03 – La più grande avventura della comunicazione

Quando Dio si fece “Parola”

Conferenze tratte da Regards 2000, tenute in Francia via satellite.

Introduzione

neonatoUn uomo passeggiava ai bordi di un campo. All’improvviso scorse una cosa strana che si muoveva. Avvicinandosi alla “cosa”, si rese conto che si trattava di un neonato. Il cordone ombelicale non era neppure stato tagliato ed era ancora intriso di sangue. La madre doveva averlo partorito nei campi e abbandonato là… così come avveniva, ahimè sovente, quando il neonato era una femmina! Ed era proprio una bambina!
Commosso, l’uomo la prese fra le braccia e sussurrò: “Vedi … voglio che tu viva!” E l’uomo la portò con sé. La lavò dal sangue, la frizionò con l’olio e la rivestì di abiti sontuosi: lino fine, stoffe ricamate, seta… La coprì di gioielli.
La bambina in breve rifiorì. L’uomo l’affidò ad una balia, e partì per un lungo viaggio. Per molto tempo non si fece vivo.
Molti anni dopo, l’uomo fece ritorno. Vide una giovane straordinaria! Era davvero bella… La bambina era diventata una bellissima signorina.
Ed accadde quello che doveva accadere. L’uomo si innamorò perdutamente di colei che un giorno aveva strappato alla morte! Un colpo di fulmine! Ci fu un bel matrimonio ed ebbero tanti figli… I bei racconti finiscono sempre così.

Ahimè, la nostra storia ha un seguito…
La donna era così bella, così perfetta, così amabile, che la sua fama si sparse… Gli uomini si voltavano nel vederla. Lei ci prese gusto e cominciò a farsi corteggiare. E, a poco a poco, si allontanò da suo marito per darsi ad altri uomini, a molti uomini!
Con l’oro del marito si fece anche degli idoli. Colmo dell’orrore, a questi idoli offrì i suoi figli!
E cosa avvenne del marito? Naturalmente si dispiacque. Pensò alla bambina che era stata abbandonata, trascurata. Forse avrebbe ancora potuto cambiare? Voleva crederci! Si rese conto che nonostante tutto l’amava ancora e sperava sempre… Comprese anche che occorreva molta pazienza e tanto tempo…
E il tempo passò. La storia si interrompe…

Un giorno, l’uomo da solo passeggiava al mercato.
Passò davanti al mercato degli schiavi e scoprì là sua moglie! Era in vendita come schiava!!! Le si avvicinò… e lui, il marito, la comperò!
Poi fece qualcosa di straordinario. Senza rimproverarla, la condusse nel deserto. Lontano da tutto, lontano da quella vita che era diventata un incubo. Soli… Desiderava restare solo con lei per un ritiro romantico. Per riconquistare il suo amore e trasmetterle il suo. Là, parlò al suo cuore e sul suo cuore. L’uomo era commosso come un giovane innamorato. Non aveva nessun sentimento di odio o di vendetta. Solo amore, amore e voglia di comunicarle quell’amore nel rispetto. Le perdonò tutto. E rinnovò il suo matrimonio con lei, stabilendo un’alleanza eterna.

Ecco la storia. Questa storia è nella Bibbia! Pochi la conoscono eppure è tanto bella.
La troviamo in parte nel libro del profeta Ezechiele (cap. 16) e la fine nel libro del profeta Osea. Ed i profeti asseriscono di avere ricevuto questa storia direttamente da Dio!
Per farci capire che questa storia è molto più di un racconto immaginario, il profeta Osea fu spinto da Dio a sposare una prostituta! È la storia del mercato degli schiavi, in cui il marito comprò colei che aveva sposato… Osea ha veramente vissuto questo episodio su ordine di Dio! Come una profezia che doveva vivere nella sua persona, per dimostrare la realtà. La triste realtà.
Non ci rimane che capire questa storia.

