Di Vincenzo Castro*
Il Sabato non è stato inventato dagli uomini, tanto meno proviene dal paganesimo: se così fosse non sarebbe stato un segno tra il popolo d’Israele e il suo Dio.
Ecco quanto ha scritto il R.P. de Vaux: “Il Sabato non sarebbe stato un segno di distinzione dell’alleanza tra Yahvè ed Israele (Ez 20:20; Es 31:12,17) se esso fosse stato osservato dai Babilonesi in terra di esilio o dai cananei in Palestina”(1).
La prima volta in cui si parla del settimo giorno, come giorno di riposo, è nel libro della Genesi al capitolo 2:1-3.
Dopo che l’Eterno ha portato a termine la creazione, ci viene detto che si è riposato. Dio, in quanto tale, non aveva bisogno di riposo, ma lo ha fatto per sottolineare l’importanza del riposo del sabato; in realtà nemmeno Adamo ed Eva erano stanchi, in quanto erano stati creati nel sesto giorno; ciò sta ad indicare che l’Eterno ha dato il settimo giorno a tutti gli esseri umani e non soltanto al popolo ebraico; dello stesso parere è Gesù: “Il Sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato” (Mc 2:27).
E’ importante notare che nel testo della Genesi l’Eterno invita l’uomo a mettere da parte, per prima cosa, una porzione del tempo, il settimo giorno, (ciò) per mettere in risalto che il primo posto nella vita va dato all’Eterno. Gesù dirà più tardi: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Mt 6:33).
Questo è quello che ha fatto la prima coppia: ha messo nella propria scala di valori prima Dio, consacrandogli questa porzione di tempo, poi il resto, sei giorni per lavorare. Ecco quanto ha scritto un teologo protestante in merito: “Il settimo giorno (che è menzionato qui con il nome di Sabato) è benedetto e santificato da Dio: esso riceve dunque una promessa favorevole ed è considerato come sacro al Signore come un giorno a parte, al termine della creazione, affin di ricordarlo per sempre. E’ certo che l’autore del nostro testo (Gn 2:1-3) ha voluto mostrare con questo, il carattere unico ed eccezionale del comandamento relativo al Sabato. Mentre le altre leggi saranno date ulteriormente, soprattutto all’epoca di Mosè, la legge del Sabato risale alle origini del mondo e alla creazione… Nel testo (Gn 2) non si tratta di una questione di osservanza del Sabato per l’uomo, come nel Decalogo (Es 20:11), ma di una legge stabilita da Dio come segno di completamento della sua opera… Il carattere teologico eterno di questo giorno di Sabato non poteva essere definito in una maniera più solenne.”(2)
E’ evidente che non bisogna concepire il riposo di Dio come necessario alla sua fatica, perché Dio non si stanca mai; il riposo di Dio va inteso come contemplazione, ammirazione dell’opera creata che aveva portato a termine.
Gli uomini di oggi dimenticano che la gioia, la contemplazione fanno parte della vita. Il sabato è stato per Dio e per la prima coppia, un giorno di gioia; anche oggi Dio desidera che l’uomo partecipi a questa gioia ammirando ed apprezzando le meraviglie del creato e la salvezza che Cristo ci offre.
I giorni della creazione
Alcuni pretendono di conciliare l’insegnamento della Scrittura con le varie ipotesi scientifiche, vedi l’evoluzione, interpretando i giorni della creazione come dei lunghi periodi corrispondenti a diversi milioni di anni. Personalmente credo che portando avanti questa tesi sorgano diverse difficoltà per quanto riguarda il settimo giorno:
- Che senso avrebbe dire che L’Eterno si è riposato per mille anni, o un milione di anni?
- Come conciliare il settimo giorno, visto dagli ebrei come periodo di 24 ore, con un lungo periodo di riposo?
