Dopo aver tentato per sette anni di avere dei figli, Mary e Tom optarono per l’adozione. Mentre si occupavano di sistemare i documenti necessari per l’adozione, dei cari amici scrissero loro una lettera dicendo: “Perché state facendo questo? Dovreste vivere bene da soli. I bambini vi causeranno più sofferenza di quello che valgono in realtà. Se volete salvarvi da tanti problemi vi consigliamo di lasciar perdere questa idea.”
Mary e Tom scossero la testa increduli. Come possono i bambini non dare gioia ed amore i loro genitori? Non era forse nei piani di Dio avere dei figli, e formare una famiglia? Tutto quello che era necessario fare era amarli, crescerli nel modo giusto e così vivere felicemente per sempre. Essi guardavano quei genitori che avevano figli problematici e si dicevano l’un l’altro: “Questo a noi non succederà mai. Saremo dei genitori perfetti. Noi non sbaglieremo. Non c’è da preoccuparsi!”
Trascorsi diversi anni, quando i tre figli erano ormai diventati adolescenti, qualcuno diede loro un poster con un motto, che appesero su una parete della loro camera. Diceva: “La pazzia è ereditaria. Te la passano i tuoi figli!” In quel periodo essi capirono che cosa significava vedere un figlio ribelle fare delle scelte che avrebbero loro spezzato cuore.
“Che cosa abbiamo fatto di sbagliato? – si chiedeva Mary – Se solamente fossimo stati più rigidi, o più comprensivi, o più attenti, o più amorevoli, o se solamente Tom non avesse trascorso così tanto tempo nel viaggiare, o se io non avessi accettato quel lavoro… o se… o se… o se”.
Mary si sentì prossima alla disperazione, perché si sentiva in colpa per non essere stata una madre perfetta e non aver cresciuto dei figli perfetti. Essa lasciò tutte le responsabilità che aveva nella chiesa e si ritirò da tutti gli impegni sociali. Si sentiva come un’esiliata, una lebbrosa, un genitore fallito. Tutti e due i genitori discutevano incolpandosi a vicenda d’aver sbagliato, poi – avendo un gran bisogno l’uno dell’altra – fecero pace, piangendo davanti a Dio e confessandogli: “Signore, perdonaci per non essere stati i genitori perfetti che avremmo dovuto essere”.
Sorrisero quando videro un adesivo sul vetro posteriore di una macchina, che diceva: “Attenzione! Essere genitori può essere azzardato per la nostra salute!”
“Quanto è vero! – pensò Mary – Non posso dormire la notte. Ho mal di testa, tachicardia, mal di schiena e tutti i tipi di mali. Ho la pressione alta. Non avevo nessun tipo di problema prima di avere i bambini. Forse i nostri amici avevano ragione. Sarebbe stato meglio se fossimo rimasti da soli”.
“Non vedo l’ora che i nostri figli raggiungano il loro ventunesimo compleanno! – disse Mary a Tom – Allora non avremo più da preoccuparci per loro”.
Ma la pena non finì quando i figli ebbero ventuno anni. “Quando le pene finiranno? – si chiedeva Mary – Quando mi sveglierò e troverò che i nostri figli sono proprio come abbiamo sempre sognato che fossero?”.
Mary e Tom erano stati presi nel “Gioco dell’Accusa”, perché credevano ad un certo numero di miti a proposito dei genitori cristiani. Il loro più grande bisogno era quello di afferrare la verità, di guardare in faccia la realtà.
Mito n° 1: I figli a cui s’insegna in modo giusto, non si ribelleranno mai.
La cosa non sta per niente così. Proverbi 22:6 non dice che un figlio non attraverserà mai lo stadio del “figliuol prodigo”, ribellandosi contro Dio e la famiglia. Ma promette che un figlio non potrà mai dimenticare le lezioni imparate durante l’infanzia.
Il fatto è che ci sono meravigliose famiglie cristiane, nelle quali i figli sono educati in modo corretto, ma scelgono ugualmente di ribellarsi. Forse che nella parabola del “figliuol prodigo”, Gesù condanna il padre il cui figlio partì per un paese lontano?
