(Conferenza del pastore Da Costa José Carlos personalizzata da Francesco Zenzale)
Quando conosciamo Dio abbiamo il privilegio speciale di conoscere la Persona più importante dell’Universo. Tramite Dio abbiamo una concreta possibilità di conoscere noi stessi, perché solo Dio ci può aiutare a comprendere le ragioni profonde del nostro modo di vivere, del nostro modo di agire, del motivo per cui facciamo le cose in una determinata maniera. Solo Dio può aiutarci a comprendere come pensiamo ed agiamo, ma molto più di questo, Egli è l’unico che ci può guarire intervenendo nel centro del nostro essere, delle nostre motivazioni, nel nucleo della psiche.
Egli può guarire tutte le anomalie della nostra vita, quali:
La solitudine – La tristezza – L’amarezza – Le frustrazioni – La disperazione – L’angoscia e il bisogno d’affetto.
Queste sono le peggiori malattie della nostra società.
Dove si situano le anomalie della vita?
Il cuore
Nella Parola di Dio la parola «cuore» designa la personalità, ciò che è nascosto, che è intimo; per questo quando Gesù parlò con Nicodemo gli disse di cosa aveva bisogno, ossia di un cuore nuovo. Non si trattava di un trapianto, ma di un’azione dello Spirito Santo. Egli porta la persona a vedere le cose e le persone in un’altra maniera; specialmente ad avere la capacità di perdonare.
Secondo Aristotele, il Cuore (gr. Kardia, ebr. leb) è l’organo centrale del corpo, ma anche la sede degli impulsi psichici e la fonte stessa della vita spirituale. Designa sempre il centro, la parte più interna. In Omero e nei tragici, Kardia assume una singolare ampiezza di significato: è, non soltanto il centro del corpo, ma anche il centro spirituale e intellettuale dell’uomo; si chiama Kardia la sede delle sensazioni e dei sentimenti, degli istinti e delle passioni; con questo i greci pensano a impulsi come la gioia e il dolore, il coraggio e la viltà, la forza e il timore, l’amore, l’odio e la collera (Hom, I1. 21, 547). Omero assegna al cuore la facoltà del pensiero… centro del volere e focolaio delle decisioni nell’uomo (I1. 10, 244).
Nell’Antico Testamento il cuore (Ebraico = Leb e lebab) è la sede della forza e della vita fisica (Sal 38:10; Is 1:5). Ma nell’uso traslato, leb rappresenta il centro della vita spirituale, l’interiorità, l’affettività dell’uomo; sede della sensazione, del pensiero e del volere. Il cuore è la sede dei sentimenti, siano essi di gioia (Dt 28:47) o di dolore (Ger 4:19), di tranquillità (Pr 14:30) o di agitazione (Dt 19:6). Il cuore è la sede dell’intelletto e della conoscenza, degli impulsi e delle facoltà intellettuali (1Re 3:12;) come delle fantasie e delle visioni (Ger 14:14). Ma anche la stoltezza (Pr 10:20s) e i cattivi pensieri si annidano nel cuore. Dal cuore provengono anche la volontà, l’intenzione riflessa (1Re 8:17) e la decisione pronta a passare all’azione (Es 36:2).
Nel Nuovo Testamento l’idea del cuore (Kardia) come vita interiore, nucleo intimo della persona dove Dio si dà a conoscere all’uomo, è ancora più chiaramente espressa. In passi in cui l’AT avrebbe usato cuore per indicare la persona intera, il NT usa sovente il pronome personale (per esempio, in Mt 9:3; 16:7; 21:25,38; 2 Cor 2:1). Malgrado questo, Kardia compare nel NT in ben 148 passi (52 volte in Paolo; 47 nei sinottici; 17 in Atti; 13 nelle lettere cattoliche; 10 in Ebrei; 6 in Giovanni e 3 in Apocalisse).
Nel cuore si incontrano le facoltà dello spirito, l’intelletto e la volontà, e i movimenti dell’essere, sentimenti, passioni e istinti. Il cuore insomma raffigura l’io dell’uomo, la sua stessa persona «l’uomo nascosto del cuore», così, alla lettera, in 1 Pietro 3:4.
