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Introduzione
Il matrimonio e la famiglia costituiscono uno dei beni più preziosi dell’umanità. Voluti da Dio con la stessa creazione (Gen. 1:2), essi sono interiormente ordinati a compiersi in Cristo (Efes. 5:22 ss.) ed hanno bisogno della sua grazia per essere guariti dalle ferite del peccato e riportati al loro principio (Mat. 19:4), cioè alla conoscenza piena e alla realizzazione integrale del disegno di Dio. La nostra epoca, la nostra chiesa, ha bisogno di sapienza, perché si avverte, sulla coscienza dei fedeli, l’influsso della situazione relativa al concetto e al vissuto del matrimonio e della famiglia. Fra i segni preoccupanti in un umanesimo dilagante familiare, presente in mezzo al popolo di Dio, si rilevano: il diffondersi del divorzio e/o separazioni, del ricorso ad una nuova unione da parte degli stessi fedeli, l’accettazione placida del matrimonio misto, celebrato presso le autorità civili o presso la chiesa cattolica o nella medesima comunità; la celebrazione del matrimonio all’insegna dello sfarzo e del consumismo; la condizione status quo dei rapporti prematrimoniali e della convivenza.
La nostra chiesa ed ogni famiglia hanno bisogno di sapienza divina per il recupero da parte di tutti della coscienza del primato dei valori primari assoluti e inalienabili. L’educazione della coscienza morale, l’unica nostra difesa, rende ogni uomo capace di giudicare e discernere in modi adeguati per realizzare secondo la verità biblica che s’impone con vigore, come barriera contro la corruzione, l’immoralità del presente secolo che caratterizza la nostra epoca uguale a quella dei giorni di Noé (Gen. 6; Mat. 24:37-42).
1. Dio, nella persona del Padre del Figlio e dello S. Santo
- Gen. 1:26-27; 2:7,19-24; Mat. 6:33; Es. 20:1-3; Sal. 5:3; 55:16-17
Quando Dio creò Adamo, Eva non c’era e, quando creò Eva, Adamo era assente, questo dato esistenziale, ci rivela che la prima relazione interpersonale che i nostri progenitori ebbero fu con Dio tutto solo.
Adamo prese coscienza della sua esistenza a partire da Dio e non dagli animali o da un essere consimile. La prima immagine che si presentò ai suoi occhi e che interiorizzò nella sua mente, grazie all’azione dello Spirito Santo, fu Dio nella persona di Gesù Cristo. Egli determinò e affermò la sua identità psicologica, spirituale, sociale, la sua mascolinità a partire da Cristo. Il primo dialogo, le prime emozioni, le prime gioie, la consistenza della sua esistenza, furono motivate e suscitate dalla presenza di Dio. Adamo fu l’uomo secondo Dio a partire da Dio e non da se stesso o da esseri creati.
Quando Dio decise di creare Eva, Adamo era assente: dormiva. Il testo ci informa che Dio “fece cadere un profondo sonno sull’uomo”, fu perfettamente e totalmente anestetizzato.
Quando Eva aprì gli occhi fu sola con Dio. Ella prese coscienza della sua femminilità, grazie alla potenza dello Spirito Santo, a partire da Dio nella persona di Cristo Gesù. La prima visione fu quella di Dio e non di Adamo. La sua esistenza intanto che donna non può essere riferita al confronto con la mascolinità di Adamo, ma in e da Dio. Eva è stata creata ad immagine e somiglianza di Dio. Le sue prime espressioni femminili, il suo essere donna, mamma; le sue prime impressioni gioiose, furono suscitate da Dio. Eva fu la donna secondo Dio a partire da Dio e non da se stessa o da essere creati.
Se crediamo che l’uomo e la donna sono stati creati individualmente ad immagine di Dio, l’uno indipendentemente dall’altro, si impone la seguente verità: “E’ possibile essere «una sola carne», nella misura in cui si è «una sola carne» con Dio.
2. La relazione coniugale: la coppia
- Genesi 2:24; Cantico dei Cantici 2:10-14, 16-17
«Una sola carne», una sola persona, indicano unità di pensiero, di spirito, di azione, di relazione, di dialogo, di comunione spirituale, di decisione, di creatività, di fedeltà, di fertilità, di amore e di intimità.
“Molti considerano le espressioni d’amore una debolezza e mantengono un riserbo che respinge. Questo atteggiamento ostacola la corrente di simpatia. Quando gli impulsi socievoli e generosi sono repressi, essi si inaridiscono e il cuore diventa freddo e triste. L’amore non può vivere a lungo se non è espresso. Fate in modo che il cuore di chi è unito a voi non languisca e si consumi per mancanza di tenerezza e simpatia” ( E. G. White, Sulle Orme del Gran Medico, p. 152).
L’intimità è l’incarnazione dell’amore, dell’essere una sola carne!
3. La relazione filiale: i figli
- Deut. 6:4-9; Giobbe 1:4-5
«Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se e dipartirà» – Proverbi 22:6.
