E’ arrivato il momento di mostrare un modello di intercessione che sia efficiente. Andremo alle Scritture per trovare il nostro modello. Vi troviamo il personaggio di Maria Maddalena, una donna che aveva disperatamente bisogno di cambiare. Abbiamo unito tre figure di donna in una: Maria Maddalena, Maria la sorella di Marta, e la donna sorpresa in adulterio. Vi sono indicazioni che effettivamente si trattasse della stessa persona. Immaginiamo un po’ la situazione, quante persone dovettero vedere la necessità di un cambiamento nella sua vita e come esse cercarono di cambiarla. Notiamo come ognuna di queste persone agì per intercedere presso il Signore in favore di Maria. Ma che cosa c’era di sbagliato nella loro intercessione?
A. La maniera sbagliata
1. Marta
C’è così tanto da fare! Il cibo avrebbe dovuto essere pronto sulla tavola già da parecchio tempo!. So che Gesù avrà una fame da lupo dopo quel lungo viaggio. Dov’è quel bel tipo di mia sorella? Non è possibile che debba fare tutto da sola: stare attenta al forno, mescolare nelle pentole, preparare la frutta, servire il vino.
Eccola lì! Seduta ai piedi di Gesù, come se non avesse nulla di che preoccuparsi al mondo. Come al solito, è così avventata! Dovrebbe essere qui ad aiutarmi! Scansafatiche! Perché non mi assomiglia di più… affidabile, organizzata, lavoratrice, impegnata a sbrigare le faccende che vanno fatte, a realizzare tante cose. Non so quante volte gliel’ho ripetuto… benedetta ragazza! Non mi ascolta e basta! Non so più che cosa fare per cambiarla. Forse potrei chiedere a Gesù di cambiarla. Sarebbe certamente molto più facile convivere se cambiasse.
Non c’è dubbio, Marta voleva cambiare Maria. Usò vari modi per riuscirci: sgridandola, brontolando, pretendendo ed aggredendola. Tentò perfino una preghiera d’intercessione! Chiese a Gesù di ordinare a Maria di cambiare!
2. Il Fariseo
Avete sentito l’ultima di Maria? Non riesco a credere che sia caduta in basso! Non è altro che una sgualdrina qualsiasi, una prostituta, una donnaccia, un’adultera. Che schifo!
E proviene da una famiglia così per bene; chissà come sono addolorati i suoi. Mi dispiace molto per loro. Dovrebbe essere lapidata per il suo comportamento e per l’infamia che, in questo modo, ha causato all’intera comunità! Dovrebbe essere punita in modo esemplare, altrimenti avremo un’epidemia d’immoralità!
Ecco, le metteremo delle spie alle costole per sorprenderla sul fatto; la trascineremo lungo le strade e la svergogneremo pubblicamente. Poi la porteremo davanti al sinedrio per essere severamente punita. Forse allora si adeguerà maggiormente al nostro stile di vita: sarà più onesta, più corretta, obbediente alla legge e rispettabile.
Maria aveva bisogno di cambiare. I farisei cercarono d’indurla al cambiamento insultandola, svergognandola, biasimandola, e condannandola. L’avevano perfino portata da Gesù – in una sorta d’atto d’intercessione -chiedendogli di aiutarli a raddrizzarla!
3. Giuda
Non posso credere a ciò che vedo e sento! Questo è olio di nardo schietto, il più costoso dei profumi! Vale l’equivalente di un anno intero di lavoro! E’ uno spreco incredibile! Ma non ha il senso del valore del denaro? Che cattiva amministratrice! Ha appena gettato al vento la paga di un intero anno!
Io non avrei mai fatto una cosa simile! Anzi, io so come racimolare anche gli spiccioli e conservarli per cause più nobili. Dovrebbe cercare di assomigliarmi di più: astuto, accorto, saggio nell’investire, intelligente, un amministratore degno di rispetto!
