13 – Lettere da un altro mondo

Un messaggio che attraversa la storia

Conferenze tratte da Regards 2000, tenute in Francia via satellite.

0509085Quest’uomo anziano è Giovanni: il discepolo che Gesù amò in modo speciale. È in questa cella e con queste catene perché ha proclamato la resurrezione del suo Maestro. I suoi compagni sono stati tutti assassinati. È solo in questa prigione, con i suoi ricordi… e la sua penna.
Ad un tratto, ci fu come una tempesta nella sua cella… Poi una luce accecante…

Quello che vedrà in quella notte è davvero surrealista, ed avrà difficoltà a descrivere tutto con la penna. Eppure ci offrirà lo scritto più strano, più discusso e… più luminoso di tutta la Bibbia…

Introduzione

Se vi dicessi: “L’Apocalisse… è per domani!” Come reagireste? Rischierei di essere preso d’assalto e direste: “Ci siamo… un’altro pazzo da neutralizzare!” Correreste subito a cercare uno psichiatra prima che la sindrome degeneri. Oppure, semplicemente, vi mettereste da un lato, sospirando: “Poveretto, è passato sotto un buco di ozono ed è stato vittima di un colpo di sole!”

I fedeli dei fumetti TINTIN (io sono belga… e non ho dimenticato i miei classici) si ricorderanno senza dubbio del profeta pazzo Filippulus nella “Stella misteriosa”.
É vero, ahimè, che questo tipo di profeta pazzo non esiste soltanto nella fantasia dei fumetti!
Nell’ultima conferenza ho dimostrato che Gesù aveva visto ed annunziato questa folle deriva. Parlando del clima che precederà il tempo della venuta del suo Regno, diceva: “Allora, se qualcuno vi dice: il Cristo eccolo qui, eccolo là, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ma voi siate attenti; io vi ho predetto ogni cosa…” (Marco 13:21-23)

E l’attualità, ahimè ancora ci fornisce delle prove spaventevoli del valore di queste parole di Gesù. Sappiamo tutti la fine tragica dei discepoli di Luca Jouret e dell’Ordine del tempio Solare, come anche del gruppo chiamato “Heaven’s Gate” o “La porta del paradiso”… come anche David Koresh o tanti altri chiamati “Pazzi dell’Apocalisse”!

E non crediate che questo fenomeno sia sempre esistito! A parte alcuni rari movimenti isolati nel passato, questo fenomeno è assolutamente nuovo e lo si riscontra in tutte le tendenze religiose: negli ambienti cristiani più disparati, come anche fra gli Ebrei o i Mussulmani. Anche nelle religioni orientali o fra gli adepti del “New Age”!
Lo si ritrova anche, in una certa misura, al di fuori delle religioni. I Neonazisti utilizzavano un linguaggio apocalittico, annunciando l’Armaguedon per seminare il terrore…
La nostra civiltà è dunque decisamente malata di Apocalisse! Questo libro che conclude la Bibbia, puzza di bruciato! (sa di eresia)
Qualcuno ha detto con sarcasmo: “O l’Apocalisse trova un pazzo, o lo fa impazzire!”

Dite “Apocalisse” e questo susciterà delle immagini di pazzia, di violenza, di catastrofi, di guerre… Non per nulla il cinema ha sfruttato questo termine con dei film di catastrofi!

Bene, torniamo al nostro amico Giovanni. Era il discepolo più giovane. Quando scrisse l’Apocalisse, era una persona anziana e senza dubbio, l’unico sopravvissuto del gruppo di Gesù! Tutti i suoi compagni di avventura erano morti assassinati, colpevoli di avere amato un uomo che avevano creduto Dio! Colpevoli di avere proclamato un Regno di pace, di giustizia e d’amore… E soprattutto colpevoli di aver creduto che questo Regno non sarebbe umano ma Divino…
Giovanni, il discepolo che meglio di tutti aveva compreso la dimensione dell’amore di Gesù, colui al quale Gesù aveva affidato sua madre nel momento dell’agonia, era ancora in vita… Ma che vita?!