Se questo mito fosse vero, avrebbe fatto di Dio un cattivo genitore, perché un terzo degli angeli scelse di ribellarsi contro il Suo amore, la Sua bontà e la Sua giusta educazione. Dio ha dato a tutte le Sue creature la libertà di scelta. Nonostante i tre anni trascorsi con Gesù, Giuda scelse di seguire una via diversa. Dio non ha mai impedito che la nostra volontà fosse libera e dobbiamo garantire ai nostri figli la stessa libertà. Essi possono scegliere in modo differente da quello avremmo desiderato.
Lee Ezell dice: “Il compito di un genitore è offrire un’atmosfera di amore, nella quale i figli possono ribellarsi, se scelgono di farlo.” (“Pills for Parents in Pain”: “Pillole per genitori in pena” – p. 51).
Mito n° 2: I genitori sono responsabili dei peccati dei loro figli.
Questo stesso mito circolava ai tempi di Ezechiele. Circolava un proverbio che diceva: “I padri mangiano uva acida e i figli si sentono i ‘denti legati'”. Dopo la domanda di Ezechiele a proposito di questo proverbio, il Signore lo disse chiaro e tondo: “Com’è vero ch’io vivo, dice il Signore, l’Eterno, non avrete più occasione di dire questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le anime sono mie; è mia tanto l’anima del padre quanto quella del figliuolo; l’anima che pecca sarà quella che morrà.” (Ezechiele 18:1-4)
E al vers. 20 continua: “Il figliuolo non porterà l’iniquità del padre, e il padre non porterà l’iniquità del figliuolo”.
“Così dunque ciascun di noi renderà conto di se stesso a Dio” (Romani 14:12). A nessun figlio sarà permesso nel Giudizio di biasimare i propri genitori per le scelte da lui fatte esercitando il proprio libero arbitrio. Dio ritiene ciascun individuo direttamente responsabile per le scelte compiute.
Naturalmente, in quanto genitori, saremo ritenuti responsabili… ma di che cosa? Lee Ezell fa una chiara distinzione fra le responsabilità che abbiamo VERSO i nostri figli e le responsabilità che non abbiamo PER i nostri figli (o.c. – p. 89).
I genitori SONO responsabili VERSO i propri figli:
DI EDUCARLI nella via che dovrebbero seguire.
DI ESSERE un esempio.
DI ESSERE sinceri, onesti, aperti.
DI ACCETTARLI incondizionatamente.
DI AMARE al massimo delle proprie possibilità.
DI CHIEDERE perdono quando sbagliano.
DI PREGARE per loro.
I genitori NON SONO responsabili:
PER le attitudini dei figli.
PER le scelte dei figli.
PER gli amici dei figli.
PER la loro mancanza d’interesse nella chiesa.
PER la collera ed il risentimento dei figli.
A volte un genitore potrebbe scoprire troppo tardi di aver fatto delle cose od usato dei metodi educativi che hanno causato aggressività e risentimento, o che hanno favorito la ribellione del figlio. E’ troppo tardi per cambiare ciò che è accaduto, ma un genitore può chiedere perdono e mostrare la volontà di cambiare in futuro il tipo di relazione, che ha con il figlio.
Mito n° 3: I genitori devono salvare i figli ostinati.
I genitori che credono in questo mito pagano la multa quando il proprio figlio è arrestato per aver guidato in stato di ubriachezza. Pagano il conto quando scade l’affitto o le rate della nuova macchina che lui non può pagare. Coprono gli errori del figlio e sperano che la loro benevolenza lo aiuterà a comportarsi meglio.
Dice Lee Ezell: “In qualche modo dobbiamo pur smettere di pagare il prezzo al posto dei nostri figli “in età della ragione”… Dobbiamo spingerci fino al punto di permettere loro di mietere le conseguenze e mangiare l’amaro frutto delle loro scelte sbagliate.” (o.c. – p. 117).
