07 – L’uomo e la sua natura

«Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine”» (Genesi 1:26).

creazione“Creatura” e “immagine di Dio” sono le definizioni fondamentali dell’essere umano. Questa dichiarazione è di un’importanza fondamentale per la formulazione di un’antropologia biblica.

In primo luogo, evidenzia che siamo stati scelti da Dio come destinatari della sua parola. In altri termini, gli esseri umani sono creature con le quali il Signore può entrare in relazione per rivolgersi ad altre persone, e pertanto gli uomini possono avere e coltivare delle relazioni personali con Dio.

In secondo luogo, indica che abbiamo avuto un inizio. Non siamo eterni; non apparteniamo al divino. Il nostro modo di esistere è essenzialmente differente da quello di Dio: egli è sempre esistito; noi siamo venuti all’esistenza. E per finire, gli uomini sono esseri limitati. La nostra esistenza è paragonabile a un prestito, quindi non sufficiente a se stessa. Non siamo esseri indipendenti, capaci di produrre energia propria in grado di garantire la nostra esistenza. Di conseguenza, un giorno siamo venuti al mondo, e così possiamo tornare al nulla; in parole diverse, noi possiamo smettere di esistere (Genesi 2:16-17; Genesi 3:19).

Tradizionalmente, l’uomo è stato concepito secondo i criteri ellenistici che vedevano un’anima immortale imprigionata nel corpo mortale. A ciò era collegata una superiorità dello spirito sulla materia con tutte le sue inammissibili conseguenze. Ma la concezione biblica è diversa; l’uomo è un’unità «psicosomatica», egli non ha un’anima, ma è un’anima vivente (cfr. Genesi 2:7). L’anima è l’uomo nella sua totalità.

La morte, conseguenza logica del peccato (Romani 6:23; 5:12) perché indica la completa assenza della vita fino alla risurrezione finale, resta la sua grande nemica e non il passaporto per un’altra dimensione. Essa sarà vinta definitivamente al ritorno di Gesù (1Corinzi 15:52-54). L’esperienza personale comincia nuovamente con un atto del potere creativo divino (1 Tessalonicesi 2:13-18 ).

In sintesi

L’uomo e la donna sono stati creati a immagine di Dio, ognuno con la propria individualità, con il potere e la libertà di pensare e di agire. Sebbene creati come esseri liberi, ognuno è un’unità indivisibile di corpo, mente e spirito, dipendente da Dio per la vita, il respiro e ogni altra cosa. Quando i nostri progenitori disubbidirono al Signore, negarono la loro dipendenza dal Creatore e decaddero dall’elevata posizione che detenevano in lui. L’immagine di Dio in loro fu deturpata e divennero soggetti alla morte. I loro discendenti hanno ereditato questa natura decaduta e le sue conseguenze. Essi nascono con le debolezze e la tendenza al male. Dio però, in Cristo, riconcilia il mondo con sé e, tramite il suo Spirito, ripristina negli esseri umani pentiti l’immagine del loro Creatore. Creati per la gloria di Dio, essi sono chiamati ad amarlo, ad amarsi gli uni gli altri e ad aver cura dell’ambiente che li circonda.

Confrontare:

Genesi 1:26-28; 2:7; Salmo 8:4-8; Atti 17:24-28; Genesi 3; Salmo 51:5; Romani 5:12-17; 2 Corinzi 5:19,20; Salmo 51:10; 1 Giovanni 4:7,8,11,20; Genesi 2:15.

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