrizia. Il consiglio dell’apostolo Paolo di Efesini 4:28, rivolto a chi ruba «chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno», può essere applicato anche a chi conta sul gioco per arricchire.

Il gioco ci fa perdere tempo e denaro, due cose di gran valore per ogni essere umano e di cui dovremo rendere conto a Dio.

Il gioco distrugge la personalità

L’apostolo Paolo, in un tempo in cui il gioco non era certamente sviluppato come ai nostri giorni, ammoniva: «L’amore del denaro è radice d’ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori» (1 Tm 6:10). Mediamente, un giocatore su dieci è condizionato dal gioco. Costui, assieme ad altri milioni di persone, non sarà più in grado di controllare le sue abitudini e cadrà in un circolo vizioso che diverrà sempre più frenetico, coinvolgendo tragicamente anche la famiglia.

Questo processo di dipendenza è simile all’alcolismo e alla droga. Alcuni credono di essere in grado di uscire dal giro senza difficoltà, ma presto scopriranno che sono coinvolti nella spirale della dipendenza distruttiva dalla quale sarà molto difficile uscire.
Grazie alle occasionali vincite, le perdite al gioco diverranno sempre più cospicue. Di fronte al piccolo numero di vincitori, c’è il gran numero dei perdenti: perdenti in potere d’acquisto, in guadagni leciti, in spreco di tempo e, quello che è più grave, in dignità, autocontrollo, autostima e stima del prossimo.

Gesù ammonì a suo tempo la folla con queste parole: «Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?» (Mt 16:26).
Il cristiano, colui che porta l’immagine del Cristo, ha il dovere di amministrare saggiamente i beni che Dio gli ha affidato. Il suo coinvolgimento nel gioco d’azzardo è una violazione del suo impegno cristiano e una vera e propria abdicazione. Poiché tutto quello che possiede gli è stato affidato da Dio, egli non è moralmente libero di utilizzare i beni che gli sono stati affidati senza ricordare che è soltanto un amministratore di quei beni, dei quali un giorno dovrà render conto.

Statistiche gioco d’azzardo

L’80 % degli italiani dedica una qualche attenzione al gioco d’azzardo
Il 30%, di questi pratica il gioco d’azzardo con assiduità
Il 2-3% di italiani gioca in maniera patologica fino a rovinarsi
Il 50-70% dei frequentatori di casinò o sale scommesse ha sviluppato una seria dipendenza
La maggioranza dei giocatori patologici ha iniziato a giocare prima dei 20 anni

Spesa

900 euro spesa della famiglia media in un anno.
Il 47% delle famiglie con redditi/ ricchezza al di sotto della media nutre speranze di arricchirsi
Il 66% dei disoccupati ha speranza di arricchirsi.
25 miliardi il giro d’affari tra gioco legale e illegale.
Ẻ del 50% l’aumento della spesa tra il 2000 e il 2004 (2001: 290 euro pro capite. Oggi 350 euro pro capite).
L’incremento di spesa per il gioco si riscontra anche nel maggiore ricorso a prestiti ad usura: sono il 10%, con una maggiore incidenza nelle famiglie con doppio reddito.

Trend del volume di consumo di gioco

1990 – 3 occasioni di gioco settimanali
1994 – Consumo di azzardo 6,5 miliardi di euro
1999 – 10 occasioni di gioco settimanali. Consumo di azzardo: 18,25 miliardi di euro
2000 – Consumo di azzardo: 14,09 miliardi di euro
2004 – 14 occasioni di gioco settimanali. Consumo di azzardo: 23 miliardi di euro

Tratto dalla rivista il Messaggero Avventista

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