26 – Tacciano le donne in assemblea

silenzio«Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge» (1Corinzi 14:34).

La medesima ingiunzione, con parole diverse, la troviamo in 1Timoteo 2:11-12. «La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se né stia in atteggiamento tranquillo».

Possiamo considerare l’ingiunzione da due prospettive: quella dottrinale – dogmatica , nel senso che Paolo sta presentando una dottrina dal valore assoluto di vita comunitaria dove la donna, non può parlare, tenere delle meditazioni, sermoni, insegnare, pregare, profetizzare, parlare in lingue, avere delle responsabilità ecclesiali.

Questa prospettiva, contrasta con l’insegnamento stesso di Paolo e della Parola di Dio in generale, giacché alle donne è accordato il dono profetico, delle lingue ed hanno visioni e sogni. Conseguentemente come possono esercitare il dono carismatico, ricevuto dallo Spirito Santo, se non possono parlare in assemblea?

La seconda prospettiva consiste nel considerare l’ingiunzione nell’ottica dell’applicazione del principio «dell’ordine e del decoro», violato sistematicamente dagli uomini e dalle donne, tale da disonorare il Signore (1Corinzi 14:27-28,40).

Corinto: una comunità problematica e disordinata
  • Discussioni a proposito di Apollo, Paolo, Cefa, ecc. (1-3).
  • Problemi riguardanti l’orgoglio e la fornicazione (incesto) 4-5).
  • Litigi tra fratelli (6).
  • Problemi riguardanti il matrimonio, il vedovanza, le nuove nozze (7).
  • Carni sacrificate agli idoli e condotta inappropriata verso i più deboli nella fede (8-9).
  • Disordini durante la celebrazione della Santa Cena (11).
  • Disordini durante la celebrazione del culto (14).

La Chiesa dei Corinzi era dunque una Chiesa problematica. Di Conseguenza la lettera risponde a delle problematiche locali che noi possiamo conoscere solo superficialmente sulla base delle risposte di Paolo. In 1Corinzi 7:1, Paolo dice: “Or quant’è alle cose delle quali m’avete scritto.”, è chiaro allora che deve aver ricevuto una lettera (da Apollo ed altri) nella quale gli comunicavano dei problemi, per cui avendo questi casi in mente, egli risponde. Del resto questo è confermato anche dallo stesso genere letterario dello scritto. L’epistola è essenzialmente una lettera di circostanza.

Tacciano le donne è un’espressione riprensiva e non dottrinale . Paolo non vuole stabilire un insegnamento nel senso che le donne non possono tenere un culto d’adorazione, ma sta applicando un principio divino, che era venuto meno, quello dell’ordine e del decoro (1Corinzi 14:40). Si evidenzia, quindi, una presa di posizione da parte dell’apostolo Paolo, nei confronti non solo delle donne «carismatiche» (1Corinzi 11:5), ma anche nei confronti dell’uomo. Infatti, la stessa parola e con lo stesso tono «imperativo» la troviamo riferita agli uomini: «Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per ordine; uno poi faccia da interprete. Se non vi è chi interpreta, ciascuno d’essi taccia nell’assemblea e parli solo a se stesso e a Dio» (1 Corinzi 14:27-28).

Il verbo “Tacere” (in greco: sigáo) ricorre 10 volte nel Nuovo Testamento. E’ usato in Luca, Atti, Romani e 3 volte nel solo capitolo 14 di 1Corinzi. Ecco i tre casi nel nostro testo:

v. 28: “e se non v’è chi interpreti, si tacciono nella Chiesa.”

v. 30: “e se una rivelazione è data.il precedente si taccia.”

v. 34: “.tacciansi le donne nelle assemblee.”

Da queste considerazioni risulta che il verbo “Parlare” è usato in riferimento al disordine ecclesiale provocato dal fenomeno della glossolalia e dai disordini generali. Questo riferimento è sia nei confronti degli uomini sia delle donne, perché ci si rivolge alla Chiesa intera. Il versetto 23: “Quando tutta la Chiesa si raduna assieme.”, ed il versetto 26: “Che dunque fratelli.quando vi radunate”. Inoltre si osserva che su trenta riferimenti solo due riguardano espressamente il silenzio delle donne. Quest’uso deve orientarci a considerarlo nella prospettiva della problematica discussa, il disordine.

Riguardo all’ingiunzione di 1Timoteo 2:11-12, valgono le stesse considerazioni. Infatti, come 1Corinzi 14:34-35, osserviamo che il testo di 1Timoteo 2:11-12 s’inserisce in un contesto problematico.

In 1Timoteo 1:3,6 Paolo dice a Timoteo: “Ti ripeto l’esortazione che ti feci quando andavo in Macedonia, di rimanere ad Efeso per ordinare a certuni che non insegnino dottrina diversa né si occupino di favole e di genealogie senza fine, le quali producono questioni. dalle quali cose certuni avendo deviato, si sono rivolti ad un vano parlare”. Successivamente si continua a presentare un quadro problematico a livello religioso. In 4:1-3 continuano gli avvertimenti dicendo: “.nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni per via dell’ipocrisia di uomini che proferiranno menzogna,.i quali vieteranno il matrimonio e ordineranno l’astensione da cibi che Dio ha creati.”. Esistevano anche problemi di chiacchierii, 5:13 e maldicenza, Tito 2:3-5.

