Billy, un bambino di cinque anni, è seduto ed ascolta mamma e papà che discutono di un problema che li assilla:
“Che cosa possiamo fare?” sospira la mamma.
“Non lo so… – papà scuote la testa, mentre rughe di preoccupazione solcano la sua fronte – Non so più dove andare in cerca d’aiuto.”
“Perché non chiedi aiuto ad Harold?” chiede Billy.
“Harold? – replica papà – Chi è Harold? Non conosco nessun Harold.”
“Ma sì che lo conosci – insiste Billy – Sai… ‘Padre nostro che sei nel cielo, Harold sia il Tuo nome!” (gioco di parole intraducibile: “santificato sia il Tuo nome” si dice in inglese: “allowed be Thy name”, che – pronunciato velocemente – può assomigliare al nome Harold.
Quanto spesso voi ed io siamo stati – come la mamma ed il papà di Billy – a preoccuparci, a consumarci, ad arrostire sulla graticola, senza sapere dove sbattere la testa… Quando tutto ciò di cui avevamo bisogno era: “Chiedere ad Harold”!
Oh certo, razionalmente tutti noi crediamo questo. Sappiamo di poter contare su Gesù Cristo, la Parola Vivente, e sulla Bibbia, la Sua Parola scritta. Crediamo nelle promesse della Bibbia; è per questo che ci riuniamo insieme ogni settimana.
Oggi focalizzeremo la nostra attenzione su alcune delle preziose promesse che Dio ha in serbo per i genitori. Potete pensarne delle altre mano a mano che procederemo. Durante il tempo dedicato alla discussione, avrete occasione di condividere delle promesse che hanno significato molto per voi, come genitori.
A. Afferrare le promesse
“Una promessa è la maniglia della fede alla quale ci possiamo aggrappare in preghiera” scrive Catherine Marshall nel suo libro “Adventures in Prayer”.
“Noi ci rivolgiamo a Dio con fiducia, perché egli ci ascolta, se gli chiediamo qualcosa secondo la sua volontà” (I Giovanni 5:14 – TILC).
Una promessa nella Scrittura rappresenta la volontà di Dio rivelata per noi. Sapendo che è la volontà di Dio per noi, possiamo reclamare la promessa essendo pienamente certi che Egli agirà in accordo con quanto ha detto. Come osservava David Livingstone: “E’ la parola di un gentiluomo fra le più sacre e rigorosamente onorate”.
Peter Marshall affermò una volta: “In queste pagine (della Bibbia) vi sono le parole viventi del Dio Vivente. Queste parole includono una quantità di promesse, molte delle quali condizionate. Tutto ciò che dobbiamo fare è adempiere le condizioni, poi andare a reclamarle”.
Secondo Glenn Coon, autore di molti libri sull’argomento, ci sono 3.573 promesse nella Parola. Egli traccia il metodo ABC (vedi sotto) per fare proprie le promesse (“A Study Guide to the Prayer of Reception”):
A come Ask = Chiedi – Matteo 7:7
“Fa parte del piano di Dio accordarci, in risposta alla preghiera della fede, quello che non otterremmo se non lo domandassimo” (Ellen White “Il gran conflitto” – p. 383).
“Ogni promessa nella Parola di Dio ci fornisce dei soggetti di preghiera, presentandoci la parola di Jehovah come garanzia, come nostra assicurazione” (Ellen White, “The Mount of Blessing” – p. 190).
B come Believe = Credi – Marco 11:24
“Parlate e agite come se la vostra fede fosse invincibile” (Ellen White, “Christ’s Objet Lessons” – p.16).
“Se le parole esprimono i pensieri, è anche vero che i pensieri seguono le parole. Se dessimo maggior spazio all’espressione della nostra fede… avremmo più fede” (Ellen White, “Ministry of Healing” – pp. 252,253).
C come Claim = Afferra – Giovanni 11:41
“Così noi possiamo domandare queste benedizioni e credere che le riceveremo, e ringraziare Dio per averle ricevute” (Ellen White, “Steps to Christ” – p. 51).