Ecco quanto ha scritto il canonico Albert Clamer, professore di Bibbia, a proposito del primo capitolo della Genesi: “Il giorno genesiaco comincia con l’apparizione della luce, poi viene la sera e la notte e di nuovo il mattino, è dunque un giorno naturale di 24 ore che va dal mattino seguente, a differenza del riposo legale che comincia la sera. E del resto la parola ebraica “yom” è a volte un tempo indeterminato come al capitolo 2:4, a volte un periodo di tempo più o meno lungo; ciò non può esserlo in questo caso poiché questo giorno ha una sera e un mattino e che sette di questi giorni fanno una settimana”.(3)
Origine della settimana
Da dove deriva il nostro modo di computare il tempo? L’anno deriva dal tempo impiegato dalla terra per fare un giro completo intorno al sole: il mese dal tempo impiegato dalla luna per girare attorno alla terra: il giorno dal tempo impiegato dalla terra per fare un giro intorno al suo asse, mentre riguardo alla settimana, noi troviamo le sue origini nella Scrittura.
Ecco quanto scrive Paul Nuan: “Per quanto concerne i giorni e gli anni, la natura ci dà la misura del tempo per tutti gli abitanti del globo. Non è lo stesso per la settimana di cui il periodo del settimo giorno non corrisponde ad alcun movimento degli astri del nostro sistema solare. Pertanto, il ciclo della settimana è seguito unanime in tutto il mondo come lo hanno mostrato le pazienti ricerche del Dr. William Mead Jones, di Londra. Nel 1886, Jones pubblicò la sua famosa “Chart of Week” che mostrò il sincronismo della numerazione dei giorni della settimana in 100 lingue diverse.”(4)
Dio, con l’istituzione della settimana, ha voluto dare all’umanità un ritmo cronologico indipendente dal movimento degli astri.
Il Sabato è per il popolo d’Israele?
L’argomento, spesso impiegato per giustificare la non osservanza del Sabato è il seguente: “Il Sabato è un comandamento dato agli ebrei”.
Infatti quando un cristiano dice d’osservare il Sabato viene accusato di essere un ebreo. Se è vero che il Sabato è un comandamento di tradizione ebraica, la stessa cosa lo è anche per il resto del decalogo; quindi chi rispetta i genitori, chi non uccide, chi non commette adulterio, chi non adora le immagini, non fa altro che osservare dei comandamenti dati al popolo. Perché fare una distinzione tra il quarto comandamento e il resto del decalogo quando esso è un tutt’uno? Poiché Dio stesso ha decretato ugualmente tutti i precetti del decalogo, Egli tollererà che l’uomo faccia una distinzione a proprio uso e consumo?
Coloro che sostengono la non osservanza del sabato citano spesso il testo di Deut 5:13-15 “Lavora sei giorni e fa in essi ogni opera tua; ma il settimo giorno è giorno di riposo consacrato all’Eterno, al tuo Dio: non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il (tuo) forestiero che sta dentro alle tue porte, affinché il tuo servo e la tua serva si riposino come te. E ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto, e che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti ha tratto di là con mano potente e con braccio steso; perciò l’Eterno, il tuo Dio, ti ordina d’osservare il giorno del riposo”.
Costoro dicono che il Sabato fu dato al popolo di Israele affinché si ricordasse della sua uscita dall’Egitto.
In realtà il testo di Deuteronomio invitava gli ebrei a trattare i loro schiavi con umanità, perché anch’essi erano stati schiavi in Egitto: “affinché il tuo servo e la tua serva si riposino come te”. Ecco come l’ha compreso A. Clamer: “Per il ricordo della schiavitù in Egitto non si tratta come in Esodo 20:11, di dare la ragione dell’istituzione stessa del Sabato, ma semplicemente di rendere più accettabile e pertanto più facile l’obbligazione di concedere il riposo, un giorno della settimana, ai servi ed alle serve. Il ricordo della schiavitù di cui Yahvè liberò il suo popolo facendolo uscire dall’Egitto doveva incitare gli Israeliti alla benevolenza verso i loro schiavi”.(5)
Del resto, il sabato non è l’unico precetto associato alla liberazione dall’Egitto (vedi Deut 15:12-15).
Lv 19:35,36: “Non commettere ingiustizie nei giudizi, né con le misure di lunghezza, né coi pesi, né con le misure di capacità. Avrete stadere giuste, pesi giusti, efa giusto, Hin giusto. Io sono l’Eterno, l’Iddio vostro, che v’ho tratto dal paese d’Egitto”.