Conclusione

La Bibbia , Parola di Dio, è la storia della salvezza dell’uomo e del creato, quindi la restaurazione di tutte le cose (Romani 8:19-23), un ritorno all’Eden inteso come recupero dell’immagine divina, dell’equilibrio del rapporto uomo-Dio; uomo-uomo (donna); pertanto, si tratta di vivere la salvezza nell’ottica della “guarigione”. Genesi 1:26-27, rileva la posizione dell’uomo e della donna di fronte a Dio in ragione della loro uguaglianza di valore, di responsabilità e di ruolo: l’essere umano è creato ad immagine di Dio in quanto uomo e donna.

La presenza di Cristo nei nostri cuori assume il suo valore salvifico se teniamo conto delle radici, quindi della vicendevole integrazione, sia nel rapporto con Dio, sia in rapporto all’altro: uomo o donna.

Il Nuovo Testamento prosegue su questa linea e le ingiunzioni di Paolo e le raccomandazioni di Pietro, vanno lette in un ambiente in cui le strutture culturali e il peccato, ieri come oggi, hanno alterato il rapporto genesiaco. L’appello all’ordine, al decoro, all’armonia, ci fa pensare al divenire della creazione della terra (Genesi 1): dal caos e informe, all’ordine e al molto buono.

Dio ama l’ordine, il decoro e l’armonia in chiesa e nella famiglia. Di conseguenza la stima della persona comporta anche il rispetto dei ruoli sia nella famiglia sia nella chiesa, diversamente si ha che fare con l’anarchia. La donna sappia essere donna e onori il marito nel Signore e l’uomo impari ad amare la moglie come Cristo ama la Chiesa, se egli desidera che sia «sottomessa» o lo rispetti.

Il rispetto (stima e/o sottomissione) non lo s’impone, ma si conquista con amore e nell’amore. Gesù Cristo non ha violentato la chiesa inducendola alla sottomissione, ma l’ha amata e, nell’amore, la chiesa risponde onorandolo, mettendo in pratica i Suoi insegnamenti (Efesini 5:22-30).

La sottomissione vicendevole, raccomandata da Paolo in Efesini 5:21, vale anche per l’uomo rispetto alla donna e le esortazioni hanno vigore per ambedue i sessi.

Nella prospettiva dell’imminente venuta del regno di Dio, e superata la prassi giudaica relativa alla discriminazione della donna, Gesù compie un passo rivoluzionario – per il Suo tempo e il Suo ambiente – per la restaurazione dell’ordine della creazione secondo Genesi 2:18,24. Egli chiama delle donne alla sua sequela (Luca 8:1-3), parla con la samaritana (Giovanni 4) e prende posizione contro qualsiasi morale di supremazia o di doppiezza, morale sostenuta e vissuta pubblicamente o segretamente fino ad oggi (Giovanni 8). La donna è chiamata sorella allo stesso modo che l’uomo è chiamato fratello . In tal modo la donna occupa un posto suo nella comunità accanto all’uomo.

E.G. White scriveva:

“Potete diventare uomini e donne importanti, in grado di assumere grandi responsabilità , se con la vostra volontà, unita alla potenza divina, vi impegnate seriamente. Esercitate le vostre possibilità mentali e non trascurate quelle fisiche. Non permettete che una specie di pigrizia intellettuale vi impedisca di conseguire una maggiore conoscenza. Imparate a riflettere e a studiare affinché le vostre facoltà mentali possano rafforzarsi e svilupparsi. Non pensate mai di essere arrivati e di poter rallentare il ritmo dei vostri sforzi: un uomo viene giudicato in base alla sua crescita spirituale. La vostra educazione deve continuare per tutta la vita e ogni giorno dovete imparare a utilizzare le conoscenze acquisite” (TT1, pag. 338).

“Dio vuole uomini e donne stabili, animati da buoni propositi, sui quali si possa contare in tempi di pericolo e di prova; uomini e donne saldamente radicati e fondati nella verità, come le montagne; cristiani che non si lasciano sballottare né a destra né a sinistra e che vanno avanti senza abbandonare il loro obiettivo. Certe persone, in particolari periodi di crisi per la religione, si ritrovano quasi sempre nelle file del nemico: se esercitano un certo influsso, sarà certamente dalla parte sbagliata. Esse non provano l’obbligo morale di consacrare tutte le loro energie alla verità che professano. Esse riceveranno la ricompensa che meritano” (TT1. pag. 310)

«Affinché l’opera si sviluppi in tutte le attività, Dio fa appello alla forza, allo zelo e al coraggio dei giovani. Egli ha scelto i giovani perché contribuiscano al progresso della sua opera. Fare dei programmi e attuarli coraggiosamente richiede energie sempre nuove e attive. Giovani uomini e donne sono invitati a offrire a Dio il vigore della loro giovinezza, affinché tramite l’esercizio delle loro facoltà essi possano glorificare Dio e trasmettere il messaggio della salvezza ai loro simili» ( Gospel Workers , p. 67).

Bibliografia

– E. G. White, Tesori Testimonianze vol. 1, ed. AdV.
– Dizionario dei concetti biblici, ed. Dehoniane.
– Dizionario Biblico, ed. Feltrinelli.
– Gaudio Michele, “Il ruolo della donna” (studio).
– Jean Florì, “Et Dieu créa la femme” articolo.
– A. Caracciolo, “La donna nella società dei credenti secondo il Nuovo Testamento” (studio).
– E.E. Naenny, Psicologia dell’uomo e della donna, Dip. Pubblicazioni.

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