Il cuore, indica l’uomo con tutti i suoi impulsi, l’uomo nella sua interezza. Esso designa «complessivamente la personalità tutta intera, la sua vita interiore, il suo carattere…l’attività spirituale cosciente e volitiva dell’io umano nella sua totalità» (Eichrodt 94).
Il cuore addita la parte più profonda dell’essere, quella parte che noi conosciamo così poco, o per niente, nell’interiore della coscienza.
Il Dr. Antonio Damasio, considerato uno dei più straordinari neurologi del mondo ed esperti per quanto riguarda le funzioni cerebrali, scrive: “Nessun aspetto della mente umana è facile da investigare, per coloro che desiderano comprendere i fondamenti della mente. La coscienza è, generalmente, vista come un problema dominante. Se la spiegazione della mente é l’ultima frontiera delle scienze di vita, la coscienza sembra essere l’ultimo mistero della spiegazione della mente”. (O Sentimento de Si, pag. 22; Publicações Europa America, Ottobre del 2000).
Dove si situa la sofferenza causata da coloro che ci fanno del male, pur amandoli o da noi stessi?
Quando parliamo di cuore, intendiamo parlare del sistema nervoso, pertanto i sentimenti, belli e brutti che siano, sono congiunti al sistema nervoso.
Chi può aiutarci a capire il nostro sistema nervoso e i sentimenti in esso impressi?
Cercare di capire il sistema nervoso è come tentare di comprendere un intero paese. Tante cose avvengono simultaneamente in molti luoghi al punto che dobbiamo dividerle in parti separate. Nel caso di una nazione, la possiamo studiare città per città o fare delle mappe delle strade o dei fiumi. Lo stesso avviene con il sistema nervoso. Gli scienziati, nel cercare di capire come funziona l’insieme, considerano le rispettive funzioni come se queste fossero realizzate da sistemi indipendenti, quando per la verità sono appena particelle di un insieme armonico ed interdipendente.
Ma c’è soltanto una persona che conosce perfettamente tutto quello che è impresso nel nostro Hard Disk, che può entrare e guarirci:
“Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre… Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra”.- Salmo 139:13-15
Dio aveva ciascuno di noi nel pensiero quando creò il primo atomo. Egli conosce la nostra struttura, Egli sa dove è la ferita che ci hanno recato o che noi abbiamo provocato a noi stessi. Ed Egli, tramite il Suo Spirito, entra e la guarisce.
Per questo motivo abbiamo bisogno di chiedere al Signore: «Mostrami tu quel che io non so vedere» (Giobbe 34:32), ed Egli lo farà tramite lo Spirito Santo.
“E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre».- Galati 4:6 “Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui”. – 1 Corinzi 6:17
Dio, tramite lo Spirito Santo parla al nostro cuore, che é canale, ma anche il mezzo attraverso il quale Dio agisce nella nostra psiche e in tutto il nostro essere per guarirlo.
Come Dio desidera guarirci?
Dio vuole guarirci, ma può farlo unicamente tramite l’amore. L’amore é lo spazio nel quale Dio agisce.
Il Signore desidera rivitalizzare il nostro cuore e le nostre emozioni mediante l’amore! L’amore di Dio (ágape) ci riempie e ci permette di controllare tutti i nostri sentimenti.
“L’amore modifica il carattere, controlla gli impulsi, cancella i rancori e nobilita gli affetti. Questo amore è grande quanto l’universo ed è in armonia con quello degli angeli. Quando penetra nel cuore ravviva l’esistenza e trasmette preziose benedizioni” (E. G. White).
Il medico che ha bisogno di entrare nella nostra parte malata, ad esempio nel cuore, deve aprire la cassa toracica per agire nell’organo ammalato, curarlo, sistemarlo e finalmente guarirlo.
Nello stesso modo, Dio ha bisogno di entrare nella nostra anima (psiche) ammalata, abbattuta, triste e piena di solitudine e tristezza. Ma com’Egli può entrare?
I medici non lo possono fare e nemmeno gli psicologi hanno una vera risposta per questo tipo di malattia. É necessario andare lì, fino alla parte ferita. Chi può entrare nell’anima? Lo Spirito Santo.
“Lo Spirito concesso da Cristo è una potenza capace di vincere tutte le tendenze al male – quelle ereditate e quelle acquisite – e di imprimere il carattere del Salvatore nella sua Chiesa… L’immagine di Dio deve essere riprodotta nell’umanità” (La Speranza dell’Uomo, p. 481).