“Ti supplico di permettere alla tua fede tremante di afferrare di nuovo le promesse di Dio. Appoggiati su di esse con tutto te stesso, con una fede che non vacilla; poiché esse non falliranno, non possono fallire” (Ellen White, “Testimonies”, Vol. 2 – p. 497).
“La vera fede si appropria delle benedizioni promesse e le reclama prima che si realizzino e prima di sentirne gli effetti… Dobbiamo inoltrare le nostre petizioni con fede… ed aggrapparci alle benedizioni promesse, reclamandole come nostre… Ecco la fede, la vera fede: credere che riceveremo la benedizione, anche prima che si realizzi” (Ellen White, “Early Writings – p. 72).
“Qualunque dono Egli prometta, questo stesso dono è nella relativa promessa. Il seme è la Parola di Dio (Luca 8:11). Come la quercia è racchiusa nella ghianda, così – altrettanto sicuramente – il dono di Dio sta nella promessa. Se riceveremo la promessa, avremo anche il dono (Ellen White, “Education”, p. 253).
B. Quando una famiglia prega
Nel suo libro “Foolish Prayers, Fabulous Answers” (“Preghiere assurde, risposte meravigliose”), Glenn Coon ci racconta la storia della famiglia Calhoun che pregò per il figlio. Il ragionamento fu il seguente:
“La Parola di Dio dice: ‘Il cuore del re, nella mano dell’Eterno, è come un corso d’acqua; egli lo volge dovunque gli piace’ (Proverbi 21:1 – Luzzi). Perché Dio, che fu in grado di cambiare il cuore del re in risposta alla preghiera del profeta Daniele (Daniele 10:12-13), non potrebbe cambiare anche il cuore di un ragazzo che ha lasciato la casa di suo padre?… Qualsiasi cosa Egli abbia fatto in epoche passate, lo farà di nuovo in circostanze simili ed in presenza di un’analoga fede.
Il fratello Calhoun, la sua famiglia ed alcuni amici si misero insieme in ginocchio nel soleggiato salotto della loro fattoria. Regnava un assoluto silenzio: si udiva solo la voce di chi stava pregando in quel momento ed il ticchettio dell’orologio. Nel bel mezzo delle preghiere, il campanello suonò tre volte, ma le suppliche non furono interrotte; ognuno di loro detestava anche solo il pensiero di dover interrompere quella riunione di preghiera, ogni cuore era rivolto a quel figlio sviato.
In quel momento, in una fattoria nelle vicinanze, il figlio gettò un’occhiata alle sue spalle, verso i solchi regolari che aveva appena arato, poi davanti a sé all’attrezzo che gli serviva per fare dei solchi ben diritti. Una strana irrequietezza s’impossessò di lui. Un’inaspettata sensazione (qualcosa d’imperioso) lo attanagliò, e niente al mondo avrebbe potuto cancellarla. La sua mente fu sommersa da pensieri che riguardavano la casa paterna… Qualcosa non andava a casa? Forse avevano bisogno di lui?
Alzò l’aratro, fece girare i muli e si diresse verso il granaio… Il proprietario della fattoria lo seguì.
“Hai problemi con l’aratro? – gli chiese il padrone – C’è qualcosa che non va?”
“No, devo andare a casa” replicò il giovane.
“Che cosa intendi con ‘andare a casa’? – domandò quello – Non è ancora il momento di concludere il lavoro della giornata.”
“Lo so, ma è successo qualcosa, e devo assolutamente andare a casa.”
“Oh, che pazzia! – il fattore si voltò disgustato – Sei proprio un emotivo!”
“No, non è così – insistette il ragazzo – E’ successo qualcosa e devo andare subito a casa.”
“Ma non puoi piantarmi in asso – protestò il padrone – Ho bisogno di te!”
Nel frattempo, mentre parlava, il ragazzo aveva tolto le briglie, riposto gli attrezzi e riportato i muli nella stalla.
Poi, messi insieme i suoi effetti personali, il giovane salutò allegramente con la mano, lasciando il fattore che armeggiava nell’aia.
Potete immaginare quello che provarono quei genitori quando il ragazzo comparve a casa e vennero a sapere che nello stesso momento in cui si erano inginocchiati per pregare, lui era stato spinto a tornare a casa?