Priva di libertà! Deportato in una piccola isola, Patmos: 12 chilometri di lunghezza per 8 di larghezza. Una specie di goulag nel mare Egeo. L’imperatore Domiziano lo aveva condannato a questa deportazione. Lo aveva privato dei suoi diritti civili, delle sue proprietà. Un apolide, sradicato, tagliato dal suo passato, dalla sua famiglia, dai suoi amici, dalla sua terra.
Si era nell’anno 96 dopo Cristo. Il Regno non era ancora venuto… E la sua vita non era vita. L’avventura con Gesù era solo un ricordo… Un sogno?

È in questa nebbia della vita che una luce illuminerà la sua cella… Vi fu una specie di uragano nella stanza. Il vento urlò dietro di lui, come lo squillo di una tromba. La voce del vento gli disse: “Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia, a Laodicea ….”
La voce scorreva come flutti di grandi acque tumultuose.
Giovanni vide allora brillare nella sua cella qualcosa che aveva l’apparenza di sette candelabri d’oro. In mezzo a questi candelabri vi era un uomo… Impossibile scoprire il suo volto, tanto era splendente! Aveva un abito lungo ed una cintura d’oro. I suoi occhi sprizzavano fiamme di fuoco. I suoi capelli, di un candore splendente, brillavano come neve al sole. Egli aveva in mano sette stelle…
L’anziano cadde, come pietrificato, ai pedi di questa luce.
Quell’individuo allora disse: “Non aver paura, Giovanni!”
In quel momento Giovanni comprese che era il suo maestro… Gesù era davanti a lui glorioso!
Gli disse ancora: “Non temere, io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei morti. Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in seguito.” (Apocalisse 1:18,19)

Gesù, centro dell’Apocalisse

Ecco dunque l’incredibile rivelazione che viene data a Giovanni. È bene segnalare inoltre che la parola “apocalisse” significa proprio “rivelazione” e non “catastrofe” come spesso pensiamo!

Rivelazione di cosa? Di un Gesù vivente, che ha trionfato sulla morte… Di un Gesù che è testimone dei sospiri della terra… Che descrive le catastrofi ed i disastri che il nostro mondo vive in questo momento, con immagini simboliche estremamente forti e che colpiscono, certamente… ma che parla soprattutto di liberazione e della sua venuta affinché il suo Regno di pace abbia il sopravvento su questo mondo di violenti!

Ecco perché l’Apocalisse è un libro che parla più di felicità che di disgrazie!
Infatti fin dalle prime parole leggiamo: “Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte…” (Apocalisse 1:3)
E nelle ultime righe di questo libro, troviamo ancora e sempre: “Ecco, io sto per venire. Beato chi custodisce le parole della profezia di questo libro.” (Apocalisse 22:7)

È una lettera di consolazione e di speranza inviata ad un uomo, Giovanni, che viveva in una situazione di disperazione. Una lettera indirizzata, tramite lui, a tutti i disperati della terra per aiutarci ad alzare il capo. Quando sappiamo dove andiamo, questo aiuta ad andare avanti, anche quando tutto sembra assurdo! Questa lettera ci aiuta a vedere, al di là degli eventi dolorosi, la speranza del regno di Dio che finalmente trionferà sul nostro mondo.
Una lettera che viene da un altro mondo, da un mondo che è al di sopra del nostro, che lo ingloba. Il Regno di Dio che si prepara ad affermarsi sulla nostra terra che vive i suoi ultimi momenti di sofferenza.

E questa lettera, che attraversa l’universo e la nostra storia, è firmata: “Rivelazione di Gesù Cristo…” Sono le prime parole!
È Gesù vivo (benché morto), presente (anche se partito) e glorioso (anche se umiliato) che cerca, ancora e sempre, di comunicare con gli uomini per svelare la nostra storia fino al suo ritorno!
Una volta ancora, il ponte di Dio fra il nostro mondo ed il suo Regno!