Questa donna avrebbe bisogno di qualche lezione di finanza. Forse potrei dargliele io… e già che ci sono, anche a questo variegato gruppo di seguaci di Gesù. Anche loro dovrebbero sapere che uno spicciolo risparmiato è uno spicciolo guadagnato!
Hmmm! Dico io… a che scopo questo spreco? Se almeno ci avesse dato il vaso di alabastro prima di romperlo, l’avremmo potuto vendere ricavando un ottimo guadagno. Immaginate quanti poveri avrebbero potuto mangiare con quella somma… più di mille! Il Signore si aspetta che noi siamo dei bravi amministratori dei nostri beni, non è così?
Oh sì, Maria aveva bisogno di cambiare e Giuda credeva di sapere come farlo: additando gli errori, criticando, polemizzando, dando istruzioni. Parlò perfino a Gesù del bisogno che Maria aveva di cambiare, aspettandosi che Gesù avrebbe senz’altro risposto alla sua “preghiera d’intercessione” con un rimprovero rivolto a Maria.
Una donna che aveva il bisogno di cambiare e tre persone pronte a farlo: Marta, il fariseo e Giuda. Tutti e tre provarono i vari metodi che tu ed io spesso utilizziamo per cambiare le persone: sgridare, brontolare, esigere, affrontare, insultare, svergognare, biasimare, punire, additare, criticare, discutere e dare direttive. Tutti loro fecero preghiere d’intercessione. Tutti presentarono al Signore l’altrui bisogno di cambiare, ma non lo fecero nella maniera giusta.
B. La Maniera Giusta
Sì, Maria aveva bisogno di cambiare ed effettivamente cambiò. Ma come avvenne il cambiamento? Il cambiamento si verificò quando lei scelse liberamente di abbandonarsi alla volontà di Dio. Avvenne tramite la sua personale decisione di permettere a Dio di trasformare i punti deboli della sua personalità in punti di forza per la Sua causa.
Non è in nostro potere cambiare un altro essere umano, neanche i nostri figli. Solamente Dio è in possesso di questo potere. Tuttavia, vi sono alcune cose che possiamo fare per facilitare il desiderio per un cambiamento.
Per avere un modello che ci indichi come facilitare il cambiamento e come intercedere, non dobbiamo guardare a Marta, al fariseo o a Giuda, ma a Cristo. Vediamo allora come Egli aiutò Maria a cambiare.
A come Accept = Accettare
La prima cosa che Egli fece fu quella di accettarla così com’era, con tutti i suoi punti di forza e con tutte le sue debolezze. Lei era un’unità inscindibile ed Egli l’amò e l’accettò nella sua totalità, incoraggiando i lati positivi e sorvolando sugli sbagli del passato. L’accettò con un amore incondizionato. In quella accettazione totale di Gesù, Maria trovò la forza che le fece desiderare il cambiamento.
B come Believe = Credere
La seconda cosa che Cristo fece, fu quella di credere in Maria e nel suo potere decisionale. Viene espresso in modo meraviglioso ne “La Speranza dell’Uomo” (p. 402): “Sebbene agli occhi umani il suo caso apparisse disperato, Gesù vide in Maria la possibilità di fare il bene e ne scorse i tratti migliori del carattere. Il piano della redenzione offriva agli uomini grandi possibilità che si attuavano in Maria, la quale mediante la grazia diventava partecipe della natura divina”.
Cristo vide speranza e nobiltà in Maria, quando nemmeno lei stessa poteva scorgerle in sé. Egli guardò il lato positivo del suo carattere. Egli scelse di parlare del bene che scorgeva e credette in lei.
Credette nell’intimo desiderio di Maria di vincere le sue debolezze e credette che, se ne avesse avuta l’opportunità, essa avrebbe scelto di lasciare che Gesù le fornisse la forza necessaria. Egli non cercò di forzarle la mano, perché credeva nella libertà di scegliere che le aveva dato. Fu quella fiducia dimostratale che ridiede speranza a Maria.