E non solo il ragazzo tornò a casa, ma trovò anche Dio e la salvezza” (o.c. – pp. 60-62).
C. L’esempio di Monica
“Monica ricordava bene il giorno in cui era nato suo figlio Augustine, il 13 novembre del 1954, nella cittadina di Thagaste, non lontano da Carthage, nel Nord Africa. Fin dal momento della sua nascita, essa pregò perché suo figlio diventasse un cristiano.
Quando Augustine fu adolescente, il padre lo iscrisse alle migliori scuole. Il ragazzo riusciva bene negli studi, ma nel frattempo cadde preda delle tentazioni che offriva la città, così finì sulla cattiva strada. Infine una notte disse a sua madre che andava a salutare un amico che stava partendo per Roma.
In effetti, Augustine stava fuggendo da casa; salì a bordo di una nave e partì lontano dalla sua famiglia.
La vita ribelle che conduceva suo figlio, per poco non spezzò il cuore di Monica, tuttavia non volle desistere dal pregare per lui. La notte stessa che il ragazzo fuggì di casa, Monica raggiunse una chiesa vicina, s’inginocchiò e pregò tutta la notte. Una delle cose che fece quella notte in preghiera, fu aggrapparsi con forza alle promesse della Parola di Dio (cfr. “Testimonies”, Vol. 5 – p. 322).
Un giorno si sentì così male a causa di quello che aveva fatto Augustine che ne parlò ad un insegnante cristiano. Alla fine del racconto, calde lacrime scorrevano sulle sue guance.
“Continua per la tua strada – le disse l’insegnante – Dio ti aiuterà. Non è possibile che il figlio di queste lacrime possa perire”.
Dio rispose alle preghiere di Monica in maniera notevole. Per caso Augustine andò a Milano, dove incontrò Ambrose, un credente devoto. Il giovane gli confidò la malvagità della vita che conduceva e l’inquietudine della sua anima. Gli raccontò di aver viaggiato per molti chilometri in vari posti, dove si era comportato in modo selvaggio e malvagio, ma sentiva di non riuscire a fuggire lontano dalle preghiere di sua madre.
Dopo aver studiato la Bibbia con Ambrose per un certo tempo, Augustine donò il suo cuore a Gesù e decise di essere battezzato. Naturalmente volle che sua madre fosse testimone del suo battesimo. Fu così che Monica si trovò a Milano in quel giorno del 1987, per essere presente mentre Ambrose battezzava suo figlio. Le preghiere di trentatré anni erano state finalmente esaudite!”. (Dorothy Eaton Watts, “This Is The Day” – “Questo è il giorno” – p. 325).
Quali promesse pensate Monica reclamò? Pensateci bene.
- “Io combatterò con chi combatte teco, e salverò i tuoi figliuoli”. (Isaia 49:25b)
- “Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padre (e madri) verso i figliuoli, e il cuore dei figliuoli verso i padri (e madri), ond’io, venendo, non abbia a colpire il paese di sterminio” (Malachia 4:5,6).
- “Il Signore… è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi” (II Pietro 3:9).
- “Se uno vede il suo fratello (un figlio, una figlia) commettere un peccato che non meni a morte, pregherà, e Dio gli darà la vita” (I Giovanni 5:16a).
- “Io guarirò la loro infedeltà, io li amerò di cuore, poiché la mia ira s’è stornata da loro” (Osea 14:4).
- “Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio (vecchia) non se ne dipartirà” (Proverbi 22:6).
- “Avendo fiducia in questo: che Colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (Filippesi 1:6).
- ” Una donna dimentica ella il bimbo che allatta, cessando d’aver pietà del frutto delle sue viscere? Quand’anche le madri dimenticassero, non io dimenticherò te. Ecco, io t’ho scolpita sulle palme delle mie mani” (Isaia 49:15-16a).
- “Tutto è possibile a Dio” (Marco 10:27b).
- “Sì, io l’ho detto, e lo farò avvenire; ne ho formato il disegno e l’eseguirò” (Isaia 46:11b).
- “Poiché quante sono le promesse di Dio, tutte hanno in lui il loro ‘sì’; perciò pure per mezzo di lui si pronunzia l’Amen alla gloria di Dio, in grazia del nostro ministero” (II Corinzi 1:20).