“Se la liberazione del giogo egiziano è qui invocata di nuovo come la ragione di essere di questo precetto, è come dire che al ventesimo secolo il commerciante cristiano è moralmente libero di ingannare i suoi clienti sulla qualità e la quantità dei prodotti in vendita?”.(6)
In realtà il decalogo stesso inizia ricordando agli Israeliti di essere stati tratti dal paese d’Egitto; come mai si accettano i comandamenti da esso elencati? Se diciamo che il quarto comandamento è stato dato al popolo d’Israele, non dovremmo ammettere con grande onestà che l’Antico Testamento è stato indirizzato solo al popolo d’Israele?
Il fatto che i primi destinatari siano stati gli ebrei non altera minimamente il loro valore. Ciò è stato compreso dalla chiesa cristiana che continuava a venerare questi libri biblici come testi ispirati da Dio. Quindi come l’A.T. è valido per tutta la cristianità così lo è il decalogo, compreso il quarto comandamento.
Il Sabato: Un precetto cerimoniale?
Alcuni sostengono che il Sabato è stato abolito in quanto faceva parte dei precetti cerimoniali. In realtà il Sabato non ha nessun legame con le leggi cerimoniali stabilite dopo la caduta dell’uomo a causa del peccato. Ecco quanto ha scritto un teologo calvinista: “Il Sabato, istituito fin dalle origini, costituisce una obbligazione perpetua… A partire dalla sua natura, non cerimoniale, ma morale, questo si presenta come un’obbligazione originale ed universale”.(7)
A volte può sorgere una certa confusione tra i giorni festivi che venivano rispettati ogni anno ad una certa data, un po’ come le nostre feste nazionali, chiamati anch’essi “Sabati” (Lv 16:29,31; 23:27,32) e il Sabato del quarto comandamento, perché Sabato significa riposo.
Questi sabati annuali li troviamo nel libro del Levitico al cap. 23.
23:7,8 | La festa della Pasqua |
23:21 | La festa delle Primizie |
23:24,25 | La festa delle trombette |
23:27,28,32 | La festa dell’Espiazione |
23:34-36,39 | La festa dei Tabernacoli |
Conclusione:
- L’istituzione dei sabati cerimoniali ha avuto luogo con l’organizzazione del popolo d’Israele, mentre il Sabato settimanale risale alla creazione (Gn 2).
- Nella legislazione mosaica i Sabati annuali si trovano allo stesso livello delle leggi cerimoniali, mentre il Sabato settimanale fa parte del decalogo.
- Nel libro di Levitico al cap. 23 in cui si fa menzione dei Sabati annuali, parlando del Sabato settimanale viene fatta una distinzione, esso viene definito “il Sabato dell’Eterno” (Lv 23:1-3). Quindi il Sabato settimanale non ha nulla a che vedere con i sabati annuali.
Qual è il settimo giorno?
Il quarto comandamento non invita l’uomo ad osservare un giorno della settimana, ma il settimo giorno (Es 20:9,10).
In diverse occasioni l’Eterno ha sottolineato l’importanza del sabato, per esempio in Es 16:4,5,22,23 “E l’Eterno disse a Mosè: Ecco io vi farò piovere del pane dal cielo; e il popolo uscirà e ne raccoglierà giorno per giorno quanto gliene abbisognerà per la giornata, ond’io lo metta alla prova per vedere se camminerà o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che avran portato a casa, esso sarà il doppio di quello che avranno raccolto ogni altro giorno…E il sesto giorno raccolsero di quel pane il doppio: due omer per ciascuno. E tutti i capi della raunanza lo vennero a dire a Mosè; ed egli disse loro: Questo è quello che ha detto l’Eterno: Domani è un giorno solenne di riposo: un Sabato sacro all’Eterno; fate cuocere oggi quel che avete da cuocere e fate bollire quel che avete da bollire; e tutto quel che vi avanza, riponetelo e serbatelo fino a domani”.
Per Mosè non c’era nessun dubbio, il fatto che nel sesto giorno si raddoppiava la razione della manna, implicava che l’indomani era il Sabato consacrato all’Eterno (v.23).
In Esodo 16 Dio ha sottolineato l’importanza del settimo giorno in due maniere: primo, dando doppia razione di manna il Venerdì, il sesto giorno; secondo, facendo cessare la manna il settimo giorno, il Sabato. Il popolo d’Israele ha vissuto questo prodigio per quarant’anni.
