Tutte le persone sono diverse le une dalle altre. Come non esistono due fiocchi di neve della stessa forma, così non esistono due individui che abbiano la stessa combinazione di geni, cromosomi e DNA. Ognuno di noi è un essere umano unico, con le sue impronte digitali, la sua particolare impronta del piede ed il suo tono di voce. Noi non pensiamo tutti nella stessa maniera, non comunichiamo o socializziamo tutti nello stesso modo. Vediamo le cose in modo diverso, udiamo in modo diverso e abbiamoS sensazioni diverse. Capire queste differenze può aiutarci ad avere migliori relazioni interpersonali. In questa lezione, focalizzeremo tre specifici modi di essere diversi. Analizzeremo:
- Le differenze fra i sessi,
- Le differenze fra le personalità,
- Le differenze negli stili d’apprendimento.
A. Le differenze fra i sessi
Uomini e donne sono diversi! Siamo diversi fisicamente, mentalmente, emozionalmente, socialmente e sessualmente. Dedicheremo qualche minuto ad una piccola serie di differenze, quelle che riguardano il modo di comunicare. Molti libri sono stati scritti su questo argomento. Faremo una semplice lista di alcune di queste differenze, senza ulteriori commenti.
Però attenzione: ogni personalità è diversa; forse non tutte queste caratteristiche si applicheranno agli uomini o alle donne della vostra famiglia. Queste sono esatte tenendo conto della media generale, prendendo in esame una larga fetta della popolazione, ma potrebbero non essere applicabili ad ogni maschio e ad ogni femmina.
1. Le donne tendono a focalizzarsi sugli altri; gli uomini tendono a focalizzarsi su se stessi. Una conseguenza di ciò è che le donne sono più concentrate sulle persone, mentre gli uomini lo sono maggiormente sulle cose.
2. Le donne hanno più bisogno d’intimità; gli uomini necessitano di maggior distanza nelle relazioni interpersonali. L’intimità emozionale è molto più importante per le donne che per gli uomini.
3. La più grande paura degli uomini è sentirsi soffocati, mentre la più grande preoccupazione delle donne è l’essere abbandonate. L’identità del maschio si sente minacciata dall’intimità, mentre l’identità della femmina si sente minacciata dalla separazione. Di conseguenza gli uomini hanno difficoltà con le relazioni interpersonali, mentre le donne hanno il problema di sviluppare personalità indipendenti.
4. Le donne tendono ad identificarsi troppo con le persone; gli uomini tendono ad identificarsi troppo con il lavoro. Il punto focale nella vita di una donna è la propria relazione con il marito e la famiglia; il punto focale nella vita di un uomo è il lavoro. Questo porta la donna a sacrificare i propri bisogni a favore dei bisogni della famiglia. Talvolta questo porta i figli adulti a sentirsi soffocati. La concentrazione dell’uomo sul lavoro può portare ad un lavoro-dipendenza (di tipo nevrotico), che può portare a fargli perdere più facilmente contatto con la propria famiglia.
5. Gli uomini tendono a parlare delle cose, mentre le donne parlano di più delle persone. Le donne s’interessano dei problemi, delle reazioni e delle risposte. Gli uomini sono più interessati a come funzionano le cose, i fatti e le statistiche.
6. Gli uomini valutano le parole secondo il loro significato razionale, mentre le donne cercano i significati nascosti. Il tentativo di una madre di scoprire perché un figlio maschio adulto dica o faccia qualcosa, può risultare molto fastidioso per lui.
7. Il linguaggio di una donna tende ad essere più circospetto; quello dell’uomo più diretto. Agli uomini piace essere diretti e andare dritti al punto in modo chiaro, succinto e sincero. Le donne sono più preoccupate di urtare i sentimenti di qualcuno, cosicché il loro approccio alle cose è molto più indiretto. Le donne vogliono che gli uomini seguano gli indizi, leggano nella loro mente quello che desiderano. Gli uomini non si capacitano del perché le donne non possano semplicemente dire quello che hanno in testa.