C come Commit = Affidare
La terza cosa che Gesù fece si trova ne “La Speranza dell’Uomo” (p. 402). Gesù “avrebbe potuto spegnere ogni barlume di speranza nella sua anima, ma si guardò dal farlo. L’aveva sollevata dalla disperazione e dalla rovina. Per sette volte Egli aveva rimproverato i demoni che controllavano il suo cuore e la sua mente; essa aveva udito le preghiere di Gesù rivolte al Padre con gran grido in suo favore. Si rese conto di quanto grave fosse il peccato davanti all’immacolata purezza di Gesù e, grazie alla sua forza, ottenne la vittoria”.
Gesù pregò il Padre per Maria. Egli l’affidò nelle mani di Colui che le avrebbe potuto dare la forza di vincere. Egli pregò per lei non una sola volta, bensì sette volte, sempre in modo molto specifico, intenso e tenero.
(Il modello d’intercessione succitato si trova in “The Best You Can Be” di Dorothy Eaton Watts).
C. Un Esempio del Modello ABC
Nel suo libro “The Best You Can Be”, Dorothy Watts ci racconta la storia di Marilyn e Virginia. Marilyn si era allontanata da Dio dopo che aveva avuto una relazione con un uomo da cui aveva avuto un bambino fuori dal matrimonio. In questa esperienza Virginia cercò con tutte le sue forze di mettere in pratica “il modello ABC” dell’ intercessione.
Virginia avrebbe voluto riportare Marilyn alla ragione, avrebbe voluto dirle chiaro e tondo di chi fosse la colpa di tutto quel pasticcio, ma non lo fece. C’erano molti aspetti in cui Marilyn necessitava un cambiamento, però Virginia tacque.
Virginia cercò il modo di dimostrare comunque il suo amore alla figlia, nonostante Marilyn ce l’avesse anche con Dio. Cercava sempre delle maniere per incoraggiarla, per sottolineare le cose buone che Marilyn faceva. A volte ascoltava i problemi di Marilyn per ore e tutto ciò che diceva era: “Noi ti vogliamo bene, tesoro. Crediamo in te; ce la farai. Tu sei una che se la sa cavare sempre. Non preoccuparti se non riesci a pregare. Io e papà pregheremo il doppio, anche per conto tuo”.
Era difficile per Virginia vedere sua figlia fare delle cose che le aveva insegnato a non fare, vivere uno stile di vita diverso, cercare a tentoni le risposte e tuttavia ostinatamente rifiutare di tornare all’Unico che aveva tutte le risposte.
Virginia sapeva che fare le prediche, rimproverare, condannare o svergognare non avrebbe funzionato, sebbene si sentisse incline a usare tali metodi. Era difficile vedere Marilyn percorrere un cammino che la portava a fondo e tuttavia amarla incondizionatamente, accettarla in modo totale ed esprimere fiducia in lei, tuttavia lo fece.
A poco a poco Marilyn ritrovò la sua strada verso Dio. Cominciò a portare il suo bambino in chiesa. Frequentò un gruppo di studio della Bibbia. Il pastore andò a casa sua per degli studi e, alla fine, si battezzò.
Un giorno Marilyn scrisse un biglietto a sua madre nel quale diceva, fra l’altro: “Mamma, ti voglio tanto bene! Ringrazio Iddio per te. Lo ringrazio per la tua forza e la tua pazienza interiori che ti permettono di vedere il meglio dentro di me e di avere fiducia in me, nonostante tutti i miei sbagli ed i pasticci che ho combinato nella mia vita”.
Quel biglietto aiutò Virginia a capire che, dopo tutto, come madre non era un fallimento. Lodò Dio di averla aiutata a seguire il Suo schema per la preghiera d’intercessione.
Dio l’aveva aiutata ad accettare Marilyn così com’era, con tutti i suoi sbagli grossolani, i suoi errori, i suoi peccati. Essa cercò di trattarla con lo stesso amore che Dio le aveva dimostrato.
