36 – Un dono che si chiama sabato

0601057Di Rolando Rizzo

Il lavoro dei vigili urbani in alcune città giapponesi è particolarmente ingrato. Infatti, qualche anno fa venne riscontrato che in questa categoria di persone le malattie dell’apparato respiratorio avevano un’incidenza molto elevata. La causa? L’inquinamento dell’aria, particolarmente intenso nei centri urbani. Che cosa si poteva fare?

Non vedendo, almeno a breve scadenza, la possibilità di risolvere radicalmente il problema, i responsabili alla salute pubblica idearono un progetto che comunque lo ridusse significativamente: nei quartieri particolarmente inquinati allestirono un certo numero di sale fortemente ossigenate e attrezzate di numerosi comfort che, a intervalli regolari, i vigili potevano frequentare.

Nella civiltà odierna tutti coloro che vivono nelle grandi città avrebbero bisogno di qualcosa di simile ma, dovunque noi abitiamo, soffriamo tutti l’inquinamento: soprattutto quello dello spirito, ancora più dannoso di quello dell’aria. I ritmi di lavoro cui è sottoposta la coppia odierna, i tempi morti che passiamo nel rumore, le sollecitazioni dei media che sommergono la nostra mente con valanghe di messaggi contraddittori, il crollo dei valori antichi e delle antiche responsabilità, le miriadi di esigenze vere o create, la difficoltà di contrarre legami umani profondi… sono tutti contributi a uno stress esistenziale che si esprime in mille disagi e che fa della depressione la malattia del secolo.

Per risolverla, l’umanità moderna si affida al caffé e alla sigaretta, agli astrologi e ai chiromanti, all’alcol e alle droghe, al sesso e al possesso, alla pillola e alla ricerca spasmodica del potere… Tutte cose che spesso, in un circolo vizioso, offrono soluzioni illusorie ed effimere per riempire dei vuoti, ma che arrivano a deprimere in maniera più sottile e profonda.

L’ossigeno che manca alla nostra vita ha a che fare soprattutto con il significato dell’esistenza, con i valori per cui vale la pena di lottare, con il posto che abbiamo bisogno di sentire nostro nel creato.

La Rivelazione biblica, messaggio di guarigione, ha previsto per l’uomo, da millenni, una straordinaria camera di ossigenazione che si chiama sabato, fondamentale all’equilibrio spirituale dell’umanità del passato, indispensabile a quella del presente. Nella Rivelazione biblica, Iddio, il Padre d’amore, rivela ai suoi figli i criteri di fondo per distinguere il bene dal male, rendendolo consapevole che l’uno e l’altro si annidano in tutti gli aspetti della vita quando si è distanti da lui. Una sintesi in dieci punti di questi princìpi Iddio volle fossero eternizzate su tavole di pietra, i Dieci Comandamenti. A prima vista sembrerebbe strano che tra questi, e occupandone il maggior spazio, appaia il comandamento del sabato:

«Ricordati del giorno di riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fai in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’è l’Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliolo, né la tua figliola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato».

Ancora più strano, all’uomo d’oggi, appare il fatto che quel comandamento sia il primo dato all’uomo appena creato. Afferma la Sacra Scrittura:

«Così furono compiti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. Il settimo giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta».

Numerose e significative sono le affermazioni contenute in questo breve brano. Tre le principali:

  1. Il sabato completa la Creazione. È quindi una Creazione; senza il sabato sarebbe una Creazione incompleta.
  2. Iddio benedisse il sabato, cioè pose in quello spazio di tempo, per chi lo avrebbe utilizzato come riposo, una speciale benedizione, un suo particolare operare in funzione dell’uomo.
  3. Iddio santificò il sabato: letteralmente, lo destinò a uso sacro (particolare, diverso).

A queste tre affermazioni esplicite del testo se ne può aggiungere un’altra implicita nel capitolo 1 e nei primi versetti del capitolo 2: il sabato fu il primo giorno di Adamo ed Eva. I nostri progenitori iniziarono la loro vita e la vita dell’umanità con un giorno di… riposo, staremmo per dire. In realtà, in tutta la Rivelazione biblica, il sabato è anche un giorno di riposo ma è soprattutto giorno di gioiosa celebrazione, di contemplazione, giorno di incontro con l’uomo e con Dio, giorno di serena coltivazione della fede.

