Nulla è troppo difficile per essa e non c’è alcun luogo che non possa raggiungere
Wesley Torres*
Grazia è la parola italiana tradotta dal latino gratia, a sua volta tradotta dal greco charis, che significa «favore gratuito». L’amore è il fratello gemello della grazia (Gv 3:16; Ef 2:8). Cristo è la personificazione della grazia di Dio ed è per questo che la sua morte per la salvezza della razza umana rappresenta l’atto d’amore supremo. Gesù venne per manifestare grazia e amore, per riscattare l’umanità dalla sua condanna e dai legami col peccato.
Senza grazia
A causa del peccato siamo tutti privi di speranza e degni di morte. Ma grazie a Cristo, possiamo sperimentare l’abbondanza della grazia dalla quale scaturisce la salvezza e la vita. La comunicazione della grazia e dell’amore di Cristo supera in modo radicale la colpa e la collera prodotte dal peccato di Adamo e di Eva. Inoltre ci è stato promesso: «Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata» (Rm 5:20).
Questa è una soluzione magnifica al problema del peccato: Cristo accorda gratuitamente la sua grazia sovrabbondante a tutti coloro che desiderano essere ricoperti dalla sua giustizia e misericordia.
La grazia deve essere accettata. Durante l’amministrazione del presidente degli USA Andrew Jackson, George Wilson, un impiegato postale derubò i contributi federali da un treno e uccise una guardia. Il tribunale lo condannò ed emise contro di lui una sentenza di morte per impiccagione. Ma, a motivo del sentimento popolare contro la pena capitale, un movimento popolare chiese al presidente la grazia in suo favore (si trattava infatti del suo primo delitto).
Alla fine il presidente Jackson concesse la grazia. Ma, sorprendentemente Wilson la rifiutò. Allora fu chiesto alla Corte suprema di decidere se una persona potesse respingere la grazia presidenziale. Il giudice supremo John Marshall presentò la decisione della Corte: «Il perdono è un atto steso su di una pergamena il cui solo valore deve essere determinato dal destinatario. Non ha nessun valore se non quello che il destinatario gli dà. George Wilson lo ha rifiutato. Noi non siamo in grado di capire perché, ma lo ha fatto. Perciò, George Wilson deve morire».
L’imputato fu impiccato perché la grazia, dichiarò la Corte suprema, non solo deve essere accordata, ma anche accettata. Lo stesso vale per la grazia divina. Dio la offre, ma può essere sperimentata solo da chi la accoglie. La sola condizione per ottenere il dono della grazia è di appellarci alle promesse di Dio, (2 Cor 8:9; Ef 2:5-7), di pregare per essa (Gv 14:13,14) e di consentire che lo Spirito Santo parli ai nostri cuori, risvegliandoci alla realtà della nostra condizione di bisogno (Ef 1:12,13; Sal 51:1).
Le tre dimensioni della grazia. L’abbondante grazia divina comprende tre dimensioni: una passata, una presente e una futura. Quando la accettiamo siamo rinnovati e il nostro passato è sepolto in Cristo. Se camminiamo con il Signore la trasformazione della nostra vita è la prova che la sua grazia abbondante si trova in noi. Anche se pecchiamo la sua grazia è, e sempre sarà, pronta a perdonarci se ci pentiamo e confessiamo i nostri peccati.
La grazia preserva la vita
La presenza del peccato nel cuore umano ha portato divisione, competizione, discriminazione e separazione tra le creature di Dio; ma la grazia di Dio controlla la vita sulla terra, ne ha cura, perché anche la natura soffre le conseguenze del peccato (Rm 8:20,22). Così le meravigliose promesse di Dio comprendono la redenzione della natura dal peccato e dalle sue conseguenze quando questo sarà finalmente sconfitto (Is 35:1,2,7; 55:13).
La natura rappresenta la grazia di Dio. La grazia di Dio si percepisce facilmente nella conservazione della vita sulla terra. Il sole e la pioggia mantengono la vita sul pianeta e determinano la produzione del cibo. Le stagioni si succedono portando i loro benefici agli esseri umani e alla natura stessa.
Tutto nell’universo rende testimonianza a un Creatore che conserva la vita, nonostante l’intrusione del peccato e le sue conseguenze.