Di conseguenza Virginia credette a Marilyn. Cercò di vedere il meglio che c’era in lei e di sottolineare i lati positivi. Credette nel potere decisionale di sua figlia e fu disponibile a darle quella libertà che Dio concede, avendo fiducia che alla fine essa avrebbe deciso per ciò che è giusto.
Quotidianamente Virginia aveva affidato sua figlia a Colui che la amava più di quanto lei, sua madre, la potesse amare. La consegnò nelle mani di Colui che morì sulla croce per darle la possibilità della vita eterna.
Non fu per niente facile agire così per Virginia. “E’ stato solamente per la grazia e la potenza di Dio che sono riuscita a farlo” dichiara.
“Dio è all’opera – dichiara ancora – Sono certa che il Suo metodo di cambiare le persone funziona veramente”.
- Gesù accettò Levi-Matteo e Zaccheo, entrambi pubblicani e disprezzati dalla società. Egli dimostrò la Sua accettazione mangiando insieme a loro e visitandoli nelle loro case. Come risultato di questa Sua accettazione, ci viene detto che essi “desideravano diventare degni della Sua fiducia. Nei loro cuori assetati, le Sue parole caddero come benedizioni capaci di apportare una potenza di vita. Nuove energie si svegliarono, e una possibilità di una nuova vita si schiuse anche a quegli uomini gettati ai margini della società”. (“La Speranza dell’Uomo” – p. 187).
- La fiducia che Gesù dimostrò, chiedendo da bere alla donna samaritana, risvegliò dentro di lei fiducia, a sua volta. Condividendo con lei alcune delle più profonde verità relative alla salvezza, Gesù dimostrò di credere che lei potesse diventare, grazie alla Sua potenza, una meravigliosa testimonianza del Suo amore. E la samaritana non Lo deluse. Tanto potente fu il Suo sostegno alle possibilità che risiedono in ogni essere umano, e la Sua fiducia in loro, che ciò donò loro la forza necessaria per riuscire a credere in sè stessi.
La vetrina dei genitori: Grant Swank
Grant Swank sedeva sulla sponda del letto guardando suo figlio, Jay. Il ragazzo si era rannicchiato sotto le coperte, con la faccia verso il muro.
“Si aspetta un altro rimprovero. – pensò Grant – Devo presentare i suoi sbagli adesso in preghiera, facendogli una paternale davanti al Signore? O devo preoccuparmi piuttosto di guarire le sue ferite e recuperare il nostro rapporto?”.
Proprio in quel momento Jay si girò sul cuscino, guardando il padre con i suoi occhi castani, ancora bagnati di lacrime. Il cuore di Grant s’intenerì rendendosi conto quanto amasse suo figlio. Grant chinò il capo e iniziò: “Amato Signore, Ti ringrazio per Jay. Tu sai quanto gli voglio bene. Lui per me è il mondo. Grazie per avercelo dato. Possa egli sempre servirti. Ti ringraziamo ora per il riposo che ci concederai questa notte. Sii vicino a tutti noi e che domani possa essere un buon giorno. Nel nome di Gesù, Amen”. Jay si sollevò di scatto e abbracciò forte papà al collo. Grant lo circondò con le sue braccia.
“Papà, mi vuoi bene anche quando faccio il monello?” Jay sussurrò.
“Sì, – replicò Grant, stringendolo forte – Ti voglio bene sempre”.
“Tu sei il papà migliore del mondo!” disse Jay, appoggiando il capo sulla spalla di Grant.
“Ti ringrazio, Signore, per questo momento – pensò Grant – Ti ringrazio per avermi aiutato a ricordare che l’amore guarda oltre gli errori”. (J. Grant Swank, Jr., Decision, Giugno 1991 – p. 42).
Quella sera Grant Swank amò Jay come Dio aveva amato lui. Senza rendersene conto, Grant seguì “lo schema ABC” di Cristo per la sua preghiera d’intercessione.
