Il fuoco ha divorato
l’erba dei campi,
fiaccata la forza dei prodi
con la corda l’angelo
ha tracciato i confini
e muri di cemento si alzano
ai silenzi del deserto.
La luna si veste a lutto
quando Gerusalemme
piange i suoi morti
e la notte ferita
scende nel grembo di terra.
Fredde albe si aprono
e il vento trascina
tra i vicoli un lamento,
non sanguina il fiore
stretto nel pugno
al grido che serpeggia nel solco
di olocausti dimenticati
tra le crepe d’asfalto.
Tardano i sogni
a spegnersi nei tramonti
quando i vecchi chiedono
oracoli a cieli di comete.
Diteci se
pescatori di sogni tingeranno
le reti nei colori dell’alba,
se a piedi scalzi il profeta andrà
al pruno che arde sulla montagna,
se le spade saranno forgiate in vomeri
e le lance in falci,
se i fucili non spegneranno più
le favole negli occhi dei bambini
e se le antiche primavere
fioriranno sui campi minati.