Ricordate la storia del “figliuol prodigo”? Forse che il padre andò dietro a suo figlio, pagando tutti i suoi conti, rifiutando di permettere che soffrisse le conseguenze delle proprie scelte? No, egli permise che le conseguenze lo riportassero alla ragione.
Dio fa lo stesso con noi, i Suoi figli. “Poiché, quand’ho chiamato avete rifiutato d’ascoltare, quand’ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere… Poiché hanno odiato la scienza e non hanno scelto il timor dell’Eterno… si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli.” (Proverbi 1:24-31).
Un amore vero, ma fermo, come quello che Dio mostra verso di noi, rifiuta di rimpiazzare ciò che i figli hanno distrutto, di coprire e mentire per loro, di scusarsi per il loro comportamento, di farci garanti per loro, quando si mettono nei guai, e di pagare i loro debiti.
L’amore vero si rifiuta di accettare il biasimo per le scelte che i figli hanno effettuato. Il vero amore si rifiuta di credere al mito N° 3.
“Quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Galati 5:7). Dio permette la legge della causa-effetto perché la cosa arrivi alle sue estreme conseguenze; e così dovremmo fare noi.
Mito n° 4: I nostri figli ci appartengono: sono nostri.
Falso. I nostri figli sono doni di Dio per noi. Ci sono stati dati sulla fiducia; sono in prestito. Non sono nostri: appartengono a Dio. Non abbiamo scelto di avere dei figli; è Dio che scelse di permetterci di donare loro la vita. “I figliuoli sono un’eredità che viene dall’Eterno.” (Salmo 127:3)
Il Salmo 139:13-16 dice: “Sei Tu che hai formato le mie reni, che m’hai intessuto nel seno di mia madre… Le mie ossa non t’erano nascoste quand’io fui formato in occulto e tessuto nelle parti più basse della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo; e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che m’eran destinati, quando nessun d’esso era sorto ancora”.
Qualcuno ha detto: “Le coppie possono scegliere di fare l’amore, ma Dio sceglie di fare la vita”. Non ci sono incidenti di percorso con Dio. Ogni figlio è secondo il Suo disegno; ogni figlio gli appartiene.
Dio ha un piano per i nostri figli. “Poiché io so i pensieri che medito per voi, dice l’Eterno; pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza”. (Geremia 29:11). Egli li ama più di quanto potremo mai amarli noi. Noi dobbiamo affidarli alle Sue cure.
La stupenda verità è questa: dal momento che Dio ama così tanto i nostri figli, Egli non smetterà mai di cercarli, di parlare loro. Non esiste alcun luogo, dove essi possano andare, che sia fuori della Sua portata.
“Non importa se questi figli sviati rifiutano di ascoltare o se non vogliono frequentare la chiesa, o se diventano silenziosi quando la conversazione prende una piega spirituale. Non importa perfino se rifiutano di leggere la Bibbia e pregare. Quello che importa è che non possono scappare da un Dio che è ovunque e che parla loro continuamente”. (Tom Bisset, “Why Christian Kids Leave the Faith”: “Perché i Ragazzi Cristiani lasciano la Fede” – p. 209).
I nostri figli si sono allontanati non solo da noi e dai nostri valori, ma anche dal gregge di Dio. Nostro figlio è Suo figlio, la Sua pecorella smarrita. Lui è il Buon Pastore che va fuori nella notte e nella tempesta, alla ricerca della sua preziosa pecora smarrita. Possiamo aver fiducia che la cercherà finché non l’avrà trovata.
Gloria Gaither la pensa nello stesso modo. Scrive così: “Calma sempre la tempesta dell’ansia dei genitori il sapere che Dio ama i nostri figli infinitamente di più di quello che possiamo fare noi, perché Egli è il genitore perfetto munito di perfetto amore. Io sono in grado di essere con i miei figli e di aiutarli solo entro il limite della mia presenza. Ma non c’è limite alla Sua presenza”. (“Pills for Parents in Pain” – p. 137).
Mito n° 5: É possibile essere un genitore perfetto.
Falso. La verità è che nessun genitore umano è perfetto. “Difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio”. (Romani 3:23). Non esistono genitori giusti, no, neppure uno (Romani 3:10).