Quando diamo il cuore, la nostra vita a Dio non dobbiamo porre delle condizioni. Egli è un Dio d’amore tale che possiamo darci con tutta sicurezza. Lui senza riserve, sapendo che quello che Egli progetta per la nostra vita e l’uso che ne farà è molto migliore del nostro. Ricordiamoci che l’atteggiamento di resa totale a lui è assolutamente necessario per acquisire una personalità cristocentrica, per essere ripieni dello Spirito Santo. Un cristiano che si dà completamente a Dio trova il tempo per stare con Dio e per fare quello che lo Spirito gli ordina di fare.
É vero che Dio è Onnipotente e può tutto! Però, Egli non fa violenza: “Non per potenza, né per forza, ma per lo spirito mio”, dice il SIGNORE degli eserciti. (Zaccaria 4:6) Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me. (Apocalisse 3:20)
Nel nostro cuore si trova la chiave delle nostre decisioni, buone o cattive. Lo Spirito Santo desidera influenzarci affinché la nostra volontà sia in armonia con la Sua, e quando questa armonia si stabilisce, tutto succede: avvertiamo la presenza di Dio, ci sentiamo in pace con noi stessi e con gli altri e in questa maniera progressivamente, ma in modo corretto, viviamo secondo i ritmi del Creatore.
Esperienza
Si racconta di un ufficiale inglese che s’incontrava in un’isola del Pacifico ancora abitata dai cannibali. Questi incontrò un vecchio capo, seduto al lato della sua capanna, leggendo la Bibbia che era stata tradotta nel suo dialetto.
L’ufficiale osò chiedergli:
– Che cosa sta leggendo?
Alzando gli occhi dalla lettura, il vecchio uomo, disse:
– Io, leggere il libro di Dio.
L’ufficiale gli rispose:
– Il contenuto di questo libro é ormai superato. Nel mio paese nessuno gli dà il minimo credito.
Abbiamo scoperto che altro non é che un insieme di favole e miti.
Il vecchio capo diventò pensieroso per qualche istante. Finalmente disse:
– Chissà tu non credere più in questo libro, ma questo libro mi ha fatto diventare un uomo buono. Prima di questo libro arrivare mia isola, io mangiare te. Questo libro ha cambiato il mio cuore. Uomo bianco, mi stai dicendo di bruciare questo libro e mangiare te?
L’ufficiale arrossì, strinse amorevolmente la mano al vecchio dicendogli all’orecchio, prima di allontanarsi, – Continua a leggere il tuo libro, esso è molto buono.
Ci sono molte informazioni su Dio. Ma soltanto la Bibbia ha il marchio dell’ispirazione divina. Ed essa ci dice chiaramente chi è Dio e quel che Egli desidera che ciascuno di noi faccia e sia. La Bibbia è un libro semplice. Per decenni essa è stata messa in discussione. Ma le scoperte archeologiche, ed altre tecniche scientifiche, hanno mostrato che la Bibbia é un documento molto antico, ed oggi é vista come un libro che merita ogni fiducia.
La Bibbia é un libro ispirato da Dio. Questo libro é una fonte di potere, non solo trasforma coloro che si avvicinano ad essa ed ha la caratteristica di rispondere alle nostre necessità. L’apostolo Paolo dichiara:
“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”. 2 Timoteo 3:16,17
L’apostolo Pietro afferma in 2 Pietro 1:21 che gli uomini che la scrissero hanno parlato dalla parte di Dio.
“infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”.
La migliore prova che la Bibbia è un messaggio da parte di Dio, sta nel contenuto dei suoi insegnamenti. Nessun altro libro, sulla faccia della terra, ha il potere di trasformare la vita dell’essere umano.
I nostri sentimenti
La lingua italiana ha più di mille parole per esprimere i differenti sentimenti. Essi sono una parte importante del nostro essere, possiamo raggrupparli in cinque grandi categorie:
- la paura, l’ansia, l’angoscia, legate ad un passato poco generoso e alla paura del futuro;
- la tristezza, legata alla perdita di un benessere del passato o la presenza di un malessere attuale;
- la collera che é la reazione davanti ad un malessere presente ed attuale;
- il vuoto interiore esistenziale ed affettivo;
- l’allegria che é vincolata all’amore, alla simpatia, alla lode, al piacere, a tutto ciò che è positivo.