Tutti sono concordi nell’affermare che, circa mille anni dopo, Gesù si recava alla sinagoga il giorno di Sabato secondo il quarto comandamento (Lc 4:16). Sono tutti concordi, anche, nel dire che le donne si sono recate al sepolcro la Domenica mattina e che lo hanno trovato vuoto, mentre si sono riposati prima, ch’era il settimo giorno, che corrisponde al nostro Sabato; infatti la Domenica, il giorno in cui le donne trovarono il sepolcro vuoto, viene chiamato primo giorno e non settimo (Lc 24:17). “Il primo giorno della settimana è quello che ora ogni cristiano, dall’epoca della risurrezione del Signore, chiama Domenica”.(8)
Il fatto stesso che gli israeliti ancora oggi osservino il settimo giorno come giorno di riposo, e che esso corrisponde al nostro sabato, è ancora una prova che il sabato è il settimo giorno della settimana e non la domenica; del resto basta vedere un semplice calendario portoghese, tedesco o inglese, in cui il sabato è presentato come il settimo giorno, come del resto indica la stessa parola “Sabato” che ha origine dalla forma verbale ebraica “shabat”, che significa “cessazione”, “riposo”. Nella lingua tedesca mercoledì si traduce mittwoch; parola composta da mitte = in mezzo, al centro e woche, che significa settimana (vedi grafico Dom. Lun. Mar. Mer. Giov. Ven. Sab)
Alcuni si rifanno alla bolla “Inter Gravissimas” del papa Gregorio XIII per non osservare il Sabato, che modificò il calendario sopprimendo dieci giorni del mese di ottobre 1582. Perché avvenne questo? Nel XVI secolo vi era un differenza di 10 giorni nel calendario ufficiale, rispetto al tempo reale. Per far sparire questo ritardo, papa Gregorio XIII ordinò che l’indomani del Giovedì 4 ottobre 1582, si chiamasse Venerdì 15 ottobre. Così facendo il susseguirsi dei giorni della settimana rimase inviolato, come potete notare dalla costruzione del mese di ottobre del 1582.
Dom | Lun | Mar | Mer | Giov | Ven | Sab |
1 | 2 | 3 | 4 | 15 | 16 | |
17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 |
24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 |
31 |
Ecco quanto riporta una enciclopedia cattolica: “Conviene notare che durante l’era cristiana, l’ordine dei giorni della settimana non è stato mai interrotto. Così, quando Gregorio riformò il calendario, nel 1582, il Venerdì 15 ottobre seguì il Giovedì 4 ottobre. La stessa cosa avvenne in Inghilterra, nel 1752, il Mercoledì 2 settembre fu seguito dal Giovedì 14 settembre”.(9)
Noi credenti che viviamo al XX° secolo possiamo sapere con certezza che il nostro Sabato corrisponde al settimo giorno biblico?
Ecco quanto troviamo scritto sul dizionario francese “Petit Larousse”: “Sabato… n.m. (lat. Sabati dies, giorno del Sabato). Settimo giorno della settimana”.(10)
Alcune versioni hanno tradotto il settimo giorno con “Sabato”, ciò dimostra che non avevano nessun dubbio, i traduttori, a proposito del settimo giorno ch’è il Sabato. (Vedi versione biblica del Ricciotti a proposito di Es 20:8).
Il Sabato un comandamento di Dio
Quello che colpisce di più è che il Sabato sia menzionato nel decalogo (Esodo 20 e Deuteronomio 5). La presenza del decalogo è importante se si tiene conto del ruolo che esso ha svolto nella teologia giudea e cristiana.
Il termine decalogo in ebraico significa “Dieci parole” che i giudei consideravano come rivelazione della volontà divina. Ecco cosa implica ciò:
- Il Sabato è una parola di Dio. Sotto forma di comandamento Dio ordina all’uomo di cessare l’attività lavorativa anche nel periodo del raccolto (Es 34:21), anche se da un punto di vista economico può sembrare un’assurdità.
- Il sabato deve essere dedicato al culto.