8. Quando sorge un problema per una persona, gli uomini tendono a dare consigli (soluzioni), mentre le donne donano empatia (solidarietà). Quando una figlia adulta parla al padre dei suoi problemi, è in cerca di simpatia e comprensione, una spalla su cui piangere. Di solito non vuole consigli o che le si dica cosa fare.
9. Gli uomini ritengono la conversazione una specie di competizione per vedere chi avrà la meglio. Le donne considerano la conversazione un modo per entrare in contatto con qualcuno. Di conseguenza gli uomini non vedono la necessità di conversare molto con i membri della famiglia, dove la competizione non è lo sbocco naturale, e le donne hanno bisogno invece di conversare molto con i componenti della famiglia per sentire l’unione.
10. Avere ragione è molto più importante per gli uomini che per le donne. Le donne non hanno così bisogno di sentirsi esperte. Si possono fare grosse discussioni in famiglia per sapere chi ha ragione e chi torto. I genitori hanno la tendenza a trasmettere il messaggio: “I genitori ne sanno di più”, anche quando i figli sono cresciuti. Ma è più difficile per i padri che per le madri cedere con i figli adulti, permettendo che abbiano le loro proprie idee ed opinioni, anche diverse dalle loro.
(Questa sezione è stata tratta dal libro di Chris Evatt, “Opposite Sides of the Bed” – “Le parti opposte del letto”)
B. Le differenze fra i vari tipi di personalità
Quando Gesù era sulla terra, studiò i tratti del carattere dei discepoli con cui lavorava.
Ecco alcune dichiarazioni che mostrano l’importanza della comprensione delle fondamentali differenze fra le persone. Ogni volta che Ellen White parla di tratti del carattere, possiamo sostituire quest’espressione con “tratti della personalità”, che significa la stessa cosa.
“Il Salvatore conosceva il carattere (la personalità) degli uomini che aveva scelto, le loro debolezze e i loro errori… Trepidava per loro” (La Speranza dell’Uomo, p. 202).
“Quando seguì Gesù, aveva delle ottime qualità (tratti della personalità: l’inglese dice: “tratti del carattere” – n.d.t.), mediante i quali poteva essere una benedizione per la chiesa” (o.c., p. 204).
“Gli apostoli differivano molto gli uni dagli altri per abitudini e per carattere (personalità)… Simone, l’ardente zelota… Pietro, generoso e impulsivo; Giuda, dall’animo meschino; Tommaso, sincero ma timido e dubbioso; Filippo, lento e incline al dubbio; infine gli ambiziosi e aperti figli di Zebedeo” (o.c. p. 205).
Possiamo vedere in questi discepoli esempi di quelli che oggi sono chiamati i quattro fondamentali tipi di temperamento: SANGUIGNO, COLLERICO, MELANCONICO e FLEMMATICO.
1. Sanguigno
Generoso: l’impulsivo Pietro è un esempio di temperamento sanguigno. I sanguigni sono spontanei, sempre in mezzo a tutte le faccende; pronti a parlare, non hanno paura di salire alla ribalta; si offendono facilmente, ma dimenticano velocemente. I sanguigni sono chiacchieroni, entusiasti, curiosi, appassionati e sinceri di cuore. Fanno amicizia facilmente e non tengono rancore. Tuttavia, sono a volte indisciplinati, parlano prima di pensare e non sempre mantengono le promesse.
2. Collerico
Simone, il fiero zelota era probabilmente un collerico. Anche Giacomo e Giovanni avevano questo temperamento. I collerici credono che il loro modo di vedere le cose sia quello giusto; s’impadroniscono del potere e della leadership, sono autosufficienti e indipendenti. Hanno una forte volontà e non hanno paura di correggere gli errori altrui. Sono degli organizzatori e non perdono di vista il loro obiettivo. Possono essere autoritari, impulsivi ed egoisti. Sembrano sguazzare bene nelle controversie e nelle discussioni.