Sentimenti repressi
Psicologi e medici sostengono che quello che viviamo, vediamo, sentiamo, soffriamo e pensiamo sin dalla nascita, e addirittura dal concepimento, non svanisce, ma rimane impresso nel più profondo della nostra mente, precisamente nell’inconscio.
Là nel profondo riposano le buone e difficili esperienze e in determinati momenti, certi ricordi possono venire in superficie in un modo o nell’altro.
Come in uno stagno, l’acqua l’impida inganna la vista. Infatti, è sufficiente un sassolino per intorpidirla. Cosi è nella nostra mente. Delle volte si ha l’impressione che tutto vada bene, che abbiamo risolto ogni problema, ma eccoci coinvolti in una esperienza intrapsichica. Una parola fuori posto, un gesto male interpretato e la vita s’intorpidisce. La melma caratterizzata da false certezze «illusioni», dalle ferite emozionali, ecc., si ripresenta e ci fa star male fino a quando non si deposita ancora una volta nel profondo della nostra mente.
La nostra vita non si limita a ciò che sta nel nostro cosciente e che ricordiamo, perché la nostra coscienza è semplicemente uno strato molto sottile di ciò che sta dentro la nostra mente (cuore). Al di sotto sono accumulati sentimenti psichici repressi, di cui addirittura ignoriamo l’esistenza.
Non si tratta unicamente di pulsioni sessuali, ma anche, per esempio di sentimenti d’invidia, di cupidigia, d’amore o di rabbia. Normalmente, tutti questi impulsi o tendenze, mai confessati, vengono seppelliti al di fuori del campo della coscienza. Queste pulsioni esercitano una grande influenza su di noi, determinando la gioia oppure la tristezza della nostra vita.
Nel nostro essere interiore, a livello del sistema nervoso, sono impresse le nostre ombre:
- Tutto ciò che la gente sa di me.
- Tutto ciò che la gente sa di me, ed io lo so.
- Ciò che solamente io so di me stesso.
- Ciò che né gli altri è nemmeno io stesso so di me stesso, ma unicamente Dio.
Per quale motivo io sono così?
Molte persone, alle quali non piace la propria personalità ed il loro carattere, si chiedono: “Per quale motivo io sono così?”
Gli psicologi affermano che noi agiamo o reagiamo in una certa maniera perché ciò che esiste in noi, in primo luogo, è il pensiero. Quando si parla di pensiero si vuol dire: Pensiero inconscio o che sta nella mente (nel cuore) e che la persona non ricorda. Non sa che quel pensiero è lì.
Il pensiero conscio, ciò che sta nella mente e che noi sappiamo che é lì.
Dai pensieri risultano i sentimenti.
Dai sentimenti nascono i nostri comportamenti e le attitudini.
Le attitudini e i nostri comportamenti provocano nelle persone con cui viviamo (famiglia, colleghi ed amici) reazioni, conseguenti alle nostre attitudini interiori.
Ciò significa che le conseguenze dei nostri comportamenti ritornano su noi stessi come se fossero dei boomerangs.
É come un circolo chiuso, vizioso! Per spezzare questa catena, abbiamo bisogno di spezzare uno di questi anelli. Frequentemente ci stanchiamo di tentare di risolvere le questioni a livello 2. (I sentimenti), perché questi ci fanno soffrire, ci fanno male, sono dolorosi e accentuano il pensiero nevrotico. Altri tentano di agire a livello 3. (Il comportamento), ma quale forza abbiamo noi di agire sul nostro comportamento?
La verità é che con relativa facilità ritorniamo ad agire come abbiamo sempre fatto. E sarebbe in questo caso estremamente insensato, chiedere alle persone che stanno attorno a noi di cambiare le proprie reazioni, ossia di agire sul livello 4.
Ma siamo esseri intelligenti e comprendiamo che questo non ha alcun senso. Perché ciò che sta prima sono i nostri pensieri: l’inconscio e il conscio.
Esiste un unico modo di agire correttamente: chiedere l’aiuto di Dio.
