20,3 kB
“Non vi lascerò orfani; tornerò da voi” (Giovanni 14:18).
«Tornerò». Questa breve affermazione bastò a tranquillizzare i discepoli. Non c’era motivo di temere, Gesù non li abbandonava. Dopo essere salito in cielo per preparar loro le dimore sarebbe tornato e così essi sarebbero stati sempre con lui. La promessa del Maestro ricevette poi miracolosa conferma nel giorno della sua ascensione. Ai discepoli che fissavano lo sguardo sulla nuvola che aveva accolto Gesù, due angeli, apparsi all’improvviso, rivolsero la parola in questi termini: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo» (Atti 1:11).
Da allora l’idea del ritorno di Cristo infuse coraggio e sostenne i discepoli nel loro difficile ministero. Per tre anni e mezzo la loro esistenza era stata strettamente legata a quella del Maestro e il solo pensiero di una possibile separazione li rattristava. Eppure, come riferisce Luca, dopo l’ascensione «tornarono a Gerusalemme con grande gioia» (Luca 24:52).
Le parole degli angeli confermavano la promessa di Cristo, e così la prospettiva di rivedere un giorno il Maestro che tanto amavano li riempiva di gioia. La stessa prospettiva, trasmessa dal loro cuore a quello dei cristiani della chiesa apostolica, divenne la leva irresistibile della fede e della speranza. – G. Marrazzo