55 – Che uomo sei?

“Non ci sono mai stati tanti malati psichici come negli ultimi decenni, tanti suicidi insensati, tanti delitti per droga, tante esistenze fallite, tante famiglie distrutte, tanti bambini anormali, giovani aggressivi, adulti frigidi, impotenti o incapaci di amare, tante persone separate che dubitano del senso della propria vita come oggi. La gente cerca un consiglio in uno studio psicologico «perché non sa affrontare la vita, perché non sa cosa fare, perché tutto le sembra vuoto, privo di senso, perché è nauseata da tutto il benessere e non ha più voglia di vivere. Perché non ha più un obiettivo per cui impegnarsi, perché non trova valori per cui vivere, per cui sacrificarsi, perché l’esistenza scorre senza un contenuto e non si prova altro che noia»” (E. Lukas)

Di fronte a questo dramma umano Gesù ci invita a seguire il suo esempio. Egli «percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore» (Matteo 9: 35-36).

Fingere di non sentire chi è afflitto dal dolore, dalla paura del non senso, dell’inutile, e continuare a rimanere devoti al proprio ‘rosario’, o passare un’infinità di ore in riunioni, per blaterare sui bisogni dell’altro, non è umano. È indifferenza. Un’ottima strategia amministrativa per giustificare le proprie omissioni, lasciando l’altro in balia di se stesso e nel suo dolore.

Quanto è semplice l’insegnamento di uomo che è stato veramente Uomo: «Torna a casa tua, e racconta le grandi cose che Dio ha fatte per te» (Luca 8:39). Nessun convegno preliminare o specifica formazione teologica: tecnica o pratica, ma semplicemente una testimonianza vivente. «Ed egli se ne andò per tutta la città, proclamando», con sue parole, con la sua semplicità e come contadino, muratore, operaio, professore, ingegnere, medico, ecc., «tutto quello che Gesù aveva fatto per lui».

Ecco un uomo, fragile, ma pienamente contagiato, dalla potenza di Dio, dalla gioia della salvezza. Ecco un uomo che da all’altro la gioia di esistere, raccontandogli qualcosa di suo e non della Bibbia (dottrine) o dell’esperienza di Paolo o di Pietro, ma dell’esperienza che ha segnato in modo indelebile la sua vita dal momento in cui ha iniziato un percorso di vita in Cristo.

Questo è un uomo! «Va’, e fa’ anche tu la stessa cosa» (Luca 10: 37).

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