37 – Dio e la salute

0520134

È risaputo che la Chiesa Avventista del 7° giorno, ritiene che il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:19,20) e che pertanto, essa, ritiene che ogni figlio di Dio debba imparare a prendersi cura del proprio corpo secondo la volontà di Dio. Infatti, Colui che ci ha creati sa perfettamente quali sono gli alimenti migliori per far si che i Suoi figli stiano bene.

Questo meraviglioso interesse di Dio per la nostra salute lo possiamo cogliere sin dalla creazione. Infatti, l’immagine che deriva di Dio dal primo capitolo della Genesi è quella «materna». Il Dio che crea gli esseri viventi secondo la loro specie, che forma l’uomo a Sua immagine e somiglianza è anche il Dio che pensa al modo in cui possano vivere bene fisicamente (Genesi 1:29,30). Il Dio creatore è anche sostenitore, Egli ha cura delle sue creature offrendo loro una alimentazione confacente alla loro natura biologica.

Nel secondo capitolo della Genesi questo pensiero del Dio materno, lo possiamo cogliere nell’«albero della vita», che nel suo significato spirituale lega l’uomo a Dio. Questo legame, senza il quale l’uomo non può vivere, implica il mangiare il frutto che rappresenta la vita.

Anche la morte, opposta alla vita, è rappresentata dal frutto. Infatti, nutrirsi del frutto dell’«albero della conoscenza del bene e del male», che rappresenta una scelta opposta alla volontà di Dio e di indipendenza dal Creatore, significa morire, non esistere.

Non si tratta di mangiare o di non mangiare, ma di mangiare l’uno o l’altro frutto, l’uomo deve solo scegliere di quale frutto vuole nutrirsi.

Come possiamo capire, Dio crea la vita e la nutre, permettendo all’uomo di vivere. Egli è come una mamma che dopo aver messo al mondo il frutto del suo amore, gli offre il seno, permettendo alla sua creatura appena nata di vivere.

Questo Suo essere materno lo possiamo cogliere anche in uno dei suoi attributi. “El Shadday”, il Dio onnipotente, che emerge per la prima volta accanto alla sterilità di Sara e alla promessa di una progenie numerosa come le stelle del cielo ed è anche vicino alla sterilità di Rebecca (Genesi 25:21), evidenzia senza ombra di dubbio, la «maternità» di Dio.

È altresì interessante notare come questa Sua caratteristica è presente nella nascita di Sansone, di Giovanni Battista. Il Dio d’Israele è il Dio materno.

“Come un’aquila che desta la sua nidiata, svolazza sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne. Il SIGNORE solo lo ha condotto e nessun dio straniero era con lui. Egli lo ha fatto passare a cavallo sulle alture della terra e Israele ha mangiato il prodotto dei campi; gli ha fatto succhiare il miele che esce dalla rupe, l’olio che esce dalle rocce più dure, la crema delle mucche e il latte delle pecore. Lo ha nutrito con il grasso degli agnelli, dei montoni di Basan e dei capri, con la farina del fior fiore del grano. Tu hai bevuto il vino generoso, il sangue dell’uva” (Deuteronomio 32:11-14).

Il Dio Creatore è soprattutto materno, Egli ha cura dei suoi figli, si interessa della loro salute fisica e non solo di quella spirituale e mentale.

Anche Gesù abbraccia questa dimensione divina: il miracolo alle nozze di Cana, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, l’invito a condividere i beni che Dio ci offre con chi è più sfortunato di noi: vestiario, acqua, pane, ecc. (Matteo 25). Il messaggio offerto sul monte delle beatitudini è chiaro:

“Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete… Ora se Dio veste in questa maniera l’erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?”… Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose” (Matteo 6:25-34).

Queste poche considerazioni evidenziano una sola cosa: Dio è interessato alla nostra salute. Vuole che i Suoi figli stiano bene.

Concludendo è errato pensare che Dio non sia interessato alla nostra salute; ed è altrettanto sbagliato cogliere l’invito di Dio a non mangiare cibi impuri, come una proibizione. Questo falso concetto antropomorfico di Dio, s’addice bene a qualche sciagurato padre – o madre – che si disinteressa della salute dei propri figli, ma non ha nulla che fare con Dio.

A ragione Gesù disse: “Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Matteo 7:11).

Dio desidera più d’ogni altra cosa al mondo il nostro bene; Egli vuole prendersi cura della nostra salute fisica, mentale e spirituale, ma spesso noi preferiamo il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, del proprio discernimento, e questo spesso non favorisce lo «star bene». Il paradosso è che noi, da malati, chiediamo a Dio di guarirci; ma non dovremmo forse prima chiederGli perdono per avere scelto uno stile di vita nutrizionale non conforme alla sua volontà?

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