89 – Oggi debbo albergare in casa tua

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“E come Gesù fu giunto in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: Zaccheo, scendi presto, perché oggi debbo albergare in casa tua” – Lc 19:5

A tutti i signori e a tutte le signore-non-puliti di oggi, Gesù dice: «Oggi, voglio fermarmi a casa tua. Se desideri che la tua vita sia trasformata, se davvero ti vuoi liberare da tutto quello che hai estorto, se vuoi sbarazzarti di tutte quelle pratiche del doganiere acchiappatutto, qualunque esse siano, allora, lascia che venga a farti visita» . Evidentemente è molto meno rischioso che costruire dei templi, delle cattedrali, dei luoghi santi sontuosi e belli in cui Dio viene parcheggiato in modo solenne e maestoso. Luoghi che possono essere visitati più o meno regolarmente. Per lodarlo Si noleggia Dio come si affitta un appartamento per le vacanze. Per il fine settimana. Dopo, si fa ritorno a casa propria; abbiamo fatto il nostro dovere, come quando facciamo visita ai nostri vecchi genitori ospitati in una casa di riposo. E la vita prosegue. Come prima, come sempre. E le tasche si riempiono e si svuotano in fretta. Poi chiediamo a Dio di aiutarci a cambiare… E lui rimane parcheggiato in quei templi e altri santuari. Eppure continua a bussare alla porta, chiede ospitalità. «Scendi presto» dice da sempre e lo ripete anche oggi, «il mio tempio è presso di te». La voce dell’ipotetico navigatore Gps dice: «Fine del viaggio, sei giunto a destinazione».

  • Questa riflessione è stata tratta da: “Dio senza fissa dimora”, di  Jean Claude Verrecchia,  Edizioni Adv, 2014. Per acquistare il tascabile:  https://www.edizioniadv.it/

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