Grant accettò Jay così com’era, un ragazzino che aveva commesso degli errori, ma che aveva – nello stesso tempo – delle meravigliose capacità di crescita. Non lo rimproverò, né gli fece la paternale. Non lo svergognò né lo biasimò. Semplicemente lo amò. Era più preoccupato di sanare la ferita e recuperare il loro rapporto che di additare gli sbagli.
Grant credette alle infinite possibilità di crescita in Jay. Credette che, se gli avesse dato la libertà, Jay avrebbe desiderato essere migliore. Scelse di credere negli aspetti positivi del carattere di Jay.
Grant pregò per Jay. Lo affidò nelle mani dell’Unico che può far diventare il cambiamento una realtà. Non usò la preghiera come una sottile forma di manipolazione; pregò semplicemente per lui.
Accettare, Credere, Affidare
1. William Lovelace
“Per tutta la vita ho avuto la forte consapevolezza che qualunque cosa avessi fatto di buono o di cattivo, i miei genitori mi avrebbero sempre accettato. La mamma, con tutto il suo interesse per noi figli, era completamente disponibile a perdonare e largamente capace di farci sentire importanti. Noi eravamo importanti per lei e dimostrava apertamente la sua gioia per i nostri successi. Accettava ugualmente i nostri fallimenti con comprensione e sostegno” (Kay Kuzma, “My Unforgettable Parents” – p. 85).
2. Neal C. Wilson
“Sapevo che (i miei genitori) mi amavano, non perché fossi buono e facessi tutto ciò che mi chiedevano, ma perché ero il loro figlio. Anche se fallivo o facevo loro del male, conservavano la loro fiducia in me… Uno deve avere fiducia nelle persone anche se ti deludono o ti feriscono; è importante sottolineare sempre il meglio che c’è in loro e quindi incoraggiarli a migliorare” (o.c. – p. 145).
3. Virginia Cason
Durante gli della mia crescita, sentii i miei genitori (i coniugi H.M.S. Richards) pregare per me in svariate occasioni quando pensavano che io stessi dormendo. Mi svegliavo la notte, udendo delle voci nella stanza accanto. Quando mi sembrava di sentire il mio nome, scivolavo fuori dal letto e premevo l’orecchio contro il muro. Potete star sicuri che stavano pregando per me; non perché io fossi tanto cattiva o avessi fatto qualcosa di particolarmente terribile, ma perché mi volevano tanto bene e desideravano che io conoscessi la gioia di una vita cristiana. Questo ebbe i suoi effetti su di me. Mi ricordo di molte occasioni in cui causai loro delle preoccupazioni, ma non ricordo severi biasimi o dure parole di rimprovero da parte loro. Il mio papà mi appoggiava il suo braccio intorno alle spalle e mi dava un abbraccio pieno d’amore. ‘Tesoro – diceva – La mamma ed io ti vogliamo tanto bene. Anche Dio ti ama, e stiamo appunto chiedendo al nostro buon Signore di aiutarti a fare le giuste scelte'” (o.c. – p. 29).
4. Kenneth Wood
“(I miei genitori) erano capaci di accettare le debolezze delle persone come una parte naturale della condizione umana. Essi mettevano sempre in evidenza il meglio delle motivazioni e della condotta degli altri” (o.c. – p. 155).
(Citazioni dal libro “My Unforgettable Parents” di Kay Kuzma. Tutti i diritti riservati – Pacific Press Publishing Association, 1978. Col permesso dell’autore)
Metodi di preghiera d’intercessione
La Semplice Lista
Tieni una lista dei nomi delle persone per le quali desideri pregare regolarmente. Prega per tutti coloro che si trovano in quella lista, visualizza la persona e presenta al Signore lei e le sue preoccupazioni.