3. Melanconico
Tommaso mostra alcune delle caratteristiche della personalità melanconica. Era timido e pauroso, insicuro. Le persone melanconiche sono profonde e riflessive, nonché molto attente ai dettagli. Si scelgono gli amici con attenzione, ma sono fedeli e devoti. Spesso si focalizzano sugli aspetti negativi e sono pessimisti. Sono spesso critici e sospettosi nei confronti degli altri.
4. Flemmatico
Filippo era probabilmente un flemmatico. Era lento a credere, dubbioso. Era diplomatico nei suoi rapporti con gli altri, cosa che si intuisce dal suo incontro con i Greci. I flemmatici hanno una personalità non esuberante. Se la prendono comoda, sono rilassati, calmi, freddi e padroni di sè. E’ facile andarci d’accordo e possiedono una grande capacità di provare compassione ed interessarsi agli altri. Sono competenti e stabili, ma evitano i conflitti. Non si spostano facilmente e resistono ai cambiamenti.
(Tratto da: “Your Personality Tree” – “Il tuo albero della personalità” di Florence Littauer)
Nel suo libro “The Best You Can Be”, Dorothy Eaton Watts racconta delle difficoltà cui dovette far fronte, avendo a che fare con figli (adottivi) dalle personalità differenti.
Ron tornò a casa dopo un lungo viaggio giusto per trovare Dorothy sconvolta a causa del comportamento dei loro tre figli adolescenti in casa. In effetti, essa era così impaziente che andò a prenderlo alla stazione e prima che il pover’uomo ebbe messo i bagagli nella macchina, lei cominciò il racconto delle sue sventure. Egli l’ascoltò per tutto il tragitto fino a casa. Nel tempo che ci volle per disfare le valige, fare il bagno e mangiare la colazione, lei gli disse proprio tutto.
“Vuoi sapere qual è il tuo problema, Dorothy?” le domandò.
Lei smise di piangere e lo guardò incredula: “Cosa?! Il mio problema? Io non ho un problema. Loro hanno un problema!”
“Sì, Dorothy, il tuo problema! – sorrise Ron – Tu stai tentando di fare la parte di Dio con quei ragazzi. Stai tentando di trasformarli nella tua collerica, lavoro-dipendente immagine. Non c’è modo d’indurre i nostri figli a diventare quella specie di persona seria, dura lavoratrice, signora “fai-sempre-la-cosa-giusta” e signora “porta-a-termine-le-cose”, quale sei tu!! Loro non sono fatti così. Allora perché non la smetti di cercare di cambiarli?”.
“Bah!… – borbottò lei – Forse hai ragione tu”.
Più ci pensava e più si trovava d’accordo con lui. Era esattamente quello che aveva cercato di fare, “rifare” i figli a propria immagine.
David era il pagliaccio della famiglia. Poteva indurli a ridere anche quando faceva il birichino. Al primo giorno di scuola lei gli disse: “Farai meglio ad essere buono o ti beccherai una sculacciata dalla tua maestra!”.
Lui scosse la testa, ruotò i suoi grandi occhi scuri e disse: “Nessuno sculaccerebbe un delizioso bambinetto come me!”. E in effetti nessuno lo fece, benché se lo fosse meritato più di una volta. David aveva un temperamento sanguigno.
Esther era una quieta e pensierosa ragazzina, ma molto, molto lenta. Era sempre l’ultima ad essere pronta in qualsiasi occasione, e questo mise oltremodo alla prova sua madre. Tuttavia, la sua camera era sempre pulita e ordinata. I suoi cassetti erano organizzati bene, gli stivali ed i vestiti ordinati per misura. Ester aveva un temperamento misto fra melanconico e flemmatico.
Stephen era un ragazzo spensierato la cui camera era sempre un completo disastro. Aveva un sacco di amici ed era pronto ad andare ovunque e tentare ogni impresa. Era generoso, disponibile a condividere con gli amici qualunque cosa avesse. Anche Stephen aveva un temperamento sanguigno.
Dorothy decise che il marito aveva ragione. Dio aveva creato ognuno di loro come individui unici al mondo. Non c’era bisogno che lei diventasse così impaziente con quelli che non avevano il suo stesso temperamento collerico. Le cose andarono molto meglio quando smise di tentare di cambiare i suoi figli e cominciò invece ad apprezzarli per le persone speciali che erano.