1. Una comunicazione interrotta

È la storia di un amore ferito, di un uomo che cerca ad ogni costo di esprimere, di comunicare il suo amore ad un essere che non fa che rompere la loro alleanza… I profeti affermano che sia l’avventura di Dio con l’umanità! L’allegoria è sorprendente, non è vero?
Il profeta Isaia trasmetterà le parole di Dio, che si rivolge al popolo d’Israele in questi termini:
“Tu sei stata abbandonata, odiata, al punto che anima viva più non passava da te, io farò di te il vanto dei secoli, la gioia di tutte le epoche.” (Isaia 60:15)
“perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo.” (Isaia 43:4)
Potremmo moltiplicare queste dichiarazioni d’amore di Dio per le sue creature, esse sono come un filo rosso in tutte le pagine dei profeti dell’Antico Testamento.
“Io ti amo… Sei prezioso ai miei occhi… Ti perdono… Torna a me…Nonostante tutte le vostre trasgressioni voglio conservare il mio patto con te… Desidererei tanto che questo patto fosse eterno…!”
D’accordo, queste parole si rivolgono in primo luogo al popolo d’ Israele. Ma questo non era un popolo scelto da Dio per diventare “luce delle nazioni”? Affinché questa esperienza d’amore fra l’uomo e Dio potesse diffondersi intorno a lui, così come la luce che dirada le tenebre? Con Gesù, queste parole d’amore diverranno universali!
Questa relazione di un Dio innamorato delle sue creature, che cerca di comunicare con esse, è unica nelle religioni dell’antichità. È un Dio che fa il primo passo. È un Dio dal cuore di carne e non di pietra. Un Dio che cerca soprattutto di stabilire una relazione d’amore e non di potere e dominio. Un Dio che cerca di dare piuttosto che ricevere. Un Dio che cerca prima di tutto di offrirsi agli uomini, prima di pretendere le loro offerte. Un Dio che non desidera altro che la vita e la felicità.
Il profeta Ezechiele descrive il proposito di Dio: ”Io ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi: “Vivi tu che sei nel sangue! ”Ti ripetei: “”Vivi, tu che sei nel sangue!” ( Ezechiele 16:6)
Un po’ più avanti dirà: “io infatti non provo nessun piacere per la morte di colui che muore, dice Dio, il Signore. Convertitevi dunque, e vivrete!” (Ezechiele 18:32)

Ecco cosa questa straordinaria storia ci fa scoprire nei riguardi di Dio:

  • Un Dio che cerca l’uomo là dove si trova.
  • Un Dio che vuole che viva, ma non una vita nel sangue e nella sofferenza.
  • Un Dio che cerca di comunicare e manifestare il suo amore ed il suo piano.
  • Un Dio che cerca di fare un patto con voi e con me.
  • Un Dio che annuncia il suo ritorno per fare un nuovo matrimonio con l’umanità che ha interrotto il rapporto con lui, ed esprime il suo desiderio di prenderlo con sé per un ritiro d’amore!
  • Un Dio che ha dei progetti per voi e per me che vanno al di là di questa breve vita che è troppo misera e limitata.. Questa vita che ha perso il gusto dell’eternità.

Non avete il desiderio di incontrare chi vi ama così tanto? Che vi trascina in un’avventura che apre il futuro? Un futuro che ha il sapore di eternità?

Non avete a volte l’impressione che la vita abbia qualche altra cosa da rivelare, come se un incidente fosse venuto a perturbare un ideale assoluto? In questo mondo ci sono così tante tracce di bellezza, d’amore… ma anche tante di orrori! Come una meravigliosa tela che sia stata imbrattata, strappata e bucata, ma i cui resti permettano di scoprire, al di là delle apparenze, la visione di un meraviglioso artista.
Abbiamo tutti in fondo a noi un sentimento d’eternità. Come se qualcosa sia intervenuto a perturbare, a rompere una pienezza di cui noi viviamo soltanto alcuni frammenti.
Abbiamo tutti in fondo a noi questo richiamo alla Vita, ad un’altra vita!
Come se questa vita non fosse fine a se stessa.
Qualcosa è venuto a interrompere una bella storia d’amore… ma qualcos’altro mi dice anche che tutto
non è perduto. Possiedo degli elementi concreti che alimentano questa speranza che può sembrare assurda!