Giovanni, vecchio e sofferente, ritrovò finalmente il suo Gesù!!! Un Gesù che in tutta l’Apocalisse diventa la figura centrale, l’oggetto principale di ogni visione.
Giovanni lo vede camminare in mezzo ai candelieri, simbolo della sua chiesa… Giovanni vede una porta aperta nel cielo e scopre il trono di Dio. In mezzo a questo trono vede come un agnello immolato… È ancora Gesù! E vede questo agnello fare la guerra alle potenze del male… Lo vede eseguire i giudizi di Dio… Lo vede cantare con i suoi fedeli mentre li accompagna alle sorgenti dell’acqua della vita… E finalmente, vede una magnifica festa: le nozze dell’agnello… al quale partecipano tutti quelli che hanno risposto all’invito…

Un linguaggio simbolico, ben inteso… Come descrivere quello che non si è mai visto e che non si può nemmeno immaginare o concepire?! Ma è un libro che rigurgita della presenza di un Gesù glorioso, maestoso e trionfante.

1. Delle lettere per i Cristiani

Vi propongo ora un rapido sorvolo della prima visione che ebbe Giovanni. Questa rivelazione che proviene, come abbiamo detto, da un Gesú glorioso, avrà una procedura strana. Una dettatura di 7 lettere destinate a 7 diverse chiese.
7 chiese come le 7 stelle che Gesú ha in mano quando si manifesta a Giovanni. Ora, nel mondo antico, come si crede anche oggi, si pensava che le stelle contenessero il nostro futuro.
Dunque Gesù ha nelle sue mani il futuro della sua chiesa. Un futuro simboleggiato nella successione delle 7 chiese.
D’altronde Gesù disse a Giovanni: “Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in seguito.” (Apocalisse 1:19)

Si tratta dunque di una specie di grande affresco storico che è stato rivelato a Giovanni. Un affresco che copre il suo tempo ed anche il futuro. E vedrete che questo concerne anche noi!

E Giovanni sentì: “Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia, e a Laodicea.” (Apocalisse 1:11)

Perché queste 7 chiese? Dopo tutto ve ne erano anche altre nella regione! Ma ognuna di queste chiese era un simbolo, per la sua storia ed il significato del suo nome. Vedrete…
Inoltre, questi 7 luoghi si trovavano su una strada circolare, che suggeriva in questo modo una progressione da una all’altra. Si parte da Efeso e si finisce a Laodicea.
E per gli scettici, non dimenticate il numero7! Numero simbolico nella Bibbia e soprattutto nell’Apocalisse. Ha una valenza di totalità e di compiutezza.
Rappresentare Gesù che cammina in mezzo ai 7 candelabri, come una marcia attraverso il tempo, non fa che confermare la nostra interpretazione.
“ Il mistero delle sette stelle che hai viste nella mia destra, e dei sette candelabri d’oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese.” (Apoc.1:20)

Attenzione, allora… attaccate le vostre cinture! Partiamo per uno straordinario viaggio nel tempo! Siamo partiti!

chiesaPrima tappa: EFESO.

Venendo da Patmos (dove Giovanni era esiliato), ci si trovava davanti ad una tappa obbligata. Si tratta del porto più importante dell’epoca. Le sue luci sono le prime che si vedono dal mare. Non per nulla Efeso è stata scelta per raffigurare la prima chiesa, portatrice della prima luce. “So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amore del mio nome e non ti sei stancato.” (Apocalisse 2:3) È l’ora degli inizi dell’avventura cristiana…
Ma ben presto, questa chiesa rischia di stancarsi. La passione spesso dura poco, soprattutto quando è messa a dura prova! Il testo prosegue: “Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima…” (Apocalisse 2:4,5)
Il dramma dell’umanità di tutti i tempi, è l’amnesia! Dimentichiamo così presto le nostre belle esperienze, le nostre decisioni… È difficile conservare i moti dell’anima!
Dunque, prima tappa: Efeso, che significa “desiderabile”, perché ha la fortuna della giovinezza. Giovane chiesa che ha conosciuto Gesù in carne ed ossa!
Ma un piccolo consiglio: “Attenti a non far cadere le braccia!”

chiesaSeconda tappa: SMIRNE.