Abbiamo tutti peccato verso i nostri figli. Nessuno di noi ha fatto tutto giusto. A noi piace guardarci intorno, agli altri genitori e fare paragoni per vedere se abbiamo fatto meglio o peggio di loro. Spesso abbiamo peccato involontariamente. Ci siamo comportati come i nostri genitori si comportavano. Forse solo ora, dopo tanti anni, capiamo veramente che cosa avremmo dovuto fare e che cosa non avremmo dovuto. Il “senno di poi” sembra essere migliore del “senno di prima!”.
La gloria del Vangelo è che “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità”. (I Giovanni 1:9)
Dio è al nostro fianco nel nostro compito di genitori. “E se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un Avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo il giusto; ed egli è la propiziazione per i nostri peccati”. (I Giovanni 2:1,2)
Gesù morì per i genitori imperfetti come pure per i figli che vagano, errando, lontano da Lui. Il Suo sangue può coprire i nostri peccati quanto i loro. Egli sarà un Padre perfetto per i nostri figli, riabilitando laddove noi abbiamo fallito.
Leggi Gioele 2. E’ una bella promessa di ciò che Dio può fare per noi genitori quando veniamo a Lui pentiti, cercando la Sua misericordia e la Sua grazia per noi e per i nostri figliuoli. Promette di “fare grandi cose” per noi… di “compensare gli anni in cui le cavallette hanno mangiato”… e di mandare il Suo Spirito sui nostri figli e sulle nostre figlie. Buone notizie per i genitori imperfetti!
Mito n° 6: Perfetti figli cristiani sono l’obiettivo finale di genitori credenti.
“Smettetela di cercare di produrre perfetti santi – dice Tom Bisset – Non si può fare, né Dio si aspetta che lo facciate. La maturità cristiana implica lotta e crescita. I nostri figli passeranno dei momenti in cui sembrerà che non abbiano imparato nemmeno una sola cosa di ciò che abbiamo tentato così strenuamente d’insegnare loro… Aspettarsi la perfezione significa scatenare, nei genitori, inutili timori e sensi di colpa e, nei figli, inutili ansie e resistenza”. (“Why Christian Kids Leave the Faith” – p. 145-146).
E’ possibile che il desiderio di avere dei perfetti cristiani come figli, possa essere in effetti una priorità spirituale fuori luogo, sotto cui si nasconde la nostra fame di ottenere amore dai nostri figli, al posto di desiderare ardentemente l’amore di Dio?
E’ possibile che il nostro desiderio di figli perfetti cristiani, che agiscono sempre in modo corretto, provenga da una motivazione egoistica e cioè quella di apparire come genitori credenti di successo?
E’ possibile che, sotto la nostra preoccupazione per i figli, possa nascondersi un eccesso di amore nel tentativo inconscio di assicurarci un ritorno d’affetto da parte loro?
Nella scala dei valori di Dio non è forse la libertà di scelta la priorità più importante, piuttosto che l’osservanza di regole e tradizioni, o una vita senza problemi?
La riluttanza ad ammettere la realtà della nostra preoccupazione per i nostri figli potrebbe essere direttamente proporzionata alla pressione che sentiamo da parte degli altri membri di chiesa, affinché appariamo buoni genitori e buoni cristiani, che hanno fatto le cose giuste?
Il nostro interesse nel tentare di portare i nostri figli a comportarsi nel modo che noi crediamo giusto, potrebbe distrarci dall’esaminare la nostra condizione spirituale e dal renderci conto del bisogno che noi stessi abbiamo del potere di Dio nelle nostre vite?
Dice Bisset: “I figli non costituiscono l’apice su cui si misura il sistema di valori cristiani (cfr. Efesini 5 e 6). Li amiamo intensamente e desideriamo il meglio per loro sia personalmente che spiritualmente. Ma quando li mettiamo al primo posto, per quanto onorevoli siano le motivazioni, noi disonoriamo Dio e creiamo dei problemi sia a noi stessi, sia a loro”. (Bisset – o.c. – p. 143)