La Bibbia parla di una terribile rottura: il famoso peccato.
Forse penserete che era proprio tempo di mettere questa parola e che un buon cristiano che si rispetti debba parlare subito di questa parolaccia tanto amata da quelli che si dicono cristiani: IL PECCATO!
Cosa non è stato detto a questo riguardo! Alcuni non hanno esitato a dire con ironia, ispirandosi ad una dichiarazione di Sacha Guitry. “Il peccato? Io sono contrario… del tutto contrario!”

Il primo libro della Bibbia, la Genesi, racconta la storia del padre dei nostri padri, Adamo, e della madre delle nostre madri, Eva. Vivevano in un meraviglioso giardino. In mezzo a questo giardino c’era l’albero della vita. L’uomo doveva attingervi ogni giorno le forze che venivano dal Creatore. Scegliere l’albero della vita, voleva dire scegliere la strada della dipendenza, cioè paradossalmente, quella della vera libertà.
Un altro albero, quello della conoscenza del bene e del male, era stato proibito. Tutti gli alberi davano la vita, ad eccezione di quello che procurava la morte a chi lo assaggiava. Perché chi decideva di mangiarne il frutto, nonostante l’avvertimento di Dio, manifestava la sua volontà di rottura e il suo desiderio di indipendenza da Dio
Ed ecco che un giorno, il serpente, simbolo del male, seminò il dubbio nel cuore dell’umanità, invitandoli ad assaggiare il frutto proibito: ”Mangiate… sarete come Dio!” Voleva sottintendere: “Perché dipendere ancora da Dio? diventate voi stessi dio!” Questa filosofia del dio che è in noi oggi è alla moda! Il serpente proponeva l’affrancamento della dipendenza e della sottomissione a Dio, negando la morte che ne sarebbe derivata. L’ebbrezza fu di breve durata, perché fu seguita da un crudele richiamo alla realtà che è quella nostra: il lavoro, la sofferenza e la morte a breve scadenza.

Aneddoto: questo mi fa pensare alla storia di un uomo che si butta dal 100° piano di un edificio e quando giunge al 50° piano gli si chiede come si sente: “Straordinariamente bene… purché duri!” risponde!
Gettarsi nel vuoto come gli uccelli non ci fa diventare uccelli! Così come pretendere di essere Dio, non fa di noi degli dei.
Adamo desiderava essere autonomo, come un dio. Lo divenne. Ma così facendo, si privò dell’unica sorgente della sua vita: Dio! La morte non è una punizione causata dal peccato. Dio non si vendica per l’affronto! La morte è la conseguenza ineluttabile della separazione dell’uomo dal suo Creatore. Il peccato è una rottura dalla vita.

Un giorno vidi un magnifico ciliegio in fiore. Ahimè! Fu tagliato e abbandonato per terra, mentre le sue radici continuarono invano ad attingere nel suolo la vita, poiché l’albero era separato dalle radici. I fiori, però sbocciarono, i frutti incominciarono a formarsi… Ma attingevano le forze da un capitale di vita che non si rinnovava più. Poco a poco il capitale si esaurì. Alla fine l’albero morì senza portare a maturazione il suoi frutti!
Eccolo il dramma della nostra umanità! L’uomo è in rottura col suo Dio… e siccome credo che Dio sia all’origine stessa della vita, l’uomo è dunque in rottura con la Vita! Che se ne renda conto o no, l’uomo ha preferito un’autonomia alienante ad una dipendenza liberatrice e vivificante.

Il testo dice che Adamo ed Eva allora si sentirono nudi ed ebbero vergogna, perché cercarono di nascondersi! La vergogna della colpevolezza. Il rifiuto della dipendenza da Dio ha portato l’uomo all’angoscia. Adamo ed Eva cercarono di nascondersi, di vestirsi, di scusarsi, di giustificarsi… Come noi! Invano!
In seguito a questa rottura, l’Iddio della comunione immediata è divenuto per l’uomo il Dio lontano, distante, straniero. Un immenso abisso è stato generato da questa rottura dell’uomo con la vita. La comunione con Dio è stata interrotta.. Il legame con la sorgente della Vita è stato perduto.

