06 – La parola giusta per l’anno nuovo

Una vecchia eredità in armonia con le sfide del 21° secolo

Conferenze tratte da Regards 2000, tenute in Francia via satellite.

Introduzione

0605158Povera donna… In quell’epoca, era una morta vivente! Infatti le donne… Insomma ritorneremo più tardi sulla questione. Quella donna aveva una perdita di sangue. Non una volta al mese, come una donna normale. Ma in permanenza! E da diversi anni. Per questo, non soltanto era fisicamente sfinita, ma provava anche la vergogna, l’impurità, il castigo, l’umiliazione totale ed il rigetto… Non aveva più relazioni, era senza speranza, senza un avvenire. Era peggio della morte… perché era conscia del suo misero stato.

Quella donna era là, con i suoi bisogni essenziali: bisogno di benessere fisico, bisogno di sicurezza, bisogno di relazione d’amore, bisogno di stima, bisogno di una realizzazione che le schiud esse il futuro. Era là con tutti i suoi bisogni vitali che giustamente desiderava vedere realizzati come era per tutte le altre persone. Ma da diversi anni questo non avveniva!

In un istante, Gesú percepí il grido del suo cuore e del suo bisogno disperato. E ce ne voleva di sensibilità per percepire questa donna in mezzo ad una folla brulicante e pressante. Infatti i discepoli credettero che Gesú “farneticasse” un poco! Imbarazzo e stupore dei discepoli… restano a bocca aperta! “Via, Gesú! La folla ti spinge da tutte le parti e chiedi chi ti ha toccato?!” Il fatto è che Gesù sapeva fare la differenza fra l’essere pressato da una folla compatta e l’essere toccato da una mano che si avvicinava a lui come ultima speranza di vita.

E Gesù soddisferà, immediatamente, tutti i suoi bisogni essenziali: sarà guarita, rassicurata, amata, riconosciuta ed impegnata in un nuovo progetto di vita!

Eccolo il Cristo dei Vangeli che vorrei farvi scoprire…

Non pensate che questa donna, anche se sono trascorsi 2000 anni, è sempre presente in mezzo a noi? D’accordo, appartiene ad un’altra epoca, a una diversa cultura… eppure, ahimè, se vi è qualcosa che è sempre attuale, è la sofferenza! Io sono persuaso che il messaggio di Gesù risuoni oggi in modo altrettanto stridente e verace. Oggi più che mai, Egli è colui che può soddisfare i miei bisogni vitali ed essenziali.
Quante persone, come quella povera donna, soffrono non soltanto nel loro corpo, ma anche nell’anima. E questa sofferenza a volte è molto più dolorosa! Persone che anche se portate in giro e pressate da una folla tumultuosa, si sentono sole, terribilmente sole. E lo sono veramente. Nessuno con cui comunicare!
Noi stiamo vivendo, uno dei paradossi più sconvolgenti! I mezzi di comunicazione non sono mai stati così avanzati come in questi ultimi anni o mesi! Ci procurano le vertigini. Ma mai come ora l’uomo soffre di solitudine!
Un gran numero di focolari, nelle nostre regioni, sono formati da una sola persona. Una inchiesta recente ha rivelato che più della metà delle persone che abitano nello stesso palazzo non ha mai rivolto la parola al proprio vicino! Soli, in un oceano di folla…

Alcuni anni or sono, ho vissuto un’esperienza che mi ha sconvolto. Per alcuni anni ho lavorato come volontario nelle ambulanze. Quasi ogni giorno avevamo delle chiamate per dei suicidi o dei tentativi di suicidio. Disperate grida di solitudine.
Fra l’altro, la Svizzera, paese in cui vivo attualmente, simbolo di benessere, di materialismo… è il paese d’Europa in cui vi è il maggior numero di suicidi, soprattutto fra i giovani.

Sapete che una volta a bordo dei sottomarini c’erano dei conigli? Sapete perché? Quando l’aria diveniva irrespirabile, i conigli morivano. Questo avvertiva l’equipaggio che era il momento di ritornare in superficie!
Davanti a tanti giovani che muoiono soffocati, come non interrogarsi? Cosa aspettiamo a tornare in superficie? Come per la droga, la violenza o la depressione, si curano gli effetti, non le cause. L’uomo soffre di una carenza di valori nella vita, dunque di una mancanza conscia o inconscia di Dio!

Ritorniamo alla mia esperienza. Con il mio collega di servizio fummo chiamati a recarci al domicilio di un ferito. Nel centro di una grande città, in un grande edificio. Entrammo in una piccola stanza. Un odore da mozzare il fiato! In mezzo ad un disordine indescrivibile, un materasso pullulante di insetti! Un uomo coricato su un materasso, con una gamba fratturata e mal curata, che ci aspettava con un sorriso che arrivava fino alle orecchie. Mentre nell’ambulanza gli tenevo la mano, piangeva e rideva per la contentezza! Mi disse: “Da tanto tempo nessuno si occupa più di me! Da tanto tempo nessuno mi ha più toccato!”