Una città che conobbe molte sofferenze. Fu completamente distrutta nel 600 a.C. dai Lidi. Fu ricostruita 4 secoli dopo.
Inoltre il nome Smirna, deriva da Mirra, un profumo utilizzato nei sacrifici e nelle sepolture.
Smirne può essere tradotto con “amarezza”.
Storicamente andiamo al tempo delle persecuzioni del 2° secolo. Tutte le scuse erano buone per massacrare i cristiani. L’impero romano se ne servì abbondantemente.
La lettera dice: “Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie (…) Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.” (Apocalisse 2:9,10)
Strani questi 10 giorni, non è vero? Ma.. ricordate quello che avevamo detto per le profezie bibliche… È risaputo che per gli ebrei, nei testi profetici, un giorno corrisponde a 1 anno. Si tratta di un codice simbolico.
Allora… caso o rivelazione straordinaria ( io scelgo la seconda soluzione!), la peggiore persecuzione avvenne sotto il regno di Diocleziano, che gli storici chiamano “l’era dei martiri”! Nel 303 l’imperatore promulgò un decreto che ordinava il massacro. Questo terminò nel 313 grazie ad un altro editto emesso dall’imperatore Costantino. Esattamente 10 anni dopo! Inquietante, no!

chiesaProseguiamo… terza tappa. PERGAMO.

Lo storico romano Plinio (contemporaneo di Gesù) la considera come “la città più famosa dell’Asia”. Capitale politica, culturale e religiosa. D’altronde il suo nome significa “cittadella” o “città gloriosa”.
La lettera è abbastanza critica. Ascoltate: “Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d’Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare.” (Apocalisse 2:14)
Questi due personaggi evocati sono conosciuti nella storia del popolo d’Israele. Fecero deviare il popolo con dei compromessi. Miscugli di errori e di verità.
Questa lettera trova un’applicazione stridente nella storia della chiesa cristiana! Dopo il 313, l’impero romano riconoscerà il cristianesimo. Politica e religione faranno connubio… Sarà un’epoca di grandi sincretismi fra il cristianesimo e le religioni pagane. Per esempio, è in quel momento che il giorno del riposo del sabato verrà ufficialmente sostituito con la domenica. Ecco il decreto di Costantino: “Che i cristiani non si comportino come i giudei non lavorando in giorno di sabato. Che tutti i giovani, le popolazioni delle città, e tutte le categorie di lavoratori interrompano il lavoro nel venerabile giorno del sole (= domenica)” ( Canone 29 del codice di Laodicea)
Una chiesa che, col potere, perde a poco a poco la sua identità. Il potere è pericoloso! E quando il religioso si mescola al politico, c’è da temere il peggio. Il seguito della profezia lo dimostrerà!

chiesaQuarta tappa: TIATIRI.

Nome terribile: vuol dire “consumazione delle vittime”! Ahimè… questa città merita il suo nome. La lettera dice: “ Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel, quella donna che si dice profetessa e insegna e induce i miei servi a commettere fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli.” (Apocalisse 2:20)
La Bibbia ricorda questa donna come una regina che trascinò il popolo d’Israele nel sanguinario culto di Baal.
A quale epoca questa profezia potrebbe corrispondere? Ebbene, proprio a partire dal 4° secolo, abbiamo detto che la chiesa cristiana riceve un potere… Un potere addirittura politico! Fra parentesi, Tiatiri era famosa per lo scarlatto. Questo era il colore della regalità!
Questa chiesa viene accusata di usurpare l’autorità di Dio. Una chiesa che cerca il potere dimenticando la sua vera ragione d’essere!
E tutto questo si concretizza nell’intolleranza e nei massacri.
È l’inizio di un lungo periodo, per il cristianesimo, di ricerca del potere, di intolleranza e di persecuzioni! Inquisizione, crociate, roghi. Il tempo della vergogna! La chiesa propaga la morte. Colmo dell’incoerenza!
In tutta questa confusione, vi è tuttavia un barlume di speranza: durante tutto questo periodo (dal 6° al 16° secolo), degli uomini fuori del comune cercano di essere fedeli. Dei san Francesco d’Assisi, poi molto più tardi dei Pietro Valdo, Giovanni Wyclif, Giovanni Hus, Gerolamo Savonarola e Lutero… degli uomini che remano contro corrente. E sono incoraggiati dalla profezia: “Quello che avete, tenetelo fermamente finché io venga.” (Apocalisse 2:25)
E, fra parentesi, riecco improvvisamente riemergere l’idea del ritorno di Gesù.