Adamo ed Eva, quel sabato, contemplarono quel creato preparato per loro da un Padre amorevole; il sabato fu l’inizio della loro luna di miele nella natura e con Dio.

Autorevoli studiosi, cattolici e protestanti, affermano che lo scopo fondamentale del racconto della Creazione sia proprio l’affermazione del sabato; v’è qualcosa di esagerato, in questa visione ma è certo che il sabato si pone tra i messaggi biblici più intensi. Motivo: il bisogno fondamentale dell’uomo, bisogno di identità e di comunione, di fede e di speranza, di fraternità e di dialogo con Dio e con gli uomini; il sabato è un tempo che Iddio chiede al suo popolo di consacrargli per poterlo benedire attraverso la sua Parola e l’incontro di fede con il suo popolo.

Il sabato, presente intensamente nell’Antico e nel Nuovo Testamento, osservato fedelmente da Gesù (Luca 4:16) e dai suoi seguaci (Luca 23:54-56; 24:1), ha varie finalità. Il sabato è soprattutto:

  1. Perno della vita comunitaria del popolo di Dio (Luca 23:3).
  2. Memoriale della Creazione (Esodo 20:8-10).
  3. Memoriale della salvezza (Deuteronomio 5:15).
  4. Profezia della nuova terra (Ebrei 4: 8,9; Isaia 66:22,23).
  5. Tempo particolare di riposo fisico e spirituale (Esodo 20:19).
  6. Strumento di esperienza con il vero Dio della Creazione e della provvidenza (Esodo 34:21).

Il nostro tempo non sembra fatto per queste cose, ed è il tempo dell’angoscia, delle soluzioni chimiche a problemi che chimici non sono. Il tabagismo, l’alcolismo, la prostituzione, la pornografia… prosperano nel mondo cristiano, anche perché quel mondo ha spesso colpevolmente dimenticato le soluzioni di Dio. Il sabato è una straordinaria soluzione. L’Avventismo del Settimo Giorno è l’unico movimento cristiano di una certa dimensione che prende Dio in parola anche sul sabato. Di sabato infatti, in 190 paesi del mondo, gli avventisti si fermano: non per oziare, ma per incontrare l’uomo nel tempo che il Signore particolarmente benedice.

Il popolo avventista, proprio a motivo del sabato, al primo approccio è assolutamente incompreso; la gente si chiede come mai questo popolo si rifiuti di mandare i figli a scuola di sabato anche per esami decisivi, e perché spesso rischino, a causa del sabato, e qualche volta perdano, il posto di lavoro. E ancora, come mai in certi paesi per non violare il sabato abbiano sofferto la prigione, la persecuzione e qualche volta la morte?

La gente non comprende, perché non conosce la Rivelazione biblica e confonde il sabato con la domenica che la maggior parte dei credenti utilizza per evadere (stadio, TV, discoteche…).

Il sabato è invece per l’avventista un giorno diverso ma non d’evasione: è giorno di distanza dalla sollecitudine per le cose; è giorno di ritiro dalle voci consuete che fanno spesso artificiosa la vita; è giorno d’incontro particolare e diverso della famiglia, della fratellanza di fede nel tempio della Parola del Signore; è giorno d’incontro con i malati perché vivano la gioia della comunione; è giorno di testimonianza.

Come scrisse Abraham Heschel: «Il sabato ci interessiamo dei semi di eternità piantati nella nostra anima… Il sabato è un giorno di distacco dalle cose, dagli strumenti, dagli affari pratici e di attaccamento allo Spirito».

C’è chi ribatte dicendo che le cose del sabato andrebbero vissute tutti i giorni.È vero. L’avventista fedele lo sa e lo vuole. Ma Iddio nella sua Parola gli ricorda che, comunque, nella battaglia di questa vita in cui siamo costretti a «spremere profitto dalla terra» per sei giorni, la fatica è improba e l’incontro è difficile.

Il sabato è il tempo benedetto in cui coltivare le energie spirituali che ci sosterranno e che ci aiuteranno, nella settimana che seguirà, a vivere da uomini di fede e di speranza.

Tratto dal libro “La buona notizia”, .I.A.D.E. , ed. AdV – Impruneta (FI)

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