Ahimè! Anche oggi si muore di solitudine in mezzo ad una folla anonima. Fortunatamente, la donna ebbe il coraggio di raccogliere le forze che le restavano per toccare Gesù. Da quel contatto scaturì la sua liberazione.
Sofferenza, insicurezza, solitudine, esclusione. Ecco la sorte di una stragrande maggioranza di persone nel nostro mondo. E non solo laggiù… Sulla soglia della nostra porta! Sul nostro pianerottolo!
E chi non porta con se la sua piccola “emorragia” che procura vergogna, che rode a poco a poco e che ci impedisce di vivere?

Questo malessere è l’immagine della nostra società che non fa che agitarsi, in una ricerca sfrenata, che si stordisce per non pensare troppo, senza trovare il tempo per “curare” le proprie piaghe.

Dio, nella persona di Gesù, ha camminato in questo mondo, per mostrarci la sua visione della vita, per mostrarci come vivere per gettare le basi del suo regno che io aspetto. Per seminare, con le sue parole ed i suoi gesti, dei semi di umanità che noi siamo chiamati a far germogliare.
Il suo messaggio è sempre adatto a rispondere ai nostri bisogni personali come anche alle sfide della società.
Ahimè, molti muoiono accanto al Vangelo, così come si può morire di sete accanto alla fontana!

Quali sono oggi i nostri bisogni? Un certo Maslow ha fatto una lista dei bisogni essenziali dell’uomo. Li presenta sotto forma di piramide. Ogni gradino è indispensabile per raggiungere il seguente. Eccoli:

  • Bisogno fisiologico
  • Bisogno di sicurezza
  • Bisogno d’amore e di relazione
  • Bisogno di stima e riconoscenza
  • Bisogno di realizzazione

Gesù è venuto in questo mondo per piantare i germi che possono nutrire i diversi bisogni essenziali dell’uomo. Nello spazio di tre anni, senza aver scritto nulla, rimanendo al livello della cultura e della società più umile, questo artigiano della Galilea si è rivelato, dopo 2000 anni, molto più vicino a noi, più presente dei più grandi filosofi. Più di chiunque altro, la sua voce è imperitura, vicino ai nostri cuori ed ai nostri bisogni, nonostante che siano trascorsi secoli e che si siano modificate le culture. Più di chiunque altro, libera in noi l’umano, perché nella sua bocca c’era la parola di Dio.

1. Bisogno fisiologico

Gran parte del suo ministero è stato un ministero di guarigione. Eppure, dovunque andava, la folla cercava di incontrarlo per avere sollievo fisico.
A Giovanni Battista, il profeta che si preoccupava, dal carcere dove era rinchiuso, di sapere se Gesù fosse veramente il Messia che doveva venire, fece riportare queste parole: “I ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, il vangelo è annunziato ai poveri.” (Luca 7:22)
Il suo miracolo più straordinario fu senza dubbio quello di avere moltiplicato il pane per nutrire la folla. Gesù conosceva bene i bisogni del corpo e desiderava soddisfarli.

Non a caso, per lui il “toccare” era importante. Tocca i malati prima di guarirli. Perfino i lebbrosi. Gesto impensabile all’epoca! Permette ad una donna di facili costumi di toccargli i piedi.
Per far capire ai suoi discepoli il senso dell’umiltà, della condivisione e della responsabilità verso l’altro, laverà loro i piedi e chiederà a noi di fare altrettanto. La “Parola” stessa di Dio si è fatta carne in Gesù, dirà l’apostolo Giovanni nel suo vangelo.

Immaginate allora a quali aberrazioni la chiesa cristiana è giunta da quando ha iniziato ad esaltare il disprezzo del corpo, come se fosse una misera prigione dell’anima! Basta vedere alcuni brani del film “Il nome della rosa”, in cui il fedele ritiene necessario infliggersi privazioni e sofferenze!
Questo è Platone, ma non certamente Gesù!!! Aveva una così grande reputazione di amare la vita, che ai suoi giorni era corsa la voce che, assieme ai suoi discepoli, era un bevitore ed un mangiatore! Certamente erano delle calunnie. Ma questo ci dimostra che considerava la vita nel suo rigoglio e pienezza fisica. Ed il corpo aveva la sua parte…
Poco prima di morire, manifestò ai suoi discepoli i suoi criteri nella scelta dei cittadini del suo regno futuro: quelli che danno da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, che vestono gli ignudi… Quelli che curano non solo l’anima ma anche il corpo, manifestando che l’attenzione ai bisogni fisiologici che lo caratterizzavano doveva divenire la caratteristica stessa dei suoi discepoli.
Io, in qualità di suo discepolo, sono chiamato a diventare sua mano per aiutare l’altro.