chiesaEd eccoci alla quinta tappa: SARDI.

Un nome che significa “il rimanente”. La lettera parla della fedeltà di alcuni. Nella storia del cristianesimo, la chiesa di Sardi indica un movimento di ritorno alle sorgenti. È il tempo della Riforma. Si tratta di un ritorno alla Bibbia ed alle sorgenti stesse del cristianesimo. La tradizione ha oscurato troppo la bellezza del vangelo e del messaggio di Gesù Cristo. Ma la lettera contiene ugualmente dei rimproveri!
“Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere e sei morto. Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio.” (Apocalisse 3:1,2)
Rapidamente il movimento si sclerotizza. Sembra talmente importante pensare rettamente che si diventa anche intolleranti. I riformatori hanno anche i loro inquisitori. Calvino condanna al rogo degli studiosi che non la pensano come lui. È la sorte di Michele Serveto! Lutero fustiga violentemente cattolici ed ebrei e condanna allo sterminio tutti quelli che non lo seguono.
Una volta ancora, il potere politico corrompe tutto.
È proprio vero… “Quelli che non si ricordano della storia sono condannati a ripeterla” diceva Gandi. Ed una volta ancora la lettera parla della venuta di Gesù: “Se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.” (Apocalisse 3:3)

chiesaProseguiamo… penultima tappa: FILADELFIA.

Che nome straordinario questo! Qui prendiamo un piccolo respiro. Questo nome significa “amor fraterno”. Uff! Dopo tanta violenza, vigliaccherie, tradimenti, c’è una finestra aperta! O piuttosto una porta aperta. Ascoltate la lettera: “Ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome.” (Apocalisse 3:8)
Verso la fine del 18° secolo, è il tempo dei grandi risvegli spirituali e del rinnovamento. È il tempo dei movimenti missionari in India, in Africa e in Asia.
Senza dubbio è, nella storia dell’umanità, il più grande movimento di attesa del Regno di Dio. Questo movimento aspetta con fervore la venuta di Gesù. Un’ immensa speranza. Non per nulla la profezia parla di “porta aperta”… La porta del regno si apre…
Un grande movimento di attesa, che venne chiamato “movimento avventista” (da cui venne in seguito la Chiesa avventista) si diffonde negli Stati Uniti. Uno storico dell’epoca, John McMaster, stima che “circa un milione di persone, sui diciassette milioni che contava a quel tempo gli Stati Uniti, accordarono il loro favore al movimento, e fra questi un migliaio di pastori.”
E la profezia si fa sempre più pressante circa il ritorno di Gesù! Ascoltate: “Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona.” (Apocalisse 3:11)
Ed ora l’ultima tappa, la settima tappa… la settima epoca… la settima Chiesa, e questa ci riguarda da vicino!

2. Un messaggio per il nostro tempo!

chiesaLettera a LAODICEA.

