13 – Ascoltare per essere efficaci

L’ascolto nelle relazioni umeneascoltare

Viviamo in una cultura in cui la gente preferisce parlare piuttosto che ascoltare. Ciascuno sembra avere delle risposte preconfezionate. Tutti sono disposti a dare consigli anche quando non sono desiderati. Ma la gente non ha bisogno d’informazioni, essa cerca continuamente qualcuno che sappia ascoltare e comprendere. La gente ha bisogno di orecchie attente e di una lingua muta.

Sapere ascoltare è un potente mezzo, ma troppo spesso poco utilizzato. Non ascoltare è mancanza di rispetto della persona e di un servizio d’amore disinteressato

La maggior parte delle persone non sanno ascoltare dovutamente. Si stima che il 70% delle comunicazioni viene filtrato o modificato il senso che si vuole dare alle parole. Perché?

Il Dr. Eric Berne (1910 – 1970), psichiatra e psicanalista americano, fondatore dell’ Analisi Transazionale, sostiene che l’individuo non è un’unità semplice, ma una personalità complessa. Di conseguenza, la trasmissione di un messaggio comporta uno studio approfondito in rapporto al contenuto delle transazioni, circa 90. E. Berne, nell’analisi strutturale della mente distingue principalmente tre stati dell’io (o del sé), designati rispettivamente: Genitore – Bambino – Adulto (G – B – A ).

Per esempio, immaginiamoci due ipotetiche persone (Vilda e Terenzio) che parlano una di fronte all’altra e poniamoci le seguenti domande:

Da quale parte (o struttura mentale) di ‘Vilda’ l’azione transazionale (il suo dire) è partita? Dal G, dal B o dall’A? Quale struttura mentale di ‘Terenzio’ ha raggiunto (G, B o A)? Con quale struttura mentale ‘Terenzio’ risponde? Quale struttura mentale di ‘Vilda’ raggiunge la risposta di ‘Terenzio’?

Si comprende facilmente che non sempre è facile cogliere il pensiero altrui, soprattutto quando nella relazione vi è tensione o la disponibilità di ascolto è bassa.
C’è anche da prendere in considerazione il fatto che ogni individuo ha una sua mappa mentale caratterizzata da fattori ereditari, ambientali, sociali, culturali, educativi, ecc.

Con sincerità di cuore, delle volte “ascoltiamo per ascoltare” – ciò si verifica quando non siamo interessati alla persona e ai suoi bisogni, oppure quando siamo stanchi o siamo centrati su noi stessi, oppure “ascoltiamo per rispondere” – ed è ciò che noi facciamo continuamente. Ascoltiamo a metà ciò che l’altro dice perché siamo impegnati a pensare a come dobbiamo rispondere.

Un handicap vero e proprio nell’ascolto sono i pregiudizi: il falso concetto che si ha dell’altro e di sè stessi. Sono veri e propri handicap nelle nostre relazioni sociali, precludono ogni possibile dialogo e rendono suscettibile colui che ne è affetto. Il pregiudizio caratterizza una persona che vive “per proteggere i propri sentimenti e la propria reputazione” Il falso concetto che si ha dell’altro non è che un difendere se stessi, ciò che si crede, che è diventato rifugio delle nostre insicurezze, paure e frustrazioni. Creare scompiglio nell’alveare (emozioni) altrui, con la denuncia di ciò che si presume che sia sbagliato o no, significa evitare di trovarsi nel proprio alveare scompigliati dal riaffiorare delle nostre paure e insicurezze.

Le relazioni interpersonali non sono proprio facili e spontanee, hanno bisogno di coraggio nel liberarsi dei propri idoli illusori e dei propri timori; di volontà di scegliere di stare insieme, nel Signore, con gli altri, in ogni situazione; di disponibilità nel sacrificare ciò che ci è più caro che verrebbe spontaneo usare solo per noi: il cuore, la mente e la volontà; di espressività, capace di tenere conto del rispetto della persona e del bisogno che essa ha di sentirsi amata. Di ascolto dei sentimenti senza che questi siano oggetto di giudizi. Una apertura profonda s’improvvisa raramente; essa deve essere preparata per delle ore, con tutto il cuore, in preghiera, in comunione con Dio.

Adoperare più di una strategia d’ascolto

Per essere un buon uditore efficace, bisogna ascoltare con APPREZZAMENTO O STIMA, CON EMPATIA, CON COMPRENSIONE, CON DISCERNIMENTO, CON VALUTAZIONE.

Le prime due si richiamano all’aspetto emotivo dell’ascolto, le altre tre si concentrano sui fatti (buon funzionamento dell’emisfero destro e del sinistro).

Le persone hanno bisogno di sentirsi apprezzate, stimate, e l’ascolto è il mezzo più appropriato, ma se noi vogliamo trasmettere senso di affidamento, dobbiamo ascoltare con empatia, soprattutto le persone che soffrono.

Successivamente è importante passare ad un tipo di ascolto più analitico, un approccio che ci permetta di comprendere. In questa strategia, ci si deve sforzare di organizzare ciò che l’altro ha detto dandogli un senso. Questo modo di procedere ci aiuta a capire le reazioni altrui.

Infine è importante applicare l’ascolto che si richiama al discernimento. In questo modo possiamo avere un quadro completo della situazione, per poi utilizzare l’aspetto valutativo, mettendo da parte le nostre emozioni e di valutare con amore ciò che l’altro ha detto.

Ma l’aspetto più importante dell’ascolto è “ascoltare con il cuore” che è completamente diverso dall’ascoltare con le orecchie. Purtroppo sono poche le persone che sanno ascoltare col cuore. Ascoltare con il cuore i propri figli (e gli altri) significa essere realmente interessati a ciò che ci stanno dicendo, ed essere aperti e disponibili. Significa avere voglia di apprendere e di sorprendersi, senza interrompere, o saltare subito alle conclusioni o dare immediatamente dei saggi consigli. Ascoltare col cuore significa non esprimere subito la propria opinione, ma cercare di capire la vita nella prospettiva di un bambino, di un ragazzo, di un adulto. Significa ascoltare con senso di meraviglia. Quando si presta loro attenzione in questo modo, bambini e ragazzi (e adulti), sentono di non essere giudicati e che possono esprimersi liberamente. Significa offrirgli, incondizionatamente, senso di affidamento.

Conclusione

Saper ascoltare è segno di saggezza e di disponibilità ad imparare. Non fa perdere tempo, ma è esattamente il contrario, è un investimento del tempo. Mediante l’ascolto possiamo stabilire dei legami di affetto; permette all’altro di mettere in evidenza, con naturalezza, problemi molto spesso gravi e profondi; possiamo trasmettere valore, stima e apprezzamento.

Ascoltare con senso di affidamento, favorisce lo sviluppo della personalità e lo sviluppo psicomotorio dell’individuo. Costituisce un aspetto indispensabile per la trasmissione di valori, di affetto, di simpatia, di bisogno di aiuto e di sentimenti. Crea degli individui intelligenti, liberi ed adulti; riduce nell’altro la paura dei sentimenti negativi; stabilisce o rinsalda i legami affettivi; permette di mettere in evidenza, con naturalezza, dei problemi molto spesso gravi e profondi. L’ascolto riconosce la dignità della persona.

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