Una illustrazione: in una chiesa di Francoforte vi era una magnifica statua di Gesù con le mani protese. Durante l’ultima guerra, quella città fu oggetto di terribili bombardamenti. Alla fine della guerra, la statua era priva di mani.. Diversi scultori proposero di restaurarla mettendogli nuove mani. Ma i responsabili della chiesa decisero che la statua doveva restare senza mani. Venne soltanto aggiunta questa magnifica scritta: “Cristo non ha altre mani al di fuori delle nostre…”

2. Bisogno di sicurezza

Gesù esortava costantemente i suoi discepoli a vivere in pace, a rifiutare di lasciarsi soffocare dall’ “inquietudine” quotidiana che è spesso mendace. Tante preoccupazioni che ci fanno passare notti insonni! Troppo spesso, le nostre ansietà e le nostre paure si concretizzano quando non facciamo altro che pensarci.
Un bambino che si diverte ad urlare per far paura ai suoi compagni finisce per far paura a se stesso, al punto che deve andare a rannicchiarsi in braccio a sua madre. L’umanità assomiglia a questo bambino. Ma non può fare altro che rannicchiarsi in Cristo Gesù.
Questo era il suo messaggio: “Gettate su di me tutti i vostri fardelli… tutte le vostre preoccupazioni, tutte le vostre paure… Portatele a me…”
Perché allora portare da soli il nostro fardello? Gesù vive! E queste parole sono sempre attuali! Anche oggi, io posso trovare la serenità mollando la presa ed abbandonandomi nelle braccia di Gesù. E io so, perché ne ho fatta l’esperienza, quanto questo sia bello!
Gesù diceva: “E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?… Guardate i gigli come crescono; non faticano e non filano; eppure io vi dico che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu mai vestito come uno di loro. Ora se Dio riveste così l’erba che oggi è nel campo e domani é gettata nel forno, quanto più vestirà voi, gente di poca fede! Non temere, piccolo gregge; perché al Padre vostro é piaciuto di darvi il regno.” (Luca 12:25,27,28,32)

Spesso l’uomo è insicuro perché non sa chi è, da dove viene e neppure dove vada… non vi è peggior insicurezza di quella di vivere la vita come se non avesse alcun senso. Ora, l’abbiamo visto in un’altra conferenza, e ritorneremo sull’argomento prossimamente, Gesù è venuto per rivelare il piano di Dio ed il senso della vita. E non soltanto la Vita in generale! La mia vita può avere un significato.

3. Bisogno di relazione e d’amore

L’amore è il motore delle nostre vite. È la sorgente di tutto quello che ci trascina verso il futuro. Mentre l’assenza di amore, imprigiona, rende tutto assurdo e nutre le depressioni.

Gesù ha parlato molto di amore. Perfino amore per i nemici. E non aveva certo parole più grosse del suo cuore! Quello che diceva lo provava! L’amore in Lui non era una qualità, era il suo stile di vita. Un amore contagioso!
Un giorno, al catechismo, una bambina parlava di Giuda che aveva tradito Gesù. La sua voce improvvisamente fu rotta dall’emozione, ed esclamò: “Se fossi stata al posto di Giuda, non mi sarei impiccata… mi sarei piuttosto appesa al collo di Gesù!!!”

Egli amava tutti personalmente. Non era l’amore della folla anonima, ma l’amore dell’individuo.
Un uomo ricco andò a trovarlo. Si allontanò rifiutando l’avventura con Gesú. Eppure il vangelo dice che Gesú lo vide e lo amò…
Ai suoi discepoli disse: “Voi non siete miei servitori, ma miei amici!”
E questo amore di Gesù per gli individui, lo spinse ad incontrarli là dove si trovavano. Ritorneremo prossimamente su questo aspetto importante, per Gesù, della necessaria relazione fra gli individui…
Ripeto, Gesù disse che al momento del giudizio finale, la domanda importante non sarà: ”Quanti paesi hai visitato? Che ricchezze hai? Mostrami il tuo prestigio…” Ma dirà: “Cosa hai fatto di questo cuore che ti avevo dato per amare ed aiutare i tuoi fratelli?”
Gesù è l’Amore…

4. Bisogno di stima e di accettazione

Come abbiamo visto nell’ultima conferenza: Gesù propone di considerare l’individuo come una persona in via di sviluppo, e non legata al suo passato o a quello di un altro. Sappiamo per esperienza che non c’è nulla di più sclerotizzante che un giudizio superficiale che condanna l’altro senza dargli la possibilità di essere se stesso!

