80 – Quattro parole per definire l’amore – 03

  1. L’amore philía
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Siamo tutti d’accordo che l’amore non è soltanto desiderio o istinto. Vi è una forma d’amore che si distingue per un sentimento di affinità e di affetto condiviso. I greci hanno chiamato questa forma d’amore philía, descrivendola con il verbo philéo: amare nel senso di apprezzare e provare affetto.

Questa faccia dell’amore è molto comune e tocca diverse relazioni che sono al di fuori della sfera familiare e sentimentale. Contrariamente all’amore di chi si innamora e segue la legge del tutto o niente («O mi ami, o non mi ami»), philía ha una gamma infinita di forme e di gradi. Questa forma di amore consiste nella soddisfazione di una relazione affettiva per mezzo di legami più o meno stabili che si concretano idealmente con l’amicizia.

La caratteristica dell’amore philía (amicizia) è la reciprocità. Possiamo innamorarci (eros) senza ricevere niente in cambio. L’amicizia (philía) non esiste veramente se non è condivisa. Se non c’è soddisfazione reciproca non c’è vera amicizia.

L’amore eros c’impedisce spesso di vedere l’altro com’è realmente perché ci s’innamora appassionatamente dell’altro idealizzandolo. Nell’amicizia, invece, è proprio la realtà dell’altro che ci attira.

L’amore philía è fatto di ammirazione e contemporaneamente di accettazione dell’altro, indipendentemente dalle circostanze. Contrariamente a eros, philía è un sentimento molto stabile: «L’amico ama in ogni tempo» (Prv 17:17), «C’è un amico che è più affezionato di un fratello» (Prv 18:24).

Una bella storia di amicizia tra due uomini è quella di Davide e Gionatan, nonostante che il padre di quest’ultimo fosse nemico giurato di Davide (1 Sam 18:1-5; 20:1-42; 2 Sam 1:26). Gesù ha vissuto con i suoi discepoli un rapporto di amicizia, ed è questo il modello supremo per le nostre amicizie (Gv 15:12-17).

Buona Pasqua!

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