E’ interessante notare che l’unico tempo cultuale che noi troviamo nel decalogo è il sabato, nonostante l’importanza e la popolarità di altre feste (vedi la pasqua, la festa dell’espiazione, ecc.); queste non vengono menzionate nel decalogo. Questo imbarazza molti cristiani, perché dovranno discernere ciò che è stato abolito dall’evangelo e ciò che deve essere osservato. Quindi il Sabato non può essere cancellato dalla vita di un cristiano, come fa un bambino con un cancellino per far sparire quello che aveva scritto sulla lavagna. Il sabato è sullo stesso piano del divieto del culto delle immagini, del rubare, dell’adulterio.
In realtà ogni cristiano che legge la Scrittura non può fare a meno di leggere nell’Antico Testamento e nel Nuovo Testamento, che Dio ha santificato il sabato e che lo ha dato all’uomo.
Un evangelico mi diceva tempo fa: “La Bibbia parla del rispetto del sabato, con grande onestà devo ammettere che esso è il giorno di Dio”.
“Il decalogo (Es 20:1-17 e Deut 5:6-21) appare senza esitazione come una legge permanente, il cui valore fondamentale è riconosciuto molto bene dalla dottrina sia ebraica che cristiana. Le menzioni che si trovano nel Nuovo Testamento, come l’uso che si è fatto nel catechismo cristiano, provano che la chiesa non ha mai considerato questa legge di Dio come una ordinanza superata o rimpiazzata…I dieci comandamenti ispirati da Dio a Mosè erano destinati al popolo nel deserto ma, al di là di questo tempo e luogo, essi rimangono attraverso i secoli l’espressione eterna della volontà di Dio. Noi abbiamo ragione di considerarli come dei testi essenziali della fede e della vita cristiana”.(11)
Il Sabato: Un segno per Israele?
Si obietta spesso che Dio ha dato il Sabato al popolo d’Israele e che quindi dovevano osservarlo soltanto gli israeliti e a proposito viene citato Es 31:12-16. Nel fatto che il sabato abbia interessato in primo luogo il popolo d’Israele non c’è nulla di strano, poiché Israele era stato scelto, tra i popoli, per essere il portavoce di Dio.
Nel testo di Is 56:1-8 come del resto in altri testi profetici e non (vedi Es 20:8-11) viene sancito che anche gli stranieri dovevano osservare il Sabato. “Secondo la Bibbia, il Sabato è dato ad Israele secondo la carne; esso era destinato a tutti gli uomini decisi a sottomettere la loro volontà a quella di Dio, per conseguenza ai cristiani; vedi discendenti di Abramo”.(12)
Note:
(1) P. Vaux, Les Istitutions de l’Ancien Testament, Le Cerf, Paris, 1960, vol.II, p.375, cit. da Paul Nouan, Le Septième jour signe de Dieu pour l’homme d’aujourd’hui, Ed. SdT.Dammarie les Lys, France 1979, p.15.
(2) Frank Michaele, Le livre de la Genèse , Delachaux et Niestlè, Neuchatel -Paris, 1957, pp.30,31, cit. Da Paul Nouan, op.cit., p.16
(3) Bible Pirot-Clamer, Le Touzey et Ané, Paris 1953, vol. I, p.106.
(4) Paul Nouan, Le Septieme jour signe de Dieu pour l’homme d’aujourd’hui, Ed.SdT, Dammarie les Lys, 1979, pp.23,24.
(5) Bible Pinot-Clamer, II, pp. 553,554.
(6) Paul Nouan, op.cit., p. 44.
(7) Charles Hodge, Systematic Theology, III, Londres 1876, p. 323, cit. da Paul Nouan, op.cit. p.49
(8) Sant’Agostino, Commento al Vangelo di San Giovanni, Ed. Città Nuova, Roma, 1967, p.497.
(9) The Cattolic Encyclopedia , New York , 1908, t. 3 art. “Chronology”, p. 740 cit.da Paul Nouan, op.cit., p.68.
(10) Libraire Larousse, 1972, p. 835.
(11) Frank Michaeli, l’A.T. et l’Eglise Chrétienne d’aujourd’hui, Delahaux et Nestlè, Neuchatel, pp.24, 26, cit. da Paul Nouan.
(12) Paul Nouan, op.cit., p.86.