La grazia di Dio sul nostro pianeta. L’equilibrio ecologico della natura è stato turbato in alcune parti del mondo, in genere per ignoranza o per una visione limitata da ambizioni economiche (spesso in nome dello sviluppo e del progresso) che non tiene conto delle conseguenze a lungo termine. Ma, nonostante l’opera distruttiva compiuta, possiamo ancora notare tracce dell’opera meravigliosa di Dio: i bei campi di Alberta, nel Canada, le grandi scogliere australiane, i fiordi norvegesi, la stupefacente, misteriosa, intatta natura africana, la magnificenza della foresta amazzonica, le molteplici varietà di uccelli nutriti ogni giorno dalla benevola mano di Dio, la quantità inimmaginabile di animali propri di ogni regione del nostro pianeta, gli innumerevoli tipi di alberi con i loro frutti. Ci può ancora essere qualche dubbio che tutto ciò esista per caso? L’evidenza suggerisce un Creatore che preserva la vita. Chi tra noi ha sperimentato l’abbondanza della grazia divina è tenuto a fare la propria parte per preservare la natura. La grazia divina protegge e accresce la vita sul nostro pianeta; e noi, come suoi testimoni, siamo chiamati a renderne testimonianza.
L’estensione della grazia divina
La grazia di Dio è a disposizione di tutti gratuitamente, indipendentemente dalle differenze etniche, sociali, razziali, di sesso, nazionali o tribali. Queste sono solo classificazioni umane.
Cristo venne per distruggere barriere e divisioni che separano i suoi figli da Dio e fra di loro. Venne per riavvicinare l’umanità a Dio e per stabilire un nuovo ordine in cui i popoli vivano in pace e armonia quando scelgono di essere trasformati dalla sua grazia.
Le promesse di Dio contenute nella sua Parola. Dio non fa distinzione tra di noi, perché ci accetta così come siamo. «Qui non c’è greco o giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti» (Col 3:11). Questo significa che non c’è maschio o femmina, giudeo o gentile (o palestinese), zulu o xhosa, serbo o croato, hutu o tutsi, bianco o aborigeno, nero o bianco, ma tutti siamo uno davanti a Dio (Gal 3:28).
La Bibbia è ricca di promesse che ci danno la sicurezza che la grazia di Dio porta salvezza, speranza e vita, se solo ci avviciniamo a lui. Non ci sono limiti a quello che essa può fare per trasformarci.
Accettazione e rinnovamento. Quando facciamo l’esperienza della grazia sovrabbondante nella nostra vita, ne consegue naturalmente la trasformazione del nostro carattere. Questo a sua volta ci porta ad accettarci reciprocamente e al desiderio di vivere insieme come figli di Dio. Ogni secondo fine, pregiudizio o discriminazione – cose che fanno parte della natura del peccato – saranno trasformati dalla meravigliosa grazia di Cristo. Questa è la prova pratica e visibile della grazia sovrabbondante che Dio riserva alla nostra società. Il mondo non può comprenderla, ma alla fine se ne stupirà.
Il piano ideale di Dio. Il piano originale di Dio comprendeva una comunicazione diretta con gli esseri creati, in un ambiente nel quale essi avrebbero goduto in eterno della sua compagnia. Ma questa situazione fu temporaneamente interrotta dall’intrusione del peccato.
La Bibbia impiega il simbolo degli angeli (messaggeri) ai quali è affidato il compito di proclamare il piano della salvezza a ogni nazione, tribù, lingua e popolo (Ap 14:6,7). La verità che ne è veicolata è chiara: Dio invita ciascuno a far parte del suo regno indipendentemente dalle differenze etniche, razziali, sessuali, sociali, nazionali o tribali.
Una grazia efficace
La grazia di Dio è un dono per noi e le condizioni per riceverla sono il riconoscimento del nostro bisogno e la volontà di arrendersi completamente a lui per essere trasformati e rinnovati.
Quando penso a come si manifesta la grazia nelle azioni umane, mi torna in mente quanto mi accadde quando avevo otto anni.
Il funzionario di banca con il quale i miei genitori avevano un rapporto di amicizia doveva essere ospite da noi per cena. Mia madre faceva preparativi per un’occasione così importante e io osservavo la sua premura perché tutto potesse essere pronto. Avevo il desiderio di darle una mano, per cui continuavo a chiedere e a pregare che mi lasciasse fare qualcosa di più che lavare i tegami. Poco prima delle cinque vidi mia madre estrarre dalla credenza il nostro miglior servizio da tavola. Dopo le mie ripetute e insistenti richieste mi lasciò apparecchiare la tavola. Volevo provare la mia abilità, così presi tre piatti in una volta sola e, passo dopo passo, lentamente, mi diressi verso la sala da pranzo. Ma, all’improvviso, inciampai e i piatti mi sfuggirono di mano, frantumandosi in mille pezzi sul pavimento. Non avevo il coraggio di guardare mia madre negli occhi, perciò cominciai a piangere desiderando fuggire prima possibile da quel luogo. Ma esitai per qualche secondo, allora mia madre mi si avvicinò gentilmente e, prendendomi tra le sue braccia, mi guardò negli occhi pieni di lacrime e disse: «Wesley, ci sono ancora tre piatti da mettere sul tavolo. Per favore, permettimi di aiutarti in un nuovo tentativo».
Ecco come io intendo la grazia abbondante di Dio che agisce per me e per te.