- “Iddio non è un uomo, perch’ei mentisca, né un figliuol d’uomo, perch’ei si penta. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?” (Numeri 23:19).
- “Riconoscete dunque con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra che neppur una di tutte le buone parole che l’Eterno, il vostro Dio, ha pronunciate su voi è caduta a terra; tutte si son compiute per voi; neppure una è caduta a terra” (Giosuè 23:14).
- “La tua fedeltà dura d’età in età” (Salmo 119:90a).
- “Fedele è Colui che ha fatte le promesse” (Ebrei 10:23b).
- “Padre, ti ringrazio che m’hai esaudito” (Giovanni 11:41b).
- “Io amo l’Eterno perch’egli ha udito la mia voce e le mie supplicazioni” (Salmo 116:1).
- “Essendo pienamente convinto che ciò che avea promesso, Egli era anche potente da effettuarlo” (Romani 4:21).
- “Non v’è nulla di troppo difficile per te” (Geremia 32:17b).
- “Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà” (Atti 2:39).
- “T’ho chiamato per nome; tu sei mio!” (Isaia 43:1b),
La vetrina dei genitori: Pam Caruso
Quanto segue è tratto dal libro di meditazioni giornaliere per le donne del 1994, redatto da Rose Otis. Pam Caruso è in pensione, ma è ancora attivamente coinvolta in un ministero di servizio per la propria comunità. Le piace leggere, scrivere, ascoltare musica classica, camminare, suonare il piano ed aiutare i bambini piccoli della sua chiesa. Essa scrive così: “Quante volte mi sono angustiata per il mio insuccesso come madre! Benché abbia fatto quello che pensavo fosse meglio per allevare i miei figli nella conoscenza e nell’amore di Dio, una volta raggiunta la maturità, ad uno ad uno, essi hanno scelto di vivere le loro vite lontano da Lui.
La disperazione che sento non è solo mia. Molte altre madri cristiane, alcune delle quali sono le donne più devote che conosco, esprimono lo stesso turbamento. ‘Se solo – esse piangono – Se solo avessi agito diversamente.’ Se solo…! Ma anche quando grido a Dio nel più profondo del mio dolore, io mi ricordo che Lui comprende. Lui era là! Era perfetto, eppure un terzo degli angeli scelse di allontanarsi da Lui. Anche Adamo ed Eva ebbero un figlio che scelse di non seguire Dio, benché fosse stato alle porte del Giardino dell’Eden e conoscesse la storia della caduta dei genitori.
Non sto dicendo di essere stata una madre perfetta. Tuttavia il mio Padre celeste sa che ho fatto del mio meglio: Egli capisce e piange con me. Mi dà coraggio e speranza il sapere che Colui che diede il Suo unigenito figliuolo per redimermi conosce il mio dolore.
Quando, quotidianamente, presento a Dio i miei figli, pregando con cuore sincero, sono confortata da promesse come quella contenuta in Filippesi 1:6 (“Avendo fiducia in questo: che Colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”). So che, per quanto io ami i miei figli, Dio li ama infinitamente di più, e continuerà ad attirarli a sé. Non smetterà mai di farlo.”
“L’amore di Dio brama intensamente colui che ha scelto di separarsi da Lui, ed Egli metterà in atto ogni influenza per riportarlo alla casa del Padre… Una catena d’oro, fatta di misericordia e compassione del divino amore, è passata attorno ad ogni anima in pericolo” (Ellen White, “Christ’s Object Lessons” – p. 202).
“Continuate ad amare i vostri figli ed a pregare per loro – dice Pam Caruso – Finché c’è vita, c’è speranza”.
Il testo che Pam ha scelto per la meditazione di quel giorno (nel libro suddetto – n.d.t.) è I Giovanni 2:1: Figliuoletti miei, io vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo, il giusto”.
Promesse per i genitori
Atti 2:39; Salmo 119:90; Numeri 23:19; Geremia 24:6,7; Isaia 49.25; Malachia 4:5,6; II Pietro 3:9; 1Giovanni 5:16; Osea 14:4; Filippesi 1:6; 1Giovanni 2:1; Proverbi 22:6.