C. Le differenze fra gli stili di apprendimento
Recenti ricerche hanno dimostrato che gli individui adottano diversi stili di apprendimento e di comunicazione. Esistono tre grandi categorie di modi di apprendere: uditivo, visivo e sensoriale.
Uno studio ha dimostrato che il 40% delle persone apprendono in modo visivo; il 20% in modo uditivo e un altro 40% in modo sensoriale (Marlene LeFever, Virtue, Settembre/Ottobre 1989 – p. 16).
Un altro studio mostra invece che il 10% apprende in modo uditivo; il 15% in modo visivo e il 75% in modo sensoriale (Monte Sahlin, ABBA, Maggio/Giugno 1991 – p. 6).
Un altro studio ancora afferma che il 30% apprende in modo visivo; il 25% in modo uditivo; il 15% in modo sensoriale e il 30% in modo misto (Walter B. Barbe e Michael N. Milone, Jr., Instructor, 89 – 1980 – pp. 44-47).
Le percentuali possono variare a secondo dell’età, del livello di educazione o di cultura delle persone esaminate. Il punto non è la percentuale di ogni categoria, ma il fatto che le persone apprendono e comunicano in modo diverso le une dalle altre.
La comunicazione è più autentica per noi, quando stiamo usando il senso od i sensi che preferiamo. Le relazioni interpersonali migliorano quando gli individui si rapportano nel loro modo preferito. Tenere in considerazione queste differenze migliorerà moltissimo le relazioni interpersonali.
1. Coloro che apprendono e comunicano in modo visivo
Persone di questo genere usano parole come: guardare, vedere, apparire. “Vedo dove vuoi arrivare” – “Non mi sembra buono” (l’inglese usa il verbo “to look” = guardare – n.d.t.) – “Adesso guarda un po’ che cosa hai fatto!”.
Queste persone sono molto interessate a come le cose appaiono. Sono preoccupate se i colori non si combinano fra loro o se le sedie non sono bene allineate nella sala-riunioni. Spesso sono critici riguardo all’ apparenza delle cose o delle persone.
Se vuoi comunicare con una persona così, farai bene a fare dimostrazioni, argomentare usando qualche metodo visivo, o raccontare una storia molto evocativa, piena di immagini. Esse hanno bisogno – per essere raggiunte dalla comunicazione – di un livello visivo molto concreto, in modo che possano “vedere il tuo punto di vista”. Queste persone apprezzeranno doni tipo fiori, capi di vestiario dello stile e del colore con cui si sentano più a loro agio. Saranno molto più impressionate da una bella tavola preparata che dal sottofondo musicale. Una comunicazione scritta raggiunge meglio una persona che comunica in modo visivo, piuttosto di un messaggio detto a voce.
2. Coloro che apprendono e comunicano in modo uditivo
Le persone di questo genere usano parole come: ascoltare, udire, parlare, suono. “Non mi suona giusto” – “Ti sento!” – “Non mi ascolta!”.
Queste persone sono molto interessate al modo in cui “suonano” le cose. Ascolteranno molto volentieri un sermone registrato. La musica è una parte importante della loro vita. Si preoccupano della disarmonia dei suoni. Saranno critici riguardo alle parole che la gente sceglie per esprimersi. Sono sintonizzati sulle parole, i discorsi, i suoni.
Se vuoi comunicare con una persona così, dovrai essere in grado di comunicare scegliendo bene le parole e le argomentazioni. Apprezzeranno le poesie ed i messaggi in musica. Saranno impressionati, durante un servizio sacro in chiesa, più dalla musica che dai fiori che stanno sulla piattaforma. Un messaggio cantato o parlato sarà molto significativo per persone di questo genere. Preferiscono sentirsi dire: “Mi stai molto a cuore” piuttosto che ricevere un dono che gratifica gli occhi. Le parole sono molto importanti e il parlare per loro è più importante che lo scrivere.