«Inculca» nel senso di imprimere con dolcezza e autorevolezza il significato della vita secondo Dio. Fissare indelebilmente a, b, c della vita; la gioia di vivere e il coraggio, la saggezza e il senso della sopportazione nell’affrontare le circostanze avverse della vita.
Come genitori dovremmo ricordarci che ”in gran parte i figli saranno ciò che sono i genitori. Le condizioni fisiche dei genitori, le loro disposizioni e desideri, le loro tendenze intellettuali e morali sono riprodotte in maggiore o minor grado nel figli” (Sulle Orme… p. 156).
Si rende dunque necessario “coltivare in se stessi la parte migliore” (ibidem, p. 156), avendo lo sguardo rivolto al cielo – Colossesi 3.1,2
“La mamma dovrebbe sforzarsi di essere sempre allegra, contenta e felice, nel Signore, e il marito deve aiutare la moglie con la comprensione e l’affetto costanti. Se desidera che si mantenga fresca e lieta, così da essere un raggio di sole nella casa, deve aiutarla a portare i vari pesi” (Ibidem, p. 158).
“dedicate alcune delle vostre ore di libertà ai vostri bambini, familiarizzate con loro, unitevi ai loro lavori e ai loro giochi e guadagnatevi la loro fiducia. La mattina prima di lasciare la casa per il lavoro, riunisca la famiglia, i suoi figli intorno a sé e, inchinandosi davanti a Dio, li affidi alla cura del Padre celeste” (ibidem, p. 165).
“Non tenete lontani da Gesù i piccoli con la vostra freddezza e asprezza. Non date mai loro motivo di credere che il cielo, con voi non sarebbe piacevole. Non parlate della religione come di qualcosa che i bambini non possono capire, e non agite con la convinzione che non possono accettare Cristo perché sono fanciulli. Non date loro la falsa impressione che la religione di Cristo sia tetra, e che andando al Salvatore debbano lasciare tutto che fa lieta la vita” (ibidem, p. 13).
4. Il lavoro
- Genesi 2:15; Proverbi 31; 10:16; 21:25
Il carattere si rivela in ogni atto della vita quotidiana; soltanto a chi si comporta «… come un lavoratore che non deve vergognarsi del suo lavoro…» (2 Timoteo 2:15) il Signore affiderà un nobile incarico. Colui che ritiene che il compimento dei piccoli doveri quotidiani non abbia importanza, non è degno di occuparsi di maggiori responsabilità. Può considerarsi sufficientemente competente per gestire incarichi più importanti, ma Dio giudica diversamente, non valuta la situazione con superficialità. Dio si rivolgerà a lui in questi termini: «Sei stato pesato e sei stato trovato mancante». La sua infedeltà si ritorce contro di lui; non riceve né la grazia, né la forza, né la fermezza che il Signore accorda a coloro che si sottomettono completamente alla sua volontà”. (E.G.White, Profeti e Re, ed. Francese, p. 164)
“Alcuni cristiani vorrebbero possedere dei doni speciali per compiere un’opera di particolare rilevanza, ma in questo modo perdono di vista i doveri della vita quotidiana che, se compiuti fedelmente, darebbero significato alla loro esistenza. Essi dovrebbero adempiere coscienziosamente, ogni giorno, il loro dovere. Inoltre, è importante che sappiano accontentarsi e interessarsi sinceramente al bene del prossimo. Si può trovare la perfezione anche nelle responsabilità più umili. Gli incarichi più banali, assolti con amore, sono i più belli agli occhi di Dio”. (E.G.White, Profeti e Re, ed. Francese, p. 165)
La santità grande consiste nel compiere i doveri piccoli d’ogni istante. Si parla qui di realtà minute, quali ad esempio tanti particolari di servizio, di buona educazione, di rispetto per gli altri, di ordine materiale, di puntualità, e così via: quando si compiono per amore di Dio, tali gesti acquistano sapore eterno per la vita cristiana.
5. Le relazioni socio – ricreative:
- Ecclesiaste 12:1-3; Salmo 32:11
- I sani piaceri della vita
- Luna di miele 2 volte l’anno (coppia)
- Praticare uno sport
- Hobby
- Riposo – Esodo 20:8-11
- Chiesa – amici – parenti
1. Partecipazione attiva alla vita della chiesa – Ebrei 10:24- 25; Salmo 110; 133
2. Ospitare o visitare i parenti (non solo in occasioni speciali) – Matteo 1:1-17; Deut. 4:32-37; Esodo 12:26-27
3. Convivere serenamente con gli amici (cene, passeggiate, ecc.) – Salmo 5:11-12; 32:11; Levitico 23:40- 41
La chiesa è il corpo di Cristo e il mondo è il campo di missione per essa. La vostra appartenenza alla chiesa è una benedizione per voi, per la chiesa e per coloro che sono sulla via della salvezza. Sappiate interagire con essa con devozione pratica e con fermezza ai principi professati, ma non permette che essa vi privi del vostro rapporto personale con Dio e del vostro culto familiare e della vostra intimità psicologia, dialettica e fisiologica.