64 – Che cos’è la Trinità?

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«Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE» (Deut 6:4).

Che cos’è la trinità?

Il termine trinità non è di origine biblica. Ma si è ritenuto che l’uso di questa parola fosse il migliore possibile per far riferimento al Dio unico, che ha rivelato se stesso nelle Scritture quale Padre, Figlio e Spirito Santo. Questo concetto suggerisce l’idea che all’interno dell’essenza unica della divinità, dobbiamo distinguere tre persone che non sono né tre parti, né tre espressioni di Dio, ma bensì tre persone distinte e coeterne.

Il concetto di Trinità esprime una convinzione fondamentale, vale a dire che Dio rivela se stesso come egli veramente è. La rivelazione di Dio nella storia della salvezza è una genuina auto-rivelazione. Come dice Emil Brunner, “L’unità della natura e la rivelazione di Dio è ciò che costituisce il significato della Trinità.” (Emil Brunner, The Christian Doctrine of God, Dogmatics, vol. 1, Philadelphia: The Westminster Press, 1949, p. 220).

Il contributo essenziale dell’Antico Testamento alla dottrina della trinità è la sua insistenza sull’unicità di Dio. Dio non è uno tra i tanti (cfr. Es 20:2,3). Egli è il solo, l’unico: «Il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore» (Deut 6:4). ). L’ebraico usa il termine echad per indicare una unità composita, per un’unità semplice utilizza yachid. Per esempio per descrivere il matrimonio la Bibbia dice: «Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne» (Gn 2:24). L’espressione «una stessa carne» (lebasar echad) implica un’unità plurale: i due coniugi sono uniti pur rimanendo personalità distinte.

Tuttavia già nell’Antico Testamento noi troviamo un insegnamento implicitamente trinitario, come se Dio preparasse lentamente e progressivamente la via a una piena rivelazione della sua natura.

Fin dai primi versetti della Bibbia, Dio e lo Spirito di Dio appaiono come distinti. Per cui si legge che, quando Dio creò i cieli e la terra, lo Spirito di Dio aleggiava sulle superficie delle acque (Gn 1:1,2). Si fa allusione ripetutamente allo stesso Spirito di Dio in altri brani dell’Antico Testamento (Gn 41:38; Esodo 31:3; 1 Samuele 10:10; Isaia 61:1). Nel salmo messianico Davide enuncia «Il SIGNORE ha detto al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi» (Sl 110:1).

Nel Nuovo Testamento vi sono due testi che menzionano i tre insieme: la formula battesimale di Matteo 28:19, «battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», e la benedizione che conclude 2 Corinzi, «La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (13:14). Inoltre vi sono numerosi riferimenti neotestamentari a Gesù e allo Spirito Santo come divini (ad es. At 5:3,4; Gv 1:1-2, ecc.).

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