“L’educazione, la cultura, l’esercizio della propria volontà, ogni sforzo umano sono validi nella loro sfera d’azione, ma ai fini della salvezza non servono a niente. Possono, sì, correggere il nostro modo di agire, ma non hanno in loro la potenza per cambiare l’animo umano, né riusciranno mai a rendere pura una vita; perciò accorre una potenza che scenda dall’alto e operi per trasformare radicalmente un’esistenza e renderla pura: questa potenza è Cristo! La sua grazia soltanto può ridare vita alla sensibilità dell’anima, attrarre l’uomo a Dio e condurlo verso la santità” (Passi verso Gesù, p. 14).
Esperienza:
Nel giardino di Tuileries, a Parigi, c’è la statua di una donna, probabilmente una ballerina, il cui viso è coperto da una maschera. Vista di fronte, ad una certa distanza, sembra che sorrida, ma man mano che ci avviciniamo e la guardiamo da vicino, soprattutto di profilo, si vede un viso immerso nella più profonda angoscia, provocata da un dolore nascosto.
Questa donna vuole mostrare al pubblico un viso sorridente, ma in realtà è logorata da un dolore profondo.
Lo stesso capita a diverse persone presenti in questa sala e assenti. Manifestano gioia e soddisfazione, ma quello che provano nell’intimo è amarezza, una ferita profonda, non esposta, ma che logora. In Ecclesiaste si legge:
“Tutti i suoi giorni non sono che dolore, la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa”.- Ecclesiaste 2:23
Ci sono molte persone che si lasciano schiacciare dai problemi, vivono angosciate, prendendo dosi massicce di medicinali, di bevande alcoliche, consegnandosi alla droga o al sesso e, ogni giorno il dolore é più acuto ed insopportabile.
Altre persone ricorrono a Gesù Cristo per ricevere forza e vincere. Questo non significa che i cristiani sono liberi dai problemi, ma in Cristo, con la Sua grazia, incontriamo forza per agire in maniera differente.
Ecco cosa dice l’apostolo Paolo: “Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi”. – 2 Corinzi 4:8-9.
Questo passo é fantastico. É la testimonianza di un uomo che aveva messo la mano su Qualcuno che non sbaglia mai. Sì, Paolo non nega di avere vissuto delle tempeste nella sua vita. Ma, non era solo!
“Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà”. – Salmo 46:1
Quando, umilmente, riconosciamo che non possiamo più lottare da soli, apriamo la porta delle nostre necessità, della nostra debolezza, della nostra dipendenza. Egli ascolta!
Non abbiamo bisogno di andare a Dio con un protocollo complicato. In questo senso cogliamo in Davide un esempio: “Quest’afflitto ha gridato, e il SIGNORE l’ha esaudito; l’ha salvato da tutte le sue disgrazie”. – Salmo 34:6
Fulton Shin, disse: “Ogni giorno ci sono migliaia di pazienti coricati di spalle che si sentirebbero meglio se si mettessero in ginocchio”.
Come pregare?
Molte persone sentono che recitare una preghiera non é per loro di conforto. I discepoli, che erano abituati a recitare i Salmi, in maniera ripetuta ma non sempre sentita, compresero che Gesù pregava in modo differente. Cercava un luogo appartato, e a voce alta parlava con il Padre “come un uomo parla faccia a faccia con un amico.” E così chiesero a Gesù di insegnarglielo, volevano sapere come Egli pregava.
Gesù allora pregò davanti a loro la preghiera che chiamiamo “Padre Nostro”.
Io credo che ci sono aspetti che si devono considerare in una preghiera (di potere), nella preghiera che ci pone direttamente in contatto con la Fonte del potere:
1. Pregare in nome di Gesù, Egli é il nostro unico Mediatore.
“e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. Giovanni 14:13-14
2. Pregare con fede.
“Gesù rispose e disse loro: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: “Togliti di là e gettati nel mare”, se non dubita in cuor suo, ma crede che quel che dice avverrà, gli sarà fatto”. – Marco 11:22-23
3. Essere pronto a fare quanto il Signore ci dirà in preghiera.
“e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito”.- 1 Giovanni 3:22
4. Chiedere a Dio che si faccia la Sua volontà. Egli conosce tutto e sa cosa é meglio per noi.
“Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”. 1 Giovanni 5:14
Questo ci aiuta a crescere con fiducia, nella pace interiore e a depositare il fardello nelle Sue mani.