La Lista delle Promesse
Fai una lista di persone per le quali stai pregando. Accanto ad ogni nome scrivi una promessa biblica alla quale si stai aggrappando per i particolari bisogni di quella persona. Prendi nota di tutti i generi di risposta a queste preghiere. La lezione N° 5 mette in evidenza le promesse adatte ai genitori che stanno pregando per i propri figli.
L’Album delle Foto
Una signora, che è costretta a letto, conserva un album con le fotografie di coloro per i quali sta pregando. Ogni giorno apre quell’album e prega per le persone che le stanno a cuore.
Compleanni e anniversari
Alcune persone conservano una lista dei compleanni e degli anniversari dei membri della famiglia. Essi dedicano un momento speciale d’intercessione per i loro cari in quei particolari giorni. Altri concentrano le loro preghiere per un mese o una settimana su un membro della loro famiglia il cui compleanno od altri anniversari cadono in quel mese o settimana.
Il Cestino d’Uova
Catherine Marshall ci parla della “preghiera delle uova” nel suo libro “Adventures in Prayer” (“Avventure nella Preghiera”). Essa ci suggerisce di volgere i nostri sogni e le nostre speranze in preghiere, scrivendole su fogli di carta e ritagliandoli successivamente a forma di uova, per simboleggiare la nostra disponibilità a lasciare che sia Dio a “covarli” per il tempo che Lui riterrà opportuno. Essa lo fece per i suoi figli; poi mise da parte queste preghiere scritte ed infine le dimenticò fino a quando, un giorno, non ritrovò quei foglietti di carta in una vecchia Bibbia. Restò meravigliata nel constatare come un Padre amorevole avesse risposto ad ogni sua singola richiesta.
Davide sembrava conoscere il principio delle “preghiere delle uova” quando scrisse: “Aspetta l’Eterno: sii forte, ed Egli rinfrancherà il tuo cuore; sì, ti dico, aspetta il Signore!”.
“I piani di Dio non conoscono né fretta né ritardi” afferma Ellen White (“The Desire of Ages” – p. 32). Possiamo presentargli le nostre richieste fiduciosi che Egli le realizzerà al momento opportuno.
Ecco come usare “il cestino delle uova” per le preghiere d’intercessione:
- Scrivi la preghiera d’intercessione su un pezzo di carta ritagliato a forma di uovo, a simbolo della tua disponibilità a lasciare che sia Dio a “covarlo” secondo i Suoi tempi.
- Nascondi le preghiere in un posto sicuro, dimostrando la tua fiducia in Dio nel lasciargli fare, riguardo a quelle preghiere, tutto ciò che Egli riterrà il meglio, al momento opportuno.
Potresti scegliere di metterle in una scatolina o in un cestino da tenere sulla o accanto alla scrivania, oppure potrebbero essere nascoste in un cassetto del tuo archivio o nella Bibbia.
- Dopo diverse settimane, mesi, o anche anni, tirale fuori. Sarai sorpreso/a di come Dio ha operato.
- Considera le preghiere che non sono ancora state “covate”. Rappresentano ancora un profondo desiderio del tuo cuore? Rimettile a posto e aspetta. Evidentemente, il tempo del Signore non è ancora arrivato.
- Fai un nido di uova per ogni membro della famiglia. Scrivi il nome di una persona cara su ogni uovo. Sotto il nome scrivi un desiderio che nutri per quella persona. Gira il foglio e scrivi una promessa il cui adempimento vuoi chiedere in suo favore. Metti via le preghiere scritte sulle uova perché siano covate.
- Considera le tue preghiere d’intercessione quotidiane come l’azione della chioccia che cova le uova per tenerle al caldo, aspettando che si schiudano al momento opportuno. Nell’attesa stai attento/a ai movimenti che si verificano all’interno delle uova, al guscio che comincia a creparsi, ovvero al lavoro di Dio in risposta alle tue preghiere. Lodalo per ogni evidenza di questa Sua opera! (“Prayer Country” di Dorothy Watts – p. 28,29).