Io sento che l’esistenza che vivo non è la vera vita… Io sono quell’albero sradicato, tagliato dalla sua radice. Ecco il dramma dell’umanità. Questo è IL peccato. Ed ogni atto criminale di questo mondo è “solo” la terribile conseguenza di questa rottura. Il testo della Genesi parla del primo omicidio che fu perpetrato: il figlio maggiore di Adamo uccise il suo stesso fratello! Ed oggi ci sono soltanto dei fratelli che uccidono i loro stessi fratelli.

Oggi, l’uomo si chiede sempre più spesso: “E se ci fossimo sbagliati?” Assetato di verità, va alla ricerca dei luoghi per “rinascere”, nelle comunità di preghiera, nei centri di meditazione… Si rende conto che ha dimenticato il suo bene più prezioso: la sua dignità di figlio di Dio! E è preso da una nostalgia di cui ignora il nome. Senza dubbio, la più grande crisi dell’umanità, non è una crisi economica o politica… è un esilio lontano dalle nostre radici spirituali.

Ma Dio ha parlato…
L’abbiamo visto mediante l’incredibile storia di un amore doloroso. Si è dato da fare per ricondurre l’uomo a lui, per ristabilirlo in questo ideale di vita, e che era altro quello che lui proponeva.

2. Gettare dei ponti

Fin dalle prime pagine della Bibbia, troveremo questo desiderio di Dio di gettare dei ponti.
E per rispettare l’individuo nella sua libertà di scelta, ha scelto di rivolgersi a dei messaggeri umani che avrebbero trasmesso loro stessi, da parte di Dio, il suo messaggio d’amore per l’umanità. Un messaggio che voleva vedere spandersi a poco a poco nel mondo. Da bocca a bocca… da cuore a cuore… fino a che non si instauri il suo Regno eterno.
So di evocare dei misteri che sorpassano tutto quello che possiamo immaginare. E soprattutto che vanno al di là delle parole. Cercheremo di ritornare su questo tema in altre conferenze.
Permettetemi soltanto di dire, con qualche rapido cenno, il modo in cui Dio cerca di comunicare il suo piano, il suo modo di vedere, all’umanità.

Dio scelse un uomo che rispondesse alla sua chiamata: Abrahamo, che la Bibbia presenta come il Padre dei credenti o l’amico di Dio. Abrahamo divenne il nomade di Dio. Lasciò ogni cosa, per entrare nell’avventura del suo Dio. E suggellò con Lui un patto di amore e di fedeltà. Per sé e la sua progenie…
Ed i suoi discendenti sono entrati anch’essi a far parte dell’avventura di un Dio che cerca di comunicare con l’uomo. Naturalmente vi sono entrati timidamente, a tentoni, spesso goffamente, addirittura cadendo. Hanno seguito dei sentieri fuori mano.

Giacobbe, per esempio, nipote di Abrahamo. Anche se erede dell’alleanza, era in rivolta, in rottura con la vita. Fece soffrire il suo mondo. Troppa vigliaccheria e menzogne… Dovette lasciare la famiglia che aveva tradito. Fu costretto a fuggire lontano, molto lontano, per sperare soltanto di essere dimenticato. Una sera, singhiozzando, crollò. Cercò di dormire. Fu allora che, in quelle tenebre piene di dolore, una violenta luce squarciò lo spazio. E vide, dinanzi a sé, un’ immensa scala luminosa che si innalzava ai suoi piedi. Poi si perdeva nello spazio infinito, fino alle porte del regno dei cieli. Era il ponte di Dio. Gli angeli salivano e scendevano la scala. Era come una mano tesa dal cielo: nonostante la rottura provocata dai suoi tradimenti verso la sua famiglia, la relazione con la vita e gli esseri era ancora possibile. Dio cerca sempre e nonostante tutto di comunicare con l’uomo.
Nonostante tutte le rotture dell’uomo, il suo piano deve rivelarsi a poco a poco.