Gesù seppe restituire vita e dignità alla donna sorpresa in flagrante adulterio. Dimostrò che quella donna non era soltanto un’adultera, ma che il lei vi era un’ altra “possibilità”.. E se non si è capaci di fornire questa opportunità, questa “possibilità” non potrà mai divenire realtà.
“Io non giudico nessuno” diceva Gesù. Chi oserebbe allora mettersi al di sopra di Gesù?

Gesù ha sempre accolto l’escluso, il diverso, facendo piazza pulita di tutti i pregiudizi, trovando degli esempi di coraggio e di fede in quelli che i religiosi disprezzavano. Ai disprezzati e sfruttati della Galilea dirà: “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo!” Vi rendete conto?! Nessuno aveva mai parlato loro in questo modo! Non soltanto, ma a quegli emarginati Gesù restituisce la dignità, e vede in essi i capolavori del Regno che verrà.
“I primi saranno gli ultimi ed gli ultimi i primi…” era solito dire con un pizzico di provocazione!

Lo sguardo che Gesù dirigeva sulle persone faceva nascere il desiderio di esistere! Come ho già detto, egli era circondato di donne. Era attento ai loro bisogni. Le accoglieva, le ascoltava. È naturale, penserete voi! Niente affatto! All’epoca era uno scandalo. Rabbi Eliezer, grande maestro dell’ebraismo antico scriveva: “Meglio sarebbe bruciare tutte le parole di fede che metterle nelle mani di una donna!”

E inoltre, Gesù amava i bambini.
E questi ricambiavano questo amore! Cercavano di avvicinarlo. Gesù stesso un giorno si arrabbiò con i discepoli che cercavano di allontanarli! E per di più li prenderà ad esempio:
“In verità vi dico: se non cambiate e diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” (Matteo 18:3)
Sappiamo che anticamente il bambino era disprezzato: Per i giudei, non esisteva legalmente fino a 12 anni. Platone raccomandava che bisognava fare morire i bambini di famiglie troppo povere.
“Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare.” (Matteo 18:8) ammoniva Gesù.!

5. Bisogno di realizzazione

Perché Gesù ha spinto tanta gente a seguirlo? Persone pronte ad abbandonare tutto per entrare nella sua avventura… Al pescatore Pietro, basterà dire: “Lascia la tua rete, d’ ora in poi sarai pescatore d’ uomini…” ed egli lo seguirà immediatamente! A Zaccheo, il ladro, basterà andarlo a visitare a casa per fargli dare tutti i beni ai poveri… E con allegrezza!

Perché tanta depressione oggi? Senza dubbio perché la società si chiede più spesso: “Vivere, come?”, invece di chiedersi: “Vivere, perché?”

Gesù propone di diventare costruttori di un regno… Il suo! Ed offre un titolo nobiliare a tutti quelli che lo vogliono: Figlio di Dio… Vi pare poco!!! Questo progetto di vita va ben oltre i pochi anni di vita che viviamo su questa terra. Ci propone una vita al gusto di eternità! Non vi sembra un buon progetto? Un destino grandioso! E ci propone di diventare, in questo mondo, i suoi ambasciatori. Questo dà un significato alla vita: sapere che contribuiamo alla costruzione di un mondo futuro! All’alba di questo terzo millennio, occorre ritrovare il senso ed il gusto dell’eternità Noi lo troviamo nel messaggio di Gesù!

Un aneddoto. Un viandante passa davanti ad un cantiere. Vede tre scalpellini che fanno il loro lavoro. Incuriosito, chiede costa stiano facendo. “Sto tagliando delle pietre”, risponde il primo. “Costruisco un muro”, dice il secondo, mostrando più convinzione dell’altro nel lavoro. Il terzo, con lo sguardo scintillante dice: “Costruisco una cattedrale!!”
Ci vedeva chiaro, quello che vedeva al di là della triste realtà presente.

Conclusione

Oggi, in un mondo che affoga nella confusione, nel disprezzo dell’altro, in un mondo che erige delle mura di separazione… il messaggio di Gesù risuona con palese attualità. Proiettando in avanti chi desidera ascoltarlo, verso un avvenire favoloso!
Io ci credo… Sono un sognatore utopistico? Sognatore.. senza dubbio. Il sognare è necessario perché procura la forza di realizzare la cosa! Utopistico? Non credo. L’abbiamo visto nelle conferenze precedenti: Dio ha parlato in passato. Ha annunziato la venuta del Messia. Ed assieme abbiamo visto come le sue parole si sono avverate in Gesù. Allora io credo nell’avvenire e nella visione che Egli ci dà. Questo sarà il tema di un’altra conferenza.

Volete accettare l’appello di Gesù ad entrare nella sua avventura? Siete pronti a lasciarlo penetrare nelle vostre vite, sapendo che soddisferà i bisogni più profondi?

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