3. Coloro che apprendono e comunicano in modo sensoriale
Le persone di questa categoria usano parole come: provare, toccare, gustare, maneggiare. “Non mi sembra giusto” (l’inglese usa il verbo “to feel” = provare sentimenti, sensazioni, sentire con il tatto – n.d.t.) – “Sono rimasto molto toccato da quella storia”.
Tali persone sono molto interessate alle sensazioni. Saranno disturbate dai cattivi odori in una stanza o non si sentiranno a loro agio a causa della mancanza d’aria o della temperatura non adatta. Amano i mobili confortevoli e sono più interessati al gusto del cibo che alla tavola preparata o al sottofondo musicale. Sono critici riguardo a come la gente li fa sentire. Sono sintonizzati sul tatto, sul gusto e gli odori.
Una persona così vuole sentire il tuo amore mediante gli abbracci ed il contatto fisico. E’ difficile per loro stabilire un rapporto con una persona cui non piace molto toccare. Esse gioiscono per dei doni che si possono odorare o gustare o li fanno sentire amati. Quello che fai per una persona così è molto più importante delle parole che puoi dire o scrivere. Un abbraccio può comunicare molto di più di una poesia o un bouquet di fiori. Noi tendiamo normalmente a comunicare amore nel modo in cui ci piace riceverlo. Di conseguenza un uomo che comunica in modo visivo potrebbe regalare fiori ad una figlia che comunica in modo sensoriale, la quale preferirebbe di gran lunga dei cioccolatini e un abbraccio. Una donna che comunica in modo uditivo può scrivere una poesia o mandare un nastro, che sarà ascoltato raramente, perché sua figlia – che comunica in modo visivo – vuole qualcosa di più tangibile, che possa starle sotto gli occhi come un ricordo dell’affetto di sua madre.
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Diventando più osservatori riguardo al modo in cui i nostri figli adulti parlano, le cose di cui si lamentano, quelle di cui gioiscono, capiremo meglio quello che possiamo fare per comunicare nel loro linguaggio peculiare. Dopo tutto, a che cosa serve mandare un messaggio che non può essere ricevuto? Più capiamo i nostri figli, meglio saremo in grado di relazionarci con loro. Molto problemi di rapporti interpersonali hanno radici nella non accettazione delle altrui differenze.
Comprendere che gli stili di comunicazione dei nostri figli sono diversi dai nostri, ci può rendere attenti alla necessità di alternare i metodi che usiamo per comunicare con loro. Le parole affettuose possono essere tipiche di un genitore che comunica in modo uditivo. Tuttavia, se si rende conto che il figlio preferisce la comunicazione sensoriale, può usare una maggiore quantità di messaggi che includano il tatto, il gusto e l’odorato. Se il figlio fosse una persona “visiva”, il genitore può adattare il proprio modo di comunicare, facendo attenzione al vestiario, alla tavola preparata o ad un bel bouquet di fiori in qualche occasione speciale. Le telefonate, le parole scritte, i doni tangibili, gli abbracci ed i piatti preferiti potranno essere comunque apprezzati, ma certe cose rassicureranno più di altre a secondo dello stile di comunicazione della persona interessata.
Invece di fare sempre le stesse vecchie cose che, anno dopo anno, non funzionano mai, la comprensione delle differenze può aiutarci a tentare nuovi ed innovativi metodi per comunicare, fino a che non troveremo qualcosa che funziona davvero per le peculiarità di nostro figlio.
Come genitori affettuosi, cercheremo di capire tutte le aree nelle quali i nostri figli sono diversi, in modo da confermare questa loro unicità, invece di sentirci turbati perché non sono come noi. Comprendere le differenze può aiutarci a far sì che nostro figlio si senta libero/a di essere se stesso/a, un individuo unico che Dio ha creato tale.
Molti malintesi potrebbero essere evitati se i genitori accettassero le differenze nei loro figli, imparando ad apprezzare l’unicità di ognuno di loro e cercando i modi per venire incontro ai loro specifici bisogni.