Si tratta dell’ultima lettera. L’idea della fine di un percorso è talmente presente che Gesù si designa come “l’Amen”. Amen è la parola della fine, è la conclusione di tutte le preghiere.
E poi, vi ho mostrato nelle lettere precedenti che l’idea del ritorno di Gesù si fa sempre più presente. Questa volta è talmente vicino che è alla porta. E nel linguaggio biblico, questo vuol dire che la fine è imminente!
Ascoltate questo straordinario testo: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.” (Apocalisse 3:20)

Poi l’immagine del banchetto è uno dei temi favoriti dell’Apocalisse come anche delle parabole di Gesù. Egli vi ritornerà sovente per evocare la grande festa che inaugurerà il suo Regno.
E sapete cosa mi piace? Qui è Dio che si fa invitare! Egli bussa alla porta, sperando che gli si apra. Un Dio che mendica la nostra ospitalità! Questo è il Dio di libertà che presenta la Bibbia!
Un pittore ha rappresentato questa scena. Qualcuno l’ha rimproverato di non avere messo la maniglia sulla porta. “Evidentemente” rispose lui “la maniglia è soltanto all’interno!” Siamo noi a fare il passo per accogliere. Perché Gesù non si impone… si fa scegliere. Si fa invitare!
E questo Gesù che bussa sperando di trovare una porta aperta è tanto più commovente dal momento che la lettera indica che la Chiesa di Laodicea non ne sente il bisogno e la necessità.

Ascoltate questa triste constatazione: “Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Tu dici: “sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!” Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo.” (Apocalisse 3:15-17)
Una tiepidezza che provoca la nausea… peggio del freddo!
Nella storia: Laodicea era conosciuta nell’antichità per le sue acque tiepide che scaturivano da sorgenti calde vicine!
Altro dettaglio significativo della storia: fin dal 2° secolo a. C., gli abitanti di Laodicea coniavano la loro moneta, la cui effige faceva riferimento alle divinità locali. Laodicea bastava a se stessa!
Si… “Sono ricca e non ho bisogno di nulla!” Che orgoglio. Che utopia!
Ecco proprio la nostra epoca! Dio? Non ne ho bisogno! L’uomo ha in se stesso la soluzione. Noi siamo ricchi! Le nostre ricchezze materiali, le nostre ricchezze intellettuali… Buona cosa. L’uomo assicura! Nessun bisogno di Dio! Il suo Regno? Cerchiamo prima il regno politico! E si dimentica che Gesù insegnava di cercare prima il regno dei Cieli!
Diagnosi della nostra società: la tiepidezza… Peggio del freddo!
Falsi ricchi che siamo… Se soltanto sapessimo meglio ascoltare i falsi mendicanti che bussano alla porta che è Gesù! Alla nostra porta… Alla vostra porta…

E sapete cosa vuol dire Laodicea? “Giudizio dei popoli”!!!

Conclusione

Cari amici… stiamo vivendo un momento solenne… Non so se ce ne rendiamo conto… L’ultima tappa prima dell’instaurazione del Regno di Dio. Gesù si presenta alla porta della vostra vita… E bussa… bussa… con la profonda speranza che gli apriamo questa pesante porta!

Per mezzo di queste stupefacenti lettere, che abbiamo soltanto sorvolato, scopro che Dio è padrone della storia… Che Dio, in Gesù, ha intrapreso un’opera incredibile di salvezza dentro e per mezzo della Chiesa. Che Gesù dimora fedele a questa Chiesa, qualunque sia lo stato un cui si trova. La speranza è viva!
Questa ultima lettera termina con una promessa che Gesù ci rivolge. È per voi: “Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch’ io ho vinto e mi sono seduto con il padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.” (Apocalisse 3:21,22)
È incredibile, questa speranza! Eppure io ci credo… Tutto il messaggio biblico è proteso verso questa speranza. Lo abbiamo visto, per esempio in questi messaggi.

Volete voi entrare in questa dinamica del Regno di Dio? Volte aprire la porta della vostra vita a questo mendicante dell’amore che è Gesù? Volete voi, mentre aspettate di accoglierlo in questo mondo, accoglierlo nella vostra vita?

La voce di Gesù, rivolta al veggente di Patmos, risuona ancora oggi con una attualità sconvolgente: “Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.”

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