Dio si è rivelato a degli uomini… come un raggio di sole che attraversa un prisma, lo sforzo di Dio fu per molto tempo riflesso per mezzo degli uomini. Si manifestava per mezzo di essi e con diversi colori che però non permettevano ancora all’uomo di riconoscere veramente e pienamente la luce dall’alto. Tuttavia, nessuna di esse era estranea alla vera luce che ha la sua sorgente in Dio.
Mediante questi prismi umani, questi passatori di luce, la rivelazione di Dio si è manifestata come un arcobaleno. Ogni colore era una sfaccettatura della vera luce che ha la sua sorgente in Dio.

Dio allora si è rivelato a dei profeti. Un profeta è letteralmente un “porta parola”. A loro volta essi sono stati dei ponti di Dio gettati verso l’umanità. Questi profeti hanno riflesso in sfaccettature multicolori questo amore di Dio che si rivela agli uomini.
Tutti questi “passatori di luce” hanno diffuso il messaggio di Dio: hanno parlato, hanno scritto, affinché quelle rivelazioni raggiungessero l’umanità al di là delle frontiere dello spazio e del tempo… Io ricevo tutte queste testimonianze di vita e di luce come “parola di Dio”. Questa Bibbia contiene messaggi che hanno sfidato i secoli, che hanno sfidato tutte le oscurità, e io la ricevo un poco come il ponte di Dio, come la scala di Giacobbe. È il mio salvagente in un mondo sempre più agitato. Il suo arcobaleno illumina le nostre notti ed apre la speranza della piena luce.

Ed ecco allora l’ultimo atto di Dio per comunicare con l’uomo: è senza dubbio l’avventura più grande e più straordinaria della storia della comunicazione! Dio si è talmente proteso verso gli uomini che la sua parola si è fatta carne. Dio ha preso corpo fra noi! Gesù diventa così il mezzo rivoluzionario che Dio ha scelto per avvicinarsi agli uomini!
Noi leggiamo nell’epistola agli Ebrei: “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio…” (Ebrei 1:1,2)
Con Gesù, la piena luce del raggio raggiunge l’umanità. Il vangelo di Giovanni chiama Gesù “la Parola di Dio” e prosegue dicendo: “In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’ hanno sopraffatta.”(Giovanni 1:4,5)

3. Gesù, parola di Dio incarnata

Leggete questa storia…
Un ricco proprietario piantò una vigna. Una proprietà immensa. Siccome doveva partire per un lungo viaggio, affidò la vigna a dei vignaioli. Il tempo della raccolta del frutto giunse. Mandò i suoi servitori dai vignaioli. Le cose andarono molto male. I servitori furono percossi; tutti furono selvaggiamente uccisi! Ricevendo la terribile notizia, il proprietario mandò altri servitori, molto più numerosi, ma vennero trattati alla stessa stregua! Finalmente mandò suo figlio, pensando che almeno avrebbero rispettato quello che era carne della sua carne… Niente affatto! Anche lui fu ucciso… Gli assassini vedendolo si erano detti, “Ecco il futuro padrone, l’erede… Uccidiamolo, così la proprietà sarà nostra!”
Questa storia la raccontò Gesù. A lui piaceva servirsi della storie per ammaestrare le folle. Sono le parabole.

Ritroviamo come un eco, la storia di Adamo ed Eva nel giardino… Ecco degli uomini, messi nella vigna del padrone. Hanno una missione di responsabilità. Ed ecco che fanno un ammutinamento! Decidono di rompere il contratto di fiducia. È facile scoprire la loro intenzione: “Uccidiamolo così saremo i proprietari!” Il serpente nel giardino aveva detto: “Voi sarete come Dio!” È sempre la stessa rivendicazione…

