Maria di Magdala
«Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Luca 1:78-79)
Viveva a Betania insieme a sua sorella Marta, una donna intraprendente, efficace e risoluta, intenta a salvaguardare l’onore della famiglia e della sua persona. Aveva anche un fratello: Lazzaro, un uomo timoroso di Dio e amico di Gesù. Probabilmente erano rimasti soli per la morte prematura dei loro genitori e Maria, ancora bambina ne soffrì molto. Il suo bisogno di protezione, d’affetto e di sicurezza erano stati frustrati. La vita era stata buona con lei fino a quando i genitori erano in vita: amava lasciarsi coccolare e imparare a vivere, ma dopo la loro morte, la sua dolcezza e fragilità si scontravano con i continui rimproveri di Marta.
A Betania viveva un uomo d’ottima posizione sociale, ricco o benestante, il suo nome era Simone. Amava godersi la vita e spesso la sua casa si trasformava in festa. L’encomiabile Marta non mancava come brava cuoca, ottima pasticcere e ligia al dovere. Simone ne era entusiasta e spesso la elogiava, e lei tornava a casa orgogliosamente vincente: non aveva fallito, gli ospiti si erano congratulati con lei.
Un giorno, fra i tanti della vita, portò Maria con sé. Era diventata signorina, quindi poteva essere d’aiuto in cucina.
Marta ammirava Simone, la sua intelligenza e il suo saper fare e ritenne opportuno, parlando con il fratello Lazzaro, di affidare Maria a Simone affinché ricevesse un’ottima istruzione.
Una nuova esperienza per Maria ,che nella sua giovane età, bisognosa d’affetto e di protezione, si avvicina a Simone come una figlia fa con il padre. Simone, uomo di mondo, si invaghisce della tenera e dolce Maria e così con il suo “saper fare” la induce ad avere un rapporto adultero.
Un’altro trauma per Maria, non è più pura (vergine) e il suo futuro si oscura. Simone, per Maria, era solo un padre, come poteva costruire un vita insieme e soprattutto dopo avere bruciato “le tappe”.
Dopo un po’ di tempo, come spesso succede, le voci corrono a destra e a sinistra, Simone deve interrompere la relazione: la sua reputazione è in pericolo.
Così un bel giorno le disse: Cara Maria, non devi più venire a casa mia, questo non è più posto per te. Non dimenticarti che agli occhi della gente sono più credibile io di te.
Eccola sola, avvilita, piena di rimorsi, con profondi sensi di colpa e senza speranza. Marta non si da pace, la sua famiglia tanto rispettata e onorata, sulla bocca di tutti. Che vergogna! Come riparare a questo danno?
Una valigia, qualche spicciolo per le prestazioni date, col cuore spezzato dal peccato, dal rimorso e dai sogni infranti si avvia verso Magdala: la nuova residenza.
Speranze e delusioni. Ma la gente conosce la sua storia, conseguentemente non c’è spazio per la rivincita e i suoi sensi di colpa la portano nel baratro più profondo. Satana si impossessa di lei: sette spiriti maligni controllano la sua vita.
Chi avrebbe scommesso su questa donna? Che cosa pensate di Maria come donna? Quale valore pensate che Maria dava alla sua persona?
La sua storia non finisce qui. Il suo primo incontro con Gesù benché sia stato vissuto come conclusione di una vita perduta – volevano lapidarla – si trasforma in un nuovo inizio. Quello sguardo tenero, misericordioso, dolce e fiducioso; quelle parole penetranti: “Neppure io ti condanno, va e non peccare più” (Gv 8,1ss.), penetrarono nel profondo del suo cuore, risvegliano il suo primo amore per Dio: la speranza, un futuro e una nuova identità.
Finalmente qualcuno che crede in lei. Molti avevano approfittato del suo corpo per soddisfare le basse passioni, nessuna l’aveva accettata come donna, figlia di Dio; nessuno le aveva accordato la possibilità di rivincita. Nessuna carezza, simpatia o affetto disinteressato. Solo un uomo: Gesù.
Per sette volte e in diversi momenti Maria incontrò Gesù, ogni volta seppe apprezzare il suo amore ed ogni volta venne liberata da Satana. Poi la troviamo, pienamente riabilitata ai piedi Gesù, con il suo alabastro d’olio profumato, in casa di Simone. L’occasione fu tale che Gesù dopo averlo guarito dalla lebbra, gli offrì un dolce meritevole rimprovero. Di seguito, Maria la troviamo fra coloro che seguirono Gesù nel suo pellegrinaggio terreno, poi ai piedi della croce e al sepolcro vuoto. L’amore di Maria per Gesù fu premiato: Gesù le apparve per prima dopo la risurrezione: quale onore!
(Lc 8:2; Mc 16:9; Gv 8:1-11; Mc 14:3-8; Mt 26:6ss; Lc 8:2: Mc 16:1; Mc 16:9;).
“Maria era considerata una grande peccatrice, ma Gesù conosceva le circostanze in cui si era trovata. Avrebbe potuto spegnere ogni barlume di speranza nella sua anima, ma si guardò dal farlo. L’aveva sollevata dalla disperazione e dalla rovina. Per sette volte Egli aveva rimproverato i demoni che controllavano il suo cuore e la sua mente; essa aveva udito le preghiere di Gesù rivolte al Padre con gran grido in suo favore. Si rese conto di quando grave fosse il peccato davanti all’immacolata purezza di Gesù, e grazie alla sua forza ottenne la vittoria” (E. G. White, La speranza dell’Uomo, p. 402)
“Sebbene agli occhi umani il suo caso apparisse disperato, Gesù vide in Maria la possibilità di fare il bene e ne scorse i tratti migliori del carattere. Il piano della redenzione offriva agli uomini grandi possibilità, possibilità che si attuavano in Maria, la quale mediante la grazia divenne partecipe della natura divina. Maria, che era caduta e aveva accolto dei demoni, era molto vicina al Salvatore nel discepolato e nel ministero” (Ibidem 402).
Caro amico/a, “Gesù conosce la situazione di ogni anima. Forse sei un peccatore, un grande peccatore, ma quanto più lo sei, tanto più hai bisogno di Gesù. Egli non respinge mai un’anima addolorata e contrita. Egli non racconta a nessuno tutto ciò che potrebbe far conoscere di un’anima, ma esorta ogni essere turbato ad avere coraggio” (idem 403).
«Quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto diventeranno bianchi come la neve; quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana» (Isaia 1:18).
Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo» (Matteo 11:28).
“Quando consentiremo che Cristo divenga il compagno della nostra vita, sentiremo attorno a noi la potenza di un mondo invisibile e contemplandolo, saremo trasformati alla sua immagine. Si, saremo trasformati; il nostro carattere si addolcirà, si affinerà, si nobiliterà per il regno dei cieli” (E. G. White, Con Gesù sul Monte delle beatitudini, p. 98).
Consegnati alla Vita (Gesù) per vivere la vita!