In questa storia, raccontata da Gesù, noi ritroviamo tutti i passi di Dio per ristabilire il contatto rotto con l’umanità: i servitori mandati dal padrone sono i profeti, i “porta parola” di Dio. Sono stati tutti maltrattati ed assassinati gli uni dopo gli altri! E da quelli a cui erano stati inviati!
Allora, la Parola stessa di Dio si è fatta carne. Il vangelo di Giovanni misteriosamente afferma che questa parola era Dio in persona… Carne di Dio! Gesù, figlio di Dio… cioè proceduto da Dio! “Chi ha visto me ha visto il Padre!” dirà d’altronde Gesù.
Il vangelo di Giovanni dice a proposito di questa Parola incarnata” che “in lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’ hanno sopraffatta.”
In un’altra conferenza parleremo di questo assassinio.

In seguito alla rottura dell’uomo col suo Dio, di cui tutti i drammi che viviamo oggi sono le terribili conseguenze, Dio ha cercato di gettare dei ponti verso di noi.
Che un re abdichi e diventi pastore per intenerire il cuore di una pastorella… è assurdo, ma possiamo capirlo. Sapete: la ragione del cuore. Ma che Dio si faccia simile a noi… Che elimini ogni distanza per camminare al nostro fianco come uno di noi… Che “l’Altissimo” divenga il “Minimo”… Non avremmo mai potuto sognare un simile Dio! Questo sorpassa la ragione!
Perché? “Perché tu sei prezioso agli occhi miei, e io ti amo…” disse Dio al profeta Isaia e per mezzo di lui ad ognuno di noi.

Ci sono dei momenti in cui mi fa del bene rileggere simili dichiarazioni d’amore. Molte persone vivono male, specialmente perché sono in rottura con i loro genitori. La fossa delle generazioni col padre o con la madre avvelena tutta la vita. Una vita fossilizzata, perché un padre non ha mai potuto dire a suo figlio o a sua figlia: “Ti voglio bene… sei preziosa ai miei occhi… tu sei il mio orgoglio!” è una vita distrutta perché l’amore non è stato comunicato. È stato provato che la valutazione che abbiamo di noi stessi corrisponderà a quella che abbiamo ricevuto dalla persona che conta maggiormente per noi. Per ogni figlio, è quello dei genitori.

Sapere che tu hai un padre al di sopra di ogni altro padre… Il padre dei tuoi padri. Sapere che ti ama e cerca di dirtelo, nonostante le tue rotture; che ha anche accettato di morire per amore dell’umanità, dunque per te; che ha trionfato sulla morte per aprirti ad un’altra realtà della vita; che ha dei piani per questa umanità e dunque per te, aiuta ad alzare lo sguardo e credere che egli avrà l’ultima parola. Malgrado le apparenze, malgrado tutte le sofferenze e gli strappi di questo mondo, il nostro Padre sa dove andiamo. Se non ha scelto le deviazioni della nostra storia, ha però scelto la destinazione finale. Io ho questa certezza.

Conclusione

L’uomo della nostra prima storia, ha preso la neonata nelle sue braccia. Ha gridato che voleva che vivesse. L’ha portata con se. Ha fatto un alleanza con lei. Questa alleanza cerca di proporla ad ognuno di noi.
Dio cerca di toccarti, rispettando le tue scelte, e a questo Dio puoi parlare, semplicemente, così come puoi rivolgerti ad un padre che ti ama tanto ed è pronto ad ascoltare tutto quello che vuoi dire.

Questo significa pregare. Io credo che ogni nostra preghiera, ogni nostro sospiro, ogni nostro desiderio che sale verso di lui, sono come un colpo di pialla che elimina un truciolo della scorza dei nostri dubbi. Quando avremo abbastanza pregato in modo da fare un buco nella tavola, riusciremo finalmente a scoprire che Dio era là, sempre. Ci aspettava sempre… Che ci spremeva nella vita per zampillare nella nostra vita e far germogliare la speranza… Pregare significa mettersi a disposizione di Dio.

“Tu sei prezioso agli occhi miei, perché io ti amo” dice Dio. “Non temere, io ti ho riscattato…io ti ho chiamato col tuo nome: tu sei mio! Io sarò sempre con te!”

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